Scrivere bene i numeri rende un testo più chiaro, fluido e credibile. La scelta tra cifre e parole, tra numerali e forme estese, cambia a seconda di contesto, registro e pubblico.
La guida che segue raccoglie regole pratiche e casi d'uso: decimali, migliaia, date, orari, valute, percentuali e coerenza tipografica. Troverai esempi semplici, analogie e consigli rapidi subito applicabili.
Regola il modo di scrivere i numeri in base a contesto e chiarezza: parole nei testi discorsivi, cifre per misure e dati. In italiano usa la virgola per i decimali, punto o spazio per le migliaia. Mantieni coerenza in tutto il documento.
Quando usare cifre o lettere?
Nei testi discorsivi (narrativi, editoriali, divulgativi), si preferiscono spesso le parole per i numeri piccoli: uno–nove. Dalla decina in su, le cifre migliorano la leggibilità, soprattutto quando i numeri si accumulano in una frase.

Come ricorda l'Accademia della Crusca, la scelta tra cifre e lettere dipende dal contesto e dalla coerenza interna del testo: l'importante è essere uniformi in tutto il documento.
Devo scrivere "uno" o "1"?
Nella prosa: preferisci parole per i numeri semplici (“uno”, “due”, “tre”). In testi tecnico‑informativi o con molti dati, ricorri a “1”, “2”, “3” per far risaltare le quantità. Evita alternanze casuali nella stessa pagina.
Posso iniziare una frase con 2025?
Meglio di no: evita di aprire una frase con cifre. Scrivi “Duemilaventicinque sarà l’anno…” oppure riformula la frase. Questa scelta aiuta coerenza grafica e ritmo di lettura.
Quali regole per decimali e migliaia?
In italiano, i decimali si separano con la virgola: 1,5; 12,75; 0,03. Usa lo zero iniziale prima della virgola: 0,8 (non “,8”), per evitare ambiguità visiva.
Per il raggruppamento delle migliaia, si usa comunemente il punto: 1.000; 25.000; 1.250.000. In tipografia professionale è diffuso lo spazio sottile: 1 000; 25 000; 1 250 000. Scegli un sistema e mantienilo costante.

Il separatore decimale deve essere una virgola sulla riga o un punto sulla riga.
Testo originale
The decimal marker shall be either a comma on the line or a point on the line.
Se traduci o importi dati internazionali, adatta i separatori al lettore: in contesti anglofoni 1.5 indica un mezzo, mentre in italiano 1,5. Specifica lo standard usato nelle note se c’è rischio di fraintendimento.
Come si leggono i numeri grandi?
Scrivi 2 milioni e 300 mila o 2,3 milioni, evitando accostamenti confusi (“2 milioni e 300K”). Se la precisione è cruciale, usa 2.300.000. La forma testuale aiuta la narrazione; le cifre supportano precisione e confronto.
Regole rapide sui numeri
- Scrivi in lettere da uno a nove nei testi discorsivi.
- Usa le cifre per misure, date, ore e percentuali.
- Separa i decimali con la virgola in italiano.
- Raggruppa le migliaia con il punto o spazio sottile.
- Evita di iniziare una frase con cifre.
- Mantieni coerenza di stile in tutto il testo.
Come gestire valute, percentuali e unità?
Con le valute, usa le cifre e il simbolo: 10 €, 1 200 €, 0,99 €. Nella prosa, puoi preferire “dieci euro” se il tono è discorsivo. Evita formati misti nella stessa pagina (per esempio, “10 €” e “euro 10”).
Percentuali: in molti testi italiani si scrive senza spazio (es. 50%); in documenti tecnici o scientifici è accettato lo spazio fine (50 %). Per le unità del Sistema internazionale: 5 kg, 23 °C, 12 km/h, con spazio tra numero e simbolo.
Mescolare separatori (1.000 e 1,000). Scegli una convenzione e spiegala, se necessario, nella legenda. Nei report bilingue, aggiungi una nota per evitare fraintendimenti.
Una soluzione pratica è inserire un esempio in tabella (es. “Formato numeri: 1.234,56”).
Alternare parole e cifre a caso. Decidi quando passare alle cifre (per esempio, dal 10 in su) e applica la regola con coerenza anche nei sottotitoli.
La coerenza facilita la scansione e riduce gli errori di comprensione.
Dimenticare lo zero iniziale: scrivi 0,5, non “,5”. Lo zero tutela l’occhio in lettura rapida e riduce il rischio di confondere un segno con una virgola.
Nelle tabelle, allinea i decimali per confronto immediato.
Usare “n°” in modo improprio. Preferisci “n.” o “numero”, oppure un semplice # solo in contesti informali. Evita “No.” all’inglese in testi completamente italiani.
Chiediti se “codice” o “ID” descrivono meglio l’etichetta.
Confondere “0” (zero) e “O” (lettera o). In font simili, scegli un carattere con zero barrato o chiarisci con parole nelle parti critiche.
Nei codici, spezza in blocchi (es. 0000‑1234‑5678) per favorire il controllo.
Scrivere “circa 5,0” quando la precisione è inutile. Se la cifra è approssimativa, elimina i decimali superflui: “circa 5”.
Vale anche per prezzi non tecnici: “quasi 50 euro” è più naturale di “circa 49,99 €”.
Ripetere il simbolo a ogni riga in una colonna omogenea. Basta metterlo nell’intestazione (€, %, kg) e lasciare i valori puliti sotto.
Questa scelta snellisce visivamente tabelle e elenchi.
Scrivere grandi numeri senza raggruppamenti. 1250000 è faticoso da leggere; usa 1.250.000 o 1 250 000, oppure “1,25 milioni” nella prosa.
Quando serve precisione contabile, conserva tutte le cifre raggruppate.
Qual è la buona prassi per date e orari?
Date nel testo: “12 ottobre 2025”. Nei moduli o nei dati: 2025-10-12 (formato ISO) o 12/10/2025, se richiesto dal contesto. Evita “12‑Oct‑25” in testi interamente italiani, salvo esigenze tecniche o internazionali.
Orari: preferisci 14:30 (due punti). Il punto separatore (14.30) è usato in alcuni contesti editoriali, ma il due punti è più chiaro in tabelle, interfacce e documentazione. Per intervalli: 9:00–12:30; per durate: 2 h 15 min.
Zero iniziali: servono o no?
In orari e codici, lo zero iniziale aiuta l’allineamento: 09:05. Nei testi discorsivi si può semplificare: “alle 9” è accettabile. Mantieni lo stesso stile nel documento.
È meglio 14.30 o 14:30?
Se scrivi per il web o per schede tecniche, preferisci “14:30” per coerenza con gli standard digitali e internazionali. In ambito giornalistico, accetta anche “14.30”, ma non mescolare i due formati.
Che cosa cambia nei diversi contesti?
La forma segue l’obiettivo: nella narrativa prevale la parola (“trecento passi”), nel giornalismo contano leggibilità e immediatezza (300 passi), nell’accademico precisione e standard. Anche Treccani offre una voce utile sulla scrittura dei numeri, con esempi e osservazioni pratiche.
Nel web writing, privilegia schemi ricorrenti per favorire la scansione: cifre per dati, parole per quantità evocative (“una decina”, “centinaia”). In documenti normativi e tecnici, dichiara lo standard (formato data, separatori, unità) all’inizio o in appendice. La Brochure del SI è un riferimento affidabile per simboli e unità.
Domande frequenti
Si scrivono le percentuali con o senza spazio?
Entrambe le forme sono usate. Nella prosa italiana prevale 50%, nei contesti tecnici 50 % è accettato. Scegline una e mantienila in tutto il documento.
Meglio “euro 10”, “10 €” o “€ 10”?
In testi italiani moderni, 10 € è chiaro e coerente con altri numeri. “Euro 10” è formale ma meno usato; “€ 10” è frequente in modulistica. Mantieni uno stile unico.
Le migliaia si separano con punto o spazio?
Nel comune uso italiano si adotta il punto (1.000). In tipografia e in standard tecnici è accettato lo spazio sottile (1 000). Usa un metodo e restaci fedele.
Scrivo “venti” o “20” in un titolo?
Dipende dal tono: in titoli informativi con numeri multipli usa cifre; in titoli narrativi o di tono letterario usa parole. Evita di cambiare stile tra titolo e occhiello.
Come gestire gli zeri iniziali nei codici?
Conservali sempre (es. 0007) perché possono essere significativi per i sistemi informatici o per la verifica visiva. Evita di “ripulirli” nella formattazione.
Quando scrivere le frazioni in testo?
Nella prosa: “un terzo”, “due quarti”. Nei dati: 1/3, 2/4 o valori decimali (0,33). Scegli la forma più leggibile per il tuo pubblico e resta coerente.
Riepilogo essenziale in punti
- Parole per numeri piccoli, cifre per dati e misure.
- Virgola per i decimali; punto o spazio per le migliaia.
- Non iniziare frasi con cifre; privilegia la chiarezza.
- Per valute, unità e percentuali, usa formati stabili.
- Dichiara e mantieni lo stesso standard in tutto il testo.
In sintesi, scegli il formato che facilita la lettura nel tuo contesto e applicalo con rigore. L’approccio non è rigido: conta la coerenza e la chiarezza. Se lavori con testi multilingue o dati importati, specifica lo standard e offri un esempio di formattazione.
Con poche regole semplici e tanti esempi, i numeri smettono di essere un inciampo e diventano un alleato del senso: risaltano quando serve, restano discreti quando la storia ha la precedenza.
