Capire a quale corrente letteraria appartenga Pirandello aiuta a leggere meglio i suoi romanzi e drammi. Tra Modernismo europeo, Decadentismo e teatro del grottesco, la sua poetica dell’umorismo supera Verismo e Romanticismo con un taglio critico sull’identità.
Brevissimo: Pirandello si colloca nel Modernismo europeo e nel teatro del grottesco. Non è verista né romantico: usa l’Umorismo per smascherare le “forme” sociali, mostra l’io come frammento mutevole e mette in scena maschere, relativismo e crisi della verità.
Che cos’è l’umorismo pirandelliano?
L’Umorismo, secondo Pirandello, non è solo risata:

è uno sguardo che scopre il contrario nelle cose. Prima c’è l’avvertimento del contrario, l’intuizione del paradosso; poi il sentimento del contrario, la compassione che nasce per l’umano che sbaglia. Così il comico diventa critica morale e conoscitiva.
Pirandello formalizza la teoria nel saggio L’umorismo (1908), prendendo le distanze dalla satira e dal comico meccanico. Il bersaglio è la frattura tra “forma” e “vita”: ciò che siamo costretti a essere e ciò che realmente fluisce, contraddicendo etichette e ruoli.
Esempio lampo
Una signora anziana veste come una ragazza: non ridiamo di lei, ma della situazione. Avvertiamo il contrario (la goffaggine) e sentiamo il contrario (tenerezza per il desiderio di giovinezza). Questo sguardo doppio è l’Umorismo.
Come si colloca Pirandello tra Verismo e Decadentismo?
Rispetto al Verismo, Pirandello sposta il fuoco dall’ambiente all’io, dall’oggettività alla percezione. L’adesione ai fatti cede al dubbio, aprendo al teatro del grottesco, dove serio e comico si mescolano. Il risultato è un realismo interiore, scettico, pieno di crepe.
Condivide con il Decadentismo l’attenzione alle crisi del soggetto, ma senza estetismi consolatori: prevale un relativismo che incrina ogni certezza. Il mondo appare come una scena in cui ognuno indossa una maschera, e la verità si frantuma in prospettive parziali.
Dal romanzo al teatro
Dai romanzi alla scena, Pirandello radicalizza l’indagine sull’identità. Nel teatro, la forma stessa dello spettacolo si rompe: personaggi che invadono il palco, prove che diventano azione, confini tra finzione e realtà che si dissolvono davanti allo spettatore.
Quali sono i temi filosofici centrali?
Primo, l’io come molteplicità: siamo “uno, nessuno e centomila”, a seconda di chi ci guarda. Secondo, lo scarto tra forma (ruolo sociale, etichetta, nome) e vita (flusso imprevedibile). Terzo, la crisi della rappresentazione: la scena è il luogo in cui l’illusione si svela.
Quarto, il relativismo conoscitivo: non possediamo verità stabili, ma punti di vista. Quinto, il caso e il tempo che scompaginano i progetti umani. Sesto, il metateatro: il teatro riflette su sé stesso e interroga lo spettatore sul senso di ciò che vede.
Forma e vita
La “forma” fissa, la “vita” scorre. Quando la forma irrigidisce la vita, nasce il conflitto. Pirandello lo mostra con ironia tragica: personaggi in cerca d’autore, padri che dubitano, vecchi che diventano re. La scena diventa un laboratorio dell’esistenza.
Punti chiave su Pirandello
- Pirandello si colloca nel Modernismo europeo.
- Le sue opere segnano il superamento del Verismo.
- Il suo teatro del grottesco indaga maschere, identità e relativismo.
- L’estetica dell'umorismo distingue comico e sentimento del contrario.
- Influenze filosofiche: Bergson, Nietzsche, relativismo gnoseologico.
- Premio Nobel per la Letteratura nel 1934.
Opere principali e lettura guidata
Per entrare in Pirandello, alterna narrativa e teatro. Il percorso mostra come la stessa idea prenda forme diverse, fino al capolavoro metateatrale Sei personaggi in cerca d’autore.

- Il fu Mattia Pascal (1904). Un uomo “muore” per caso e cambia vita. La nuova identità però è una gabbia diversa: il romanzo svela la distanza tra nome e persona.
- Novelle per un anno (1909–1937). Centinaia di racconti come laboratorio di temi e forme. Piccole situazioni quotidiane diventano specchi del caso, della maschera, dell’equivoco.
- L’umorismo (1908). Saggio teorico. Qui Pirandello definisce avvertimento e sentimento del contrario e chiarisce perché l’umorismo è conoscenza, non semplice risata.
- Sei personaggi in cerca d’autore (1921). Personaggi “incompiuti” chiedono di essere rappresentati. Il teatro riflette su sé stesso: metateatro, verità in conflitto, realtà come costruzione.
- Enrico IV (1922). Un uomo “impazzisce” e si crede imperatore. Ma chi stabilisce il confine tra recita e autenticità? La follia può diventare una forma coerente di identità.
- Così è (se vi pare) (1917). Tre versioni della stessa storia e nessuna verità definitiva. La comunità cerca un fatto, ma trova solo prospettive che non coincidono.
- Uno, nessuno e centomila (1926). Un dettaglio banale incrina l’io. La ricerca di una identità “vera” porta al deserto della persona e alla liberazione dal giudizio altrui.
Contesto storico e ricezione critica
Nell’Europa del primo Novecento, tra crisi delle certezze scientiste e nuove psicologie, Pirandello elabora un’arte della crepa: ogni storia mostra lo scarto tra ciò che appare e ciò che è. Questa rottura del quadro realistico lo rende un classico moderno.
Il riconoscimento internazionale culmina nel Premio Nobel per la Letteratura del 1934, assegnato per l’innovazione del dramma e della scena teatrale. Anche il debutto di Sei personaggi in cerca d’autore nel 1921 segnò una svolta, imponendo il metateatro sulla scena europea.
Domande frequenti
Pirandello è un autore verista?
No. Pur partendo da interessi realistici, supera il Verismo con l’Umorismo e il teatro del grottesco, spostando l’attenzione dall’ambiente alla crisi dell’io e alla relatività della verità.
Che differenza c’è tra comico e Umorismo in Pirandello?
Il comico fa ridere; l’Umorismo aggiunge il “sentimento del contrario”, una pietas critica che comprende le ragioni umane e smonta le etichette con sguardo etico-conoscitivo.
Da quale opera iniziare a leggere Pirandello?
Un buon avvio è Il fu Mattia Pascal per la narrativa e Sei personaggi in cerca d’autore per il teatro. Poi Enrico IV e Uno, nessuno e centomila per approfondire i temi identitari.
Qual è il rapporto con il Romanticismo?
Pirandello guarda oltre il Romanticismo: evita idealizzazioni e indaga l’io nella sua frammentazione. Condivide la centralità del soggetto, ma ne mostra i limiti e le contraddizioni.
Perché Pirandello vinse il Nobel?
Per l’innovazione del dramma e della scena: un teatro metateatrale, ironico e filosofico, capace di rinnovare forme e sguardo dello spettatore nel contesto del Novecento.
Punti da ricordare
- Pirandello appartiene al Modernismo europeo, non al Verismo.
- L’Umorismo distingue comico e sentimento del contrario.
- Il teatro del grottesco esplora maschere e identità.
- Opere chiave: Il fu Mattia Pascal; Sei personaggi; Uno, nessuno e centomila.
- Premio Nobel 1934 per l’innovazione drammatica.
Inquadrare Pirandello nel Modernismo e nel grottesco non è un’etichetta, ma un invito a leggerlo con occhi attenti alle maschere, alle crepe del reale e alla responsabilità dello sguardo. Rileggere oggi i suoi testi significa interrogare la nostra identità: come ci vedono gli altri? e noi stessi?
Se desideri approfondire, crea un piccolo percorso: un romanzo, un dramma, alcune novelle e pagine del saggio sull’Umorismo. Prenditi il tempo di sostare nei conflitti tra forma e vita: lì Pirandello continua a parlarci con voce sorprendentemente attuale.
