Nel dibattito sulla mobilità sostenibile, gli oli vegetali per motori vengono spesso confusi con biocarburanti come il biodiesel e l’HVO. Questa guida chiarisce termini, compatibilità e limiti, distinguendo i carburanti rinnovabili dalle applicazioni dei lubrificanti bio‑based. Parleremo di biocarburanti (FAME e HVO), di come si differenziano dai combustibili fossili e di cosa significa usarli in auto, tosaerba o motocoltivatori in modo informato.

Gli oli vegetali grezzi non equivalgono a carburanti per motori stradali. Biodiesel (FAME) ed HVO sono standardizzati, ma la compatibilità dipende dai requisiti del costruttore. Leggi sempre il manuale, cerca le sigle di norma (per esempio EN 590, EN 15940) e valuta costi, disponibilità e sostenibilità reale prima di scegliere.

Qual è la differenza tra olio vegetale, biodiesel e HVO?

“Olio vegetale” in senso generico indica un liquido ottenuto da semi o frutti (per esempio colza, girasole). Non è progettato per essere un carburante:

Pompa self-service per diesel davanti a una stazione Preem ad Avesta Svezia
Pompa self-service per diesel presso una stazione Preem ad Avesta. · Calle Eklund/V-wolf · CC BY 3.0 · Dieselpump Preem Avesta.jpg

ha una viscosità e proprietà di combustione incompatibili con la maggior parte dei motori moderni, causando depositi, avviamenti difficili e possibili danni. Diverso è il biodiesel FAME (Fatty Acid Methyl Esters: esteri metilici di acidi grassi), ottenuto per transesterificazione: è un carburante normato e può essere miscelato nei limiti delle specifiche.

Nei mercati europei, il gasolio conforme a EN 590 può includere fino al 7% di biodiesel (B7), un limite definito dalla norma stessa, a tutela di compatibilità e qualità del combustibile. L’HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) è invece un carburante paraffinico prodotto tramite idrogenazione di oli e grassi: non contiene ossigeno, ha ottime proprietà a freddo e stabilità allo stoccaggio. L’uso e i requisiti degli HVO rientrano nella norma EN 15940 per carburanti paraffinici. In sintesi: olio vegetale grezzo ≠ biodiesel FAME ≠ HVO; sono prodotti diversi, con regole e prestazioni differenti.

Quali motori possono usare carburanti di origine vegetale?

Per i motori diesel di automobili e veicoli leggeri, la compatibilità dipende dal costruttore. Molti sistemi common‑rail richiedono carburanti che rispettino precise specifiche; alcuni modelli possono accettare miscele con biodiesel (per esempio B7) o, se indicato dal manuale, carburanti paraffinici conformi a EN 15940. L’eventuale uso di HVO al 100% (spesso identificato come HVO100 o XTL) è possibile solo quando esplicitamente consentito. In assenza di indicazioni, attenersi ai combustibili riportati nel manuale è la scelta più sicura.

I piccoli motori di attrezzature da giardinaggio richiedono particolare attenzione. La maggior parte dei tosaerba per uso domestico è a benzina (a 4 tempi o, in alcuni casi, a 2 tempi con miscela): non sono progettati per funzionare con olio vegetale come carburante. Nei motori a due tempi, inoltre, il lubrificante viene bruciato insieme alla benzina; l’impiego di oli non idonei può danneggiare motore e marmitta. Anche i motocoltivatori e alcune fresatrici possono montare motori diesel, ma la compatibilità con biocarburanti (B7, HVO) resta un attributo dichiarato dal costruttore del motore, non dell’utensile in sé.

Importante anche la distinzione tra carburante e lubrificante: l’olio motore (lubrificante) ha funzioni e specifiche del tutto diverse. Esistono lubrificanti “bio‑based” o biodegradabili per usi specifici (per esempio per catene di motosega), ma non vanno confusi con i carburanti. In sintesi, leggi sempre il manuale e verifica le sigle ammesse: è il modo corretto per evitare problemi tecnici o di garanzia.

Punti chiave sul tema

  • Gli oli vegetali grezzi non sono carburante per la maggior parte dei motori.
  • Il biodiesel FAME e l’HVO sono carburanti normati, distinti e non intercambiabili.
  • EN 590 consente fino a B7 nel gasolio convenzionale.
  • EN 15940 definisce i carburanti paraffinici come l’HVO.
  • Compatibilità e garanzia dipendono dal costruttore e dal manuale.
  • Piccoli motori e tosaerba richiedono combustibili specifici, non oli da cucina.

Vantaggi ambientali e limiti reali

I carburanti da fonti rinnovabili possono ridurre l’impronta di carbonio lungo il ciclo di vita, ma l’entità dipende da filiera, logistica e pratiche agricole. Oli da scarti e residui hanno generalmente un profilo migliore rispetto a colture dedicate; conta la tracciabilità e la conformità a schemi di sostenibilità riconosciuti. Anche le prestazioni variano: l’HVO, essendo paraffinico, presenta un numero di cetano elevato e un contenuto di aromatici molto basso; il biodiesel FAME è ossigenato, con impatti differenti su scarico e gestione a freddo.

Non esiste un “carburante magico” valido in ogni scenario. L’uso reale va valutato considerando emissioni allo scarico, consumi, compatibilità dei materiali (guarnizioni, tubazioni), esigenza di manutenzione e disponibilità locale. È prudente attenersi ai livelli di miscelazione ammessi dalla norma del carburante e alle indicazioni del costruttore del motore; ciò permette di massimizzare i benefici e ridurre rischi di inefficienze o guasti.

Emissioni allo scarico e qualità dell’aria

La qualità dell’aria dipende da più fattori, tra cui il tipo di motore, il sistema di post‑trattamento (DPF, SCR) e il carburante. L’HVO tende a ridurre particolato e fumo visibile grazie al basso contenuto di aromatici, mentre il biodiesel FAME, pur essendo rinnovabile, può comportare variazioni degli ossidi di azoto in specifiche condizioni operative. Su veicoli dotati di filtri e catalizzatori integri, l’effetto combinato di hardware e carburante resta decisivo.

L’olio vegetale grezzo, per contro, non è progettato per bruciare in modo pulito nei motori moderni: la combustione incompleta può aumentare residui e inquinanti, oltre a stressare gli iniettori. L’uso di carburanti conformi a standard riconosciuti aiuta a garantire prestazioni prevedibili e a mantenere efficienti i sistemi di post‑trattamento.

Costi, disponibilità e aspetti pratici

La disponibilità di carburanti rinnovabili varia per area geografica: alcune reti offrono diesel B7 come standard, mentre HVO puro (HVO100) è reperibile in stazioni selezionate o in canali professionali.

Video di una persona che fa rifornimento del serbatoio alla stazione di servizio. · Sound, photo, video: Antti Makkonen · CC BY 3.0 · Filling Up Gas Tank.webm

I prezzi possono essere più elevati rispetto al gasolio fossile, riflettendo costi di produzione e logistica; l’eventuale differenza di costo va valutata rispetto a benefici ambientali e operativi.

Lo stoccaggio richiede attenzione. Il biodiesel FAME è più sensibile all’ossidazione e all’assorbimento dell’umidità rispetto al gasolio fossile, perciò conviene evitare depositi prolungati e curare la manutenzione dei filtri. L’HVO ha in genere una migliore stabilità e proprietà a freddo, risultando adatto a climi rigidi. Indipendentemente dal carburante, tenere puliti i serbatoi e aggiornare periodicamente i filtri resta una buona prassi.

Come valutare un passaggio responsabile

  1. Chiarisci l’obiettivo. Vuoi ridurre emissioni, migliorare avviamenti a freddo, o aumentare l’autonomia operativa? Obiettivi diversi possono portare a soluzioni diverse (B7 standard, HVO, o mantenimento del fossile).
  2. Leggi il manuale. Verifica le specifiche del costruttore: molte guide indicano chiaramente se sono ammessi carburanti conformi a EN 590 con B7 o a EN 15940.
  3. Controlla la garanzia. La copertura può dipendere dal rispetto delle norme di carburante e dai livelli di miscelazione. Evita esperimenti che possano compromettere componenti costosi.
  4. Valuta il parco mezzi. Un moderno diesel con DPF/SCR ha esigenze diverse da un motore industriale. Uniformare il carburante senza considerare i singoli casi può risultare inefficiente.
  5. Pianifica la manutenzione. Filtri, iniettori e serbatoi puliti sono cruciali. In caso di passaggi di carburante, monitora filtri e prestazioni nelle prime settimane.
  6. Considera clima e stoccaggio. Il biodiesel FAME è più delicato in caso di lunghi fermi e a basse temperature; l’HVO offre margini migliori a freddo.
  7. Scegli punti vendita trasparenti. Cerca etichette chiare come B7 o HVO100 e verifica la conformità agli standard. Informazioni incomplete sono un segnale di cautela.
  8. Valuta l’impatto complessivo. Non guardare solo al tubo di scarico: considera provenienza della materia prima, logistica e benefici ambientali verificabili lungo il ciclo di vita.

Domande frequenti

Posso usare olio da cucina come carburante nel mio tosaerba?

No. La maggior parte dei tosaerba domestici è a benzina e non è progettata per olio vegetale come carburante. L’uso improprio può causare danni, difficoltà di avviamento e fumo eccessivo.

Che differenza c’è tra biodiesel FAME e HVO?

Il biodiesel FAME è un estere ossigenato prodotto per transesterificazione; l’HVO è un carburante paraffinico ottenuto per idrogenazione. Hanno proprietà diverse e sono regolati da standard differenti.

La garanzia del costruttore potrebbe risentirne?

Può dipendere dal rispetto delle specifiche di carburante. L’uso di prodotti non conformi o non autorizzati dal manuale può influire sulla garanzia. Verifica sempre le indicazioni ufficiali.

Gli HVO sono sempre compatibili con i motori diesel moderni?

No. La compatibilità dipende dal modello e dalla dichiarazione del costruttore. Alcuni motori accettano carburanti paraffinici conformi a EN 15940, altri richiedono esclusivamente gasolio EN 590.

Posso sostituire l’olio motore con un olio vegetale?

No. L’olio motore è un lubrificante con additivi e specifiche precise. Gli oli vegetali non formulati come lubrificanti per motore non sono idonei e possono causare gravi danni.

Qual è il limite di biodiesel nel gasolio convenzionale?

In Europa, il gasolio standard EN 590 può includere fino al 7% di biodiesel FAME (B7). Verifica comunque l’etichetta alla pompa e le note del costruttore del veicolo.

In sintesi, cosa sapere

  • Olio vegetale grezzo, FAME e HVO non sono la stessa cosa.
  • Le norme EN 590 ed EN 15940 guidano compatibilità e qualità.
  • La scelta dipende da veicolo, clima, manutenzione e obiettivi.
  • Per i piccoli motori, evita usi impropri e segui il manuale.
  • Valuta costi, disponibilità e sostenibilità dell’intera filiera.

Scegliere un carburante rinnovabile è una decisione tecnica e ambientale che merita attenzione. L’opzione migliore si trova incrociando standard, indicazioni del costruttore, contesto d’uso e obiettivi di sostenibilità. Evita il “fai‑da‑te” e privilegia soluzioni conformi, chiaramente etichettate e supportate da documentazione. Così massimizzi i benefici, minimizzando rischi e imprevisti.

Se gestisci un piccolo parco mezzi o attrezzature, definisci una policy coerente: un carburante standardizzato, manutenzione puntuale e monitoraggio dei consumi sono spesso la strategia più efficace. Con dati e specifiche alla mano, la mobilità può davvero diventare più pulita e affidabile, giorno dopo giorno.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
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