Nel linguaggio quotidiano e nella scrittura, la contraddizione è ciò che incrina la chiarezza di un testo. Può somigliare a un’incoerenza, a un contrasto o persino a un paradosso, ma quando si accumula confonde il lettore e indebolisce l’argomentazione. Capire dove nasce e come prevenirla ti aiuta a recuperare la coerenza e a guidare chi legge.

Che cos’è una contraddizione? Due affermazioni che non possono essere vere insieme nello stesso contesto. Per evitarla: leggi ad alta voce, controlla tempi e dati, usa connettivi coerenti, chiarisci il punto di vista e riscrivi le frasi ambigue.

Che cos’è una contraddizione?

Una contraddizione si ha quando due enunciati si escludono a vicenda: se uno è vero, l’altro non può esserlo nello stesso momento e con lo stesso significato. In pratica, il lettore percepisce uno strappo logico che interrompe il flusso, minando la fiducia e la comprensione.

In filosofia, il principio cardine è il principio di non contraddizione, secondo cui non è possibile affermare e negare la stessa proposizione nello stesso tempo e sotto lo stesso riguardo. Nella scrittura, questo principio si traduce in regole editoriali di coerenza tra frasi, paragrafi e sezioni, nonché nell’allineamento tra promesse e prove offerte.

Una contraddizione si verifica quando un enunciato e la sua negazione non possono essere entrambi veri nello stesso contesto.

Stanford Encyclopedia of Philosophy — Contradiction, 2018. Tradotto dall’inglese.
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A contradiction obtains when a statement and its negation cannot both be true in the same context.

Contraddizione logica vs. testuale

La contraddizione logica riguarda la struttura degli enunciati (“piove” vs. “non piove”). Quella testuale tocca piani come tempo, quantità, tono e prospettiva: “spediremo domani” e, poco dopo, “la spedizione è già avvenuta ieri”. Per il lettore, l’effetto è simile: perdita di fiducia e fatica cognitiva.

Quali tipi di contraddizione esistono?

Non tutte le contraddizioni hanno la stessa origine. Riconoscere la famiglia aiuta a scegliere la correzione giusta.

  • Temporale: incongruenze di tempo verbale o cronologia (“ieri” vs. “la settimana prossima” nello stesso evento).
  • Quantitativa: numeri o percentuali incompatibili in parti diverse del testo.
  • Semantica: un termine usato con significati diversi senza avviso al lettore.
  • Pragmatica: promessa o tono che smentiscono i fatti presentati (es. “semplice per tutti” ma istruzioni complesse).
  • Prospettiva: passaggi improvvisi da “io” a “noi” o “tu” senza motivo, che cambiano il punto di vista.

Contraddizioni semantiche e pragmatiche

Nelle contraddizioni semantiche, la causa è spesso la polisemia: una parola con più significati. Nelle pragmatiche, lo sfasamento nasce tra ciò che il testo dichiara e ciò che effettivamente mostra. Prevenire entrambe richiede definizioni chiare e un allineamento tra promesse e prove.

Come riconoscere la contraddizione nei testi?

Parti dagli snodi: titolo, tesi, passaggi che portano alle conclusioni. Confronta le affermazioni chiave con esempi e dati. Diffida dei segnali di frizione: “prima/dopo”, “tutti/nessuno”, “sempre/mai”. Infine, osserva i connettivi avversativi (tuttavia, però, comunque): devono collegare idee compatibili e non annullare quanto detto.

Leggi ad alta voce per notare inciampi, ripetizioni e cambi di registro. Evidenzia soggetto, tempo e quantificatori in ogni paragrafo: devono restare costanti o cambiare in modo dichiarato. Se senti che una frase “tira” in direzioni opposte, probabilmente è da riscrivere.

Passi per evitare contraddizioni

  • Definisci il contesto e lo scopo del testo.
  • Esegui una lettura a voce alta focalizzata sulla coerenza.
  • Traccia le affermazioni chiave e verifica che non si escludano.
  • Controlla connettivi: tuttavia, comunque, nonostante, pertanto usati con logica.
  • Cerca incongruenze di tempo, persona, quantità e tono.
  • Riformula o elimina l’affermazione debole; aggiungi prove o transizioni.

Quando la contraddizione è utile (retorica)?

A volte la contraddizione apparente è uno strumento persuasivo. Le figure retoriche di opposizione (antitesi, ossimoro, paradosso) creano tensione per mettere a fuoco un’idea, non per negarla. L’effetto funziona se il lettore capisce che si tratta di una scelta stilistica guidata, non di un errore.

Antitesi, ossimoro e paradosso

L’antitesi accosta due opposti per risalto (“luce”/“ombra”). L’ossimoro unisce termini in conflitto (“silenzio assordante”) per evocare un’immagine intensa. Il paradosso sfida l’intuizione per rivelare un punto più profondo. Usale con parsimonia e chiarisci l’intento nel contesto.

Come correggere contraddizioni: esempi pratici

In revisione, punta prima alla struttura, poi alla frase. Mantieni la coerenza e coesione tra tesi, prove e conclusioni. Se due frasi dicono il contrario, decidi quale è sostenuta da dati e riscrivi l’altra, oppure uniscile con un connettivo che espliciti la relazione.

  1. Tempi verbali in conflitto. “Ieri lanciamo il prodotto” e più avanti “domani lanceremo”. Allinea i tempi: “Ieri abbiamo lanciato il prodotto; nelle prossime settimane rilasceremo aggiornamenti”. Nota come la cronologia ora guida il lettore.
  2. Dati numerici discordanti. All’inizio “crescita del 20%”, poi “aumento del 12%”. Specifica periodo e metrica: “+20% nell’anno fiscale 2023 sul fatturato; +12% nel Q4 sui ricavi ricorrenti”. Contesto e unità evitano collisioni.
  3. Definizioni cangianti. Prima “clienti” include i trial, dopo li esclude. Aggiungi una definizione stabile: “Per clienti intendiamo i contratti attivi a pagamento”. Così ogni cifra mantiene lo stesso riferimento.
  4. “Comunque” che rovescia il senso. Scrivi: “Il risultato è negativo; comunque, la strategia funziona”. Chiarisci la logica: “Il risultato trimestrale è negativo; tuttavia, gli indicatori di adozione crescono, segnale favorevole per il medio periodo”. Connettivi coerenti reggono l’argomento.
  5. Promessa non sostenuta. “Guida completa”, ma salta i passaggi chiave. O completi il percorso o ridimensioni l’impegno: “Guida introduttiva”. Allinea aspettative per non smentire il patto col lettore.
  6. Punto di vista ballerino. Apri in “noi”, prosegui in “tu” e chiudi in “io”. Scegli la prospettiva adatta allo scopo e mantienila. Se cambi, spiega perché: “Dal tuo punto di vista…”. Questo rende la progressione naturale.
  7. Contrasto non chiarito. “Prodotto semplice” e subito “richiede formazione”. Esplicita la condizione: “È semplice da usare dopo un’ora di formazione guidata”. In questo modo l’apparente conflitto diventa una relazione di causa-effetto.
  8. Conclusione che nega la premessa. Argomenti pro sostenibilità e chiudi con “non conviene”. Riprendi i criteri: costi, benefici e orizzonte temporale. Se i dati portano altrove, aggiorna la tesi; altrimenti, aggiungi evidenze che giustifichino la scelta.

Domande frequenti

Quando due frasi sono davvero in contraddizione?

Quando non possono essere entrambe vere nello stesso tempo e rispetto. Se cambiano contesto o definizioni, è possibile che non sia una contraddizione ma un’ambiguità da chiarire.

“Comunque” e “tuttavia” sono intercambiabili?

Sono connettivi avversativi, ma in alcuni contesti “comunque” attenua mentre “tuttavia” segnala un contrasto più netto. Scegli in base al tono e alla logica del passaggio.

Come evitare contraddizioni nei numeri?

Definisci la metrica, il periodo e l’unità. Ripeti la definizione quando cambi sezione. Mantieni la stessa fonte o spiega le differenze metodologiche tra fonti diverse.

Le figure retoriche creano confusione?

Se il contesto chiarisce che l’opposizione è intenzionale (antitesi, ossimoro, paradosso), rafforzano il messaggio. Se mancano segnali, possono sembrare errori di coerenza.

È meglio eliminare sempre le contraddizioni?

Elimina quelle involontarie che minano la chiarezza. Puoi mantenere contrasti stilistici quando servono allo scopo retorico e sono riconoscibili come scelta consapevole dal lettore.

Cosa ricordare in sintesi

  • Definisci lo scopo e il lettore prima di scrivere.
  • Cerca e correggi affermazioni che si escludono a vicenda.
  • Usa connettivi coerenti per guidare il ragionamento.
  • Valida dati, tempi, quantità e riferimenti.
  • Sfrutta la contraddizione solo come figura retorica, non per errore.

La contraddizione non è un difetto inevitabile: spesso è il segnale che mancano definizioni, transizioni o prove. Con un processo di revisione semplice — lettura ad alta voce, controllo dei connettivi, verifica di tempi e cifre — trasformi un testo dissonante in un percorso chiaro e affidabile.

Quando serve, usa l’opposizione come scelta stilistica consapevole: dichiara l’intento, calibra il tono e guida il lettore. Così il contrasto diventa energia retorica, non rumore. E il messaggio arriva integro, credibile e memorabile.

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