Pochi ingredienti, metodo chiaro e pratica costante: ecco come portare a tavola una pizza profumata, con cornicione arioso e fondo ben cotto. In questa guida trovi impasto, lievitazione e cottura spiegati passo per passo, con esempi su teglia e su piastra per risultati ripetibili. Con attenzione a tempi e temperature, anche un forno domestico può dare pizze sorprendenti.
Scegli una farina medio‑forte, regola l’idratazione, sviluppa una buona struttura con pieghe e riposi, e cuoci su superficie rovente. Con poco lievito e una lievitazione lunga otterrai leggerezza, mentre condimenti equilibrati eviteranno basi umide e cornicioni compatti.
Quali farine usare per l’impasto?
Per una margherita affidabile in casa, scegli una farina 0 o 00 con buon tenore proteico. Poi regola l’acqua in base alla stagione e fai autolisi di 20–30 minuti:

l’impasto diventa più estensibile e facile da stendere. Se vuoi più profumo, miscelare una piccola quota di tipo 1 o integrale dona carattere senza appesantire.
La forza della farina (spesso espressa come W) ti orienta: valori medi (indicativamente 260–300) supportano lievitazioni lunghe in frigo, mantenendo struttura. Un’idratazione del 60–65% è un buon punto di partenza per i forni domestici: è gestibile a mano e produce briciole aperte. In estate potresti scendere di pochi punti per evitare eccessiva appiccicosità.
Il sale va intorno al 2% sul peso della farina, bilanciando gusto e tenuta del glutine. Il lievito può essere ridotto se allunghi i tempi: più riposo, meno lievito, stesso volume finale. Anche un 0,1–0,3% di lievito di birra secco, con maturazione in frigo, è spesso sufficiente per un impasto arioso.
Quanto deve lievitare l’impasto?
Dipende da temperatura ambiente, forza della farina e idratazione. In generale, una maturazione in frigorifero tra 8 e 24 ore dona sapore e digeribilità; poi porta a temperatura ambiente, porziona e lascia puntare per 20–40 minuti. Cerca un impasto vivo ma non collassato: volume aumentato, bolle piccole diffuse e superficie elastica. Se la cucina è fredda, prolunga i riposi; se è calda, accorciali per non oltre‑fermentare.
Passaggi essenziali
- Pesa con precisione farina, acqua, sale e lievito.
- Mescola e fai autolisi per 20–30 minuti.
- Impasta finché l’impasto è liscio e teso.
- Esegui pieghe e riposi per sviluppare struttura.
- Fai lievitare in frigo 8–24 ore.
- Preforma, pirlatura e puntata di 20 minuti.
- Stendi delicatamente dal centro verso l’esterno.
- Cuoci in teglia rovente o su piastra.
Cottura in forno e su piastra
Il calore è il tuo alleato. Preriscalda il forno per almeno 30–45 minuti alla massima temperatura disponibile, posizionando la griglia nella parte alta. Una teglia rovente o una pietra/lastra in acciaio riducono i tempi di cottura e asciugano bene il fondo. Se il forno lo consente, attiva il grill negli ultimi minuti per dare colore al cornicione.
Per capire la differenza rispetto alla pizzeria, ricorda che i forni professionali arrivano a temperature molto superiori. Il Disciplinare AVPN cita tempi e gradi tipici del forno a legna, utili come riferimento e non come requisito per il forno di casa.

Con un buon preriscaldamento e cottura in alto, puoi comunque ottenere ottimi risultati.
Hai una pietra refrattaria o un acciaio per pizza? Scaldali in alto per massimizzare l’irraggiamento: stendi il disco sul supporto ben caldo e cuoci 4–7 minuti, ruotando a metà se necessario. In alternativa, scalda la teglia vuota, capovolgila per usarla come superficie piatta e inforna la base già condita con passata e poco olio; aggiungi formaggio a metà cottura per evitare eccesso di umidità.
La cottura avviene in forno a legna tra 430 e 480 °C, per 60–90 secondi, secondo il disciplinare della Verace Pizza Napoletana.
Condimenti e varianti
La base ideale è asciutta ma non secca. Usa passata ben scolata o pelati schiacciati con poco sale e olio; poca umidità in più arriva dalla mozzarella. Per evitare un fondo bagnato, scegli fior di latte ben sgocciolato oppure mozzarella di bufala tamponata; aggiungili solo nell’ultima parte di cottura.
Per la margherita: pomodoro, mozzarella, basilico e un filo d’olio. Per la marinara: solo pomodoro, aglio e origano. Le pizze bianche valorizzano ingredienti delicati come patate a fette sottili, rosmarino e pecorino, o abbinano verdure saltate con formaggi a pasta filata. Mantieni l’equilibrio: pochi ingredienti, ben distribuiti.
Vuoi preparare pizzette per un buffet? Porziona l’impasto più piccolo, stendi dischi da 10–12 cm e cuoci tempi ridotti: in genere bastano 5–6 minuti su pietra calda. Condimenti compatti (pomodoro e un dado di formaggio) aiutano a mantenere il bordo asciutto e scongiurano base umida. Per una versione mignon, usa stampi da muffin unti e senza esagerare con i sughi.
Errori comuni e soluzioni
- Impasto troppo duro: probabilmente poca acqua o farina troppo forte. Aumenta gradualmente l’idratazione e introduci pause di riposo. Le mani umide ti aiuteranno a lavorare l’impasto senza strapparlo.
- Base umida dopo la cottura: spesso è condimento eccessivo o mozzarella troppo bagnata. Asciuga gli ingredienti e dosa con misura. Cuoci parte dei condimenti a parte se sono molto acquosi.
- Cornicione compatto e poco alveolato: magari hai sgasato troppo in stesura. Premi dal centro verso l’esterno, lasciando intatto il bordo. Una puntata più lunga può favorire un cornicione più sviluppato.
- Pizza pallida: serve più calore, soprattutto dall’alto. Posiziona la griglia alta e valuta di attivare il grill a fine cottura. Una superficie di cottura ben pre‑riscaldata fa la differenza.
- Impasto che si strappa: spesso è poco sviluppato o troppo freddo. Allunga i riposi e riporta l’impasto a temperatura ambiente. Fai pieghe dolci per rinforzare la rete glutinica.
- Gusto piatto: può mancare maturazione o sale. Una notte in frigo aggiunge aromi e complessità. Mantieni il sale intorno al 2% e usa un pomodoro di qualità.
- Fondo bruciato ma condimento crudo: calore sbilanciato dal basso. Alza la griglia, riduci lo spessore della teglia e sfrutta il grill. In alternativa, cuoci su pietra o acciaio.
- Dischi irregolari: lascia riposare i panetti prima di stendere. Lavora su superficie leggermente infarinata. Un impasto rilassato risponde meglio e mantiene la forma.
Domande frequenti
Quale farina compro se non conosco il valore W?
Scegli una 0 o 00 con almeno 11–12% di proteine: sono farine medio‑forti adatte a lievitazioni domestiche. Se l’etichetta non riporta W, prova e valuta l’assorbimento; se tiene idratazioni 60–65%, va bene.
Quanto lievito devo usare per una maturazione in frigo?
Con maturazione 8–24 ore bastano dosi molto basse: in genere 0,1–0,3% di lievito secco sul peso farina. Tieni conto della temperatura: più caldo significa meno tempo o ancora meno lievito.
Posso cuocere bene anche solo con teglia?
Sì: preriscalda la teglia vuota per 30–45 minuti, rovesciala per ottenere una superficie piatta e inforna la base. Cuoci in alto e usa il grill a fine cottura per colorare il bordo.
Come ottengo un cornicione più alto?
Non sgasare il bordo in stesura, fai riposi adeguati e usa idratazione media. Sposta la cottura verso l’alto per dare spinta al cornicione, aggiungendo il formaggio solo nella seconda parte della cottura.
Come preparo pizzette per un buffet?
Dividi l’impasto in piccoli panetti, stendi dischi di 10–12 cm e condisci con pomodoro e poco formaggio. Cuoci su pietra o teglia ben calda per 5–6 minuti, ruotando a metà se serve.
In breve, cosa ricordare
- Usa una farina medio-forte e idratazione 60–65%.
- Allunga la lievitazione con il frigo per più leggerezza.
- Stendi senza sgasare e condisci con moderazione.
- Scalda bene teglia, pietra o acciaio per pizza.
- Cuoci in alto e aggiungi il formaggio a metà cottura.
Ora hai un percorso chiaro: ingredienti semplici, gesti essenziali e calore ben organizzato. Parti dalla farina che hai, annota idratazione e tempi, e migliora una variabile alla volta. In poche sessioni vedrai cornicioni più alti, fondo asciutto e sapori più puliti.
Metti in pratica i passaggi, misura con una bilancia precisa e non temere di adattare idratazione e riposi alla tua cucina. Che tu scelga teglia, pietra o acciaio, con una superficie ben rovente e condimenti equilibrati trasformerai ogni infornata in un risultato affidabile.
