Capire la lingua della moda non è solo riconoscere parole glamour: è saper leggere il lessico fashion, interpretare il gergo dei designer e orientarsi tra etichette. In questa guida troverai esempi chiari, pronunce essenziali e trucchi concreti per decifrare i termini chiave senza inciampare.
Se vuoi comunicare meglio nel settore, parti dai termini base, capisci i prestiti dal francese, leggi etichette e fibre, esercita la pronuncia e crea un glossario personale. Così eviti errori, migliori le presentazioni e guadagni credibilità quando scrivi o parli di collezioni.
Quali sono le parole base della moda?
Prima di addentrarti nei dettagli, chiarisci il nucleo del vocabolario che incontri ogni giorno, dalle sfilate ai magazine. Queste parole ricorrono ovunque e sono il tuo punto di partenza operativo.

Che differenza c’è tra moda e fashion?
Moda è la parola italiana che descrive fenomeni, gusti e cicli; fashion, di origine inglese, enfatizza industria, prodotto e immagine. Non sono sinonimi perfetti: scegli il termine secondo pubblico, canale e obiettivo del messaggio.
- Silhouette: indica la forma complessiva del capo sul corpo, dal taglio a trapezio all’aderente. Serve a capire proporzioni e bilanciamenti nelle proposte stilistiche.
- Fit: descrive l’aderenza e la vestibilità (regular, slim, oversize). È cruciale per comunicare comfort, linea e target del prodotto.
- Haute couture: capi su misura con altissima artigianalità e tempi di lavorazione lunghi. È un mondo diverso dalla produzione seriale, con standard di esclusività.
- Prêt-à-porter: abbigliamento pronto da indossare prodotto in serie. Rappresenta il cuore commerciale delle collezioni diffuse nei negozi.
- Capsule collection: micro-collezione tematica e limitata nel tempo. Aiuta a testare idee, collaborazioni e momenti forti di comunicazione.
- Sartoriale: qualità di esecuzione ispirata al su misura, anche su capi industriali. Evoca cura dei dettagli, materiali e costruzione.
- Streetwear: stile nato dall’abbigliamento urbano e sportivo, oggi ponte tra lusso e quotidiano. Parla a community, subculture e collaborazioni.
- Texture: effetto tattile e visivo della superficie, dalla grana del tweed alla lucentezza del raso. Comunica sensazioni e stagionalità.
Perché il francese è ovunque nella moda?
La moda organizzata nasce storicamente a Parigi con couturier e atelier: da lì arrivano termini come prêt-à-porter, haute couture, bustier, décolleté. L’italiano li adotta per precisione e prestigio, soprattutto in passerella e sulla stampa specializzata.
Prêt-à-porter: produzione industriale di capi d’abbigliamento pronti per l’uso, distinta dall’alta moda.
Quando usare prêt-à-porter e haute couture?
Usa haute couture per indicare capi unici su misura e processi di lavorazione d’eccellenza; usa prêt-à-porter per linee industriali stagionali pronte alla vendita. Evita di confondere i due mondi: obiettivi, tempi e pubblico sono diversi.
Come leggere le etichette e le fibre
Una parte della competenza passa dalla lettura delle etichette.
Se incontri dubbi, consulta un affidabile glossario del settore tessile o manuali tecnici per interpretare composizioni e simboli con metodo.
- Fibre: distinguere tra fibre naturali (cotone, lana, lino) e fibre man-made (viscosa, modal, poliammide) aiuta a comunicare mano, traspirabilità e resa.
- Composizione: percentuali e miscele spiegano performance e durata. Un blend ben progettato ottimizza comfort, caduta e resistenza.
- Origine e produzione: “Made in” racconta filiere e posizionamento. Confronta anche lavorazioni, finissaggi e tracciabilità se disponibili.
- Simboli di cura: i simboli di lavaggio evitano fraintendimenti post-acquisto. Tradurli in istruzioni chiare riduce resi e reclami.
- Taglie e vestibilità: le scale variano per area geografica e brand. Chiarisci conversioni e indica misure chiave per minimizzare incertezze.
Passi essenziali per iniziare
- Impara i termini base e la loro pronuncia.
- Riconosci i prestiti dal francese e dallo spagnolo.
- Leggi le etichette e le fibre con attenzione.
- Usa il contesto per evitare falsi amici.
- Costruisci un mini-glossario personale.
- Adatta il registro al pubblico e al canale.
Pronuncia: francese e spagnolo senza paura
Per il francese, rispetta le finali mute e l’accento sull’ultima sillaba: couture, atelier, croquis. Evita italianizzazioni casalinghe: “couture” non suona come cucitura, “atelier” non è “attelièr”. Esercitati con registrazioni e ripeti a voce alta.
Sui prestiti inglesi e su “shampoo” in italiano, ricordati che la forma italianizzata “sciampo” convive con “shampoo”; entrambe sono in uso e riconosciute da fonti autorevoli come l’Accademia della Crusca. Scegli in base al tono del testo e alla coerenza editoriale.
Errori comuni e falsi amici
- Couture ≠ cucito: couture indica alta moda, non qualsiasi lavorazione. Per cucito generico usa “confezione” o “sartoria”, a seconda del contesto.
- Casual ≠ casuale: “casual” riguarda stile rilassato; “casuale” indica ciò che avviene per caso. Evita scivoloni semantici nelle presentazioni.
- Tailleur: in italiano è l’abito femminile giacca-gonna o giacca-pantaloni. Per l’uomo usa “completo” o “abito”.
- Denim vs jeans: denim è il tessuto; jeans è il capo. La distinzione aiuta nelle descrizioni prodotto e nella ricerca tessile.
- Nude: non è “nudo” in senso letterale, ma un tono pelle che varia per carnagione. Specifica la sfumatura quando serve.
- Ecopelle: termine di marketing spesso riferito a materiali sintetici. Descrivi composizione e finitura per evitare equivoci.
Quali parole spagnole senti spesso?
Nella moda circolano anche prestiti dallo spagnolo, soprattutto per calzature, capi tradizionali e accessori. Usarli con la giusta pronuncia e contesto ti rende più preciso e credibile.
- Espadrillas: calzature in tela con suola intrecciata, estive e informali. Oggi esistono varianti in pelle e versioni urban.
- Bolero: giacchino corto ispirato ai costumi tradizionali. Perfetto su abiti da sera o look stratificati.
- Mantilla: velo decorativo in pizzo, tipico della tradizione iberica. In passerella diventa spesso citazione stilistica.
Domande frequenti
Che cosa significa prêt-à-porter?
È l’abbigliamento pronto da indossare prodotto in serie, distinto dall’alta moda su misura. Indica collezioni pensate per la vendita stagionale e la distribuzione nei negozi.
Come si pronuncia couture e atelier?
In francese la “e” finale non si pronuncia e l’accento cade sull’ultima sillaba: co-tùr, atel-i-è. Evita di italianizzare le parole aggiungendo vocali inesistenti.
Qual è la differenza tra capsule collection e limited edition?
Una capsule è una micro-collezione coerente per tema e styling; una limited edition è una tiratura ridotta di un prodotto già noto. Possono coesistere ma non coincidono sempre.
Si dice shampoo o sciampo in italiano?
Entrambe le forme circolano: “sciampo” è italianizzato, “shampoo” è molto comune. Scegli una forma e mantienila coerente nel testo per stile e target.
Che cosa vuol dire sartoriale su capi industriali?
Indica caratteristiche di esecuzione ispirate al su misura: cura dei dettagli, materiali, costruzione. Non significa necessariamente fatto a mano o su misura.
In sintesi operativa
- Impara i fondamentali: termini, pronuncia, etichette.
- Riconosci il ruolo del francese con esempi pertinenti.
- Leggi fibre e simboli di cura con metodo.
- Evita falsi amici usando il contesto.
- Costruisci e aggiorna il tuo glossario.
Apprendere la lingua della moda è un percorso pratico: allenati ogni giorno leggendo cartelle stampa, schede prodotto e recensioni, annota dubbi e crea un repertorio personale. Con attenzione al contesto e alla coerenza del tono, i prestiti e i tecnicismi diventano strumenti espressivi, non ostacoli. Procedi per gradi, verifica i termini e condividi il tuo glossario con il team per consolidare un uso chiaro e professionale.
