La piegatura è l’arte di dare forma a lamiera e profili con una curva controllata. Per piegare i metalli in modo affidabile serve capire la curvatura, il raggio interno e il ritorno elastico, oltre a scegliere attrezzi adeguati. Questa guida pratica ti aiuta a decidere strumenti, impostazioni e sequenze per risultati puliti e ripetibili.

In breve: scegli materiale e spessore, calcola il raggio minimo, prepara la morsa o la piegatrice, traccia la linea e piega in modo progressivo. Sovrapiega per compensare il ritorno elastico e verifica l’angolo. Evita crepe orientando bene la fibra e curando il raggio.

Qual è il raggio minimo di piega?

Il raggio minimo di piega è la soglia sotto la quale il materiale può segnarsi o fessurarsi. Dipende da spessore, lega e stato del metallo:

Set di dime a raggio disposte su sfondo neutro per misurazioni
Serie di dime a raggio disposte per confronto dimensionale. · Glenn McKechnie · CC BY-SA 2.0 · RadiusGauges2.jpg

più è duro, più è prudente un raggio interno maggiore per evitare micro‑cricche lungo la linea di piega.

Nella pratica si parte da tabelle del produttore o da piccole prove: definisci il raggio interno desiderato e ricava la quota di sviluppo prima del taglio, così i fori resteranno alla distanza prevista dopo la curvatura.

Materiali: alluminio vs ferro

L’alluminio in stati più duri tende a segnarsi prima e richiede raggi più ampi; quello più duttile accetta pieghe strette. Il ferro dolce (acciaio a basso tenore di carbonio) sopporta bene pieghe a raggio contenuto, ma gli acciai più resistenti necessitano raggi più generosi.

Cosa considerare per la quota di sviluppo?

La quota di sviluppo dipende da spessore, raggio e posizione della linea neutra. Molti usano il K‑factor (coefficiente che indica dove scorre la fibra neutra): se non lo conosci, parti da valori indicativi del produttore e valida con una piega campione.

Come evitare crepe sulla lamiera?

Le crepe nascono da raggio troppo stretto, materiale incrudito o linea di piega orientata male rispetto alla fibra. Con pochi accorgimenti riduci drasticamente il rischio.

  • Aumenta il raggio: un raggio interno più ampio distribuisce meglio gli sforzi e riduce l’allungamento sulla faccia esterna.
  • Controlla l’orientamento della fibra: piegare “attraverso” la fibra può essere più sicuro che piegare “con” la fibra su alcuni laminati.
  • Fai passate progressive: più pieghe leggere invece di una sola spinta limitano gli strappi superficiali.
  • Smussa il bordo: un bordo vivo concentrerebbe le tensioni; una piccola smussatura o sbavatura aiuta la continuità della curvatura.

Attrezzi indispensabili e impostazione

Un banco solido, una morsa con ganasce pulite e riscontri squadrati sono la base.

Montaggio su morsa e fresa con riscontri e perno di riferimento
Montaggio standard con morsetto fisso e riscontri per lavorazione. · Cdang · Public domain · Montage usinage standard fraiseuse.jpg

Aggiungi protezioni personali, marcatori leggibili e controlli di squadra prima di piegare.

  • Morsa con ganasce lisce o rivestite: evita graffi e consente pressioni uniformi. Prepara spessori di supporto per alzare o allineare la lamiera.
  • Piegatrice manuale o piegabordi: offre ripetibilità sugli angoli e raggi; ideale per serie, flange e cornici.
  • Martello in gomma o mazzuolo in nylon: per chiudere gli ultimi gradi senza segnare la superficie.
  • Riscontri e squadre: tenere la linea di piega parallela al bordo è fondamentale per pezzi simmetrici.
  • Tracciatura: punta a linee sottili e precise; il contrasto migliora la lettura mentre lavori.
  • Misura: calibro e goniometro per verificare spessore, raggio e angolo; meglio misurare due volte e piegare una volta.

Quanta forza serve senza pressa?

Dipende da spessore, larghezza della piega e raggio. Aumentando la leva (bracci più lunghi) o il supporto (spessori di riscontro) riduci lo sforzo e ottieni una chiusura controllata senza strappi.

Errori comuni e soluzioni

  • Crepe lungo la linea di piega. Spesso il raggio è troppo stretto o il materiale è incrudito. Aumenta il raggio e prova una piega di test su sfrido per verificare l’angolo.
  • Angolo che “rimbalza” e non resta chiuso. È il ritorno elastico: sovrapiega di pochi gradi e misura dopo qualche secondo per un valore stabile.
  • Superficie segnata dalla morsa. Ganasce sporche o spigoli vivi concentrano la pressione. Usa coperture morbide e distribuisci il contatto con listelli o piastre.
  • Pieghe non parallele al bordo. Mancano riscontri o squadre. Prepara riferimenti rigidi e controlla con una squadra ogni passaggio, prima che l’errore si accumuli.
  • Fori deformati vicino alla piega. Pianifica la quota di sviluppo e mantieni una distanza minima tra fori e raggio; quando possibile, fora dopo la piega.
  • Pieghe con raggio irregolare. Pressione disomogenea o spessore che varia. Lavora per step, controlla la posizione del pezzo e mantieni la stessa corsa su tutta la larghezza.
  • Bordo ondulato sulla flangia. La flangia è troppo stretta per lo spessore, o la fibra è compressa. Aumenta leggermente la larghezza della flangia o il raggio interno.
  • Dimensioni finali fuori quota. Mancata compensazione del ritorno elastico o raggio minimo di piega non rispettato. Esegui prove campione e aggiorna le tue quote di sviluppo.

Passi per la piegatura

  • Definisci spessore e materiale.
  • Calcola il raggio minimo di piega.
  • Traccia la linea di piega e la quota di sviluppo.
  • Imposta battute e squadra in morsa o piegatrice.
  • Esegui la piega progressiva controllando il ritorno elastico.
  • Verifica l’angolo e correggi con piccoli passaggi.

Domande frequenti

Qual è il raggio minimo di piega per l’alluminio da 1 mm?

Dipende dalla lega e dallo stato del materiale. Come regola pratica, inizia con un raggio interno vicino allo spessore ed esegui una prova sullo stesso lotto prima del pezzo buono.

Posso piegare senza piegatrice professionale?

Sì: con morsa, riscontri diritti e martello in gomma puoi ottenere pieghe pulite. Lavora per piccoli passi, misura spesso e proteggi la superficie con coperture morbide.

Meglio piegare a freddo o a caldo?

Per lamiera sottile, la piega a freddo è la via più semplice e controllabile. Il riscaldamento richiede esperienza e può alterare finitura e proprietà; evita se non necessario.

Come calcolo la quota di sviluppo?

Considera spessore, raggio e posizione della linea neutra. Usa tabelle del produttore o un K‑factor di riferimento, poi verifica la misura con una piega campione e aggiorna le quote.

Come riduco il ritorno elastico dopo la piega?

Sovrapiega di pochi gradi e verifica a freddo. Un raggio coerente con lo spessore e pressioni uniformi aiutano a stabilizzare l’angolo finale.

In sintesi rapida

  • Il raggio minimo dipende da spessore, lega e stato del materiale.
  • Sovrapiega leggermente per compensare il ritorno elastico.
  • Usa attrezzi adeguati: morsa, riscontri, piegatrice o martello in gomma.
  • Evita crepe scegliendo raggio e orientamento della fibra corretti.
  • Pianifica la quota di sviluppo prima di tagliare o forare.

Una piegatura ben riuscita nasce da preparazione e misura. Pianifica raggio, attrezzi e sequenza, poi verifica su sfrido per calibrare ritorno elastico e dimensioni finali. Con piccoli passi ripetibili otterrai angoli puliti e raggi costanti, riducendo sprechi e rifacimenti.

Non serve attrezzatura complessa per cominciare: una morsa stabile, riscontri squadrati e un metodo coerente portano lontano. Continua a documentare prove e risultati: costruirai nel tempo una tua “tabella” pratica per materiali, spessori e raggi che usi più spesso.

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