Il gin è uno spirit cristallino nato dall’aromatizzazione di un distillato di cereali con bacche di ginepro e altre botaniche. Versatile nei cocktail e piacevole anche liscio, spazia da profili secchi e agrumati a stili più morbidi e speziati. Capire stili, profumi e metodi di produzione aiuta a scegliere la bottiglia adatta al tuo gusto e ai drink che ami.

In poche mosse puoi riconoscere stili, metodi e profumi del gin, capire quando usarlo in un tonic o in un Martini e come conservarlo al meglio. Questa guida riassume differenze, esempi e consigli pratici per scegliere con sicurezza.

Che cos’è davvero il gin?

È una bevanda spiritosa aromatizzata al ginepro: il sapore dominante deve essere il ginepro, con altre botaniche a supporto. Nell’UE il titolo alcolometrico minimo è 37,5% vol secondo il Regolamento (UE) 2019/787. Il profilo è di solito secco, pulito e trasparente, con note che possono virare su agrumi, erbe, fiori o spezie.

Non tutti i prodotti sono identici: cambiano base alcolica, numero e tipo di botaniche, tecnica di estrazione degli aromi e intensità. Sapere come nascono aiuta a leggere etichette e a prevedere il gusto nel bicchiere.

Perché il ginepro deve dominare?

Il suo profilo resinoso e balsamico dà identità allo spirit ed è ciò che lo distingue da altri distillati aromatizzati. Le altre botaniche costruiscono complessità attorno al nucleo.

Gin, Distilled gin e London gin

  • Gin: aromi (naturali o naturali identici) aggiunti a una base neutra; il ginepro resta dominante. È il punto di partenza più ampio e flessibile.
  • Distilled gin: il profumo si ottiene distillando di nuovo la base con botaniche. Offre maggiore integrazione aromatica e una sensazione più fine al palato.
  • London gin: stile molto secco ottenuto da distillazione con botaniche naturali, senza aromi aggiunti dopo. Immaginato per pulizia e precisione, ideale nei cocktail classici.

Come si produce il gin?

La base è un alcol neutro, spesso da cereali, portato a elevata purezza per lasciare spazio al ginepro.

Alambicco Pot Still da 1200 litri usato per Panda Gin
Alambicco Pot Still da 1200 litri in ambiente di produzione. · SonnySix · CC BY-SA 4.0 · File:Alambic Pot Still - Panda Gin.jpg

Gli aromi si estraggono per distillazione con botaniche immerse nel liquido o attraversate dai vapori, oppure si aggiungono tramite infusioni a freddo.

Macerazione e ridistillazione

Le botaniche riposano nell’alcol per ore o giorni; il composto viene quindi distillato in alambicco. Il risultato è pieno e rotondo, con note spesso più speziate e intense.

Infusione a vapore

Le botaniche sono sospese in cestelli: i vapori alcolici le attraversano estraendo aromi in modo delicato. Il profilo tende a essere più luminoso, agrumato e lineare.

Compound gin (misto)

Gli aromi sono aggiunti alla base senza nuova distillazione. È una soluzione rapida e accessibile; quando ben fatta può essere precisa e fresca, ma meno integrata al palato.

Punti chiave sul gin

  • Distillato a base di cereali e bacche di ginepro.
  • Stili principali: London Dry, Old Tom, Plymouth, New Western.
  • Gradazione tipica: 37,5–47% vol, servire ben raffreddato.
  • Botaniche comuni: coriandolo, angelica, agrumi, spezie.
  • Abbinamenti classici: tonic, Martini, Negroni, Gimlet.
  • Conservare al buio, tappo ben chiuso, lontano da calore.

Quali stili di gin esistono?

Gli stili raccontano la storia e l’uso del prodotto nel tempo, dal London Dry ai profili moderni. Conoscerli aiuta a capire cosa aspettarsi nel bicchiere e a scegliere il profilo più adatto ai tuoi cocktail.

  • London Dry: secco, nitido, centrato sul ginepro con agrumi e coriandolo. È estremamente pulito, spesso a 40–47% vol, perfetto per un Martini asciutto e per highball minimalisti.
  • Old Tom: più morbido e talvolta leggermente dolce. Nasce per bilanciare l’acidità degli sour; porta corpo in drink come Tom Collins e Martinez, mantenendo il carattere del ginepro.
  • Plymouth: stile tradizionale inglese associato alla città omonima; tendenzialmente rotondo, con note terrose e agrumate. È ottimo quando vuoi struttura senza eccesso di secchezza.
  • New Western: approccio moderno che affianca al ginepro altre botaniche protagoniste (es. agrumi, fiori, piante locali). Offre profili creativi per twist su tonic e signature.
  • Navy Strength: imbottigliato ad alta gradazione (spesso 57% vol). Dona intensità aromatica e persistenza, ma richiede attenzione a diluizione e ghiaccio per equilibrio.

Come scegliere il gin giusto?

La scelta migliore nasce dall’uso che ne farai e dal profilo che preferisci. Valuta stile, intensità, botaniche, gradazione e con cosa lo berrai: tonic, vermouth, bitter o agrumi.

  1. Parti dal drink: Gin Tonic, Martini o Negroni suggeriscono stili diversi. Un London Dry dà pulizia e struttura; un Old Tom ammorbidisce gli spigoli e accompagna l’acidità.
  2. Decidi il profilo aromatico: agrumato, floreale, erbaceo o speziato. Sulle etichette cerca indizi come scorze di agrumi, radice di angelica, cardamomo, fiori o note resinose.
  3. Controlla la gradazione: tra 40 e 47% vol ottieni carattere senza durezza. Più alcol porta estrazione e corpo, ma richiede più diluizione per non coprire i profumi.
  4. Considera il tonic: acque toniche secche esaltano i profili agrumati; quelle più dolci ammorbidiscono i London Dry più netti. Prova rapporti 1:2 o 1:3 per bilanciare.
  5. Leggi le botaniche: la trasparenza in etichetta aiuta a prevedere il sapore. Più botaniche non significa migliore; conta la coerenza e l’equilibrio del bouquet.
  6. Metodo di produzione: distillazione con macerazione per rotondità; infusione a vapore per leggerezza; compound per freschezza immediata. La tecnica orienta peso, limpidezza e integrazione.
  7. Prezzo e occasione: per long drink quotidiani punta a profili semplici e lineari; per un Martini serale cerca maggiore complessità. Scegli in base a contesto e compagnia.
  8. Servizio e ghiaccio: usa cubi compatti e freddi per ridurre diluizione. Guarnizioni mirate (scorza di limone, pompelmo, timo) devono amplificare, non coprire, l’aroma.

Con cosa abbinare il gin?

Il matrimonio più famoso è il tonic, che aggiunge chinino, carbonazione e una dolcezza variabile:

Bicchiere highball con Gin and Tonic e spicchio di lime
Gin and Tonic servito in un bicchiere highball con lime. · Davidnuescheler · CC BY-SA 4.0 · File:Gin and Tonic cocktail with wedge of lime.jpg

se secco, esalta gli agrumi; se più dolce, arrotonda i profili nitidi. Anche il vermouth secco crea equilibrio e profondità nel Martini, mentre bitter e agrumi definiscono il carattere del Negroni e del Gimlet.

Nei classici internazionali, il gin è protagonista di Dry Martini, Negroni e Gimlet, inclusi nella lista ufficiale dei cocktail IBA. Per twist moderni prova sode aromatiche, shrub di frutta o tè freddi leggeri: servono corpo senza coprire il ginepro.

Domande frequenti

Qual è la differenza tra gin e genever?

Il genever (jenever) è un distillato tradizionale dei Paesi Bassi e del Belgio con base di malto più presente e gusto cerealicolo. Il gin è più secco e centrato sul ginepro, pensato per miscelazione pulita.

Che tonic scegliere per un Gin Tonic equilibrato?

Abbina toniche secche a gin agrumati o leggeri e toniche più morbide a profili netti e resinati. Parti da un rapporto 1:2 o 1:3 e regola la diluizione con ghiaccio compatto.

Il gin va messo in freezer?

Non è necessario. Temperature molto basse attenuano i profumi. Per cocktail mescolati (Martini) basta una bottiglia in frigo e un mixing glass ben ghiacciato; per tonic usa gin freddo e bicchiere colmo di ghiaccio.

Come si conserva una bottiglia aperta?

Tieni il gin al buio, lontano da calore e luce, tappo ben chiuso. Una bottiglia mezza piena mantiene al meglio i profumi per alcuni mesi; riduci l’ossigeno trasferendo in un contenitore più piccolo.

Cosa significa London Dry?

È uno stile secco ottenuto distillando la base con botaniche naturali, senza aggiunte aromatiche dopo la distillazione. È apprezzato per pulizia, precisione e capacità di valorizzare cocktail classici.

Posso usare lo stesso gin per Martini e Negroni?

Sì, ma il risultato cambia: London Dry dà un Martini asciutto e un Negroni teso; uno stile più morbido (Old Tom o rotondo) smussa l’amaro del bitter e rende il Martini più gentile.

In sintesi sul gin

  • Il ginepro deve dominare; in UE minimo 37,5% vol.
  • Stili: London Dry, Old Tom, Plymouth, New Western, Navy Strength.
  • Metodo (macerazione, vapore, compound) guida peso e limpidezza.
  • Scegli in base a uso, profumi e tonic abbinata.
  • Conserva al buio e servi ben freddo, con ghiaccio solido.

Imparare a leggere etichette, capire metodo e riconoscere le famiglie di profumi è il modo più rapido per orientarsi. Parti dal drink che vuoi preparare e prova due o tre stili a confronto: noterai come struttura, gradazione e botaniche cambiano l’equilibrio nel bicchiere.

Che tu scelga un London Dry netto o un profilo moderno più aromatico, usa ghiaccio abbondante, diluizione controllata e guarnizioni essenziali. Così valorizzerai l’espressività del gin senza coprirlo, ottenendo cocktail chiari, puliti e soddisfacenti.

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