Capire che cos’è un magnetotermico ti aiuta a proteggere la casa e a leggere meglio il quadro elettrico. Conosciuto anche come interruttore automatico o interruttore magnetotermico, interrompe l’alimentazione quando rileva condizioni anomale. Insieme al salvavita agisce come una barriera di sicurezza che riduce i rischi e limita i danni agli apparecchi.

Cos’è il magnetotermico? Un interruttore che stacca per sovraccarico o cortocircuito; non sostituisce il salvavita, che interviene sulle correnti di fuga. Qui trovi differenze, cause di scatto, come leggere etichette e consigli per scegliere e gestire in modo sicuro.

Come funziona un magnetotermico?

Un magnetotermico combina due principi: una parte termica e una magnetica. Interviene in millisecondi in caso di cortocircuito e in secondi o minuti per sovraccarichi moderati, così da proteggere i cavi e limitare i danni.

Protezione termica: sovraccarico

Quando la corrente supera di poco il valore nominale per un certo tempo, il bimetallo interno si scalda, si deforma e apre il circuito. Questa protezione è pensata per il sovraccarico, tipico di linee con troppi apparecchi collegati o contatti non ben serrati che scaldano i conduttori.

Protezione magnetica: cortocircuito

Se avviene un guasto grave, la corrente sale bruscamente: la bobina genera un campo magnetico che sgancia istantaneamente. È la difesa contro il cortocircuito, evento che potrebbe danneggiare cavi, prese e apparecchiature in frazioni di secondo.

La protezione magnetotermica per uso domestico copre sovraccarichi e cortocircuiti, garantendo lo sgancio automatico entro limiti definiti dalle curve di intervento.

International Electrotechnical Commission — IEC 60898-1, 2015. Tradotto dall’inglese.
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IEC 60898-1 applies to circuit-breakers for overcurrent protection for household and similar installations, with defined time-current characteristics.

Per capire il comportamento in transitorio si usano le “curve” di intervento. Indicano la sensibilità allo spunto e la rapidità di apertura: è una guida utile a scegliere il dispositivo coerente con il carico e con le caratteristiche della rete.

Qual è la differenza tra magnetotermico e salvavita?

Il magnetotermico rileva sovraccarico e cortocircuito; il salvavita (RCD) interviene quando c’è dispersione verso terra, tipicamente da isolamento danneggiato o contatti indiretti. Non si sostituiscono: lavorano insieme, su fenomeni diversi.

Molti salvavita includono il tasto di prova del salvavita per verificare periodicamente il funzionamento. La protezione addizionale più comune è a 30 mA, adeguata a limitare i rischi in caso di dispersione accidentale.

Punti chiave essenziali

  • Protegge da sovraccarichi (termico) e cortocircuiti (magnetico).
  • Non sostituisce il salvavita: funzioni diverse e complementari.
  • Curva di intervento: B, C o D secondo le correnti di spunto.
  • Valuta corrente nominale (A) e numero di poli.
  • Controlla il potere di interruzione (kA) adatto all’impianto.
  • Scatti ripetuti indicano un problema da far verificare.
  • Installazione e dimensionamento richiedono un professionista.

Quando scatta e perché?

Lo scatto è una misura di protezione. Capire la causa aiuta a prevenire falsi allarmi e a individuare anomalie reali senza forzare riarmi ripetuti o pratiche rischiose.

  • Sovraccarico prolungato: troppe utenze sulla stessa linea o cavi sottodimensionati fanno salire la temperatura. Il bimetallo interviene con ritardo controllato per evitare surriscaldamenti e danni all’isolamento.
  • Cortocircuito improvviso: un conduttore tocca l’altro o la massa metallica. La corrente aumenta di decine di volte e lo sgancio magnetico avviene istantaneamente per proteggere l’impianto.
  • Spunto di motori o compressori: alcuni apparecchi (frigoriferi, pompe, utensili) assorbono una corrente all’avvio molto superiore alla nominale. La scelta della curva giusta riduce scatti indesiderati.
  • Connessioni allentate: morsetti non serrati creano cadute di tensione e punti caldi. Nel tempo ciò può generare scatti per sovratemperatura e va risolto da un professionista.
  • Umidità o condensa: quadri in ambienti umidi possono favorire dispersioni o ossidazioni. Anche se spesso il salvavita scatta per primo, in alcuni casi il magnetotermico può intervenire per corti locali.
  • Curva non adeguata al carico: una curva troppo “sensibile” agli spunti può portare a scatti all’avvio di apparecchi comuni. Verificare che la curva sia coerente con l’uso.
  • Difetto del dispositivo: come ogni componente, può usurarsi o danneggiarsi. Scatti anomali e ripetuti richiedono verifica e, se necessario, sostituzione.
  • Sbalzi di tensione e transitori: eventi di rete (temporali, manovre) possono innescare transitori. Protezioni aggiuntive come SPD (scaricatori) possono aiutare, se progettate correttamente.

Come leggere etichette e simboli

Sul frontale trovi molte informazioni, utili per identificare compatibilità con carichi e rete. Queste marcature seguono la norma IEC 60898-1 e indicano, tra l’altro, corrente nominale, curva e prestazioni di interruzione.

  1. Corrente nominale (In): indica la corrente continua che il dispositivo può portare senza sganciare (es. 10 A, 16 A, 20 A). Se l’uso tipico supera In, si avrà scatto termico nel tempo.
  2. Curva (B, C, D): specifica la soglia di sgancio magnetico rispetto a In. Tipicamente B ≈ 3–5×, C ≈ 5–10×, D ≈ 10–20×; aiuta a gestire correnti di spunto.
  3. Numero di poli: 1P, 1P+N, 2P, 3P, 3P+N. In monofase sono comuni 1P+N (isola fase e neutro) o 1P (solo fase). La scelta dipende dalla configurazione dell’impianto.
  4. Potere di interruzione (Icn): espresso spesso come 4500 A, 6000 A o 10 kA. Indica la massima corrente di corto che l’interruttore può interrompere in sicurezza senza danni.
  5. Tensione nominale: 230/400 V AC in ambito domestico europeo. Verifica che la marcatura corrisponda alla rete del tuo edificio.
  6. Altri simboli: logo del costruttore, sigle della norma, schema interno. Servono a riconoscere compatibilità e qualità costruttiva; preferisci componenti certificati e ben leggibili.

Come scegliere il magnetotermico giusto

In casa la scelta dipende da carichi, lunghezza delle linee, sezione dei cavi e coordinamento con le altre protezioni. Valuta anche il potere di interruzione in kA adatto al punto d’installazione; quando in dubbio, chiedi la verifica a un professionista abilitato.

Per linee prese generiche spesso si usa una curva C con In 16–20 A, mentre per luci bastano valori più contenuti (es. 10 A), a seconda della sezione dei cavi. Carichi con forte spunto (compressori, attrezzi da banco) possono richiedere una curva adeguata a evitare falsi scatti, senza compromettere la sicurezza.

Selettività e coordinamento

La selettività aiuta a far intervenire il dispositivo “più vicino” al guasto, evitando che si spenga mezza casa per un problema su una singola presa. Il coordinamento tra magnetotermici e salvavita si progetta scegliendo correttamente In, curva, tempi e poteri di interruzione.

Un impianto ben tarato riduce disservizi e aumenta la sicurezza complessiva. Se noti scatti a catena, serve una valutazione tecnica: è un tema di progetto, non solo di regolazioni “a tentativi”.

Cosa fare se scatta spesso

Evita riarmi ripetuti: ogni scatto è un segnale. Individua il circuito interessato dal quadro, riduci i carichi e verifica se un singolo apparecchio provoca l’evento. Non eseguire interventi nel quadro sotto tensione e chiama un professionista abilitato.

Controlla sintomi come odori, segni di surriscaldamento su prese o spine, o rumori anomali. In presenza di umidità, favorisci l’asciugatura e valuta soluzioni di protezione adeguate. Per verifiche periodiche del sistema di protezione differenziale, utilizza le funzioni predisposte dal costruttore del salvavita in condizioni di sicurezza.

Domande frequenti

Il magnetotermico sostituisce il salvavita?

No. Il magnetotermico interrompe per sovraccarico e cortocircuito; il salvavita (RCD) interrompe per dispersione verso terra. Lavorano in modo complementare e vanno entrambi presenti in un impianto domestico moderno.

Che differenza c’è tra curva B, C e D?

La curva definisce la soglia di sgancio magnetico rispetto a In: B ≈ 3–5×, C ≈ 5–10×, D ≈ 10–20×. B è più sensibile agli spunti, D più tollerante per carichi con avvii energici.

Che cosa significa 6000 A o 6 kA sull’etichetta?

È il potere di interruzione (Icn): la massima corrente di corto circuito che il magnetotermico può interrompere in sicurezza. Valori tipici in abitazioni sono 4.5 kA, 6 kA o 10 kA.

Ogni quanto va sostituito un magnetotermico?

Non esiste una scadenza fissa. Se scatta senza motivo apparente, mostra segni di usura o ha subito un corto importante, va controllato e, se necessario, sostituito da un tecnico qualificato.

Perché scatta quando accendo l’aspirapolvere?

Probabile corrente di spunto elevata. Se la curva è troppo sensibile, lo spunto all’avvio fa intervenire la protezione. Chiedi una verifica di curva e dimensionamento dell’impianto.

Posso aumentare l’amperaggio per evitare scatti?

No: aumentare In senza calcolo è pericoloso. Si rischiano surriscaldamenti dei cavi e perdita di selettività. La soluzione è capire la causa e far dimensionare correttamente da un professionista.

Riepilogo e prossimi passi

  • Il magnetotermico protegge da sovraccarico e cortocircuito.
  • Il salvavita agisce sulle dispersioni: sono dispositivi complementari.
  • Leggere curva, In, poli e kA evita scelte sbagliate.
  • Scatti ripetuti richiedono diagnosi, non riarmi a caso.
  • Per dimensionamento e selettività affidati a un tecnico.

Conoscere principi e marcature rende più semplice dialogare con chi cura l’impianto e prendere decisioni sensate. Un magnetotermico idoneo, associato a un salvavita efficiente, aumenta la sicurezza e riduce i disservizi. Se noti scatti insoliti, rumori, odori o segni di calore, evita interventi improvvisati e documenta i sintomi.

Per la progettazione, l’adeguamento o la sostituzione di dispositivi elettrici è consigliabile rivolgersi a un professionista abilitato. Una verifica periodica dell’impianto e dei dispositivi di protezione, effettuata in sicurezza, è un investimento che tutela persone, apparecchi e continuità di servizio.

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