Tra i distillati, il gin è un classico intramontabile: profuma di ginepro e di botaniche, spazia dagli agrumi alle spezie, e si adatta a molti cocktail. In questa guida scoprirai come riconoscerne gli stili, leggere gli aromi e abbinarlo ai drink più adatti. Con esempi pratici, capirai come selezionarlo in modo consapevole.

Il gin è un distillato aromatizzato al ginepro, con stili diversi (London Dry, Old Tom, Navy Strength). Qui trovi botaniche chiave, criteri di scelta per Negroni e tonic, consigli di degustazione e punti rapidi da ricordare, per acquistare e usare ogni bottiglia con maggiore sicurezza.

Quali sono gli stili di gin più diffusi?

Gli stili principali includono London Dry, Old Tom, Contemporary e Navy Strength: variano per intensità del ginepro, dolcezza e tecniche di distillazione. Conoscere questi stili principali ti aiuta a decidere quando un profilo funziona meglio in miscelazione o in purezza.

Qual è la differenza tra London Dry e Distilled?

Nel London Dry gli aromi derivano da botaniche distillate; non si aggiungono aromi o dolcificanti dopo. Nel Distilled Gin la base è distillata con le botaniche, ma sono consentite aggiunte naturali post-distillazione: utile per profili più sfaccettati senza diventare zuccherini.

  • London Dry: stile secco e diretto, con ginepro in evidenza e agrumi nitidi. Ideale per Martini e Gin Tonic puliti. Niente aromi aggiunti dopo la distillazione; finale teso e asciutto.
  • Distilled Gin: conserva l’anima secca ma consente lievi aggiunte naturali post-distillazione. Spesso mostra più stratificazione aromatica, con erbe e fiori che affiorano in progressione nel sorso.
  • Old Tom: stile storico, una punta più dolce e morbida del London Dry. Funziona bene in cocktail classici come Tom Collins, dove una dolcezza lieve sostiene l’acidità.
  • Plymouth: geograficamente legato alla città omonima; profilo rotondo, agrumi e spezie bilanciati. Più gentile del London Dry, spesso con corpo vellutato e finale armonico.
  • Navy Strength: gradazione alta (tipicamente 57% vol) che concentra aromi e struttura. Perfetto quando vuoi impatto in miscelazione; da dosare con attenzione.
  • Contemporary/New Western: il ginepro resta presente, ma non necessariamente dominante. Spazio a note di frutta, erbe e fiori moderni per un profilo creativo e sorprendente.
  • Flavoured/Aromatizzati: aromi (es. frutti rossi o agrumi) ben definiti. Ottimi per highball e aperitivi, ma verifica che la componente aromatica non sovrasti il ginepro.

Come scegliere un gin per il Negroni?

Il Negroni è un equilibrio tra amaro, dolce e secco. Scegli un gin capace di farsi sentire accanto a vermut e bitter, con agrumi netti e ginepro in primo piano, evitando profili eccessivamente dolci o floreali.

  • Prediligi un profilo secco e agrumato, così le note di arancia e pompelmo sostengono il bitter senza appesantire la bevuta.
  • Valuta la struttura alcolica: una gradazione solida dà spalla al drink e mantiene chiari gli aromi in presenza di ingredienti intensi.
  • Controlla il bilanciamento delle spezie: pepe, coriandolo e radici possono aggiungere grip, ma non devono coprire il cuore di ginepro.
  • Evita gin troppo dolci o fruttati: rischiano di confondere l’amaro del bitter e la morbidezza del vermut.
  • Testa con ghiaccio grande e diluizione controllata: la struttura del gin si esprime meglio e l’insieme resta nitido fino all’ultimo sorso.

Le proporzioni classiche sono note nel mondo della mixology professionale, comprese le linee guida dell’International Bartenders Association (IBA). La ricetta storica è semplice e mette alla prova la chiarezza aromatica del gin.

Negroni: parti uguali di gin, bitter e vermut rosso, mescolato sul ghiaccio e servito on the rocks con guarnizione d’arancia.

International Bartenders Association — IBA Cocktail Recipes, 2024. Tradotto dall’inglese.
Testo originale

Negroni: equal parts gin, bitter, and sweet red vermouth. Stir over ice, serve on the rocks, garnish with orange.

Da cosa deriva il carattere del gin?

Il carattere nasce dall’alcol neutro di partenza, dalla distillazione e soprattutto dalla scelta delle botaniche. Il ginepro guida, poi agrumi, spezie, erbe, fiori e radici costruiscono profondità e persistenza.

  • Agrumi: scorze di limone, arancia, pompelmo danno slancio e luminosità.
  • Spezie calde: cardamomo, cannella, noce moscata offrono calore e rotondità.
  • Spezie fresche: coriandolo, pepe, zenzero portano dinamica e vivacità.
  • Erbe e fiori: lavanda, salvia, timo aggiungono sfumature aromatiche delicate.
  • Radici e cortecce: angelica, liquirizia, cassia forniscono struttura e lunghezza.

In Europa, il gin deve avere aroma di ginepro predominante e una gradazione minima del 37,5% vol (ABV, alcohol by volume), come definito dal Regolamento (UE) 2019/787. Gli stili “London gin” rispettano limiti ancora più stretti su additivi e dolcificanti.

Quali cocktail esaltano meglio il gin?

Alcuni cocktail mettono in primo piano il profilo aromatico, altri lo bilanciano con acidità o amaro. Scegli la ricetta che valorizza le note della tua bottiglia senza coprirle.

  • Martini: essenziale e cristallino, esalta ginepro e agrumi. Serve un London Dry preciso; ogni dettaglio (diluizione, temperatura) è subito percepibile.
  • Gin Tonic: highball fresco e versatile. Un gin agrumato con tonic secco mantiene la bevuta snella, mentre una guarnizione mirata amplifica le note principali.
  • Negroni: amaro e strutturato. Un profilo secco, agrumi netti e buona gradazione mantengono la forma del drink senza perdere complessità.
  • Tom Collins: rinfrescante e citrino. Un Old Tom o un Dry gentile portano rotondità, mentre la soda distende il sorso senza smorzare il carattere.
  • Gimlet: corto e deciso, lime in evidenza. Un gin pulito e lineare evita eccessi floreali e mette in luce la tensione agrumata.
  • French 75: elegante e frizzante. Un gin equilibrato regge acidità e bollicina, con finale vivace e profumato.

Fatti chiave sul gin

  • Il gin è un distillato aromatizzato al ginepro.
  • In UE richiede almeno 37,5% ABV.
  • Stili comuni: London Dry, Old Tom, Navy Strength.
  • Botaniche: agrumi, spezie, erbe, fiori, radici.
  • Per il Negroni, preferisci profilo secco e agrumato.
  • Servire con ghiaccio grande; tonic secco esalta gli aromi.

Come degustare e descrivere un gin?

Prima di assaggiare, controlla l’ABV (alcohol by volume) e la temperatura di servizio. Un calice pulito e ghiaccio di qualità aiutano a valutare aromi e trama senza interferenze.

  1. Osserva: colore e limpidezza raccontano purezza e stile. Le lacrime nel bicchiere indicano corpo, ma non confondere consistenza con dolcezza.
  2. Annusa a distanza, poi avvicina gradualmente: il ginepro deve emergere, seguito da agrumi, erbe o spezie. Evita tiri profondi: l’alcol coprirebbe le sfumature.
  3. Assaggia in piccoli sorsi: valuta ingresso, centro bocca e finale. Cerca equilibrio tra ginepro, agrumi e speziatura; la persistenza dice molto sulla qualità.
  4. Aggiungi poche gocce d’acqua o ghiaccio grande: aprono gli aromi e modulano l’impatto alcolico senza annacquare eccessivamente la struttura.
  5. Descrivi per famiglie: “agrumato”, “erbaceo”, “floreale”, “speziato”, “resinoso”. Annota la sensazione tattile (setosa, secca) e l’uso ideale in miscelazione.

Domande frequenti

Il gin è sempre trasparente?

Quasi sempre sì: il gin tipico è limpido. Esistono però versioni aromatizzate o maturate che possono mostrare leggere tonalità (es. dorate) dovute a infusione o passaggio in legno.

Qual è la differenza tra gin e genever?

Il genever o jenever è un distillato olandese/belga con base spesso maltata e profilo più rotondo. Il gin punta su alcol neutro e ginepro più nitido, con botaniche particolarmente evidenti.

Qual è la gradazione tipica del gin?

Molti gin si collocano tra 40% e 47% vol. In UE la gradazione minima per poterlo chiamare “gin” è 37,5% vol; esistono versioni più robuste, come i Navy Strength.

Come si conserva una bottiglia aperta?

Tappo ben chiuso, poca luce e calore. Un riempimento superiore a metà limita l’ossidazione. Aromi e freschezza restano più stabili per diversi mesi.

Posso usare gin aromatizzati nei classici cocktail?

Sì, ma con criterio: profili molto fruttati o dolci cambiano l’equilibrio del drink. Per Martini e Negroni, in genere, funziona meglio un gin secco e agrumato.

Cosa significa “small batch” in etichetta?

Indica produzioni in lotti ridotti. Non è una garanzia assoluta di qualità, ma può suggerire maggior controllo in distillazione e selezione delle botaniche.

In sintesi operativa

  • Il gin deve profumare di ginepro.
  • Stili diversi, usi diversi.
  • Per Negroni preferisci secchezza e agrumi.
  • Le botaniche guidano il profilo.
  • Degustare con metodo aiuta la scelta.

Saper leggere stili e botaniche ti permette di scegliere ogni bottiglia con maggiore consapevolezza. Parti dal ginepro, poi cerca agrumi, spezie e struttura, così capirai quando brilla in purezza e quando dà il meglio nei cocktail.

Metti alla prova il profilo in ricette semplici e controlla come reagisce alla diluizione e al ghiaccio. Con qualche nota scritta e assaggi comparati, costruirai un vocabolario aromatico personale e sceglierai il prossimo acquisto con maggiore sicurezza.

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