La liquirizia regala note balsamiche e un profumo unico: trasformarla in un liquore è un modo semplice per valorizzare questa radice, nota anche come Glycyrrhiza glabra. Con una corretta macerazione e uno sciroppo equilibrato, puoi ottenere un digestivo scuro, vellutato e aromatico.

In questa guida trovi dosi orientative, tempi, consigli pratici e varianti. L’obiettivo è un risultato pulito e stabile, con un gusto pieno e una dolcezza misurata, ideale da servire dopo pasto o da usare in piccole dosi in dessert e cocktail.

Liquore alla liquirizia: macera la radice nell’alcol, filtra, unisci a sciroppo di zucchero freddo e lascia riposare. Tempi chiave: 7–10 giorni di macerazione e 2–4 settimane di maturazione in bottiglia. Filtrazione fine e dosi bilanciate evitano torbidità.

Come si prepara il liquore alla liquirizia?

Il metodo più lineare prevede una macerazione a freddo della radice nell’alcol, seguita dall’unione con uno sciroppo di zucchero completamente raffreddato. Il calore accelera l’estrazione ma può creare torbidità: per un profilo elegante, privilegia tempi più lunghi e temperature moderate.

Ingredienti e attrezzatura

Per circa 2 litri di liquore finito:

Variando le quantità di zucchero e acqua regoli densità e dolcezza. Un imbuto con filtro e una bilancia precisa riducono errori ed evitano sprechi.

Quanta liquirizia usare?

Una fascia di riferimento efficace è 80–120 g per litro di alcol. Più radice significa aroma intenso ma anche maggior rischio di fondo amaro. Parti dal centro (circa 100 g/l), assaggia l’estratto dopo qualche giorno e adatta: meglio salire per gradi che correggere eccessi.

Che cos’è la liquirizia?

È la radice della pianta Glycyrrhiza glabra, ricca di composti aromatici che si dissolvono bene in alcol e acqua, perfetti per un infuso.

Radice di Glycyrrhiza glabra dal sapore dolce, usata in confetteria, pasticceria e bevande per l’aroma caratteristico.

Treccani — Vocabolario: Liquirizia, s.d.

Quanto riposa la macerazione a freddo?

Per la radice in pezzi, 7–10 giorni sono un buon punto di partenza; per la polvere, bastano spesso 3–5 giorni. Agita il contenitore una volta al giorno per favorire l’estrazione. Quando il profumo è pieno e la base appare ben colorata, filtra con cura.

Dopo aver aggiunto lo sciroppo di zucchero (completamente freddo), riposa in bottiglia 2–4 settimane al buio. Questo periodo consente agli aromi di integrarsi e alle particelle fini di depositarsi, migliorando lucidità e rotondità.

Procedura in sintesi

  • Prepara alcol, acqua, zucchero e liquirizia.
  • Macera la radice nell’alcol 7–10 giorni.
  • Filtra finemente l’estratto alcolico.
  • Prepara lo sciroppo di zucchero e raffredda.
  • Unisci estratto e sciroppo, mescola bene.
  • Riposa in bottiglia 2–4 settimane.

Quali errori evitare con la liquirizia?

Gli sbagli più comuni hanno quasi sempre due effetti: torbidità e squilibri di gusto. Ecco come prevenirli con facilità.

  1. Sciroppo caldo: se unisci l’estratto a sciroppo tiepido, aumentano le sospensioni colloidali e il liquore si intorbidisce. Raffredda completamente prima di miscelare.
  2. Filtrazione frettolosa: salta la filtrazione fine e resteranno micro-particelle. Usa filtri a carta in doppio passaggio; la pazienza dà una brillantezza migliore.
  3. Dosaggio eccessivo di liquirizia: oltre 120 g/l rischi amaro eccessivo. Meglio una seconda breve macerazione che un’estrazione unica troppo spinta.
  4. Zucchero sbilanciato: molto zucchero copre l’aroma; troppo poco asciuga il sorso. Parti da 500–600 g/l e aggiusta a gusto, assaggiando a 48 ore dall’unione.
  5. Acqua clorata o dura: può opacizzare. Preferisci acqua oligominerale o filtrata per una trama pulita.
  6. Contenitori non perfettamente puliti: residui e odori passano nel liquore. Sterilizza o almeno sanifica con cura.

Quali varianti provare?

La liquirizia si abbina bene a note speziate, fruttate e tostate. Sperimenta su piccoli lotti: trovare il tuo equilibrio è parte del divertimento.

  • Liquirizia e fichi: aggiungi 150–200 g di fichi secchi tagliati nella macerazione. Donano dolcezza rotonda e un tocco mediterraneo; filtra con attenzione perché rilasciano pectine.
  • Spezie balsamiche: anice stellato e semi di finocchio (1–2 g/l) intensificano il registro aromatico. Usa dosi minime: coprono facilmente la radice.
  • Vaniglia o agrumi: una bacca di vaniglia o scorze di arancia/limone bio (senza albedo) in macerazione per 24–48 ore; rimuovi presto per evitare amarezza.
  • Dolcificante alternativo: miele millefiori al 20–30% del peso totale dello zucchero per una sensazione vellutata. Attenzione: cambia viscosità e stabilità.
  • Versione cremosa: prepara uno sciroppo con latte intero e zucchero, poi unisci l’estratto. Mantieni la catena del freddo e consuma in tempi più brevi.
  • Gradazione più bassa: aumenta l’acqua e riduci l’alcol per scendere al 22–25% vol. La percezione dolce cresce: ritarare lo zucchero è essenziale.
  • Tocco tostato: una piccola quota di cacao amaro in polvere (2–3 g/l) porta profondità. Setaccia bene e filtra due volte.

Come conservare e servire?

Imbottiglia in vetro scuro, chiusura ermetica, e conserva al buio tra 12 e 18 °C. Evita sbalzi termici: possono far emergere velature. Più è dolce e alcolico, più è stabile nel tempo; assaggia ogni 3–4 mesi per monitorare l’evoluzione.

Per la categoria “liquore”, la normativa UE prevede un tenore minimo di zucchero pari ad almeno 100 g per litro (espresso come zucchero invertito), salvo eccezioni specifiche. Questa soglia influisce su densità e percezione del gusto, e aiuta anche la stabilità microbiologica.

Servi a 8–12 °C in piccoli calici. Ottimo con cioccolato fondente, dessert cremosi o una semplice frolla. In cocktail, provalo a gocce per dare struttura balsamica, evitando di sovrastare gli altri ingredienti.

Domande frequenti

Posso usare la polvere di liquirizia invece della radice?

Sì. La polvere accelera l’estrazione (3–5 giorni contro 7–10) ma richiede filtrazioni più accurate per evitare residui. A parità di peso, risulta spesso più intensa: valuta 10–15% in meno.

Quale alcol usare per il liquore?

Usa alcol buongusto 95° per uso alimentare. La gradazione finale dipenderà dall’acqua e dallo zucchero aggiunti. Evita distillati già aromatizzati: alterano il profilo della liquirizia.

Perché il mio liquore è torbido?

Di solito per sciroppo unito quando era ancora tiepido, filtrazione insufficiente o acqua troppo dura. Raffredda lo sciroppo, filtra due volte e usa acqua oligominerale.

Quanto dura in dispensa?

Ben chiuso e al riparo dalla luce, 12–18 mesi sono comuni per le versioni “secche”. Le creme hanno durate più brevi: consuma entro 2–3 mesi e conserva in frigo.

Si può ridurre lo zucchero?

Sì, ma scendere troppo asciuga il sorso e riduce la stabilità. Procedi per gradi (–10% alla volta), assaggia dopo 48 ore e bilancia eventualmente con più acqua o riposo.

Il liquore va servito freddo o a temperatura ambiente?

Freddo di cantina (8–12 °C) esalta la rotondità e smussa l’alcol. A temperatura ambiente è più profumato ma anche più intenso: scegli in base al contesto e all’abbinamento.

In breve, cosa ricordare

  • Dosaggi chiari e tempi di macerazione a freddo.
  • Sciroppo freddo per evitare torbidità.
  • Filtrazione fine per un colore pulito.
  • Riposo di 2–4 settimane per armonizzare.
  • Varianti con fichi, spezie o miele.

Per ottenere un liquore armonico servono metodo e pazienza: estrazione misurata, filtrazione meticolosa e sciroppo freddo sono le tre mosse che fanno la differenza. Lavora su piccoli lotti, prendi appunti sulle prove e intervieni su un solo parametro alla volta.

Ricorda che si tratta di una bevanda alcolica: consumala in modo responsabile e nel rispetto delle leggi locali. Con equilibrio e cura, la liquirizia diventa un digestivo raffinato o un ingrediente creativo per dessert e cocktail casalinghi.

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