Tra gli organi interni, il fegato è una centrale biochimica: produce bile per la digestione, orchestra il metabolismo di zuccheri, grassi e proteine e sovraintende alla detossificazione. In questa guida scoprirai come questo organo vitale lavora ogni giorno, con esempi chiari e analogie utili per capirne struttura e ruoli.
Il fegato è un organo vitale che produce bile, gestisce il metabolismo e neutralizza composti potenzialmente nocivi. Funziona come laboratorio e magazzino: elabora nutrienti, immagazzina energia e micronutrienti e supporta l’equilibrio del corpo. Questa è una panoramica educativa, non un consiglio medico.
Quali sono le funzioni principali del fegato?
Pensalo come un laboratorio e un magazzino insieme: ogni processo ha una linea dedicata, spesso attiva in parallelo. Ecco le funzioni chiave, raccontate con esempi quotidiani per renderle concrete.
- Produzione di bile. La bile emulsiona i grassi in gocce minute, facilitando l’azione degli enzimi digestivi. È come aggiungere detersivo a una teglia unta: ciò che prima non si mescolava con l’acqua diventa più gestibile.
- Metabolismo dei carboidrati. Il fegato regola la glicemia convertendo il glucosio in glicogeno e rilasciandolo quando serve. È un buffer energetico che aiuta a mantenere costante il “carburante” per cervello e muscoli tra un pasto e l’altro.
- Metabolismo dei lipidi. Da qui passano sintesi e smistamento di trigliceridi e colesterolo, con confezionamento in lipoproteine per il trasporto nel sangue. In pratica, il fegato funge da centro logistico che etichetta e spedisce i pacchi lipidici.
- Metabolismo delle proteine. Gli amminoacidi in eccesso vengono deaminati; l’ammoniaca risultante è convertita in urea e poi eliminata. È una gestione sicura degli scarti azotati, simile a trasformare rifiuti pericolosi in composti smaltibili.
- Detossificazione e biotrasformazione. Il fegato modifica composti endogeni ed esogeni, inclusi farmaci, attraverso fasi enzimatiche coordinate (fase I e II). L’obiettivo è renderli più idrosolubili per l’eliminazione tramite bile o urine.
- Deposito di vitamine e minerali. Mantiene riserve di liposolubili (A, D, K) e di B (come la vitamina B12), oltre a ferro e rame. Queste scorte sono essenziali nei periodi di aumentato fabbisogno o apporto ridotto.
- Produzione di proteine plasmatiche. Sintetizza albumina, fattori della coagulazione e molte altre proteine circolanti. Così contribuisce alla pressione oncotica del sangue e all’emostasi.
- Ruolo immunologico. Le cellule di Kupffer setacciano il sangue portale, fagocitando batteri e detriti. È un filtro immunitario che patuglia la rotta tra intestino e circolo sistemico.
Come il fegato depura le tossine?
In fisiologia, “detossificazione” significa trasformare molecole lipofile in composti più idrosolubili destinati all’eliminazione, non una “pulizia” rapida del corpo. Questo avviene in due fasi complementari e coordinate.
Fase I: trasformazioni
Enzimi come i citocromi P450 introducono o espongono gruppi funzionali attraverso ossidazione, riduzione o idrolisi. Spesso il composto diventa più reattivo: un passaggio intermedio necessario per la fase successiva. La specificità varia con il tipo di substrato e con fattori genetici e ambientali, come dieta e sostanze esogene.
Fase II: coniugazioni
Le molecole vengono “accoppiate” con gruppi idrofilici (per esempio glucuronazione, solfatazione o coniugazione con glutatione). Il risultato è un prodotto più solubile, che può essere trasportato nella bile o filtrato dai reni. In pratica, è come aggiungere una maniglia idrofila che consente al composto di viaggiare nell’acqua.
Escrezione e ricircolo
Una quota dei composti coniugati entra nella bile ed è riversata nel duodeno; un’altra è eliminata con le urine. Nel lume intestinale, parte dei coniugati può essere riconvertita dai microbi, rientrando al fegato attraverso la vena porta. Questo dialogo continuo spiega perché il fegato lavori in stretta relazione con intestino e cistifellea e perché i citocromi P450 siano così discussi in farmacologia.
Fatti essenziali sul fegato
- Organo vitale che pesa 1–1,5 kg.
- Produce bile per la digestione dei grassi.
- Metabolizza nutrienti e farmaci.
- Immagazzina glicogeno, vitamine e minerali.
- Converte ammoniaca in urea per l’escrezione.
- Filtra e neutralizza tossine endogene ed esogene.
Come funziona la produzione della bile?
Gli epatociti sintetizzano acidi biliari a partire dal colesterolo;

acqua, pigmenti biliari, fosfolipidi e ioni completano la miscela. La bile si concentra nella cistifellea e viene rilasciata nel duodeno quando un pasto ricco di grassi stimola la colecistochinina.
Circa il 95% degli acidi biliari è riassorbito nell’ileo e torna al fegato: è il ciclo enteroepatico degli acidi biliari, un sistema di recupero che riduce gli sprechi e mantiene efficiente la digestione. In termini pratici, è come riutilizzare una soluzione detergente preziosa anziché gettarla a ogni lavaggio.
- Sintesi: gli epatociti formano acidi biliari primari dal colesterolo; una piccola quota diventa secondaria grazie ai microbi intestinali.
- Trasporto: i dotti biliari convogliano la bile verso la cistifellea, dove viene concentrata rimuovendo acqua e ioni.
- Rilascio: la cistifellea si contrae dopo i pasti ricchi di lipidi, miscelando la bile con il chimo per facilitare la digestione.
- Azione: la bile permette la micellizzazione, aumentando la superficie di contatto per le lipasi e favorendo l’assorbimento di lipidi e vitamine liposolubili.
- Ricircolo: gli acidi biliari sono riassorbiti nell’ileo e riportati al fegato tramite il circolo portale, chiudendo il ciclo.
Perché il fegato è centrale nel metabolismo?
Il fegato integra segnali ormonali e disponibilità di nutrienti, decidendo se immagazzinare, convertire o rilasciare energia. In questo senso, agisce come un direttore d’orchestra che armonizza tempi e intensità delle varie sezioni metaboliche.
Equilibrio energetico tra pasti e digiuno
Dopo il pasto, il fegato favorisce glicogenesi e sintesi lipidica; nel digiuno avvia glicogenolisi e gluconeogenesi, così che il cervello riceva un flusso costante di glucosio. Quando la carenza di carboidrati persiste, aumenta la produzione di corpi chetonici a partire dagli acidi grassi, che diventano carburante alternativo per tessuti come cervello e muscolo cardiaco.
Scambio di azoto e ciclo dell’urea
Il catabolismo proteico genera ammoniaca, potenzialmente tossica. Per questo entra in azione il ciclo dell’urea, che converte l’ammoniaca in urea, più innocua e facilmente eliminabile con le urine. È un esempio di come il fegato trasformi scarti reattivi in composti eliminabili senza danni sistemici.
Interazione con altri organi
Pancreas, intestino e muscoli dialogano costantemente con il fegato: insulina e glucagone modulano l’entrata o l’uscita di combustibili; il flusso portale porta nutrienti e segnali microbici; i tessuti periferici restituiscono lattato e amminoacidi per la gluconeogenesi. Questa rete riduce sprechi e mantiene la stabilità del sistema.
Dove si trova e com’è fatto il fegato?
Il fegato occupa l’ipocondrio destro e parte dell’epigastrio, sotto il diaframma.

È avvolto da una capsula resistente e diviso in lobi; riceve sangue dall’arteria epatica e dalla vena porta, convogliando poi il sangue depurato nelle vene sovraepatiche verso la vena cava.
Dal punto di vista dei dotti, i canalicoli biliari raccolgono la bile dagli epatociti e la indirizzano nei dotti intraepatici e poi nel dotto epatico comune. La cistifellea immagazzina e concentra la bile, collegandosi al dotto biliare comune tramite il dotto cistico; lo sfintere di Oddi regola il passaggio nel duodeno.
Domande frequenti
Dove si trova esattamente il fegato?
Si trova nella parte alta destra dell’addome, sotto il diaframma e in parte protetto dalle coste. Occupa l’ipocondrio destro e l’epigastrio e pesa circa 1–1,5 kg in un adulto.
Che differenza c’è tra fegato e cistifellea?
Il fegato produce la bile; la cistifellea la immagazzina e la concentra, rilasciandola nel duodeno durante i pasti. Sono organi complementari: uno sintetizza, l’altra dosa e coordina l’erogazione.
Il fegato si rigenera davvero?
Ha una notevole capacità di rigenerazione funzionale e strutturale, soprattutto dopo riduzioni parziali di volume. È un processo fisiologico regolato da segnali molecolari e cellulari, non un recupero “istantaneo”.
Cosa significa che il fegato “depura”?
In ambito biologico indica reazioni enzimatiche che rendono i composti più idrosolubili per l’eliminazione tramite bile o urine. Non è una procedura rapida o una “pulizia” meccanica del corpo.
Quanta bile produce un fegato in un giorno?
La produzione giornaliera varia con dieta, ormoni e condizioni fisiologiche. In generale il volume è sufficiente a garantire l’emulsione dei grassi e il ricircolo degli acidi biliari, grazie al ciclo enteroepatico.
Quali segnali fanno lavorare di più il fegato?
Ormoni come insulina e glucagone, l’arrivo di nutrienti nel circolo portale e richieste energetiche dei tessuti. Questa panoramica è informativa: per dubbi personali è opportuno rivolgersi a professionisti.
In sintesi sul fegato
- Il fegato produce bile e gestisce il metabolismo.
- Depura composti tramite fasi enzimatiche.
- Immagazzina energia e micronutrienti.
- Converte ammoniaca in urea.
- Funziona in rete con intestino e cistifellea.
Il fegato è al centro di innumerevoli scambi: coordina energia, costruisce e smonta molecole, sequestra scarti e li rende eliminabili. Immaginalo come un grande snodo di trasporto che supervisiona carichi, scarichi e controlli di qualità in tempo reale, secondo le priorità dell’organismo.
Comprendere in modo chiaro le sue funzioni aiuta a leggere meglio il corpo e le sue esigenze. Questa panoramica non sostituisce informazioni cliniche o consulenze: mira a offrire basi solide e un vocabolario semplice per orientarsi tra concetti complessi in modo responsabile.
