Il Wartegg è spesso citato come un “test di disegno” che prometterebbe di rivelare aspetti della personalità. In realtà, il test di Wartegg è una prova grafica proiettiva: da segni minimi in otto riquadri nascono disegni che vengono interpretati secondo metodi diversi. Qui lo presentiamo con chiarezza e prudenza, tra storia, valutazione psicologica e limiti.

In breve: il test di Wartegg è una prova grafica proiettiva nata nel Novecento. È usata da professionisti formati per esplorare aspetti della personalità, ma la sua interpretazione dipende da sistemi di scoring e contesto. Non misura direttamente l’intelligenza né fornisce diagnosi cliniche.

Come si svolge il test di Wartegg?

In poche righe, senza entrare in istruzioni operative: si propone un foglio con otto riquadri, ciascuno con un piccolo segno-stimolo; la persona completa i disegni e, talvolta, fornisce un titolo o un ordine di preferenza. La somministrazione è responsabilità di professionisti formati, non è uno strumento di auto-esplorazione.

Un contenuto, otto riquadri

Il foglio standard presenta otto riquadri separati con segni-stimolo predefiniti, che fungono da innesco per la fantasia grafica; l’obiettivo è osservare il modo in cui il soggetto organizza forme, spazio e racconto visivo. Non conta la qualità artistica del tratto, ma il processo: scelte, coerenza interna, riferimenti tematici, eventuali cancellature o esitazioni. In alcuni protocolli viene chiesto di dare un titolo ai disegni: è un dato che amplifica il contenuto simbolico, ma richiede lettura attenta per evitare forzature interpretative.

Un test proiettivo di completamento di disegni: otto riquadri con semplici segni-stimolo che il soggetto trasforma in immagini complete.

APA Dictionary of Psychology — Wartegg Drawing Completion Test, 2024. Traduzione dall’inglese.
Mostra testo originale

A projective drawing test consisting of eight boxes with simple stimulus marks that the individual completes into drawings.

Quanto è affidabile il Wartegg oggi?

La domanda cruciale riguarda validità psicometrica e affidabilità inter-giudice. Come per altri strumenti proiettivi, le conclusioni dipendono molto dalla qualità della standardizzazione, dal sistema di scoring e dalla formazione dell’esaminatore.

Che cosa dicono gli studi?

La letteratura è eterogenea: alcuni lavori segnalano utilità descrittiva in specifici contesti, altri mettono in guardia dal trarre inferenze forti. In generale, gli esiti migliorano quando si usano griglie di codifica chiare e criteri espliciti. Questo aiuta a ridurre il rumore interpretativo e a distinguere tra indicatori comportamentali e narrazioni suggestive.

Che cosa cambia con il CWS?

Un esempio è il Crisi Wartegg System (CWS), che propone regole di codifica più strutturate. L’idea è limitare la soggettività e favorire una lettura ripetibile tra valutatori, integrando il Wartegg con altri dati. Pur non rendendolo “onnipotente”, una codifica standardizzata tende a migliorare l’affidabilità e a chiarire i limiti d’uso.

Punti essenziali del Wartegg

  • È un test grafico proiettivo con otto riquadri.
  • Nato negli anni 1930 da Ehrig Wartegg.
  • L’interpretazione dipende da sistemi di scoring strutturati.
  • L’utilità dipende dal contesto e dalla formazione dell’esaminatore.
  • Non misura direttamente intelligenza o diagnosi cliniche.

Quali sono le basi teoriche?

Il Wartegg è stato storicamente interpretato all’incrocio di più modelli. Due matrici teoriche spesso citate sono la psicoanalisi (concetto di proiezione) e la psicologia della Gestalt (organizzazione percettiva e completamento di forme).

Psicoanalisi e proiezione

L’ipotesi è che, di fronte a stimoli ambigui, le persone tendano a “proiettare” temi ricorrenti nel proprio modo di sentire. Nel disegno, questo si tradurrebbe in simboli, contenuti e relazioni figurali da leggere con cautela. La proiezione non è una bacchetta magica: indica una tendenza, non un verdetto clinico.

Gestalt e completamento

I segni-stimolo funzionano come frammenti che la mente organizza secondo principi della Gestalt (vicinanza, chiusura, continuità). Il focus, quindi, è su come la persona struttura lo spazio, completa le forme e costruisce un senso narrativo, più che sulla qualità estetica del disegno.

Vantaggi e criticità a confronto

Come spesso accade con gli strumenti proiettivi, i pro e i contro emergono quando li si osserva sul campo. Ecco una panoramica bilanciata, utile per comprendere che cosa aspettarsi e che cosa evitare.

  • Accessibilità esperienziale. Per chi compila, il compito è semplice e coinvolgente. Disegnare aiuta alcune persone a esprimersi senza doversi appoggiare solo al linguaggio verbale.
  • Ricchezza qualitativa. Il protocollo produce dati descrittivi e narrativi. Questo può illuminare stili di organizzazione, temi ricorrenti e modalità di problem solving.
  • Rischio di soggettività. Senza criteri, si amplifica il bias dell’interprete, con letture creative ma poco attendibili. La standardizzazione serve a tenere a bada l’arbitrarietà.
  • Sensibilità al contesto culturale. Simboli e temi variano per età, istruzione e cultura. Una lettura avvertita considera il background ed evita etichette rapide.
  • Durata contenuta. La prova in genere è breve, utile in batterie più ampie. Tuttavia, brevità non significa automaticamente maggiore precisione.
  • Richiede formazione. L’esaminatore deve padroneggiare criteri, limiti e integrazione con altri dati. Altrimenti, le inferenze risultano fragili o fuorvianti.
  • Valore in approccio multi-metodo. Il Wartegg si presta a essere combinato con questionari, interviste e osservazioni. L’insieme fornisce un quadro più robusto.
  • Possibile impression management. Alcuni tentano di “allenarsi” sui test proiettivi. Le procedure professionali mirano a ridurre tali effetti, ma non li annullano del tutto.

Etica, contesto e buone pratiche

La prima regola è la responsabilità. La prova va usata da professionisti, con consenso informato, spiegando scopi, limiti e diritti della persona. Nessun disegno, da solo, autorizza conclusioni cliniche o decisioni importanti: serve integrazione con più fonti, tempi adeguati e supervisione.

Secondo, il rispetto della privacy: materiali, protocolli e interpretazioni non vanno diffusi fuori contesto. Terzo, la chiarezza del feedback: restituire risultati in modo comprensibile, senza determinismi, evidenziando ciò che è osservazione e ciò che è ipotesi. In sintesi: usare lo strumento con misura, competenza e trasparenza.

Domande frequenti

Il test di Wartegg misura l’intelligenza?

No. Il Wartegg non è progettato per misurare direttamente l’intelligenza e non sostituisce test cognitivi standardizzati. Al più, può offrire indizi qualitativi su stili di problem solving, da integrare con strumenti specifici.

Il test di Wartegg è affidabile?

Dipende da contesto, scoring e formazione. Sistemi strutturati e più valutatori possono aumentare la coerenza. In ogni caso, i risultati vanno letti come ipotesi, non come certezze o diagnosi.

È adatto alla selezione del personale?

In alcuni contesti viene utilizzato, ma è prudente inserirlo in una batteria multi-metodo e chiarire scopi e limiti. Decisioni di assunzione non dovrebbero basarsi su un singolo strumento proiettivo.

Posso esercitarmi per “fare bella figura”?

Non è consigliabile né utile. Tentare di compiacere l’esaminatore può produrre protocolli artificiali e meno interpretabili. La cosa migliore è collaborare in modo autentico e informato.

Quanto dura in media?

La prova è di solito breve. La durata varia in base al setting e alla persona; è comunque una componente di un percorso valutativo più ampio, non un fine a sé.

In sintesi da ricordare

  • Il Wartegg è un test grafico proiettivo a otto riquadri.
  • Non misura direttamente l’intelligenza né fornisce diagnosi.
  • La qualità dipende da scoring standardizzati e formazione.
  • Meglio usarlo in batterie multi-metodo e con consenso informato.
  • È uno strumento con valore contestuale, non una verità assoluta.

Se il tema ti interessa, il passo più responsabile è informarti su scopi, limiti e condizioni d’uso. Collocare il Wartegg dentro una valutazione ampia, con criteri chiari e confronto tra professionisti, permette di valorizzarne i segnali e di ridurre errori o aspettative irrealistiche.

Ricorda: ogni test è un punto di vista. La forza sta nell’integrazione di metodi e nell’attenzione alla persona, più che nell’aspettarsi che un singolo disegno “parli da solo”. Usato con misura, competenza e rispetto, il Wartegg può contribuire a una lettura più sfumata della soggettività.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
Quanto è stato utile questo articolo?0Vota per primo questo articolo!