Che tu stia iniziando o tornando al codice, Java resta un linguaggio di programmazione multipiattaforma per applicazioni desktop, web e cloud. È anche una piattaforma con librerie estese, una Java Virtual Machine (JVM) e strumenti pensati per produttività e stabilità. Qui troverai un percorso chiaro: concetti base, installazione del JDK e primi passi pratici.

Installa una versione LTS del JDK, imposta JAVA_HOME e PATH, verifica con java -version, scegli un IDE, crea un progetto e scrivi un piccolo Hello World. Poi gestisci le dipendenze con Maven o Gradle e aggiorna regolarmente.

Che cos'è Java oggi?

Java è orientato agli oggetti, compila in bytecode ed esegue il codice su una JVM, così lo stesso programma gira su sistemi diversi con elevata portabilità. La sintassi è familiare a chi proviene da C/C++ e il modello a programmazione orientata agli oggetti favorisce modularità e riuso. Le release a supporto lungo (LTS) come 8, 11, 17 e 21 sono scelte comuni per progetti stabili.

Quale JDK scegliere per iniziare?

Per studiare o creare prototipi, conviene una versione LTS di Java (es. 17 o 21) per stabilità e documentazione ampia. Scegli un fornitore che offra aggiornamenti di sicurezza e una licenza adatta al tuo uso.

  • Oracle JDK: riferimento commerciale, aggiornamenti puntuali e tool integrati. Valuta i termini di licenza per usi produttivi.
  • OpenJDK/Temurin: build gratuite e aperte, ottime per apprendimento e ambienti CI. Ampio supporto della community.
  • Amazon Corretto, Liberica, Zulu: distribuzioni alternative con supporto e build per più piattaforme, utili in ecosistemi multi-OS.
  • Verifica a priori architettura (x64/ARM) e sistema operativo per scaricare il pacchetto corretto ed evitare incompatibilità.

Come installare e configurare il JDK

Il JDK (Java Development Kit) include compilatore, strumenti e librerie. Dopo l’installazione, imposta le variabili d’ambiente per poter usare i comandi ovunque nel terminale.

Windows

Installa il pacchetto .msi o .exe e segui la procedura guidata. Imposta JAVA_HOME nella cartella di installazione e aggiungi la cartella bin alla variabile PATH.

  • Apri Impostazioni di sistema avanzate e crea/modifica JAVA_HOME.
  • In PATH aggiungi %JAVA_HOME%\bin in coda alle voci esistenti.
  • Verifica con: <code>java -version</code> e <code>javac -version</code>.

macOS

Installa il pacchetto .pkg. Su macOS recenti, i tool riconoscono automaticamente il JDK; in caso contrario, configura le variabili d’ambiente nel tuo shell profile.

  • Aggiungi a ~/.zshrc o ~/.bash_profile il percorso del JDK.
  • Esporta JAVA_HOME con <code>/usr/libexec/java_home</code> se disponibile.
  • Verifica: <code>java -version</code> e <code>javac -version</code>.

Linux

Usa il gestore pacchetti della tua distribuzione o installa manualmente il tar.gz. Imposta le variabili d’ambiente nel file di profilo della shell.

  • Installa con il package manager (es. apt, dnf, pacman) oppure estrai in /opt.
  • Esporta JAVA_HOME e aggiungi $JAVA_HOME/bin al PATH.
  • Verifica le versioni dei comandi Java e Javac.

PATH e JAVA_HOME

JAVA_HOME punta alla cartella principale del JDK; PATH deve includere la sua cartella bin. Se i comandi non vengono trovati, controlla spazi o virgolette nel percorso e priorità delle voci in PATH.

Passaggi essenziali

  • Scarica un JDK LTS dal fornitore scelto.
  • Installa il pacchetto e imposta JAVA_HOME e PATH.
  • Verifica con java -version e javac -version.
  • Scegli un IDE e crea un progetto.
  • Scrivi un Hello World e compila il codice.
  • Gestisci le dipendenze con Maven o Gradle.
  • Aggiorna regolarmente a release di manutenzione.

Come funziona la JVM e il bytecode

Il compilatore traduce i sorgenti in file .class (bytecode). La JVM li carica, li ottimizza e li esegue con garbage collection e, spesso, compilazione just‑in‑time (JIT) per migliorare le prestazioni.

Un’analogia utile: pensa alla JVM come a un “interprete” tra il tuo programma e il sistema operativo. Tu scrivi una volta; la macchina virtuale si occupa delle differenze tra piattaforme.

Quali IDE e strumenti usare

Un IDE (Integrated Development Environment) semplifica scrittura, refactoring e debug. Insieme a un sistema di build gestirai dipendenze e pacchetti con coerenza in ogni ambiente.

  • IntelliJ IDEA: completamento intelligente, refactoring assistiti e ottimo supporto a framework. Ideale per produttività e progetti medio‑grandi.
  • Eclipse IDE: open source, altamente estensibile. Ottimo per chi desidera personalizzare workspace e plugin con grande controllo.
  • Visual Studio Code con estensioni Java: leggero e rapido. Buono per esercizi, microservizi e ambienti containerizzati.
  • Apache Maven: dichiarativo, usa il file POM per gestire dipendenze e fasi di build. Standard de facto in molti team.
  • Gradle: build script flessibili (Groovy/Kotlin), caching e build incrementali. Adatto a progetti complessi e multi‑modulo.
  • JUnit: test unitari chiari e veloci. Integra assertions, categorie e integrazione con i principali IDE e CI.
  • Git: controllo di versione distribuito. Fondamentale per collaborare, creare branch e revisionare modifiche con pull request.
  • Docker: esecuzione coerente in container. Utile per test locali e deploy di microservizi Java in ambienti riproducibili.

Come scrivere il primo programma

Crea un progetto semplice e parti da un classico Hello, World!. Ecco un percorso lineare per vedere subito il risultato sul terminale.

  1. Crea un file chiamato <code>HelloWorld.java</code> in una nuova cartella o progetto.
  2. Incolla questo codice:<pre><code>public class HelloWorld { public static void main(String[] args) { System.out.println("Hello, World!"); } } </code></pre>
  3. Compila: <code>javac HelloWorld.java</code>. Si genera il file <code>HelloWorld.class</code> nella stessa cartella.
  4. Esegui: <code>java HelloWorld</code>. Dovresti vedere la stringa stampata in console.
  5. Se l’esecuzione fallisce, verifica PATH, directory di esecuzione e corrispondenza tra nome file e nome classe.
  6. Facoltativo: crea il progetto in IDE e usa “Run/Debug” per eseguire e mettere breakpoint.

Errori comuni e buone pratiche

Evita classi con più public per file e assicurati che il nome del file coincida con la classe public. Mantieni coerente la versione del JDK tra sviluppo e build server.

  • Cartelle e package: usa nomi in minuscolo, gerarchie coerenti e evita spazi nei percorsi.
  • Dipendenze: preferisci versioni allineate e rimuovi le librerie non usate per ridurre conflitti.
  • Test: aggiungi test unitari fin dall’inizio; piccole verifiche evitano grandi regressioni.
  • Stile: segui convenzioni semplici (nomi chiari, metodi brevi). I refactoring sono più sicuri e rapidi.
  • Sicurezza: aggiorna regolarmente per patch critiche e usa tool di analisi delle vulnerabilità.

Domande frequenti

Che differenza c’è tra JDK e JRE?

Il JDK (Java Development Kit) include compilatore e strumenti per sviluppare; il JRE (Java Runtime Environment) contiene solo ciò che serve per eseguire applicazioni esistenti.

Posso usare Java senza IDE?

Sì. Puoi scrivere il codice con un editor di testo e compilarlo da terminale con javac; un IDE però offre debug, refactoring e gestione delle dipendenze.

Quale versione di Java installare per studiare?

Scegli una LTS recente (es. 17 o 21) per stabilità, guide e aggiornamenti di sicurezza. Controlla sempre il supporto corrente sul sito del fornitore.

Eclipse o IntelliJ IDEA: quale scegliere?

Entrambi sono validi: Eclipse è open source e molto estensibile; IntelliJ IDEA privilegia produttività e automazioni. Provali con un progetto breve e scegli quello più comodo.

Che cos’è Maven e mi serve davvero?

Maven è un sistema di build dichiarativo che gestisce dipendenze e fasi di compilazione, test e packaging. È consigliato anche per progetti piccoli perché rende ripetibili i passaggi.

In sintesi operativa

  • Scegli una versione LTS del JDK.
  • Imposta correttamente variabili d’ambiente.
  • Comprendi JVM/bytecode e pipeline build.
  • Usa un IDE e un gestore di dipendenze.
  • Esegui piccoli progetti e aggiorna regolarmente.

Ora che hai configurato ambiente e strumenti, sperimenta con esercizi brevi: piccole app console, semplici classi, primi test. La pratica costante consolida concetti e automatizza i gesti quotidiani. Mantieni l’attenzione su correzione e leggibilità, non sulla complessità.

Punta a imparare facendo e aggiungi funzionalità un passo alla volta. Aggiorna il JDK con le patch di sicurezza, tieni pulite le dipendenze e prova più IDE per trovare il flusso di lavoro più naturale. Il tuo primo progetto Java è a pochi comandi di distanza.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
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