Vuoi capire come nascono i mini‑drink serviti nel bicchierino? In questa guida scoprirai che cos’è uno shottino, come si misura uno shot e come dosare gli ingredienti con precisione, senza attrezzatura complessa. Parleremo di volumi, trucchi di bartending e idee pratiche per varianti a strati e monogusto, così da ottenere risultati puliti e ripetibili a casa o al bancone.

Lo shottino è un piccolo drink servito in bicchierino. Le misure tipiche vanno da 25 a 60 ml e si dosano con jigger o metodi alternativi. Qui trovi range realistici, consigli pratici per stratificare, ricette semplici e indicazioni per un servizio curato e responsabile.

Che cos’è uno shottino?

In Italia, “shottino” indica un piccolo cocktail o un distillato servito in un bicchierino, da bere in uno o due sorsi. Al bar può essere una micro‑ricetta bilanciata o un semplice assaggio di spirito liscio; ciò che conta è la quantità contenuta e la coerenza della dose.

Shottino vs shot: differenze

Shot è il termine internazionale; shottino suona più informale e italiano. Spesso sono sinonimi, ma tra locali e manuali di bartender cambiano usi e misure: alcuni parlano di single shot (25–30 ml), altri di double (45–60 ml). Il contesto del locale fa la differenza.

Quali misure ha il bicchierino?

Non esiste una misura unica mondiale: i bicchierini vanno in genere da 25 a 60 ml, con scarti a seconda di paese, locale e ricetta. Per ottenere risultati ripetibili si utilizza il jigger, il misurino con tacche interne o doppie campane.

  • 25 ml circa: spesso considerato un “single” in diversi paesi. Ideale per assaggi di distillati ad alta gradazione e per ricette intense, da bere in un unico sorso.
  • 30 ml: vicino a 1 oncia fluida “ridotta”. Buon compromesso per shottini monogusto o con micro‑aggiunte aromatiche; consente di percepire profumi senza risultare eccessivo.
  • 35–40 ml: utile per “double leggeri” o per ricette con due parti uguali (ad esempio 20+20 ml). Offre più margine per bilanciare dolcezza e acidità.
  • 45 ml: soglia frequente del “double”. Consigliato per shottini a strati dove servono volumi distinti; attenzione alla gradazione finale.
  • 50 ml: per creazioni più complesse o cremose, quando occorrono densità diverse. Restano comunque porzioni piccole, adatte a un servizio rapido.
  • 60 ml: limite superiore comune per bicchierini capienti. Si usa per shot condivisibili o ricette dessert; cura l’equilibrio per evitare un gusto sovrastante.
  • Forme e spessori: il vetro influenza la percezione del volume. Bordo spesso e pareti coniche fanno sembrare “meno” ciò che in realtà è identico a bicchieri più sottili.

Quanto misura un bicchierino standard?

Non esiste un unico “standard” valido dappertutto. Molti bar scelgono un range pratico di 25–60 ml e lo mantengono coerente per il menu. Chiedere al banco o osservare le tacche del jigger del locale è il modo più sicuro per capirlo.

Come dosare senza jigger?

Se non hai strumenti dedicati, puoi comunque misurare con buona precisione adottando metodi di riferimento e qualche prova iniziale con acqua.

  • Metodo cucchiaini: 1 cucchiaino da tè medio vale ~5 ml. Quindi 30 ml ≈ 6 cucchiaini. Mescola prima in un contenitore e poi versa nel bicchierino.
  • Metodo contasecondi: con beccuccio versatore costante, allena un ritmo. Ad esempio, 2 secondi pieni ≈ 30 ml su beccucci “lenti”. Verifica sempre sul tuo versatore.
  • Tazze graduate piccole: ottime per pre‑batch di 2–3 shottini. Misura, miscela e poi porziona con imbuto per mantenere pulizia e uniformità.

Passi essenziali per shottini

  • Scegli il bicchierino adatto (25–60 ml) in base alla ricetta.
  • Prepara jigger e strumenti; verifica le misure prima di versare.
  • Raffredda ingredienti e bicchierino quando la ricetta lo richiede.
  • Versa con mano ferma; usa il dorso del cucchiaino per stratificare.
  • Pulisci il bordo e presenta sul vassoio più stabile disponibile.
  • Comunica gradazione e invita al consumo responsabile.

Come si prepara uno shottino a strati

La stratificazione crea colori netti e texture distinte. La regola d’oro è sfruttare densità e zuccheri: gli sciroppi e i liquori più dolci stanno sotto, quelli più leggeri sopra. Procedi con calma e controlla l’angolo di versata.

  1. Scegli tre componenti con densità diverse (es. sciroppo, liquore, distillato). Evita ingredienti con viscosità simili: si mescolerebbero.
  2. Raffredda gli ingredienti e il bicchierino: il freddo rallenta la miscelazione e aiuta a mantenere gli strati separati.
  3. Versa il primo strato direttamente sul fondo. Posiziona il bicchierino su un piano stabile e verifica il livello a metà volume.
  4. Per il secondo strato, usa il dorso del cucchiaino appoggiato al vetro: fai scivolare lentamente il liquido in modo che “galleggi” sul primo.
  5. Controlla la velocità: se compaiono vortici, fermati qualche secondo. Piccole pause tra gli strati migliorano le divisioni visive.
  6. Completa con lo strato più alcolico o più profumato. Pulisci il bordo con carta e presenta subito, senza agitare o muovere il bicchiere.

Quali ricette base provare?

Queste proposte sono pensate per esercitarti con dosi piccole e sapori puliti. Adatta sempre la quantità al volume del bicchierino che utilizzi e all’intensità desiderata.

  • Shottino al caffè: liquore al caffè e punta di sciroppo di zucchero. Aroma deciso e finale morbido. Ottimo dopo cena, servito freddo e con vetro ben pulito.
  • Shottino agrumato: distillato neutro (o agrumato) con gocce di succo di lime e micro‑dose di sciroppo semplice. Fresco e lineare; aggiungi un pizzico di sale per enfatizzare i profumi.
  • Shottino cremoso: crema di cacao scuro e crema di whisky. Densità diverse e dolcezza rotonda. Evita di agitare: versa a strati per un effetto bicolore.
  • Speziato e ambrato: rum ambrato con liquore alle erbe. Contrasto tra note balsamiche e zuccherine. Una scorzetta d’arancia, espressa sul bordo, ne amplifica il naso.
  • Rosso e fruttato: base neutra con sciroppo di granatina e tocco di bitter. Colore brillante e attacco dolce; regola le gocce di bitter per il contrappunto aromatico.
  • Erbaceo‑citrico: gin con gocce di succo di pompelmo e cucchiaino di miele fluido. Bilancia dolcezza e acidità mescolando prima in un bicchiere mixing.

Come presentare e servire in sicurezza?

La presentazione incide quanto la ricetta. Usa vassoi stabili, tovaglioli asciutti e bicchierini senza aloni; segna in anticipo i set da 2, 4 o 6 per velocizzare il servizio. Comunica sempre la gradazione indicativa e le componenti aromatiche per facilitare scelte consapevoli.

Ricorda che le unità alcoliche standard variano tra paesi e linee guida. In Italia, per esempio, molte fonti considerano un’unità come circa 12 g di alcol puro; 40 ml di distillato al 40% corrispondono pressappoco a 1 UA, mentre 30 ml ne rappresentano meno di una.

Non esiste un livello sicuro di consumo di alcol per la salute: ridurre la quantità e la frequenza resta l’approccio più prudente.

Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) — WHO Europe, 2023. Traduzione dall’inglese.
Testo originale

No level of alcohol consumption is safe for our health.

Evita scenografie rischiose o fuoco; privilegia vetri integri, ingredienti freddi e superfici antiscivolo. Se prepari set numerosi, standardizza la dose per ogni bicchiere e imposta un ritmo di servizio. Il dialogo con gli ospiti aiuta a rispettare preferenze, intensità desiderata e possibili intolleranze.

Domande frequenti

Lo shottino è sempre 30 ml?

No. I volumi comuni spaziano da 25 a 60 ml secondo paese, locale e ricetta. Chiedi al bar o osserva jigger e tacche del bicchierino per capire lo standard adottato.

Posso sostituire il jigger con cucchiaini?

Sì: 1 cucchiaino da tè è circa 5 ml. Per 30 ml usa 6 cucchiaini, preferibilmente dosando prima in un contenitore graduato per maggiore precisione e pulizia.

Qual è la differenza tra shottino e cicchetto?

Sono termini affini: shottino richiama il formato “shot”, cicchetto è più colloquiale. In entrambi i casi contano dose piccola e servizio rapido, con ricette semplici o a strati.

Come ottenere strati netti?

Usa la tecnica della stratificazione: ingredienti freddi, versata lenta sul dorso del cucchiaino, densità crescenti dal basso verso l’alto e brevi pause tra uno strato e l’altro.

Quale temperatura è ideale?

Freddo secco per la maggior parte degli shottini: bicchierino e ingredienti ben raffreddati aiutano separazione e pulizia aromatica, senza ghiaccio nel bicchiere che deformerebbe le dosi.

Quante unità alcoliche contiene uno shottino?

Dipende da volume e gradazione. Indicativamente, 40 ml al 40% sono circa 1 unità in Italia; 30 ml al 40% risultano inferiori. Verifica sempre indicazioni locali e componenti della ricetta.

In sintesi operativa

  • Definisci il volume: 25–60 ml sono i range più comuni.
  • Usa jigger o riferimenti affidabili per dosi ripetibili.
  • Per stratificare: densità dal basso, versata lenta e ingredienti freddi.
  • Prova ricette semplici con 2–3 ingredienti prima di varianti complesse.
  • Cura vassoio, pulizia del vetro e comunicazione della gradazione.

Lo shottino è una palestra ideale per migliorare precisione, estetica e tecnica. Conoscere misure, pesi e stratificazione accelera l’apprendimento e rende il servizio più fluido. Procedi per prove, prendi appunti sulle dosi e mantieni costanti gli strumenti per ottenere risultati coerenti nel tempo.

Che tu stia sperimentando a casa o gestendo un banco in serata, l’obiettivo è offrire piccoli assaggi gustosi, presentati bene e serviti con attenzione. Scegli ricette lineari, standardizza le dosi e comunica sempre in modo trasparente la gradazione: così l’esperienza resta piacevole, sicura e memorabile.

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