Nel lavoro e nella corrispondenza formale, capita di dover abbreviare formule di cortesia senza perdere chiarezza o rispetto. Questa guida spiega quando adottare un’abbreviazione (come Gent.mo/Gent.ma), quali forme abbreviate preferire e come evitare scivoloni, con esempi pratici e analogie semplici.
Abbrevia “gentilissimo/gentilissima” in Gent.mo/Gent.ma solo nell’apertura; nel testo sviluppa per esteso. Usa Spett.le per aziende, il punto nelle abbreviazioni, niente spazi interni. Mantieni coerenza e misura in email e lettere.
Quando è corretto abbreviare gentilissimo e gentilissima?
In italiano amministrativo e d’ufficio si abbreviano le formule di cortesia quasi solo nell’apertura della lettera o dell’email (es. “Gent.ma”, “Gent.mo”). Nel corpo del testo, invece, è preferibile scriverle per esteso, salvo esigenze di spazio o ripetizioni ravvicinate.
Nelle comunicazioni più formali o in contesti cerimoniali e occasioni solenni, la forma per esteso (“Gentilissima”, “Gentilissimo”) è spesso la scelta più elegante e rispettosa.
Quali abbreviazioni sono accettate e come si scrivono?
Le forme più comuni sono standardizzate e vanno scritte con il punto di abbreviazione e l’iniziale maiuscola, quando compaiono in apertura: “Gent.mo”, “Gent.ma”, “Spett.le”. Evita soluzioni creative: la chiarezza viene prima della fantasia.
Abbreviazioni più comuni
- Gent.mo = gentilissimo (maschile): es. “Gent.mo Dott. Rossi,”.
- Gent.ma = gentilissima (femminile): es. “Gent.ma Sig.ra Bianchi,”.
- Spett.le = spettabile (aziende/enti): es. “Spett.le Core S.r.l.,”.
- Sig., Sig.ra = signore, signora: es. “Gent.mo Sig. Verdi,” / “Gent.ma Sig.ra Bianchi,”.
- Dott., Dott.ssa = dottore, dottoressa: es. “Gent.mo Dott. Rossi,” / “Gent.ma Dott.ssa Neri,”.
Punteggiatura e maiuscole
Nelle abbreviazioni si usa il punto finale (Gent.mo, Gent.ma, Spett.le), con iniziale maiuscola in apertura. Evita spazi errati: “senza spazi interni” è corretto (“Gent.ma”), mentre “Gent. ma” non lo è.
Le abbreviazioni si ottengono troncando la parola e si indicano col punto; sono diffuse in intestazioni e formule di cortesia.
Le abbreviazioni di cortesia seguono convenzioni consolidate; linee guida e chiarimenti dell’Accademia della Crusca aiutano a orientarsi su casi dubbi e varianti d’uso, privilegiando semplicità e misura e coerenza nello stesso documento.
Cosa fare e cosa evitare
- Usa “Gent.mo” e “Gent.ma” solo in apertura.
- Evita punti eccessivi: “Gent.ma”, non “Gent. ma”.
- Limita le abbreviazioni nel corpo del testo.
- Preferisci “Spett.le” per aziende e enti.
- Scrivi per esteso in occasioni solenni.
- Mantieni coerenza nello stesso documento.
Come usare le abbreviazioni in email e lettere
Le abbreviazioni funzionano bene come salutazione di apertura e in indirizzi e intestazioni, dove lo spazio è prezioso. In tutti gli altri casi, la leggibilità vince: meglio una parola in più che una cortesia criptica.
Ricorda che le abbreviazioni puntate (“Gent.
ma”) non sono sigle: queste ultime si scrivono di norma senza punti (es. “SPA” oppure “S.p.A.” secondo stile adottato). Usa una convenzione e rispettala ovunque.
- Identifica il destinatario: persona fisica (Gent.mo/Gent.ma) o organizzazione (Spett.le).
- Scegli la forma in base al contesto: formale solenne (per esteso), formale quotidiano (abbreviazione ammessa).
- Componi la riga di apertura: “Gent.ma Dott.ssa Neri,” o “Gent.mo Dott. Rossi,”.
- Mantieni coerenza: se inizi con abbreviazioni, evita di alternarle con forme estese nella stessa pagina.
- Nel corpo del messaggio, preferisci “Gentile” o la forma per esteso, a meno di ripetizioni ravvicinate.
- In chiusura, usa saluti completi: “Cordiali saluti”, “Distinti saluti”, senza abbreviazioni.
Quali errori evitare e come correggerli
Piccoli dettagli fanno grande differenza. Correggere abitudini sbagliate evita fraintendimenti e mantiene un tono professionale e cortese.
- Spazi errati: non scrivere “Gent. ma”. Corretto: “Gent.ma”.
- Punti mancanti: “Gentma” è scorretto. Aggiungi il punto di abbreviazione.
- Uso eccessivo: abbreviazioni in ogni riga appesantiscono. Limita l’uso all’apertura e alle intestazioni.
- Genere non coerente: “Gent.mo Sig.ra” è un ibrido. Allinea genere e titolo.
- Oggetto dell’email: evita formule di cortesia. Meglio un oggetto descrittivo e chiaro.
- All caps: “GENT.MA” risulta aggressivo. Usa maiuscola solo dove necessario.
Esempi pratici in diversi contesti
Di seguito, esempi pronti all’uso che mostrano quando adottare (e quando evitare) le abbreviazioni di cortesia.

Adattali a settore, ruolo del destinatario e grado di formalità richiesto.
- Email a professionista (femminile). Prima riga: “Gent.ma Dott.ssa Neri,”. Nel testo, prosegui per esteso: “Gentilissima Dottoressa, la contatto per…”. Conclusione completa: “Cordiali saluti”.
- Email a professionista (maschile). Apertura: “Gent.mo Dott. Rossi,”. Nel corpo, alterna con “Gentile Dottore” per variare il ritmo e mantenere chiarezza.
- Lettera a un’azienda. Intestazione: “Spett.le Core S.r.l.”. Apertura successiva: “Gentili,” o “Gentile Ufficio Risorse Umane,” in base al reparto.
- Messaggio a destinatari multipli. Preferisci la forma estesa inclusiva: “Gentili”. Le abbreviazioni al plurale rischiano di confondere; meglio completezza e tono neutro.
- Contatti istituzionali. Per inviti o note protocollari, scrivi “Gentilissima”/“Gentilissimo” per esteso. L’abbreviazione qui può apparire frettolosa.
- Follow-up breve. Se lo spazio è limitato (es. su carta intestata), “Gent.ma Sig.ra Bianchi,” è accettabile in apertura; poi usa forma estesa e frasi concise.
- Oggetto email. Evita: “Gent.ma – richiesta”. Preferisci: “Richiesta preventivo per servizio X”. Il rispetto si mostra nel testo, non nell’oggetto.
- Nota interna tra colleghi. In molti contesti interni, è sufficiente “Buongiorno Maria,” senza titoli. Il galateo è adattabilità, non rigidità.
Domande frequenti
Si puf2 scrivere "Gent. ma" con lo spazio?
No. Le abbreviazioni non ammettono spazi interni: corretto “Gent.ma”. Lo spazio spezza la parola e ne compromette la leggibilite0.
Meglio "Gent.ma" o "Gentile"?
Dipende dal contesto. In apertura formale rapida va bene “Gent.ma/Gent.mo”; nel corpo del testo e nei toni molto protocollari e8 preferibile “Gentile” o la forma per esteso.
Si mettono i punti nelle abbreviazioni?
Sec. Le abbreviazioni ricorrono al punto (“Gent.ma”, “Dott.”). Le sigle seguono convenzioni differenti e spesso non hanno punti (es. “S.p.A.” o “SPA”, secondo stile adottato).
Come mi rivolgo a unb4azienda?
Usa “Spett.le” con denominazione completa (es. “Spett.le Core S.r.l.”). Se scrivi a un ufficio specifico, puoi iniziare con “Gentile Ufficio ...”.
Serve ripetere lb4abbreviazione nel corpo dellb4email?
Meglio di no. Nel testo, usa forme per esteso (“Gentile”, “Gentilissima”) per fluidite0 e naturalezza; riserva lb4abbreviazione allb4apertura.
Qual e8 la punteggiatura dopo la formula di apertura?
Di norma la virgola: “Gent.ma Dott.ssa Neri,”. In testi molto formali si usano talvolta i due punti, ma la virgola e8 chiara e ordinaria.
In sintesi operativa
- Gent.mo/Gent.ma solo in apertura.
- Nel testo, preferisci le forme per esteso.
- Per aziende e enti usa “Spett.le”.
- Punti e maiuscole corretti, niente spazi anomali.
- Coerenza stilistica e misura nell’uso.
Le abbreviazioni sono utili quando semplificano senza togliere chiarezza. Se hai dubbi, scegli la forma per esteso: e8 una soluzione semplice, rispettosa e universalmente chiara. Imparare poche regole pratiche ti consente di adattare il registro a destinatari diversi senza rigidite0.
Allenati a osservare i modelli del tuo settore e a creare un manuale personale di esempi: con qualche prova, la scelta tra “Gent.ma”, “Gentile” o la forma completa diventere0 naturale. L’obiettivo non e8 risparmiare caratteri, ma mantenere cortesia, ordine e leggibilite0.
