Un esame del sangue è una misurazione di sostanze presenti nel sangue che aiuta a descrivere processi dell’organismo. Spesso chiamato anche analisi del sangue o analisi ematica, inizia con un prelievo venoso e termina con un referto che riporta valori, unità e intervalli di riferimento.
Panoramica semplice: cosa misura un’analisi del sangue, perché si esegue, come avviene il prelievo e come leggere i risultati senza fraintendimenti. Indicazioni generali su digiuno e variabilità dei valori, con esempi pratici e limiti di interpretazione. Non sostituisce il parere medico.
Perché si fa un esame del sangue?
Le analisi del sangue si usano per screening (ricerca di possibili problemi), valutazione di sintomi, controlli periodici e monitoraggio di condizioni note o terapie. Offrono indizi, non certezze assolute.
Serve il digiuno per tutti gli esami?
Dipende: alcuni test sono sensibili all’assunzione recente di cibo. Molto spesso si chiede il digiuno di 8–12 ore, ma le indicazioni operative vengono sempre fornite dal laboratorio o dal medico.
Quanto dura un prelievo?
Il prelievo vero e proprio richiede in genere pochi minuti, includendo disinfezione, inserimento dell’ago e riempimento delle provette. Le fasi amministrative e di attesa possono variare.
Che cosa misura un esame del sangue?
Dipende dal pannello richiesto. Alcuni gruppi di test sono molto comuni e descrivono aspetti diversi: cellule del sangue, metabolismo, infiammazione, funzione di organi e ghiandole. Ecco esempi frequenti.
- Emocromo completo: valuta globuli rossi, bianchi e piastrine. Può offrire indizi su anemia, infezioni o coagulazione, ma va interpretato nel contesto clinico e con eventuali controlli nel tempo.
- Emoglobina: proteina che trasporta ossigeno. Valori bassi possono suggerire anemia, ma cause e significato dipendono da età, sesso, altitudine e altri fattori non patologici.
- Leucociti (globuli bianchi): aumentano o diminuiscono per molte ragioni, non solo infezioni. Sottopopolazioni (neutrofili, linfociti, ecc.) aiutano a orientare l’interpretazione.
- Piastrine: coinvolte nella coagulazione. Valori molto alti o bassi possono richiedere conferme, dato che aggregazioni o errori preanalitici talvolta alterano la misurazione.
- Glicemia: concentrazione di glucosio nel sangue. Può variare nel corso della giornata; lo stato di digiuno e l’attività fisica recente influenzano il risultato.
- Colesterolo totale e frazioni (HDL, LDL): descrivono il profilo lipidico. L’interpretazione considera il rischio cardiovascolare complessivo, non il singolo numero isolato.
- Transaminasi (ALT, AST): indicatori della sofferenza delle cellule del fegato. Anche esercizio intenso, farmaci o integratori possono modificarle transitoriamente.
- Creatinina: utile per stimare la funzione renale. Dipende dalla massa muscolare, dall’idratazione e dai metodi impiegati per il calcolo dell’indice filtrante.
- Ferritina: rappresenta le riserve di ferro. È anche una proteina di fase acuta: può aumentare in condizioni infiammatorie, non solo con sovraccarico di ferro.
- TSH: ormone che regola la tiroide. Va interpretato insieme a FT4/FT3 e a fattori come gravidanza, farmaci o orari di prelievo.
Cose da ricordare
- Il prelievo dura in genere pochi minuti.
- Molti esami richiedono digiuno di 8–12 ore.
- I risultati dipendono da età, sesso e metodo analitico.
- I valori di riferimento non equivalgono a una diagnosi.
- Farmaci e idratazione possono influenzare alcuni parametri.
- Segui sempre le indicazioni del medico o del laboratorio.
Come si svolge il prelievo?
Il percorso include accettazione, identificazione ed etichettatura, raccolta delle provette, conservazione e trasporto:

è la cosiddetta fase preanalitica, cruciale per la qualità del risultato. Piccole variazioni in questa fase possono avere effetti visibili sul referto.
- Accoglienza e identificazione: i dati anagrafici vengono verificati e associati in modo univoco alle provette.
- Preparazione: braccio appoggiato, eventuale laccio, disinfezione della cute e scelta della vena. L’operatore spiega cosa accadrà.
- Raccolta: l’ago viene inserito e le provette si riempiono secondo un ordine che riduce contaminazioni tra additivi.
- Miscelazione e controllo: le provette con anticoagulante vengono delicatamente ruotate per evitare coaguli; si verifica l’etichettatura.
- Conservazione e invio: temperatura e tempi sono gestiti perché il campione mantenga caratteristiche affidabili fino alla strumentazione analitica.
- Analisi e validazione: gli strumenti misurano i parametri richiesti; un professionista valida i risultati prima della consegna.
Come leggere i risultati senza errori?
Prima di tutto, osserva unità di misura e intervalli di riferimento del laboratorio che ha eseguito l’analisi: possono differire tra strutture e metodi. L’andamento nel tempo, più del singolo dato, aiuta a capire se c’è una variazione significativa.
Le differenze tra laboratori non implicano “giusto” o “sbagliato”: riflettono reagenti, apparecchiature e popolazioni su cui sono costruiti i range.

Le linee guida internazionali descrivono come definire e verificare gli intervalli, proponendo campioni di numerosità adeguata.
Ricorda la variabilità biologica naturale: ritmi circadiani, attività fisica, alimentazione, idratazione e farmaci possono modificare il risultato in assenza di vera malattia. Anche il processo prima dell’analisi (trasporto, tempi, posizione del corpo) incide sulla qualità del dato.
Qual è la differenza tra valore “normale” e intervallo di riferimento?
“Normale” non significa “sano” e “fuori range” non significa “malato”. Un intervallo di riferimento descrive i valori osservati in una popolazione definita con un metodo specifico; tipicamente include il 95% dei soggetti sani, stimato con procedure statistiche su gruppi adeguati di persone. Ecco perché è scorretto confrontare referti di laboratori diversi senza considerare metodo, unità e range riportati.
Un esempio pratico: una transaminasi leggermente elevata dopo una gara di corsa può rientrare alla successiva misurazione. Qui contano sia il contesto (attività intensa) sia la ripetizione coerente del test nel tempo, seguendo le indicazioni del laboratorio. Analogamente, valori lipidici possono cambiare tra prelievi effettuati a orari e condizioni differenti.
Domande frequenti sull'esame del sangue
Serve il digiuno per l'esame del sangue?
Molti test, come glicemia o profilo lipidico, possono richiedere 8–12 ore di digiuno. Attieniti sempre alle istruzioni del laboratorio o del medico che ha richiesto gli esami.
Perché i miei risultati differiscono da un altro laboratorio?
Intervalli di riferimento, reagenti, strumenti e unità di misura possono cambiare. Confronta i dati tenendo conto del metodo usato e del range riportato su ciascun referto.
Posso bere acqua prima del prelievo?
In molti casi è consentita una piccola quantità d’acqua, ma è il laboratorio a fornire le regole per il test richiesto. Se hai dubbi, chiedi conferma prima del prelievo.
Quanto tempo impiegano i risultati ad arrivare?
Da poche ore a qualche giorno, secondo il tipo di analisi, il carico del laboratorio e la necessità di conferme o validazioni aggiuntive prima della consegna del referto.
Cosa significa un valore fuori intervallo?
Non è automaticamente un problema. Potrebbe riflettere variabilità biologica, farmaci o condizioni temporanee. Serve il contesto clinico e, se indicato, la ripetizione del test.
Ho paura degli aghi: qualche suggerimento?
Comunica la tua apprensione al personale, pratica respirazioni lente e fissa un punto lontano dal braccio. Sono strategie semplici e non mediche che aiutano a ridurre il disagio.
In sintesi da ricordare
- L’analisi del sangue offre indizi, non diagnosi definitive.
- La fase preanalitica incide molto sulla qualità del risultato.
- Intervalli e unità variano tra laboratori e metodi.
- Confronta trend nel tempo più che un numero isolato.
- Segui le istruzioni del laboratorio o del medico.
Le analisi del sangue sono uno strumento informativo potente se lette con metodo: osserva unità, intervalli, contesto e andamento nel tempo, evitando conclusioni affrettate. Quando qualcosa non torna, chiedi chiarimenti al laboratorio e concorda con il medico eventuali controlli o ripetizioni mirate.
Questa guida non sostituisce il parere di un professionista. Usala per orientarti e per formulare domande più consapevoli: conoscere il percorso dal prelievo al referto ti aiuta a valutare meglio i dati e a collaborare in modo attivo e informato con chi ti assiste.
