Il mirto è il celebre liquore mediterraneo di tradizione sarda, ottenuto dall’infusione delle bacche della pianta Myrtus communis. Dal profumo balsamico e selvatico, è servito come digestivo e si presta anche a piccoli abbinamenti dolci. In questa guida impari a riconoscerne il sapore, a scegliere la bottiglia giusta e a servirlo alla perfezione.

In breve: cos’è il mirto, come riconoscerne profumi e gusto, quali varianti esistono, come servirlo al meglio e con quali cibi abbinarlo. Trovi anche consigli per scegliere la bottiglia giusta e una panoramica essenziale del processo produttivo.

Che sapore ha il mirto?

Il mirto sprigiona aromi mediterranei che ricordano macchia, resine e frutti scuri. All’assaggio, dolcezza e note amaricanti si alternano in un equilibrio che cambia da etichetta a etichetta.

Nel profilo olfattivo emergono note balsamiche (alloro, rosmarino), bacche di ginepro e frutto scuro. Al palato il mirto rosso è rotondo, con sensazioni di mora, mirto selvatico e spezie; quello bianco è più agile, erbaceo, con accenni di foglia fresca. La persistenza è mediamente lunga, grazie a oli essenziali naturalmente presenti nelle bacche.

Come si serve il mirto a tavola?

Per esaltarne profumi e texture, la temperatura di servizio è cruciale: freddo ma non anestetizzato. Il mirto rosso dà il meglio dal frigorifero; il bianco regge anche temperature più basse, senza ghiaccio.

Scegli bicchieri piccoli a tulipano o da amaro, che convogliano gli aromi. Versa porzioni contenute (20–30 ml) e lascia ossigenare un attimo prima di annusare. Con dessert e a fine pasto, il mirto gioca il ruolo di digestivo conviviale, perfetto anche per brindisi informali.

Servire il mirto al meglio

  • Raffredda la bottiglia a 4–8 °C per il mirto rosso; 2–6 °C per il bianco.
  • Usa bicchieri piccoli a tulipano o da amaro.
  • Evita il ghiaccio; diluisce aromi e corpo.
  • Versa 20–30 ml per degustazione.
  • Riposa 1–2 minuti nel bicchiere prima di annusare.
  • Abbina a dolci secchi o formaggi erborinati.

Da dove viene il mirto e quali varianti esistono?

Il mirto nasce in Sardegna e in altre zone del Mediterraneo, dove la pianta di myrtle cresce spontanea. Le bacche di mirto sono la base del mirto rosso; foglie e giovani germogli danno vita a versioni chiare, spesso dette “mirto bianco”. Esistono varianti tipiche secche o più dolci, secondo tradizione e stile del produttore.

Myrtus communis è un arbusto sempreverde originario del bacino mediterraneo, dalle foglie aromatiche e bacche scure.

Royal Botanic Gardens, Kew — Plants of the World Online, 2023. Traduzione dall’inglese.
Testo originale

Myrtus communis is an evergreen shrub native to the Mediterranean region, with aromatic leaves and blue-black berries.

Nelle varianti rosse, il colore dipende dall’estrazione dei pigmenti; quelle bianche puntano su un registro più erbaceo, con minor impronta fruttata. Alcune etichette ricorrono a piccole aggiunte botaniche (per esempio scorze o spezie) per ampliare il ventaglio aromatico, restando focalizzate sul carattere del mirto.

Mirto rosso vs. mirto bianco

Il rosso privilegia intensità e frutto, spesso con maggiore rotondità al palato; il bianco privilegia freschezza, erbe e leggere note agrumate. Per dessert al cioccolato il rosso è una scelta naturale; con dolci più delicati, o come aperitivo mediterraneo, il bianco può sorprendere per agilità e nitore.

Con quali cibi si abbina il mirto?

Consideralo come un vino dolce balsamico: cerca contrasti con sapidità o grassi e affinità con aromi tostati e frutta scura. Ecco idee pratiche da portare a tavola.

  • Dolci secchi della tradizione. Amaretti sardi, papassini e biscotti di mandorla valorizzano la parte balsamica. La friabilità pulisce il palato tra un sorso e l’altro.
  • Cioccolato fondente 70–80%. L’amaro del cacao abbraccia la dolcezza del mirto; prova truffle o quadrotti con nocciole. Il contrasto crea un finale più lungo e pulito.
  • Formaggi erborinati. Gorgonzola o roquefort trovano equilibrio nella dolcezza e nei toni resinati. Una goccia sul piatto, non direttamente sul formaggio.
  • Crostata ai frutti di bosco. Le note di mora e mirtillo ricalcano il profilo del liquore; l’acidità della confettura evita l’eccesso di dolce. È un abbinamento tipico e molto accessibile.
  • Carni arrosto. Dopo maiale al forno o agnello, il mirto è un digestivo aromatico che accompagna la chiusura del pasto. Evita salse troppo zuccherine, che sommano dolcezza.
  • Gelato alla crema. Un cucchiaio di mirto “a specchio” su fiordilatte o panna dona colore e profumo; non esagerare con la quantità. Funziona anche con semifreddi artigianali.
  • Cocktail semplici. Una parte di mirto, tonica secca e twist di limone per un long drink rinfrescante; oppure poche gocce in un Gin & Tonic. Mantieni la miscela bilanciata.

Come si produce il mirto?

Il processo è semplice nei principi, ma richiede materia prima sana e tempi corretti. Ogni produttore firma uno stile, dal più secco e botanico al più dolce e fruttato.

Si raccolgono bacche mature, si puliscono e si lasciano in infusione in alcol neutro: una macerazione a freddo che estrae composti aromatici, colore e tannini. Dopo la filtrazione, l’infuso si unisce a uno sciroppo di zucchero e acqua, si affina per qualche settimana e si imbottiglia. La macerazione è una tecnica ammessa e molto diffusa nelle bevande spiritose aromatizzate.

Colori e aromi dalla macerazione

Le bacche apportano pigmenti come gli antociani, responsabili delle sfumature dal rubino al porpora nel mirto rosso. Estratti più lunghi danno colore e corpo, ma rischiano una leggera astringenza; estrazioni più brevi privilegiano profumi floreali e balsamici. Filtri e chiarifiche influenzano la luminosità del liquido e la sua consistenza al palato.

Come scegliere una buona bottiglia?

Etichetta chiara, ingredienti semplici e stile coerente con i tuoi gusti sono la bussola migliore. Ecco criteri pratici da valutare in enoteca o online.

  • Ingredienti. Cerca elenchi brevi: bacche di mirto, alcol, zucchero, acqua. Eventuali spezie o scorze devono essere dichiarate. Diffida di aromi generici o inutili coloranti.
  • Stile e gradazione. Rosso più fruttato, bianco più erbaceo; entrambe le opzioni hanno dignità. Scegli una gradazione coerente con il momento di consumo e la tua sensibilità.
  • Produttore. Piccole realtà artigianali puntano sull’identità del territorio; i grandi garantiscono costanza. Leggi note di degustazione per capire il profilo prima dell’acquisto.
  • Prezzo/qualità. Un mirto ben fatto non deve essere eccessivamente dolce né bruciante. Il rapporto qualità/prezzo si coglie dal primo naso: aromi nitidi, finale pulito.
  • Formato. Le dimensioni incidono sulla freschezza: 500–700 ml sono versatili; mignon per assaggi o regali. Evita bottiglioni se il consumo è occasionale.

Domande frequenti

Il mirto è dolce o amaro?

Dipende dallo stile: il mirto rosso tende a essere più dolce e fruttato, con un accenno amaricante finale; il bianco è più secco ed erbaceo. Il bilanciamento varia secondo produttore e ricetta.

Meglio mirto rosso o bianco?

Sono due esperienze diverse: il rosso accompagna bene dessert intensi (cioccolato, frutta scura), il bianco si presta ad aperitivi mediterranei e dolci più delicati. Provali in contesti diversi per decidere.

Si beve prima o dopo i pasti?

Tradizionalmente dopo pasto, come digestivo. Tuttavia il mirto bianco, più leggero e erbaceo, può funzionare anche prima di mangiare, in piccole dosi, o dentro cocktail semplici.

Come si conserva il mirto aperto?

Tappa bene e conserva al fresco, al riparo da luce e calore. In frigorifero mantiene al meglio profumi e colore. Evita lunghi contatti con aria: sono i più grandi nemici dell’aroma.

Il mirto contiene solfiti o allergeni?

Può variare da marca a marca. Leggi sempre l’etichetta per allergeni e additivi. In generale il mirto tradizionale contiene pochi ingredienti: bacche, alcol, zucchero e acqua.

Posso usarlo nei cocktail?

Sì. Funziona bene in long drink con tonica secca e scorza di limone, oppure in piccole dosi per colorare e profumare un Gin & Tonic. Evita di coprirne i profumi con troppi ingredienti.

In sintesi sul mirto

  • Il mirto è un liquore mediterraneo dalle note balsamiche.
  • Si serve freddo, senza ghiaccio, in bicchieri piccoli.
  • Esistono varianti rosse (più fruttate) e bianche (più erbacee).
  • Ottimi abbinamenti: dolci secchi, cioccolato e formaggi.
  • La qualità si legge da ingredienti, stile e formato.

Sapersi orientare tra stili, profumi e abbinamenti rende il mirto un compagno versatile, dal dopocena alla mixology semplice. Scegli ingredienti puliti, servilo alla giusta temperatura e in piccoli sorsi: così emergono le sfumature di macchia mediterranea e il sorso resta nitido e piacevole.

Che tu preferisca il rosso intenso o il bianco più agile, prova il mirto con dessert e formaggi per scoprirne la personalità. Con qualche prova e attenzione ai dettagli, troverai l’uso più adatto al tuo gusto e alle tue occasioni.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
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