Considerati tra i più intelligenti mammiferi marini, i delfini affascinano per sociabilità, repertorio di suoni e sorprendenti adattamenti. Nel mondo dei cetacei, questi odontoceti combinano ecolocalizzazione, cooperazione e una fisiologia fuori dal comune per muoversi, cacciare e crescere i piccoli. In questa guida chiara scopriamo come vivono, comunicano e perfino dormono.
Panoramica rapida: i delfini comunicano con fischi, schiocchi e postura; usano l’ecolocalizzazione per orientarsi e cacciare; dormono con metà cervello alla volta; giocano per imparare e creare legami; minacce principali sono rumore sottomarino, reti da pesca e inquinamento.
Come comunicano i delfini?
La comunicazione dei delfini è soprattutto acustica: fischi, schiocchi e clic viaggiano lontano nell’acqua.

In gruppo, modulano i segnali per coordinarsi, richiamarsi, scambiarsi ruoli e mantenere le distanze. Ricercatori hanno osservato anche fischi firma, sequenze stabili che funzionano come un “nome”. Nei momenti di interazione usano pure postura, salti e codici sonori combinati.
Ecolocalizzazione in pratica
Con l’ecolocalizzazione, i delfini emettono treni di clic e ascoltano gli eco per capire distanza, forma e movimento di un oggetto. In molte specie i clic operano a bande alte, fino a includere sequenze di clic a 40–150 kHz, ottimizzate per il contrasto nell’acqua. A distanze brevi, possono raggiungere una risoluzione di pochi millimetri, utile su prede veloci o in acque torbide.
I delfini emettono clic e ascoltano gli echi riflessi dagli oggetti; la differenza di tempo e intensità dell’eco fornisce informazioni su distanza, dimensione e direzione.
Testo originale
Dolphins produce clicks and listen for echoes bouncing off objects; echo timing and intensity reveal an object’s distance, size, and direction.
Fischi firma e identità
I fischi firma sono sequenze acustiche distintive, con contorno frequenziale stabile nel tempo. Sembrano sostenere l’individualità acustica e la coesione sociale: l’animale può “chiamare” un compagno specifico, rispondere al proprio segnale, o farlo imitare in contesti di contatto. In acque rumorose, i delfini regolano ampiezza e durata dei fischi per farsi sentire.
Dove e come dormono i delfini?
A differenza di noi, i delfini praticano il sonno uniemisferico: un emisfero cerebrale riposa mentre l’altro resta vigile per respirare, evitare predatori e coordinare l’emersione. Spesso nuotano lentamente vicino a un partner, con un occhio aperto, mantenendo una veglia di sorveglianza minima. Questa strategia è ben documentata nella letteratura sui cetacei.
Madri e neonati possono ridurre il sonno nelle prime settimane, rimanendo in movimento quasi continuo per termoregolarsi e nutrirsi. In seguito, il riposo si riallinea a ritmi più stabili: un riposo attivo, fatto di brevi fasi alternate, più che di lunghe dormite profonde.
Di che cosa si nutrono e come cacciano?
Dieta e tecniche di caccia variano con specie e habitat, ma i delfini sono spesso predatori opportunisti: piccoli pesci, cefalopodi e, talvolta, crostacei.

In molti contesti utilizzano strategie di caccia cooperative, con ruoli flessibili e coordinamento vocale.
Strategie in gruppo
- Reti di bolle: alcuni tursiopi soffiano bolle per compattare banchi di pesci. La cortina crea confusione e facilita gli attacchi. Questa tecnica di reti di bolle richiede tempi precisi e comunicazione costante.
- Serrate superficiali: spingono il branco verso la superficie, dove l’energia di fuga è ridotta. Possono alternare rincorse e tagli di traiettoria. La tecnica ricuce il fronte delle prede e limita le vie di fuga.
- Spiaggiamenti a riva controllati: in alcune popolazioni, inseguono i pesci fin sulla battigia. Un delfino si lancia fuori dall’acqua, cattura e rientra, mentre il gruppo “sigilla” il fianco della preda per evitare dispersioni.
- Ruoli coordinati: chi guida, chi taglia, chi contiene. I delfini scambiano compiti rapidamente per ridurre la fatica e mantenere la pressione. Questi ruoli alternati migliorano l’efficienza complessiva della caccia.
- Uso di strumenti: in alcune aree, i tursiopi portano spugne sul rostro, proteggendosi dal fondale mentre cercano prede. L’uso di strumenti si trasmette spesso per apprendimento sociale.
- Caccia notturna: sfruttano il buio e fondali complessi, affidandosi quasi solo al biosonar. La caccia notturna riduce la competizione visiva e valorizza i clic più direzionali.
- Coordinamento con altre specie (umani inclusi): in poche tradizioni locali, i delfini spingono i pesci verso i pescatori, ricevendo in cambio prede sfuggite. È un raro esempio di cooperazione stabilizzata nel tempo.
Quali adattamenti fisiologici li rendono speciali?
Molte soluzioni anatomiche e funzionali consentono ai delfini di muoversi a lungo, immergersi in sicurezza e resistere al freddo. Alcune sono comuni ai mammiferi marini; altre sono affinate dal comportamento di gruppo.
Gestione dell'ossigeno
Durante l’immersione, il battito rallenta grazie alla bradicardia da immersione, riducendo i consumi. Sangue e muscoli immagazzinano ossigeno in modo efficiente grazie a emoglobina e a una mioglobina elevata. Il flusso viene ridistribuito verso organi vitali; i polmoni si comprimono progressivamente, limitando l’assorbimento di azoto e il rischio di embolie.
Termoregolazione e pelle
Il pannicolo adiposo isola dal freddo e funge da riserva energetica. Una rete mirabile di vasi scambia calore tra arterie e vene, stabilizzando la temperatura corporea. La pelle a ricambio rapido riduce l’attrito e può contribuire a un profilo idrodinamico, mentre cicatrici e pigmentazioni raccontano la storia individuale.
I delfini giocano? Perché il gioco conta
Il gioco è frequente: trasporto di alghe, bolle ad anello, surf sulle onde di prua. Non è tempo perso: è apprendimento sociale, con prove a basso rischio su movimenti, ruoli e segnali. In gruppo, il gioco rafforza alleanze e sincronizza i tempi d’azione.
Il gioco può anticipare situazioni di caccia o corteggiamento, riducendo lo stress della novità. Talvolta funge da “colla” emotiva, modulando la tolleranza nei contatti ravvicinati e mantenendo la flessibilità del gruppo: un potente indicatore di benessere.
Punti chiave sui delfini
- I delfini sono mammiferi marini con respirazione polmonare e socialità spiccata.
- Usano ecolocalizzazione con clic ad alta frequenza per orientarsi e cacciare.
- Dormono con un emisfero cerebrale alla volta per restare vigili.
- Comunicano con fischi, schiocchi e postura; alcuni emettono fischi firma individuali.
- Le minacce includono inquinamento acustico, reti da pesca e perdita di habitat.
Quali minacce affrontano oggi?
Il rumore sottomarino può mascherare segnali vitali e spingere i gruppi a cambiare rotta o profondità. Le catture accidentali in reti da posta e attrezzi da pesca costituiscono un rischio diffuso. Inquinamento chimico e plastico altera catene alimentari e salute.
La conservazione punta su aree chiave, corridoi di migrazione, buone pratiche di pesca e limiti al rumore nelle zone sensibili. Monitoraggi acustici, protocolli di osservazione responsabile e ricerca a lungo termine aiutano a capire tendenze e a ridurre gli impatti.
Domande frequenti sui delfini
I delfini sono pesci o mammiferi?
Sono mammiferi marini: respirano aria con i polmoni, allattano i piccoli e regolano la temperatura corporea. La coda si muove verticalmente, a differenza dei pesci che battono la coda lateralmente.
Quanti tipi di suoni producono i delfini?
Principalmente tre: fischi modulati usati nella comunicazione sociale, schiocchi per ecolocalizzare e clic rapidi in sequenze per delineare l’ambiente. Possono anche colpire l’acqua o il corpo per segnali non vocali.
I delfini sognano?
Non sappiamo se sognino come gli umani. Il loro sonno è prevalentemente uniemisferico e a onde lente; questa architettura rende difficile paragonare fasi oniriche umane e cetacee con certezza.
Quanto a lungo possono restare sott’acqua?
Dipende dalla specie e dall’attività. In genere effettuano immersioni brevi e ripetute, con pause regolari in superficie. Grandi specie e contesti di caccia profonda possono estendere durata e profondità in modo significativo.
I delfini usano strumenti?
Sì, in alcune popolazioni i tursiopi utilizzano spugne sul rostro per proteggersi mentre cercano cibo sul fondale. È un comportamento appreso socialmente e trasmesso tra generazioni.
È vero che i delfini salvano le persone?
Esistono racconti aneddotici, ma gli episodi sono difficili da verificare scientificamente. Molti comportamenti interpretati come “salvataggio” possono essere curiosità, gioco o dinamiche di difesa del gruppo.
In sintesi essenziale
- I delfini comunicano con fischi, schiocchi ed ecolocalizzazione.
- Dormono alternando gli emisferi cerebrali per restare vigili.
- La cooperazione guida caccia, socialità e apprendimento.
- Adattamenti fisiologici sostengono immersioni e termoregolazione.
- Rumore, reti e inquinamento minacciano diverse popolazioni.
Capire i delfini richiede pazienza, osservazione e metodi non invasivi. Le ricerche a lungo termine, integrate con monitoraggi acustici e foto‑identificazione, ricostruiscono genealogie e scelte ecologiche. Ogni dato contribuisce a proteggere individui e popolazioni, riducendo rischi e conflitti con le attività umane.
Nel frattempo, ciascuno può fare la sua parte: comportamenti responsabili in mare, consumo informato e sostegno a programmi di ricerca e conservazione. Così trasformiamo la meraviglia in cura, e la curiosità in attenzione quotidiana allo stato dei nostri vicini di oceano.
