Il Krampus è il compagno burbero di San Nicola nelle leggende delle Alpi centrali e orientali. Figura del folclore alpino, mescola ammonimento e festa: sfilate notturne, maschere, campanacci e fuoco che trasformano i centri storici in un teatro rituale contemporaneo.

Il Krampus è una figura folklorica alpina che accompagna San Nicola tra il 5 e il 6 dicembre. Nelle sfilate (Krampuslauf) compaiono maschere, pellicce, corna e campanacci. Tradizione scenica, non violenta, vissuta con rispetto delle regole locali e attenzione ai bambini.

Origini e calendario

La tradizione nasce nell’area alpina, dove l’inverno e la morale comunitaria si intrecciano con il calendario di San Nicola.

Quando si festeggia il Krampus?

La sera del 5 dicembre, detta Krampusnacht, molti paesi mettono in scena sfilate e visite a domicilio; il 6 dicembre è la festa di San Nicola. Alcune località anticipano o prolungano gli eventi tra fine novembre e inizio dicembre, secondo consuetudini locali.

Dove è nato il Krampus?

Le radici sono soprattutto alpine: Austria, Alto Adige/Südtirol, Tirolo e aree confinanti di lingua tedesca e ladina. Nel tempo, pratiche precristiane di inversione rituale si sono intrecciate con la figura cristiana di San Nicola, dando vita a un corteggio a due voci: premi e ammonimenti.

Nelle regioni alpine, gruppi mascherati impersonano il Krampus accanto a San Nicola: processioni rumorose con campanacci, torce e fruste sceniche mettono in scena la punizione dei bambini disobbedienti.

Smithsonian Magazine — Who Is Krampus?, 2015. Tradotto dall’inglese.
Testo originale

In Alpine regions, groups of costumed men play Krampus alongside Saint Nicholas: noisy processions with bells, torches and theatrical switches dramatize the punishment of misbehaving children.

Punti chiave sul Krampus

  • Figura del folclore alpino associata a San Nicola
  • Sfilate principali tra 5 e 6 dicembre
  • Maschere lignee, pellicce, corna e campanacci
  • Intimidisce i bambini disobbedienti, non è violento
  • Eventi più noti in Austria e Italia nord-orientale
  • Rispettare regole locali e distanze di sicurezza

Iconografia e simboli

Il costume tipico combina maschere lignee scolpite a mano, pelli scure e grandi corna. I campanacci legati alla cintura scandiscono il passo, mentre catene, torce e piccoli fasci di ramoscelli (fruste sceniche) completano l’arsenale simbolico.

Le maschere variano da villaggio a villaggio: nasi adunchi, denti accentuati, lingue dipinte, espressioni ferine. Le pelli sono spesso caprine o sintetiche; il trucco nero o fuligginoso sottolinea l’anonimato rituale e la dimensione “altra” della figura, che rappresenta il caos addomesticato dalla comunità.

Il suono metallico, il calore delle torce e l’odore della resina creano una scena immersiva. La gestualità è esagerata ma coreografata: posture basse, passi cadenzati, colpi a terra. Insieme alla figura benevola di San Nicola, il corteo mette in equilibrio premio e ammonimento, ricordando che la morale è anche spettacolo condiviso.

Cosa rappresentano le corna?

Le corna richiamano archetipi di forza, selvatichezza e fertilità. Non sono un simbolo teologico, ma teatrale: la comunità “indossa” l’inverno e lo rende affrontabile. In questo contesto, il Krampus incarna la parte irruente che viene contenuta dal dono e dalla parola di San Nicola.

Come si svolgono le sfilate

Le sfilate (Krampuslauf) sono eventi comunitari regolati da permessi, percorsi e scorte di sicurezza.

Krampus in marcia durante un Krampuslauf notturno con torce e campanacci
Krampus parade on the Johannes-Brahms-Promenade, Pörtschach am Wörthersee, 30 Nov 2012 · CC BY-SA 3.0 AT · Poertschach Krampuslauf 30112012 788.jpg - Wikimedia Commons

Si assiste a una sequenza rituale riconoscibile, pur con variazioni locali.

  1. I preparativi iniziano settimane prima. I gruppi affinano i costumi, definiscono i ruoli e provano il ritmo del corteo. La manifattura artigiana dei pezzi richiede tempo e collaborazione.
  2. La partenza avviene al calare del buio. Il Krampuslauf entra tra torce e fumo, con campanacci che rimbombano nelle vie. L’oscurità accentua l’effetto spettacolare e la percezione di “altrove”.
  3. Il corteo alterna momenti di stasi e scatti improvvisi. I figuranti interagiscono con il pubblico, mantenendo distanze e coreografie concordate. I colpi delle fruste sceniche sono diretti a terra, non alle persone.
  4. San Nicola compare come contrappunto sereno. Distribuisce piccoli doni simbolici e ristabilisce l’ordine narrativo. Il suo passaggio scioglie la tensione accumulata nella fase più “scura”.
  5. Talvolta compaiono personaggi affini: Perchten, streghe, orsi. Sono variazioni locali che ampliano il tema della soglia invernale. La cornice resta una performance rituale comunitaria.
  6. La musica sostiene l’andamento. Tamburi profondi e fiati costruiscono un tappeto sonoro che guida il passo e sincronizza i gruppi. Il ritmo cambia per far “respirare” la scena.
  7. La chiusura è raccolta. Le maschere si allontanano, si spegne il fuoco, il rumore si smorza. La comunità torna alla quiete, con l’inverno ormai “domato” dal rito.

Sicurezza, bambini e rispetto

Le sfilate sono pensate per essere sceniche, non per far male. Regole chiare e collaborazione del pubblico mantengono l’esperienza intensa ma sicura.

  • Rispettare barriere e indicazioni. Le aree di passaggio servono a proteggere figuranti e spettatori; non invadere il percorso, anche se la curiosità è forte.
  • Preparare i bambini. Spiegare il contesto e restare qualche passo indietro aiuta a gestire la sorpresa. Un cappello o cuffie riducono il rumore dei campanacci.
  • Fotografare con discrezione. Niente flash in volto e massima attenzione a torce e fumo. Privilegiare scatti grandangolari che raccontano l’insieme.
  • Non toccare costumi e attrezzi. Maschere e pellicce sono spesso opere artigiane delicate; il contatto non autorizzato può danneggiarle.
  • Seguire gli annunci ufficiali. Orari, variazioni di percorso e regole cambiano con meteo e pubblico. Ascoltare gli organizzatori è parte del rispetto per il rito.

Dove vederlo oggi

Nell’area alpina eventi noti si svolgono soprattutto in Austria e nel Nord-Est italiano. In Val di Fassa, per esempio, la tradizione è particolarmente viva e scenografica, con gruppi locali che curano costumi e coreografie secondo stilemi condivisi.

Krampus in Val di Fassa con maschere lignee e pelli durante una sfilata locale
Sfilata Krampus a Dobbiaco (Toblach, Alto Adige), 7 Dec 2008 · CC BY-SA 3.0 · Sfilata Krampus a Dobbiaco 4.JPG - Wikimedia Commons

A Pozza (oggi San Giovanni di Fassa) i cortei sono molto partecipati e si tengono di norma tra fine novembre e inizio dicembre. Per programmare la visita, conviene verificare i calendari della valle, le aree di sicurezza e gli spazi dedicati alle famiglie; così si vive l’esperienza in modo consapevole e ordinato.

Domande frequenti

Qual è la differenza tra Krampus e Perchten?

Il Krampus è il compagno ammonitore di San Nicola ed è legato al 5–6 dicembre. I Perchten compaiono soprattutto a gennaio (periodo dei Rauhnächte) e incarnano spiriti invernali più generici. Le iconografie possono somigliarsi, ma i contesti rituali sono diversi.

I bambini possono partecipare alle sfilate?

Sì, ma è bene prepararli all’intensità di suoni e maschere. Restare a distanza, evitare le prime file e seguire le indicazioni degli organizzatori rende l’esperienza coinvolgente senza stress. Molti eventi prevedono zone family-friendly.

Perché le sfilate si tengono a dicembre?

La tradizione si collega al calendario di San Nicola (6 dicembre) e alla soglia dell’inverno. La sera precedente, la Krampusnacht, mette in scena il lato ammonitore prima del dono. Alcune comunità ampliano il periodo secondo consuetudini locali.

Che materiali compongono i costumi?

Prevalgono legno per le maschere, pelli (o alternative sintetiche), metallo per campanacci e catene, tessuti pesanti per mantelli. La lavorazione è spesso artigianale e i pezzi sono personalizzati dal singolo gruppo.

Il Krampus è una tradizione religiosa?

È una tradizione popolare che dialoga con il calendario cristiano, ma non è un rito di culto. San Nicola rappresenta il polo benevolo, il Krampus quello ammonitore; insieme costruiscono una narrazione morale e comunitaria.

In sintesi finale

  • Compagno ammonitore di San Nicola nel folclore alpino
  • Krampusnacht la sera del 5 dicembre
  • Iconografia: maschere, pellicce, corna, campanacci
  • Comportamento: rispetto delle regole e distanze
  • In Italia: Val di Fassa e località alpine

Il Krampus è la prova che il folklore è una lingua viva: combina paura scenica e gioco comunitario per rinnovare, ogni inverno, un messaggio morale semplice. Se pianifichi una visita, informati sugli orari e rispetta le indicazioni: aiuterai la tradizione a mostrarsi al meglio.

Partecipare da spettatori, con curiosità e misura, significa sostenere l’artigianato delle maschere e la cura dei gruppi locali. Preparati a suoni, fumo e colpi di scena: l’esperienza sarà intensa, ma proprio per questo memorabile e condivisa.

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