I numeri compaiono ovunque: e-mail, report, post e didascalie. Saperli rendere bene a parole e in cifre migliora chiarezza, ritmo e stile tipografico. In questa guida pratica scopri quando usare parole, quando cifre, come trattare importi in euro e unità, con esempi rapidi.
Dubbi tra cifre e parole? Qui trovi regole di buon uso, esempi d’immediata applicazione e suggerimenti di coerenza redazionale per importi in euro, percentuali, unità di misura e forme composte. Applica una sola regola per tutto il testo.
Quando usare cifre o parole?
La scelta dipende da pubblico, canale e coerenza. In testi discorsivi si privilegiano le parole; in dati, tabelle e titoli, le cifre favoriscono la lettura rapida. Evita d’iniziare una frase con cifre: riscrivi in lettere o riformula.
Quali soglie guidano la scelta?
Una pratica comune: scrivere in lettere da zero a nove e usare le cifre da 10 in poi. Non è un dogma: scegli una regola e rispettala nel documento. Esempio: tre mesi, 12 giorni, ventuno persone, 35 anni.
Punti chiave rapidi
- Scrivi zero–nove in lettere; dal 10 in cifre, salvo esigenze stilistiche.
- Non iniziare una frase con cifre: riscrivi in lettere o riformula.
- Inserisci uno spazio fisso tra numero e unità: 20 kg, 15 °C.
- Per gli euro, scegli 20 € oppure € 20 e mantieni coerenza.
- Usa la virgola per i decimali: 3,14; separa le migliaia: 1.000.
- Preferisci parole nei testi narrativi; cifre in tabelle e dati.
Come si scrivono gli importi in euro?
Negli importi, la virgola separa i decimali (12,50) e il punto o lo spazio fine separa le migliaia (1.

200 oppure 1 200). Per il simbolo dell’euro puoi scegliere 20 € oppure € 20: decidi uno stile e mantienilo nel documento .
Quando serve precisione (preventivi, note spese), usa due decimali anche con importi tondi: 50,00 €. In testi giornalistici o divulgativi, puoi omettere i decimali se non necessari: 50 €. Inserisci, ove possibile, lo spazio fisso tra numero e simbolo (per evitare a capo errati).
Per intervalli monetari, usa un trattino en: 20–35 € (senza spazi). Evita ripetizioni inutili: 20–35 € è preferibile a 20 €–35 €. Per somme molto grandi, agevola la lettura usando gruppi di tre cifre o lo spazio fine: 2.450.000 oppure 2 450 000.
Qual è la punteggiatura corretta con cifre e simboli?
Con le unità di misura, inserisci uno spazio (meglio se fisso) tra numero e simbolo: 20 kg, 15 °C, 30 km/h. Con i simboli alfanumerici compatti si mantiene l’adesione: 10%, 5‰ sono frequenti in redazione; tipograficamente è comune anche 10 % e 5 ‰. Scegli e resta coerente, preferendo lo spazio fine nei testi curati.
Il simbolo percentuale segue le stesse regole dell’euro: 10 % oppure 10%, a seconda dello stile. Inserisci sempre lo zero prima della virgola: 0,75 (non ,75). Se citi unità composte, usa il prodotto o la divisione secondo la convenzione: 20 N·m, 5 m/s. La Guida interistituzionale di stile offre esempi utili per l’uso di simboli, spazi e separatori.
Virgola e punto vanno dentro o fuori le virgolette in base al senso della frase, non per via delle cifre. Evita il punto come separatore decimale in italiano (3.14) per non confondere chi legge, salvo codice o interfacce localizzate.
Che differenza c’è tra cardinali e ordinali?
I cardinali indicano quantità (uno, due, tre; 4, 5, 6). Gli ordinali indicano posizione (primo, secondo, terzo; 4°, 5°, 6°). Preferisci parole nei contesti discorsivi: “il secondo capitolo”, “la terza edizione”. In tabelle o elenchi compatti, l’abbreviazione numerica è funzionale: 2°, 3°, 21°.
I cardinali composti si scrivono uniti:

ventuno, ventotto, trentadue. Avviene l’elisione di -i in venti quando seguito da uno o otto (ventuno, ventotto) e l’assimilazione in forme come centottanta. Evita grafie come “venti uno” o “cento ottanta” .
Come si scrivono gli ordinali?
Gli ordinali sono per esteso (ventunesimo) oppure abbreviati con il segno di grado/ordinale: 21° (maschile), 21ª (femminile). Evita 21esimo e grafie ibride in testi formali; usa l’una o l’altra soluzione con coerenza. In titoli e didascalie, l’abbreviazione è spesso più leggibile.
Non mescolare parola e cifra nello stesso sintagma (“8º posto ottavo”). Se il numero è molto grande, valuta l’uso per esteso nel testo e l’abbreviazione in tabelle. Per dubbi di lessico e accento, il Vocabolario Treccani è un ottimo riferimento redazionale.
Errori comuni e soluzioni
Prima di pubblicare, passa in rassegna questi casi tipici. Una piccola checklist evita fraintendimenti e correzioni successive.
- Separatore decimale sbagliato: in italiano si usa la virgola (2,5). Se scrivi per un pubblico internazionale, specifica lo standard adottato e sii coerente nel documento.
- Separatori delle migliaia incoerenti: 1.500 in una pagina, 1 500 nell’altra. Scegline uno e applicalo sempre, soprattutto in grafici e tabelle per uniformare la lettura.
- Frase che inizia con cifre: “25 persone hanno…” Meglio: “Venticinque persone hanno…” Oppure riformula: “Erano 25 le persone che…”. Eviti inciampi all’inizio periodo.
- Unità senza spazio: 20kg, 15°C. Inserisci lo spazio (meglio fisso): 20 kg, 15 °C. Nelle interfacce tecniche verifica le convenzioni del sistema.
- Percentuali ambigue: mischia 10% e 10 % nello stesso pezzo. Decidi lo stile una volta e mantienilo: il lettore percepisce ordine e cura redazionale.
- Importi non allineati: 9,5 €, 10,00 €, 12 €. In contesti contabili usa due decimali per tutti; in prosa, elimina i decimali non necessari.
- Cardinali separati: “venti uno”, “cento ottanta”. Scrivi unito: ventuno, centottanta. Le forme senza elisione appesantiscono e non sono standard.
- Ordinali ibridi: “21esimo” accanto a “21°”. Scegli per esteso (ventunesimo) o con il segno (21°/21ª) a seconda del tono testuale e mantieni lo stile.
Per casi controversi o non coperti da guide interne, consulta fonti autorevoli come l’Accademia della Crusca.
In breve, ricorda
- Parole da zero a nove; cifre da 10 in poi, con coerenza.
- Per euro e percentuali, usa virgola nei decimali e separa le migliaia.
- Numero + simbolo: preferisci uno spazio fisso (20 kg, 10 %).
- Cardinali e ordinali: ventuno, centottanta; 21° o ventunesimo.
- Evita di iniziare periodo con cifre; riformula o scrivi in lettere.
Una buona scrittura dei numeri rende i testi più chiari, credibili e piacevoli da scorrere. Non esiste una regola assoluta per tutti i contesti: scegli uno stile adeguato al canale e al pubblico, dichiaralo se necessario e applicalo con rigore dalla prima all’ultima riga.
Se lavori in team, definisci un breve vademecum interno con esempi ricorrenti (euro, percentuali, unità, date). Quando emergono dubbi, confronta la soluzione con una guida di stile e con buone pratiche redazionali: la coerenza, più delle eccezioni, costruisce fiducia.
