Se hai sentito parlare del sistema renina‑angiotensina‑aldosterone (SRAA), sai che tutto inizia da renina. Questo enzima prodotto dal rene aiuta a mantenere stabile la pressione e la perfusione dei tessuti. Capire come agisce nel nefrone e nella filtrazione glomerulare chiarisce perché è centrale per l’omeostasi dei liquidi.
La renina è l’enzima che avvia il SRAA, convertendo l’angiotensinogeno e portando a angiotensina II e aldosterone. Risponde a pressione bassa, poco sodio alla macula densa e stimolo simpatico. Così stabilizza pressione e volume, modulando vasi e riassorbimento di sodio e acqua.
Che cosa fa la renina nel rene?
Nel rene, la renina è un enzima proteolitico liberato dalle cellule iuxtaglomerulari dell’arteriola afferente. Il suo compito è tagliare l’angiotensinogeno plasmatico in angiotensina I, prima tappa della cascata SRAA.

Il rilascio avviene quando i sensori renali percepiscono tre condizioni: pressione di perfusione ridotta, scarsa concentrazione di cloruro di sodio alla macula densa e attivazione del sistema nervoso simpatico tramite recettori β1 sulle cellule iuxtaglomerulari. Insieme, questi segnali indicano al rene che serve più pressione o volume per nutrire i tessuti.
Perché il sistema renina-angiotensina-aldosterone è cruciale?
Perché collega perfusione, elettroliti e tono vascolare in un unico circuito di controllo. La renina avvia la sequenza che porta a angiotensina II e aldosterone, molecole che regolano rapidamente la resistenza dei vasi e, in modo più lento, il riassorbimento renale di sodio e acqua.
Effetti rapidi vs lenti
L’angiotensina II agisce in minuti con vasocostrizione sistemica (soprattutto a livello dell’arteriola efferente nel rene), mentre l’aldosterone opera in ore‑giorni modificando l’espressione di canali e trasportatori per trattenere sodio e acqua. Questo doppio tempo d’azione rende il sistema efficace sia nelle urgenze sia negli aggiustamenti prolungati.
Punti chiave sulla renina
- Enzima renale rilasciato dalle cellule iuxtaglomerulari in risposta a calo di pressione, sodio basso o attivazione simpatica.
- Converte l’angiotensinogeno in angiotensina I, attivando il sistema renina‑angiotensina‑aldosterone.
- Aiuta a mantenere pressione arteriosa e volume plasmatico in condizioni variabili.
- Il segnale nasce da recettori beta‑1, macula densa e barocettori dell’arteriola afferente.
- L’angiotensina II provoca vasocostrizione ed eleva aldosterone, favorendo riassorbimento di sodio e acqua.
- Feedback negativo: pressioni o sodio elevati limitano la secrezione di renina.
Come viene regolata la secrezione di renina?
La secrezione di renina è un equilibrio tra stimoli che la promuovono e segnali che la frenano. Immagina un termostato fisiologico che misura pressione e sodio e regola la “fiamma” della renina per mantenere costante la temperatura del sistema circolatorio.
- Pressione transmurale bassa. Quando l’arteriola afferente “sente” meno pressione, interpreta il segnale come rischio di ipoperfusione. Per compensare, aumenta la liberazione di renina per ripristinare il flusso.
- Macula densa: poco NaCl. Una riduzione di cloruro di sodio nel tubulo distale indica che il filtrato è scarso o lento. La macula densa invia segnali paracrini per accrescere la renina e recuperare portata e filtrato.
- Attivazione simpatica (β1). In stress acuto, le fibre simpatiche stimolano i recettori β1 delle cellule iuxtaglomerulari. Questa via accelera il SRAA per sostenere pressione e flusso ai distretti vitali.
- Feedback da angiotensina II. Livelli elevati riducono la renina tramite meccanismi recettoriali e aumento della pressione arteriosa. È un freno intrinseco che evita eccessi del circuito.
- Peptidi natriuretici (ANP, BNP). Quando atri e ventricoli rilevano volume alto, rilasciano ormoni che promuovono natriuresi e inibiscono la renina, favorendo una disattivazione coordinata del SRAA.
- Prostaglandine e ossido nitrico. Questi mediatori locali modulano finemente la risposta renale, sostenendo o limitando il rilascio a seconda del contesto emodinamico.
- Stato idrico e osmolalità. I segnali che riflettono ipovolemia o disidratazione spingono verso più renina; condizioni opposte la riducono, concorrendo a un equilibrio flessibile.
- Ritmi e postura. Variazioni circadiane e cambi posturali influenzano ritorno venoso e pressione renale, producendo oscillazioni fisiologiche della renina nell’arco della giornata.
Qual è l’impatto sulla filtrazione glomerulare?
A livelli moderati, l’angiotensina II causa una vasocostrizione preferenziale dell’arteriola efferente, aiutando a mantenere la pressione nel glomerulo e quindi la GFR (tasso di filtrazione glomerulare) anche quando la perfusione sistemica cala.

A livelli molto elevati, la costrizione diffusa ostacola il flusso renale e può ridurre la GFR.
Afferente ed efferente: cosa cambia
La modulazione del tono delle arteriole afferente ed efferente è come regolare due rubinetti opposti: l’afferente controlla quanta acqua entra, l’efferente quanta resistenza incontra l’uscita. Con una maggiore resistenza a valle, la pressione intraglomerulare si conserva meglio, ma un eccesso prolungato può penalizzare la perfusione complessiva del rene.
Come si collega ad acqua e sodio?
L’angiotensina II stimola la secrezione di aldosterone dalla corteccia surrenale, che aumenta il riassorbimento di sodio e, per osmosi, di acqua nei dotti distali e collettori. In parallelo, il sistema può favorire il rilascio di vasopressina (ADH), migliorando la riassunzione di acqua libera e contribuendo alla stabilizzazione della volemia.
Aldosterone e vasopressina
Se la vasocostrizione è l’interruttore “rapido”, aldosterone e ADH sono i regolatori lenti che consolidano l’effetto. L’uno agisce sui trasportatori di sodio; l’altro sui canali dell’acqua (aquaporine). Insieme riportano i liquidi a un punto di equilibrio più sicuro dopo una perturbazione.
La renina è un ormone o un enzima?
È un enzima, non un ormone classico. La sua azione è catalitica: attiva una cascata ormonale (SRAA) che comprende sostanze con effetti sistemici, come angiotensina II e aldosterone.
Domande frequenti
La renina è un ormone o un enzima?
La renina è un enzima proteolitico prodotto dal rene. Non agisce come messaggero finale, ma avvia la cascata che porta ad angiotensina II e aldosterone.
Dove viene prodotta la renina?
Nelle cellule iuxtaglomerulari dell’arteriola afferente del rene, vicine alla macula densa del nefrone, dove convergono i principali segnali che ne modulano il rilascio.
Cosa attiva la secrezione di renina?
Tre stimoli principali: pressione renale bassa, poco sodio percepito dalla macula densa e attivazione simpatica tramite recettori β1. Questi segnali spesso compaiono insieme nelle situazioni di ridotta perfusione.
La renina influenza direttamente la filtrazione glomerulare?
Indirectamente sì: avviando il SRAA, favorisce angiotensina II che modula il tono delle arteriole glomerulari, sostenendo la GFR quando la perfusione è ridotta.
Il sistema renina-angiotensina-aldosterone è sempre attivo?
È tonicamente presente ma flessibile. In condizioni basali lavora a bassa intensità; aumenta in modo marcato durante ipovolemia, ipotensione o altri stress emodinamici.
Che differenza c’è tra renina e attività reninica plasmatica?
La renina è l’enzima; l’attività reninica plasmatica misura la sua funzione nel convertire angiotensinogeno in angiotensina I nel sangue, riflettendo l’intensità del sistema.
Cosa ricordare
- La renina è un enzima renale che avvia il sistema renina‑angiotensina‑aldosterone.
- Tre stimoli principali ne inducono il rilascio: pressione bassa, sodio basso, attivazione simpatica.
- Angiotensina II e aldosterone aumentano resistenze, sodio e acqua per stabilizzare la pressione.
- Un eccesso prolungato di segnale può ridurre la perfusione renale e la GFR.
- Il sistema opera con feedback multipli e interagisce con peptidi natriuretici e vasopressina.
La fisiologia della renina mostra come il corpo coordini segnali diversi per difendere perfusione e scambi idrosalini. Piccoli aggiustamenti, rapidi o lenti, si combinano per mantenere stabile il sistema: è un esempio di controllo a feedback finemente regolato che evita sia la carenza sia l’eccesso di pressione.
Saper riconoscere i principi del SRAA aiuta a interpretare fenomeni quotidiani, come la sete dopo una sudata intensa o la sensazione di stanchezza quando si è disidratati. Conoscere il ruolo della renina offre un modello utile per capire come organismo, rene e vasi lavorano all’unisono.
