Gli interruttori sono i “rubinetti” della corrente: aprono e chiudono un circuito con un gesto, rendendo semplice accendere luci o alimentare apparecchi. Conoscere differenze tra deviatore, invertitore e pulsante, insieme a nozioni essenziali di cablaggio, aiuta a scegliere bene e a muoversi con sicurezza nell’impianto domestico.

In breve: scoprirai i principali tipi di interruttori, come leggerne morsetti e sigle, i criteri di scelta (dalla portata ai gradi IP) e le precauzioni da rispettare. È una guida pratica per capire, non per improvvisare lavori rischiosi: in caso di dubbi, meglio coinvolgere un elettricista.

Quali tipi di interruttori esistono?

Video mostra un interruttore rotativo d'epoca tipico delle case finlandesi. · Antti Makkonen · CC BY 3.0 · Old Light Switch.webm

Nell’uso quotidiano, “interruttore” indica il comando luci a parete. Diversi dispositivi condividono la funzione di aprire/chiudere contatti, ma non vanno confusi con i dispositivi di protezione del quadro (magnetotermico, differenziale).

  • Unipolare: apre e chiude un solo polo, di norma la fase. È il classico comando per una luce da un solo punto. Semplice, economico e diffuso.
  • Bipolare: interrompe sia fase sia neutro con un unico gesto. Utile dove serve separare completamente il carico; richiede spazio e compatibilità con la scatola.
  • Deviatore (2 vie): consente di accendere lo stesso punto luce da due posizioni (es. cima e fondo scala). Due deviatori lavorano in coppia sullo stesso circuito.
  • Invertitore (commutatore a croce): aggiunge un terzo punto di comando al circuito con deviatori. Entra “in mezzo” al percorso dei due fili di ritorno.
  • Pulsante (NA/NC): non resta in posizione; è usato per campanelli, relè passo-passo o timer. La versione NA è la più comune nei corridoi con temporizzatore.
  • Interruttore con spia: integra una spia luminosa. Può indicare stato acceso oppure illuminare il tasto per ritrovarlo al buio, a seconda del collegamento previsto dal produttore.
  • Sensori e timer: crepuscolari, di movimento o temporizzati sostituiscono il gesto manuale. Utili in vani scala, garage o esterni, riducono consumi e dimenticanze.

Come scegliere l’interruttore giusto?

La scelta dipende da dove lo installerai, dal carico e dal contesto d’uso. Valuta esigenze pratiche, compatibilità meccanica e requisiti di sicurezza prima di pensare alla finitura estetica.

  1. Scenario d’uso: stanza singola, corridoio, scala, esterno. Chiediti se serve un comando da più punti, una spia o un sensore. Questo orienta tra unipolare, deviatore, invertitore o soluzioni automatiche.
  2. Tensione e corrente nominale: verifica le targhette (es. 250 V, 10 A/16 A). Scegli un margine adeguato al carico; motori e trasformatori richiedono attenzione al picco d’avviamento.
  3. Gradi IP: per bagni, cucine o esterni serve una protezione contro polvere e spruzzi (es. IP44, IP55). Più alto è il numero, maggiore è la resistenza agli agenti.
  4. Compatibilità meccanica: controlla la serie civile e la scatola (es. 503, 504). Spessore e agganci devono combaciare; prevedi spazio per i morsetti.
  5. Qualità del contatto: materiali, elasticità del meccanismo e rumorosità del “clic” incidono su comfort e durata. I modelli silenziosi sono preferibili nelle camere da letto.
  6. Funzioni extra: spie, LED, modularità multipla, tasti doppi o invertibili. Valuta se una soluzione combinata riduce la complessità del cablaggio e il numero di frutti.
  7. Ambiente e finitura: colore, placca e texture. In ambienti umidi preferisci superfici lavabili; nelle aree di passaggio, tasti ampi e di facile presa migliorano l’ergonomia.
  8. Norme e certificazioni: cerca marcature chiare, istruzioni in italiano e riferimenti normativi. La conformità del produttore è essenziale per sicurezza e garanzia.

Come leggere morsetti e sigle?

I morsetti identificano dove entra la fase, dove esce il ritorno e come avviene la commutazione. Sapere cosa indicano COM, L, L1 e L2 aiuta a comprendere schemi e schede tecniche senza improvvisare collegamenti.

Schema a blocchi dell'accensione lampada a tre vie con morsetti
Schema semplificato che mostra morsetti e percorso dei conduttori. · Cburnett · CC BY-SA 3.0 · Accensione lampada a 3 vie.svg
  • L (fase): ingresso della fase nel comando. Nei tasti doppi troverai spesso L1 e L2 separati o ponticellabili, a seconda del modulo.
  • COM o C (comune): è il terminale “centrale” di deviatori e invertitori. Fa da punto di scambio verso le uscite indicate come 1/2 o L1/L2.
  • L1/L2: uscite del deviatore che portano il segnale verso l’altro deviatore o verso il carico, secondo lo schema. Sono i cosiddetti “viaggiatori”.
  • N (neutro): nei comandi luce unipolari di solito non passa nel tasto ma raggiunge direttamente il punto luce. È distintivo in molte schematizzazioni.
  • NA/NC: normalmente aperto/chiuso. Riguarda pulsanti e relè; indica lo stato di riposo del contatto e come cambia quando premi il tasto.
  • Simboli: I=acceso, O=spento; lampadina stilizzata per la spia. Sui disegni, linee tratteggiate indicano collegamenti da eseguire in scatola o con ponticelli.

In Europa le tensioni nominali domestiche sono standardizzate a 230/400 V per i sistemi a bassa tensione; questa scelta favorisce compatibilità di apparecchiature e impianti in tutta l’area.

I colori dei conduttori seguono criteri condivisi: giallo‑verde per il conduttore di protezione (PE), blu per il neutro (N), marrone/nero/grigio per le fasi. Riconoscerli riduce errori e rischi. In Italia, principi e criteri d’impianto sono trattati nella norma CEI 64-8, riferimento tecnico per gli impianti domestici.

Che cosa significa "vie" negli schemi?

Nel linguaggio comune, “2 vie” indica il circuito con due deviatori che comandano lo stesso punto luce da due posizioni. Con un invertitore in mezzo si aggiunge un terzo comando, realizzando di fatto tre punti di azionamento. Nei cataloghi troverai anche indicazioni come “1P” (un polo) o “2P” (due poli) riferite ai contatti.

Cosa fare e cosa evitare

  • Spegni l’interruttore generale prima di operare
  • Verifica l’assenza di tensione con un tester
  • Rispetta i colori dei conduttori (PE giallo‑verde, N blu)
  • Non toccare parti metalliche esposte
  • Non improvvisare collegamenti: usa morsetti certificati
  • Se non sei sicuro, chiama un elettricista abilitato

Quando è meglio chiamare un elettricista?

Alcuni interventi sono rapidi, ma altri richiedono competenze, strumenti e responsabilità. Se il lavoro esce dalla manutenzione semplice, la scelta più sicura ed efficiente è affidarsi a un professionista.

  • Guasti intermittenti o odore di bruciato: possono indicare contatti allentati o surriscaldamenti. Serve diagnosi con strumenti e un controllo dei serraggi.
  • Carichi elevati o motori: lampade con alimentatori, aspiratori, pompe. La corrente d’avvio può essere superiore a quella nominale; valutazione e dimensionamento vanno fatti con criterio.
  • Bagni, esterni, ambienti umidi: richiedono scelte su gradi IP e distanze di sicurezza. Una posa errata espone a rischi inutili.
  • Rimodellare il circuito: aggiungere un terzo punto con un invertitore o modificare scatole e tracce. Sono lavori che impattano l’impianto.
  • Quadro elettrico: qualsiasi modifica a protezioni e sezionamenti non è manutenzione leggera. È materia per personale abilitato.
  • Dubbi interpretativi: se schemi, morsetti o istruzioni non sono chiari, fermati. Meglio una verifica con un elettricista che un collegamento errato.

Domande frequenti

Posso usare un interruttore unipolare per qualunque carico?

No. Verifica sempre tensione e corrente nominale del dispositivo (es. 250 V, 10/16 A) e la natura del carico. Motori, trasformatori e alimentatori possono richiedere accorgimenti specifici.

Che differenza c’è tra pulsante e interruttore?

L’interruttore mantiene la posizione (acceso/spento), il pulsante no: torna allo stato di riposo. I pulsanti comandano campanelli, relè passo‑passo o timer; i classici tasti luce sono interruttori.

Cosa significano i gradi IP su un interruttore?

Indicano la protezione contro ingresso di corpi solidi e acqua (es. IP44 contro spruzzi). In bagni e ambienti esterni sono un criterio di scelta importante per la sicurezza e la durata.

Quando usare un deviatore e quando un invertitore?

Due deviatori consentono di comandare un punto luce da due posizioni. Per aggiungere un terzo punto serve un invertitore interposto tra i due deviatori già presenti nel circuito.

Serve un interruttore bipolare per maggiore sicurezza?

Il bipolare interrompe fase e neutro con un unico gesto, utile in alcune applicazioni. Tuttavia la scelta dipende dal contesto, dallo schema e dallo spazio disponibile nella scatola.

Cosa fare prima di qualsiasi intervento sugli interruttori?

Togli alimentazione dal generale, verifica l’assenza di tensione con un tester e lavora con attrezzi isolati. Se non sei certo di ogni passaggio, contatta un elettricista abilitato.

In sintesi pratica

  • Conosci i tipi: unipolare, deviatore, invertitore, pulsante.
  • Valuta portata, gradi IP e compatibilità meccanica.
  • Leggi i morsetti: L, COM, L1/L2 e i simboli.
  • Rispetta colori e sicurezza; se dubbi, fermati.
  • Per lavori complessi, chiama un elettricista qualificato.

Comprendere logica, simboli e limiti degli interruttori rende più semplice dialogare con i cataloghi e con il professionista che ti seguirà. Con poche nozioni — e molta prudenza — puoi valutare il componente giusto e distinguere ciò che è davvero manutenzione leggera da ciò che richiede competenze e strumenti.

Adotta sempre procedure prudenti: alimentazione disinserita, verifica con tester, rispetto dei colori e dei gradi IP, strumenti idonei. Se qualcosa non torna negli schemi o nella posa, non insistere: fermati e coinvolgi un tecnico. È il modo più rapido, economico e sicuro di ottenere un risultato affidabile.

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