Un'articolazione è la connessione mobile o stabile tra due o più ossa; in parole semplici, la “giuntura” o “snodo” del corpo. Conoscerne struttura e funzione aiuta a capire come lavorano polso, mandibola, anca e dita, e perché certi movimenti richiedono precisione mentre altri richiedono soprattutto stabilità.
Le articolazioni sono i punti di unione tra le ossa. Possono essere fibrose, cartilaginee o sinoviali; queste ultime, con cartilagine e liquido, consentono movimenti a basso attrito. Esempi: polso, mano, mandibola, anca. Differiscono dall’osso, che dà supporto strutturale.
Che differenza c'è tra osso e articolazione?
Un osso è un organo rigido che dà forma e resistenza; l’articolazione è la cerniera che consente alle parti di muoversi tra loro. L’analogia è quella tra mattoni e cerniere: i primi costruiscono, le seconde permettono l'apertura controllata.
Nell’adulto lo scheletro comprende 206 ossa, e le articolazioni sono i loro punti di collegamento e movimento. Dove serve protezione prevale la stabilità (per esempio nel bacino), dove serve destrezza prevale la mobilità (come nel polso e nelle dita).
Quali tipi di articolazioni esistono?
Gli anatomisti le classificano in base al tessuto che unisce le estremità ossee e alla libertà di movimento. Una classificazione condivisa distingue tre famiglie principali.
- Articolazioni fibrose: unite da tessuto connettivo denso; permettono movimenti minimi o nulli. Esempi: suture craniche e sindesmosi.
- Articolazioni cartilaginee: unite da cartilagine; consentono una mobilità limitata ma elastica. Esempi: sinfisi pubica e sincondrosi costali.
- Articolazioni sinoviali (diartrosi): la più mobile; hanno cavità articolare, membrana sinoviale e capsula. Esempi: spalla, ginocchio, polso.
La nomenclatura ufficiale adotta termini standard come articulatio per “articolazione”, per garantire coerenza tra testi e discipline.

Come funziona un'articolazione sinoviale?
Nelle sinoviali le estremità ossee sono rivestite da cartilagine articolare liscia, che limita l’attrito e distribuisce i carichi. La sua superficie bagnata resta scorrevole grazie a una fine lubrificazione e al continuo ricambio di nutrienti.
La membrana sinoviale tappezza la cavità e produce il liquido sinoviale, un fluido viscoso che riduce ulteriormente l’attrito, nutre i tessuti e rimuove i detriti microscopici. Il risultato è un’ammortizzazione efficace durante gesti rapidi e ripetuti.
La capsula articolare, insieme ai legamenti, incornicia e stabilizza l’articolazione: è un involucro resistente ma flessibile che limita i gradi di libertà in modo mirato. Muscoli e tendini completano il controllo dinamico, guidando e frenando il movimento.
La forma incide sulla funzione: articolazioni a sfera (anca) consentono più direzioni; a cerniera (gomito) privilegiano un arco preciso. Strutture accessorie come menischi e il disco articolare (mandibola) affinano stabilità e cinematica.
Perché le articolazioni scricchiolano?
Spesso il suono dipende dalla cavitazione: piccole bolle di gas che si formano e collassano nel liquido sinoviale quando cambia rapidamente la pressione. Altre volte percepiamo lo “scatto” di un tendine che scorre su una prominenza ossea. Il fenomeno, da solo, non indica necessariamente un danno.
Cosa significa prendere una storta?
È una distorsione: uno stiramento (talvolta una micro‑lacerazione) dei legamenti dell’articolazione oltre il limite fisiologico. Non è una frattura, perché l’osso non si interrompe; riguarda i legamenti e i tessuti molli che stabilizzano l’area. La definizione è descrittiva e non sostituisce una valutazione professionale nei casi di dolore importante.
Quali movimenti permettono polso, mano e mandibola?
Ogni articolazione offre certi gradi di libertà e un compromesso tra mobilità e stabilità. Ecco un quadro sintetico con esempi comuni, utile per visualizzare cosa può fare ciascuna regione del corpo.

- Polso (radiocarpica): permette flessione ed estensione, oltre a deviazione radiale e ulnare per orientare la mano. Si coordina con le articolazioni radio‑ulnari per prono‑supinazione dell’avambraccio, contribuendo alla destrezza fine.
- Mano (metacarpo‑falangee e interfalangee): consente flesso‑estensione, abduzione/adduzione e opposizione del pollice. L’ampio ventaglio di posizioni nasce dalla combinazione di molte piccole giunture, ciascuna con un arco limitato.
- Mandibola (temporomandibolare): combina rotazione e traslazione sotto guida di un disco articolare. È stabile per masticare, ma abbastanza mobile da modulare il linguaggio e aprire la bocca in modo controllato.
- Anca (femore‑acetabolo): è un’enartrosi molto stabile. La stabilità deriva dalla profondità dell’acetabolo, dalla capsula robusta e dai legamenti; consente flessione, estensione, abduzione, adduzione e rotazioni.
- Ginocchio: prevalentemente “a cerniera”, integra un complesso roll‑glide guidato da legamenti e menischi. Fornisce potenza alla deambulazione mantenendo un compromesso tra mobilità e controllo.
- Gomito: il ginglimo omero‑ulnare consente flesso‑estensione; la pronazione‑supinazione avviene congiuntamente alle articolazioni radio‑ulnari. La precisione del gesto dipende anche dal bilanciamento muscolare.
- Spalla (gleno‑omerale): massima ampiezza di movimento grazie a una cavità relativamente poco profonda e a un complesso muscolare coordinato. La stabilità è più dinamica che passiva.
- Caviglia (tibio‑tarsica): dorsiflessione e flessione plantare sostengono passo e corsa. Legamenti laterali e mediali limitano movimenti eccessivi, prevenendo cedimenti rotatori indesiderati.
Fatti rapidi sulle articolazioni
- Le articolazioni collegano le ossa e permettono il movimento controllato.
- Esistono articolazioni fibrose, cartilaginee e sinoviali.
- La cartilagine articolare riduce l’attrito e ammortizza i carichi.
- Il liquido sinoviale nutre i tessuti e lubrifica lo spazio articolare.
- Stabilità e mobilità variano in base alla forma dell’articolazione.
- Esempi pratici: polso, ginocchio, mandibola, anca e dita.
Domande frequenti
Quante articolazioni ha il corpo umano?
Il numero esatto dipende da come le si contano e da quali piccole giunture si includono (per esempio nella colonna e nelle mani). Più che il totale, conta il loro ruolo nei movimenti e nella stabilità.
Che differenza c'è tra cartilagine e osso?
L’osso è rigido e mineralizzato, pensato per resistere ai carichi; la cartilagine è un tessuto elastico e liscio che riveste le superfici articolari, riducendo l’attrito e distribuendo le pressioni.
Che tipo di articolazione è quella della mandibola?
L’articolazione temporo‑mandibolare è una sinoviale con disco articolare interposto; combina movimenti di rotazione e traslazione, necessari per masticare e parlare in modo controllato.
Una storta è una frattura?
No. La storta è una distorsione, cioè uno stiramento o una micro‑lacerazione dei legamenti dell’articolazione. La frattura riguarda l’osso, con interruzione della sua continuità.
Perché alcune articolazioni sono più stabili di altre?
Dipende dalla forma delle superfici, dalla robustezza di capsula e legamenti e dal contributo dei muscoli. Ogni articolazione bilancia mobilità e stabilità in modo diverso secondo la funzione.
Qual è il ruolo del liquido sinoviale?
È un fluido viscoso prodotto dalla membrana sinoviale: lubrifica, nutre la cartilagine e contribuisce a smaltire i micro‑detriti, consentendo movimenti più fluidi e con minore attrito.
Cosa ricordare sulle articolazioni
- Le articolazioni collegano ossa e bilanciano mobilità e stabilità.
- Tre famiglie: fibrose, cartilaginee e sinoviali.
- Nelle sinoviali, cartilagine, capsula e liquido riducono l’attrito.
- Esempi chiave: polso, mano, mandibola, anca e ginocchio.
Le articolazioni sono snodi ingegnosi: con materiali diversi e geometrie adatte, trasformano la forza dei muscoli in gesti precisi o potenti. Capirne la struttura — cartilagine, capsula, sinovia, legamenti — aiuta a leggere i movimenti quotidiani, dal ruotare una chiave alla salita di una scala, senza confonderle con gli “ossicini” che sostengono il corpo.
Questa panoramica è informativa: descrive come le giunture funzionano e perché polso, mano, mandibola, anca e ginocchio si muovono in modo diverso. Osservare i propri gesti con curiosità è un buon modo per notare il compromesso tra mobilità e stabilità che accompagna ogni articolazione.
