L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus che colpiscono naso, gola e talvolta i polmoni. Nelle stagioni fredde circola in ondate, sostenuta dal virus influenzale e dall’interazione tra clima, abitudini sociali e immunità della popolazione.

Che cos’è l’influenza, come avviene il contagio e quali sono i sintomi tipici? In questa guida sintetica trovi spiegazioni accessibili su cause virali, stagionalità, differenze con la cosiddetta influenza intestinale e cosa aspettarti in termini di insorgenza e durata.

Quali sono i sintomi influenzali?

L’esordio è spesso brusco: febbre, malessere, dolori muscolari, cefalea e tosse secca sono comuni. Nei bambini possono comparire nausea e vomito, mentre negli adulti prevalgono affaticamento e dolori diffusi.

Come si trasmette il virus?

La trasmissione avviene soprattutto tramite piccole goccioline respiratorie e aerosol emessi parlando, tossendo o starnutendo, nonché tramite mani e superfici contaminate. Il periodo di incubazione tipico è di 1–4 giorni.

Punti chiave rapidi

  • L’influenza è un’infezione respiratoria causata da virus A e B.
  • Il contagio avviene soprattutto per via aerea e mani contaminate.
  • Il periodo di incubazione tipico è 1–4 giorni.
  • I sintomi insorgono bruscamente: febbre, dolori, tosse secca.
  • L’“influenza intestinale” è di solito gastroenterite, non influenza.
  • L’andamento è stagionale e cambia ogni anno per mutazioni virali.

Virus, tipi e mutazioni

I virus influenzali appartengono alla famiglia Orthomyxoviridae e comprendono principalmente i tipi A e B per l’uomo. Il loro genoma segmentato facilita variazioni frequenti e un rapido ricambio dei ceppi circolanti.

Le proteine di superficie, emaglutinina (HA) e neuraminidasi (NA), mediano ingresso e uscita dalle cellule. Piccole modifiche accumulate nel tempo (drift antigenico) cambiano l’aspetto del virus agli occhi del sistema immunitario;

Schema del virione influenzale con otto segmenti e glicoproteine di superficie
Schema semplificato del virione influenzale che mostra segmenti e proteine di superficie. · ViralZone, SIB Swiss Institute of Bioinformatics · CC BY 4.0 · File:Influenza virion image.svg

eventi più rari di rimescolamento (shift antigenico) possono generare nuove combinazioni virali con impatto maggiore. Questi processi spiegano perché i ceppi circolanti differiscono ogni stagione.

Tipi A e B in breve

I virus di tipo A possono infettare anche animali e sono spesso associati alle epidemie più ampie. I virus di tipo B circolano soprattutto nell’uomo e tendono a causare ondate meno estese, ma comunque significative.

Come si adatta il virus

Il continuo adattamento è una risposta alla pressione immunitaria della popolazione. Piccoli cambiamenti nella HA consentono al virus di eludere parzialmente le difese acquisite in stagioni precedenti, favorendo la diffusione.

Sintomi e segnali comuni

L’influenza si riconosce per una combinazione di segni e sintomi che, nel loro insieme, delineano un quadro tipico. L’intensità varia con età, stato immunitario e ceppo virale.

  • Febbre: spesso alta e d’esordio rapido. Può persistere alcuni giorni e accompagnarsi a brividi, indicando una risposta immunitaria in corso. La sua scomparsa non coincide sempre con la fine della contagiosità.
  • Tosse secca: tipica nelle fasi iniziali, può diventare più produttiva con l’irritazione delle vie aeree. Talvolta persiste anche dopo la risoluzione degli altri sintomi, per l’infiammazione residua.
  • Dolori muscolari e articolari: generano la sensazione di “ossa rotte”. Sono dovuti a mediatori dell’infiammazione che circolano nell’organismo durante l’infezione.
  • Cefalea: spesso frontale o retro-oculare. Migliora man mano che si riduce la febbre e si normalizza la risposta infiammatoria.
  • Stanchezza marcata: può essere sproporzionata rispetto ad altre manifestazioni e durare più a lungo. È legata al dispendio energetico necessario per la risposta immunitaria.
  • Mal di gola e naso chiuso: frequenti, ma non esclusivi. L’interessamento delle alte vie respiratorie contribuisce alla difficoltà a parlare a lungo o allo sforzo respiratorio durante l’attività.
  • Nausea e vomito: più comuni in età pediatrica. Possono comparire insieme a febbre e tosse, ma non definiscono di per sé la natura dell’infezione.
  • Riduzione dell’olfatto e del gusto: possibile in corso di infiammazione nasale. In genere è transitoria e regredisce con la risoluzione dei sintomi respiratori.

Influenza, raffreddore e “influenza intestinale”

Nel linguaggio quotidiano si tende a chiamare “influenza” molte sindromi respiratorie o gastroenteriche. È utile distinguere fra condizioni diverse per chiarezza scientifica.

È davvero influenza intestinale?

Con “influenza intestinale” si indica di solito una gastroenterite virale (per esempio da norovirus o rotavirus). I sintomi dominanti sono diarrea, crampi addominali, nausea e vomito. Si tratta quindi di un’altra malattia, che coinvolge l’apparato digerente più che le vie respiratorie.

L’influenza respiratoria, invece, è caratterizzata da febbre, dolori, tosse e disturbi respiratori. La coesistenza di sintomi gastrointestinali non basta a riclassificare il quadro come gastroenterite: conta il prevalere del coinvolgimento respiratorio.

Raffreddore o influenza?

Il raffreddore comune tende ad avere esordio graduale, naso che cola e mal di gola lievi, con febbre rara o modesta. L’influenza ha invece insorgenza rapida, febbre più alta e significativa astenia, elementi che aiutano a differenziare i due quadri.

Perché è stagionale e quanto incide

Nei climi temperati le ondate influenzali si concentrano in autunno e inverno, favorite da permanenza al chiuso, minore ventilazione e condizioni ambientali che preservano meglio le particelle virali.

Tavole storiche con grafici di febbre e mortalità associati all'influenza
Grafici storici che mostrano febbre e mortalità connessi all’influenza. · Wellcome Library, London · CC BY 4.0 · Influenza: fever charts, 1891 (Wellcome Collection)

Nei tropici, i picchi possono seguire stagioni umide o periodi di piogge.

L’influenza stagionale causa 3–5 milioni di casi gravi e 290.000–650.000 decessi respiratori ogni anno.

World Health Organization — Influenza (Seasonal), Fact sheet. Tradotto dall’inglese.
Testo originale

Seasonal influenza causes 3–5 million cases of severe illness and 290,000–650,000 respiratory deaths each year.

Questi numeri variano di stagione in stagione a seconda dei ceppi circolanti, della copertura immunitaria e di fattori sociali. L’insieme di tali variabili può spostare il picco, la durata e l’intensità delle ondate.

Ambienti e dinamiche di diffusione

Spazi affollati e poco ventilati facilitano l’esposizione ripetuta a cariche virali più alte. Il comportamento collettivo (riunioni al chiuso, spostamenti, abitudini lavorative) modula la curva epidemica tanto quanto le caratteristiche del virus.

Durata tipica e decorso

Molti sintomi acuti durano da alcuni giorni a circa una settimana, con possibile persistenza di tosse e stanchezza oltre la fase febbrile. La variabilità individuale è ampia e dipende da età, condizioni pregresse e intensità dell’esposizione al virus.

Contagiosità nel tempo

La contagiosità tende a essere maggiore attorno all’esordio dei sintomi e decresce nei giorni successivi. I bambini e alcune persone possono eliminare virus più a lungo, contribuendo a una trasmissione prolungata nella comunità.

Domande frequenti

Quanto dura il periodo di incubazione dell'influenza?

In genere tra 1 e 4 giorni, con media di circa 2. L’intervallo varia in base al ceppo virale e alla dose di esposizione, oltre che alle caratteristiche individuali.

Cos'è l'influenza intestinale?

È un modo comune di chiamare la gastroenterite virale, che coinvolge l’apparato digerente. Non è la stessa malattia dell’influenza respiratoria, che interessa vie aeree e sintomi sistemici come febbre e dolori.

Perché l'influenza torna ogni anno?

Il virus cambia nel tempo (drift antigenico) e le condizioni ambientali invernali favoriscono la trasmissione. La combinazione di queste variabili genera nuove ondate stagionali con ceppi in parte differenti.

Gli antibiotici servono contro l'influenza?

No. Gli antibiotici agiscono sui batteri, mentre l’influenza è causata da virus. Possono essere usati solo per infezioni batteriche, su valutazione professionale indipendente dalla presente guida informativa.

Qual è la differenza tra influenza e raffreddore?

L’influenza esordisce rapidamente con febbre, dolori e marcata astenia; il raffreddore ha decorso più lieve, naso che cola e mal di gola moderato, con febbre assente o bassa.

Che cosa significa “influenza australiana”?

È un’espressione giornalistica usata talvolta per indicare un’ondata particolarmente intensa o anticipata, osservata in Australia. Non identifica una categoria scientifica distinta di virus o malattia.

Cosa ricordare in breve

  • È un’infezione respiratoria virale dei tipi A e B.
  • Si diffonde soprattutto tramite aerosol e mani contaminate.
  • Incubazione 1–4 giorni, insorgenza rapida dei sintomi.
  • L’“influenza intestinale” indica perlopiù gastroenterite, non influenza.
  • Andamento stagionale e mutazioni annuali alterano i ceppi circolanti.

Comprendere che cos’è l’influenza, come si trasmette e perché cambia nel tempo aiuta a interpretare meglio le ondate stagionali e i quadri clinici che osserviamo intorno a noi. Una lettura informata riduce confusione linguistica (per esempio sul termine “influenza intestinale”) e sostiene scelte quotidiane più consapevoli.

Questa guida ha finalità esclusivamente informative e non sostituisce il parere di professionisti qualificati. Per dubbi personali, condizioni preesistenti o decisioni su azioni da intraprendere, è prudente rivolgersi a fonti affidabili e a personale sanitario.

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