Vuoi entrare nel mondo della progettazione digitale? Questa guida ti mostra come imparare BIM, dalla modellazione informativa agli standard aperti, con esempi chiari e pratici. Scoprirai cos’è il modello informativo, come si coordina il lavoro e come trasformare lo studio in risultati misurabili.

Impara i fondamenti, scegli un software principale, realizza un mini-progetto, esporta e verifica in IFC, prepara consegne realistiche e costruisci un portfolio. Con pratica costante puoi consolidare le basi e capire come proseguire con corsi, certificazioni e ruoli coerenti con i tuoi obiettivi.

Che cos’è il BIM e perché conta oggi?

Il BIM è un processo collaborativo che usa dati strutturati per creare un modello informativo condiviso dell’opera. Non è un singolo software: è un metodo che integra progettazione, costruzione e gestione in un unico flusso di lavoro digitale.

La serie ISO 19650 definisce principi e regole per la gestione informativa lungo il ciclo di vita dell’opera, dalla richiesta del committente alla gestione. Il risultato è un migliore coordinamento, meno interferenze e decisioni più veloci basate su informazioni verificabili.

Uso di una rappresentazione digitale condivisa dell’opera per facilitare progettazione, costruzione e gestione, come base affidabile per le decisioni.

ISO — ISO 19650-1:2018, 2018. Translated from English.
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Use of a shared digital representation of a built asset to facilitate design, construction and operation processes to form a reliable basis for decisions.

Quanto tempo serve per imparare?

Dipende dal punto di partenza: chi ha esperienza di progettazione apprende più velocemente. L’importante è alternare studio e pratica, puntando a esercizi brevi ma realistici e revisioni frequenti.

Quali competenze servono per il BIM?

Le competenze si intrecciano: servono abilità tecniche di modellazione e gestione dei dati, capacità collaborative (comunicazione, coordinamento) e una buona cultura del progetto. L’obiettivo è trasformare informazioni in decisioni.

  • Modellazione: saper creare oggetti parametrici con informazioni coerenti, evitando geometrie “pesanti”.
  • Dati: strutturare proprietà, codifiche e classificazioni, così da interrogare il modello con filtri mirati.
  • Coordinamento: gestire revisioni, commenti e tracciabilità per risolvere clash e cambi progetto.
  • Verifica: controllare qualità informativa e coerenza con requisiti, usando regole chiare e ripetibili.
  • Comunicazione: raccontare il modello con viste, tavole e report adatti ai diversi interlocutori.

Quali ruoli BIM esistono?

Ruoli tipici includono: modeler (produce modelli), coordinator (integra e verifica), specialist (cura ambiti specifici), manager (imposta processi e standard). In molti team le responsabilità si sovrappongono, ma i principi restano.

Come si struttura un percorso di studio BIM?

Parti da obiettivi chiari: a cosa ti serve il BIM? Alinea il percorso al tuo diploma, alla tua disciplina e al ruolo che ambisci a ricoprire. Procedi per cicli brevi: teoria essenziale, pratica guidata, revisione, miglioramento.

  1. Fondamenti: comprendere “processo vs software”, che cosa è un modello informativo e come si descrivono requisiti e consegne. Studia terminologia e flussi.
  2. Dati e codifiche: imparare classificazioni, proprietà, unità e convenzioni di denominazione. Queste regole ti permettono interrogazioni affidabili e filtri automatici.
  3. Modellazione di base: creare elementi puliti, parametrici e leggeri. Lavora su un ambiente semplice per consolidare navigazione, vincoli e famiglie/oggetti.
  4. Coordinamento: combinare modelli disciplinari, eseguire clash detection e gestire commenti. Qui capisci il valore del controllo e della comunicazione strutturata.
  5. Standard aperti: conoscere IFC (Industry Foundation Classes) e BCF (BIM Collaboration Format). Gli standard aperti favoriscono interoperabilità e riducono lock-in.
  6. Mini-progetto: scegli un caso studio piccolo ma realistico. Definisci obiettivi, tempi e consegne; itera almeno due cicli di revisione per misurare i progressi.
  7. Verifica e qualità: esegui controlli informativi e geometrici. Prepara check-list, automatizza quanto possibile e documenta gli esiti in modo tracciabile.
  8. Portfolio e presentazione: seleziona viste, report e note “lessons learned”. Punta a comunicare valore, non solo immagini: processi, scelte e risultati.

Primi passi operativi

  • Definisci l’obiettivo formativo e il ruolo BIM.
  • Scegli un software principale e uno viewer IFC.
  • Impara le basi di modellazione, dati e codifiche.
  • Esegui un mini-progetto con consegne realistiche.
  • Condividi modelli in formato IFC per revisione.
  • Documenta lezioni apprese e aggiorna il portfolio.

Strumenti e software: quali scegliere?

Inizia con un software principale coerente con la tua disciplina e affianca un viewer indipendente per verifiche. Se possibile, privilegia flussi openBIM per scambiare modelli tra team e strumenti diversi.

L’IFC (Industry Foundation Classes) è lo schema dati aperto più diffuso per l’interoperabilità BIM e, come standard ISO 16739-1:2018, è mantenuto da buildingSMART. Usalo presto nel tuo percorso per validare export, proprietà e codifiche, riducendo sorprese in fase di consegna.

Come preparare gli elaborati di consegna?

Progetta la consegna a ritroso: chiarisci chi userà le informazioni, per quale decisione e con quali requisiti informativi. Definisci viste, report e formati, poi stabilisci regole di verifica e approvazione.

  • Modello IFC: struttura proprietà, classificazioni e codici di fase. Verifica coerenza, unità di misura e coordinate prima dell’esportazione.
  • Report informativi: estrai abachi e schede dai dati del modello. Concentrati su informazioni utili alle decisioni, evitando ridondanza.
  • BCF (BIM Collaboration Format): comunica issue con snapshot, coordinate e commenti. Mantiene traccia delle revisioni e velocizza le correzioni.
  • COBie (Construction-Operations Building information exchange): dataset per trasferire informazioni di asset e manutenzione. Funziona bene se campi e codifiche sono puliti.
  • Elaborati grafici: viste, tavole e dettagli coerenti con il modello. Imposta stili, scale e filtri per garantire leggibilità.
  • Controlli qualità: definisci check automatici e manuali. Documenta esiti, approvazioni e validazioni per una filiera trasparente.

Quali formati consegnare?

I formati più richiesti sono IFC per il modello, BCF per le issue e PDF per gli elaborati non editabili. Specifica sempre versioni, coordinate e template per evitare ambiguità e rifare il lavoro.

Quali errori comuni evitare nel BIM?

Gli errori ricorrenti dipendono quasi sempre da obiettivi vaghi o da dati poco curati. Mettere al centro chiarezza, regole semplici e verifica costante riduce drasticamente rework e conflitti.

  • Partire dal software anziché dal processo: definisci prima obiettivi, ruoli e consegne, poi gli strumenti.
  • Modellazione “pesante”: geometrie complesse senza informazione utile rallentano tutto. Scegli il livello di dettaglio giusto al momento giusto.
  • Dati non normalizzati: proprietà duplicate, unità incoerenti e codici non condivisi impediscono interrogazioni e confronti affidabili.
  • Poor coordination: senza protocolli chiari per scambi e revisioni, i conflitti si moltiplicano. Pianifica scadenze e responsabilità.
  • Assenza di verifica: consegne senza controlli portano a correzioni tardive e costose. Standardizza i check.
  • Comunicazione insufficiente: viste e report non pensati per il destinatario generano equivoci. Adatta il messaggio allo scopo.

Domande frequenti

Cos’è il BIM in parole semplici?

È un processo per creare e gestire un modello digitale ricco di dati dell’opera, utile a progettare, costruire e gestire meglio, riducendo errori e tempi di decisione.

Quanto tempo serve per imparare il BIM?

Dipende dal tuo background. Con pratica costante e obiettivi realistici puoi consolidare le basi in poco tempo e progredire con progetti via via più complessi.

Quale software usare per iniziare con il BIM?

Scegli un software principale adatto alla tua disciplina e affianca un viewer IFC per verifiche. L’importante è seguire processi chiari e puntare all’interoperabilità.

Il BIM è solo per grandi aziende?

No. Anche team piccoli traggono vantaggio da regole semplici, modelli puliti e standard aperti. La scala del progetto cambia, i principi restano gli stessi.

Che cos’è l’IFC e a cosa serve?

IFC è uno standard aperto per scambiare modelli e dati tra software diversi. Riduce errori di conversione e rende le consegne più verificabili e durature.

Serve un diploma specifico per lavorare con il BIM?

Un diploma tecnico o una formazione affine aiutano, ma conta soprattutto la capacità di applicare processi BIM reali: modelli puliti, dati ben strutturati e consegne affidabili.

Riepilogo operativo

  • BIM è un processo, non solo software.
  • Definisci ruolo e obiettivi prima di studiare.
  • Impara standard aperti come IFC e BCF.
  • Allena competenze tecniche e collaborative insieme.
  • Consegne chiare e verificabili migliorano i risultati.

Imparare il BIM è un percorso incrementale: chiarisci gli obiettivi, costruisci routine di pratica e cerca feedback frequenti. Concentrati su processi replicabili, non su scorciatoie. Ad ogni ciclo, misura cosa funziona e cosa va migliorato.

Il passo successivo? Scegli un mini-progetto reale, definisci poche regole concrete e punta a una consegna verificabile. Con disciplina e curiosità, trasformerai studio e prove in competenze spendibili e in risultati che parlano da soli.

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