Un disco rigido che fa rumori strani o rallenta mette ansia, ma agire bene fa la differenza. In questa guida spieghiamo come riconoscere, mettere in sicurezza e tentare di salvare i dati da hard disk danneggiati senza peggiorare la situazione. Vedremo sintomi, cause tipiche, clonazione settore per settore e buone pratiche.
Fermati, non scrivere più sull’unità. Controlla i cavi, ascolta i rumori, leggi gli attributi S.M.A.R.T. in sola lettura. Clona settore per settore verso un disco sano e lavora sulla copia. Evita di formattare finché non hai salvato ciò che conta; se senti clic continui, chiedi assistenza.
Quali segnali indicano un hard disk danneggiato?
Prima di intervenire, osserva i segnali:

il sistema può bloccarsi, i trasferimenti diventare lenti, oppure comparire errori di lettura. Più indizi raccogli, migliori decisioni prenderai su come procedere in sicurezza.
Quando preoccuparsi dei rumori?
Un clic ritmico, raschiamenti o beep provenienti dall’unità indicano spesso problemi meccanici. In questi casi è prudente fermarsi, spegnere il computer ed evitare nuove accensioni prolungate: continuare può aggravare l’usura dei piatti o della testina. I rumori sono un segnale forte: meglio prevenire che correre ai ripari.
- Prestazioni in calo improvviso: copie che scendono da centinaia di MB/s a pochi KB/s possono indicare letture ripetute su settori difficili.
- Messaggi d’errore come “impossibile leggere il file” o “percorso non disponibile” spesso segnalano settori danneggiati o indici corrotti.
- Blocchi e schermate di errore durante l’avvio: il sistema tenta di accedere a dati essenziali e fallisce, rallentando o riavviando.
- File che si aprono ma risultano incompleti o corrotti: immagini con righe, archivi non estraibili, documenti che mostrano caratteri illeggibili.
- Allarmi o valori anomali nei controlli del disco: temperature troppo alte, contatori di riallocazioni in crescita, errori di lettura ripetuti.
Come capire se il danno è logico o fisico?
Capire la natura del problema ti guida nelle mosse successive. In linea generale, i danni “logici” riguardano struttura e file system; i danni “fisici” coinvolgono componenti meccaniche o elettroniche.
Danno logico
Si manifesta con file mancanti, partizioni sparite, errori del file system o indice corrotto. Spesso segue spegnimenti improvvisi o aggiornamenti interrotti. Qui è cruciale lavorare in sola lettura e tentare il recupero dalla copia clonata, evitando strumenti invasivi sul disco originale.
Danno fisico
Include testine difettose, superfici graffiate, motore bloccato o elettronica guasta. Sintomi tipici: clic ripetuti, raschiamenti, disco non visto dal BIOS. Proseguire i tentativi può aumentare la perdita di dati; in questi casi la via prudente è spegnere e rivolgersi a professionisti.
Test in sola lettura
Qualunque verifica tu faccia, privilegia attività che non scrivano sul disco problematico. Letture leggere dell’indice, controllo attributi e clonazione su destinazione sana ti permettono di analizzare senza rischi.
Azioni da fare subito
- Smetti di usare l'unità subito.
- Controlla cavi e porte senza scrivere dati.
- Ascolta rumori anomali: clic, raschi, beep.
- Verifica gli attributi S.M.A.R.T. in sola lettura.
- Crea una clonazione settore per settore su un disco sano.
- Evita formattazioni e riparazioni invasive prima del backup.
Come recuperare file senza peggiorare il problema
Prima regola: lavora su una copia identica del disco compromesso. La clonazione settore per settore riduce i rischi perché cattura ogni blocco leggibile, senza modificare l’originale. Solo dopo, prova il recupero dalla copia.
Prima di tutto
Riduci al minimo le scritture:

se puoi, abilita un blocco in scrittura o imposta l’unità come sola lettura. Mantieni una buona ventilazione e alimentazione stabile per non stressare ulteriormente il disco.
- Isola il problema: collega il disco con cavi e porte affidabili. Evita hub economici; alimentatori instabili possono amplificare gli errori di lettura.
- Controlla rapidamente lo stato del dispositivo: temperatura, numero di errori recenti, tentativi di riallocazione. Se gli indicatori peggiorano, interrompi le prove.
- Clona l’unità: avvia una clonazione lenta, con retry moderati e limiti di tempo. Se la sorgente si surriscalda, fermati, lascia raffreddare e riprendi a sessioni.
- Lavora sulla copia: monta l’immagine o il disco clonato e recupera prima i file più importanti. Evita scansioni totali aggressive all’inizio.
- Non formattare né “riparare” il file system prima del salvataggio dei file. Le correzioni possono riscrivere metadati e rendere irrecuperabili alcuni contenuti.
- Procedi per priorità: documenti critici e insostituibili prima di tutto. Posticipa i file grandi e non essenziali, soprattutto se la sorgente è instabile.
- Verifica l’integrità: apri un campione di file recuperati ed esegui controlli di hash quando disponibili. Se trovi anomalie diffuse, riconsidera i parametri della clonazione.
Quali strumenti usare in sicurezza
Per una valutazione iniziale, leggi gli attributi S.M.A.R.T. in sola lettura: errori di lettura crescenti, riallocazioni e pendenti aiutano a capire l’urgenza. Usa strumenti che consentano log dettagliati e, soprattutto, non scrivano nulla sul disco problematico.
Per creare una copia fedele, preferisci utility di imaging con retry controllati e mappe di errori; molti tecnici usano approcci simili a quelli di ddrescue per tentativi progressivi e sessioni riprese. Per il recupero di file, scegli software che operi sulla copia e consenta anteprime senza alterare i contenuti.
Evita “riparazioni” automatiche sul disco originale: funzioni che ricostruiscono indici o correggono il file system possono sovrascrivere metadati. Procedi in sola lettura, conserva report e lavora con spazio libero sufficiente sul disco di destinazione.
Quando rivolgersi a un professionista
Ci sono situazioni in cui tentare oltre può fare più danni che benefici. Sapere quando fermarsi è parte della strategia di recupero.
- Rumori meccanici marcati (clic ritmici, raschi): ogni tentativo aggiuntivo può peggiorare l’usura. Meglio spegnere e chiedere aiuto.
- Disco non rilevato dal BIOS o dal sistema operativo: possibili guasti elettronici o firmware richiedono attrezzature specialistiche.
- Danni fisici evidenti (caduta, liquidi, bruciature): non accendere ripetutamente il dispositivo nella speranza che “riparta”.
- Dati critici per lavoro o conformità: riduci i rischi, documenta i passi e affida il caso a chi dispone di clean room e strumenti professionali.
- Tempo o competenze limitate: la fretta è nemica del recupero; lavorare “con calma e metodo” riduce errori irreversibili.
Domande frequenti
Posso usare il PC mentre copio i file?
Meglio evitare attività pesanti: riduci processi in background e non aprire applicazioni che generano scritture sul disco d’origine. Meno carico significa minori rischi di ulteriori errori.
La formattazione recupera i dati?
No. La formattazione può nascondere i problemi e rendere complesso il recupero. Non formattare finché non hai salvato ciò che serve lavorando su una copia del disco.
Quanto tempo richiede la clonazione?
Dipende da capienza, velocità e numero di settori difficili. Da poche ore a giorni interi. Procedi a sessioni, monitora la temperatura e tieni traccia di errori e riprese.
Un SSD ha gli stessi sintomi di un HDD?
No. Gli SSD non hanno parti meccaniche: niente clic o raschi. I segnali sono più spesso rallentamenti improvvisi, errori I/O e sparizione dell’unità senza rumori anomali.
Che cos’è un settore danneggiato?
È una porzione di superficie che non può essere letta correttamente. Il firmware tenta di riallocarla; troppe riallocazioni indicano degrado e aumentano il rischio di perdita di file.
Mettere il disco nel freezer aiuta?
È un mito rischioso: condensa e shock termici possono peggiorare la situazione. Evita soluzioni estreme e privilegia pratiche sicure come clonazione e lavoro in sola lettura.
In breve, cosa fare
- Interrompi subito l’uso dell’unità.
- Distingui tra danno logico e fisico.
- Lavora in sola lettura e clona prima.
- Non formattare finché non salvi i file.
- Rumori e S.M.A.R.T. critici richiedono assistenza.
Gestire un’unità compromessa richiede metodo e pazienza. Procedi in passaggi chiari: metti al sicuro il disco, raccogli sintomi, crea una copia affidabile, poi prova il recupero sulla replica. Ogni scelta che riduce le scritture e limita lo stress meccanico aumenta le probabilità di successo.
Se i segnali fanno pensare a guasti fisici o i dati sono cruciali, fermati e chiedi aiuto. Un approccio prudente, documentato e in sola lettura vale più di tante prove improvvisate. Anche quando non tutto si recupera, evitare danni ulteriori fa la differenza per ciò che conta davvero.