I calamari sono molluschi cefalopodi versatili: perfetti a anelli saltati, alla griglia e ripieni. Con poche attenzioni di scelta, pulizia e cottura puoi ottenere carni tenere e saporite, evitando gommosità e sapori piatti.
Guida completa e pratica: riconoscere calamari freschi o surgelati di qualità, pulirli in sicurezza, cuocerli in modo rapido o prolungato, farcirli senza romperli e condirli con equilibrio. Trovi tempi, tecniche, idee d’uso e gli errori più comuni da evitare.
Quali calamari scegliere freschi o surgelati?
Se li acquisti freschi, osserva che abbiano occhi lucidi, odore di mare e carni sode, non viscide. La pelle esterna è violacea e sottile, la sacca dev’essere integra. In genere i pezzi medio-piccoli risultano più teneri e uniformi in cottura; i grandi sono ottimi per ripieni. Considera anche la stagione: in molte zone, l’autunno-inverno offre esemplari più consistenti.
I surgelati restano un’ottima scelta se certificati: prediligi surgelati di qualità a -18 °C e con glassatura sottile (poca acqua gelata attorno al prodotto). Scongela lentamente in frigorifero, su griglia e vassoio per drenare i liquidi; asciuga bene prima della cottura. Evita confezioni con cristalli di ghiaccio eccessivi o odori anomali.
Come pulire i calamari passo dopo passo?
Per pulire i calamari bastano pochi gesti e un coltello affilato. Tira delicatamente la testa per estrarre interiora e penna; conserva i tentacoli, elimina il becco e risciacqua. La penna (cartilagine trasparente) si sfila in un attimo; la sacca va capovolta e ripulita con cura.
- Stacca la testa: tira con decisione, vengono via interiora e penna. Taglia sotto gli occhi, elimina il becco e tieni i tentacoli.
- Rimuovi la pelle: sfila la pellicina viola con le dita o col dorso del coltello. La sacca resta più chiara e regolare.
- Pulisci l’interno: estrai eventuali residui e risciacqua velocemente sotto acqua fredda, senza ammollo prolungato.
- Taglia: per anelli, affetta la sacca in rondelle regolari; i tentacoli lasciali interi o divisi a ciuffi.
- Asciuga: tampona con carta da cucina fino a ottenere una superficie asciutta, fondamentale per rosolare bene.
Prima di cuocere, distribuisci i pezzi senza sovrapporli e scalda bene la padella: l’umidità residua in eccesso ostacola la reazione di Maillard. Un’ultima passata di carta aiuta a asciugare bene.
Passi chiave per cucinare
- Scegli calamari freschi o ben surgelati.
- Pulisci rimuovendo pelle, penna e interiora.
- Asciuga bene prima della cottura.
- Cuoci rapidissimo (1–3 min) o lungo (30–40 min).
- Sala a fine cottura, non all’inizio.
- Taglio e spessore determinano i tempi.
Tempi di cottura e tecniche
Con i calamari vale la regola d’oro: cottura rapida o cottura lunga. A fuoco vivace e tempi brevi restano teneri; in umido prolungato ammorbidiscono le fibre. Evita cotture intermedie, spesso responsabili della gommosità.
Per sicurezza alimentare, quando cucini pezzi spessi o ripieni verifica la temperatura interna di 63 °C nel cuore del prodotto; è il riferimento per i prodotti ittici cotti. Per anelli sottili, valuta invece consistenza e colore: devono risultare opachi e sodi, non secchi.
- Padella rovente: un velo d’olio, sacca a striscioline o anelli. Salta 1–3 minuti, girando una volta. Aggiungi sale solo alla fine per non tirar fuori acqua.
- Griglia/piastra: scalda bene e ungi leggermente. Cuoci calamari interi o anelli 1–2 minuti per lato. Marinare 20–30 minuti aiuta gusto e colore.
- Bollitura: per insalate, acqua ben salata e aromi. Tuffa i pezzi, riprende il bollore e conta 1–2 minuti; poi raffredda subito per fermare la cottura.
- Umido/lungo: in tegame con pomodoro o vino, fuoco dolce 30–40 minuti finché morbidi. Ideale per esemplari più grandi.
- Frittura: asciuga e infarina leggermente. Olio a 170–180 °C, friggi in piccoli lotti 60–90 secondi; scola e sala alla fine per croccantezza.
- Forno: anelli o calamari ripieni su teglia calda, 180–200 °C. Ventilato per dorare, tempi variabili da 8 a 20 minuti secondo spessore.
- Sottovuoto/bassa temperatura: brevi passaggi a 58–60 °C per consistenza setosa, poi rosolatura veloce in padella per colore e profumo.
Come evitare calamari gommosi?
Il primo errore è il troppo tempo a calore medio: indurisce le fibre senza scioglierle. Scegli cottura rapida (padella, piastra, frittura) oppure cottura lunga in umido, senza soste nel mezzo. Tagli omogenei garantiscono tempi uniformi.
Asciuga sempre bene prima di cuocere; il vapore raffredda la superficie. Usa padelle ampie per evitare sovraffollamento. Le marinature leggere (olio, limone, erbe) apportano sapore ma non “ammorbidiscono” da sole: servono tempi corretti. Infine, sale a fine cottura per preservare succosità.
Ripieni, condimenti e abbinamenti
I calamari ripieni sono un classico: prova i calamari ripieni al forno con pane, prezzemolo, tentacoli tritati, capperi e un filo d’olio. Per una farcia morbida usa pane ammollato nel latte, ben strizzato, o patata lessa schiacciata; evita ripieni troppo umidi. Chiudi con uno stecchino e cuoci 15–20 minuti, girando una volta.
Per condire, mantieni equilibrio: olio extravergine, limone e prezzemolo sono intramontabili. Per un piatto freddo, unisci patate, sedano, olive e ottieni un’ottima insalata di calamari. In tavola abbina contorni freschi e pane croccante; vini bianchi sapidi o bollicine asciutte puliscono bene il palato.
Domande frequenti
Quanto durano i calamari in frigo?
Meglio consumarli entro 24 ore se freschi; mantienili sul ripiano più freddo, coperti e asciutti. I cotti si conservano 1–2 giorni ben chiusi; riscaldali rapidamente per non seccarli.
Posso cucinare calamari surgelati senza scongelarli?
Sì, per padella o griglia ad alta temperatura: cuoci pochi pezzi alla volta e asciuga subito l’acqua rilasciata. Per ripieni o forno, è preferibile scongelare in frigo per una cottura più uniforme.
A che temperatura dovrebbero arrivare?
Per pezzi spessi o ripieni verifica il cuore del prodotto: 63 °C è il riferimento comunemente adottato per i prodotti ittici cotti, utile a calibrare i tempi senza seccare la carne.
Come tagliare anelli regolari?
Raffredda la sacca 10–15 minuti in freezer per compattarla, poi affetta con coltello ben affilato mantenendo spessore costante (0,8–1,2 cm). Asciuga gli anelli prima di cuocerli per una rosolatura uniforme.
Che differenza c’è tra calamari e totani?
Sono specie diverse: il totano ha pinne triangolari più piccole e carne spesso più consistente. In cucina i metodi sono simili, ma il totano gradisce cotture un po’ più lunghe, specie in umido.
Come evitare che si restringano sulla griglia?
Scalda molto la piastra, asciuga bene e incidi leggermente la sacca con tagli obliqui. Cuoci 1–2 minuti per lato, senza muoverli continuamente, e sala solo alla fine.
In sintesi operativa
- Scegli freschi con occhi lucidi e odore di mare; surgelati ben conservati.
- Pulisci con cura, asciuga a fondo e taglia in spessori uniformi.
- Cuoci rapidissimo o in umido lungo; evita tempi intermedi.
- Controlla il cuore dei ripieni e sala alla fine.
- Ripieni equilibrati e condimenti essenziali esaltano il sapore.
Con pochi accorgimenti, i calamari diventano un secondo piatto affidabile e gustoso in ogni occasione. Parti dalla materia prima migliore che puoi permetterti, cura asciugatura e calore, e scegli se valorizzarli con cotture brevi e vivaci o con umidi lunghi e pazienti, secondo il taglio e l’uso.
La pratica farà il resto: prova una base alla piastra, una frittura leggera, un umido profumato e un ripieno equilibrato. Confronta consistenze, annota tempi e preferenze di casa, poi perfeziona condimenti e accompagnamenti. In poche prove troverai il tuo metodo “sempre buono”.
