Le cellule NK sono linfociti dell’immunità innata che pattugliano i nostri tessuti alla ricerca di segnali di pericolo. Agiscono come sentinelle: riconoscono rapidamente cellule infettate da virus o cellule divenute anomale e le eliminano con precisione. Chiamate anche natural killer, cooperano con tutto il sistema immunitario.

Le cellule NK sono linfociti dell’immunità innata che individuano alterazioni sulle cellule e le eliminano. Operano senza preattivazione specifica, bilanciando segnali recettoriali; uccidono con granuli citotossici e aiutano altre difese rilasciando citochine.

Perché le cellule NK sono importanti?

Le NK forniscono una risposta rapida contro cellule infette o trasformate, limitando la diffusione del danno nelle prime fasi di un’infezione o di una trasformazione tumorale. Questa sorveglianza immunitaria guadagna tempo prezioso alle risposte più lente e specifiche dell’immunità adattativa.

Nel sangue periferico rappresentano in media il 5–15% dei linfociti circolanti. Le sottopopolazioni CD56dim e CD56bright svolgono compiti diversi: le CD56dim sono più citotossiche, mentre le CD56bright producono molte citochine e aiutano a coordinare altre cellule. Nel sangue umano, le CD56dim sono circa il 90% e le CD56bright circa il 10%.

Come funzionano e che cosa fanno?

Il principio guida è semplice: le NK valutano segnali “pro” e “contro” provenienti dalle cellule incontrate. Se i segnali attivatori prevalgono su quelli inibitori, scatta l’eliminazione del bersaglio.

  1. Riconoscimento. Le NK leggono molecole di stress sulla superficie delle cellule e la presenza o l’assenza di HLA di classe I. In condizioni normali, i segnali inibitori dominano.
  2. Bilanciamento dei segnali. Recettori attivatori e inibitori inviano impulsi opposti; la cellula NK integra l’informazione. Quando l’equilibrio pende verso l’attivazione, la cellula bersaglio viene marcata.
  3. Formazione della sinapsi immunologica. La NK aderisce alla superficie del bersaglio e organizza un contatto stretto e polarizzato per rilasciare in modo mirato le sue armi.
  4. Rilascio di perforine e granzimi. Le perforine creano pori nella membrana; i granzimi entrano e innescano programmi di morte cellulare controllata.
  5. Induzione di apoptosi. Oltre ai granuli citotossici, le NK possono usare recettori di morte (per esempio FasL) per ordinare alla cellula bersaglio di autodistruggersi.
  6. Produzione di citochine. IFN-γ e altre molecole modulano macrofagi, cellule T e B, potenziando la risposta generale e l’allerta nei tessuti vicini.
  7. Ricalibrazione e stop. Dopo l’azione, le NK si spengono per evitare danni collaterali; i recettori inibitori aiutano a ristabilire la tolleranza verso cellule sane.

Le NK possono anche cooperare con gli anticorpi attraverso la citotossicità cellulo-mediata dipendente da anticorpo (ADCC): quando gli anticorpi rivestono un bersaglio, il recettore CD16 lo riconosce e amplifica l’uccisione.

Quali recettori guidano l’attività NK?

Il comportamento delle NK è determinato da famiglie di recettori che leggono “etichette” esposte dalle cellule. Capire questi recettori aiuta a capire perché alcune cellule vengono risparmiate e altre eliminate.

Recettori attivatori

Tra i principali ci sono NKG2D, NKp30, NKp44 e NKp46. Riconoscono molecole di stress cellulare espresse in caso di infezione o danno, inviando segnali che spingono all’attacco. Anche recettori per citochine (per esempio l’IL-12) aumentano prontezza e potenza.

Recettori inibitori

I più noti sono i recettori KIR e i recettori per HLA-E (come NKG2A). Riconoscendo le molecole HLA di classe I, “leggono” il normale stato della cellula e applicano il freno. Se l’HLA I è ridotto o assente, il freno si allenta e i segnali attivatori prevalgono.

CD16 e ADCC

CD16 (FcγRIIIa) consente di legare la porzione Fc degli anticorpi IgG che ricoprono un bersaglio. È la base molecolare dell’ADCC: un modo di collegare l’immunità innata delle NK al lavoro altamente specifico degli anticorpi.

Differenze rispetto ad altri linfociti

Le NK condividono molte caratteristiche con altri linfociti ma si distinguono per sensibilità ai segnali e rapidità. Confrontarle con linfociti T citotossici (CTL) e linfociti B chiarisce il loro posto nel sistema.

  • Attivazione: le NK agiscono senza presentazione dell’antigene; i CTL richiedono riconoscimento specifico del peptide in HLA e co-stimolazione.
  • Specificità: le NK valutano squilibri globali; T e B sviluppano recettori unici (TCR e BCR) per un dato antigene.
  • Tempo di risposta: le NK rispondono subito; i CTL necessitano di espansione clonale prima di essere efficaci.
  • Meccanismo d’azione: NK e CTL convergono su granuli citotossici e recettori di morte; i B producono anticorpi che neutralizzano o opsonizzano.
  • Cooperazione: anticorpi prodotti dai B abilitano l’ADCC, creando un ponte diretto con l’azione delle NK.

Fatti essenziali sulle NK

  • Sono linfociti citotossici dell’immunità innata, attivi fin dalla nascita.
  • Eliminano cellule infette o anomale senza preattivazione antigenica.
  • Bilanciano segnali di recettori attivatori e inibitori, inclusi KIR e NKG2D.
  • Rilasciano perforine e granzimi e formano sinapsi immunologiche per indurre apoptosi.
  • Mediano ADCC tramite CD16 e producono citochine come IFN-γ per coordinare altre difese.
  • Circolano nel sangue e nei tessuti; sottotipi CD56dim e CD56bright svolgono ruoli distinti.

Domande frequenti

Le cellule NK sono la stessa cosa dei linfociti T?

No. Le NK appartengono all’immunità innata e agiscono senza riconoscimento antigenico specifico, mentre i linfociti T dell’immunità adattativa usano il TCR per riconoscere peptidi presentati in HLA e richiedono co-stimolazione.

Che cosa significa ADCC?

ADCC è l’acronimo di citotossicità cellulo-mediata dipendente da anticorpo. Anticorpi legati al bersaglio vengono riconosciuti dal recettore CD16 delle NK, che così intensificano l’uccisione della cellula rivestita.

Le cellule NK possono sviluppare memoria?

Sebbene appartengano all’immunità innata, alcune NK mostrano risposte “potenziate” dopo stimoli precedenti (memoria addestrata o memory-like). Non è memoria specifica come T e B, ma una maggiore prontezza funzionale.

Quante cellule NK circolano nel sangue?

In un adulto sano, in media rappresentano circa il 5–15% dei linfociti circolanti. La quota può variare con età, contesto infiammatorio e stato di salute generale.

Perché si chiamano natural killer?

“Natural” indica la capacità intrinseca di riconoscere e uccidere cellule anomale senza addestramento previo; “killer” descrive la loro funzione citotossica tramite granuli e recettori di morte.

In breve: punti chiave

  • Sentinelle dell’immunità innata: rapide e citotossiche.
  • Uccidono bersagli anomali bilanciando segnali recettoriali.
  • CD16 abilita l’ADCC e collega NK e anticorpi.
  • Sottopopolazioni CD56dim/CD56bright con compiti distinti.
  • Collaborano con macrofagi, T e B mediante citochine.

Le cellule NK agiscono come un sistema di allarme precoce: percepiscono segnali di pericolo, fermano sul nascere la minaccia e chiamano rinforzi. Capirne principi e limiti aiuta a leggere il linguaggio del sistema immunitario e a spiegare perché rapidità e controllo dei danni vadano sempre di pari passo.

Queste informazioni hanno scopo divulgativo e non sostituiscono valutazioni professionali. Se desideri approfondire, esplora fonti autorevoli di immunologia e testi universitari: troverai grafici, esperimenti e confronti che rendono ancora più chiari i meccanismi descritti in questa panoramica.

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