L’innesto è una tecnica semplice e antica per innestare piante da frutto unendo una marza a un portainnesto, così da combinare vigore e varietà. Con strumenti affilati, tagli precisi e buona igiene, puoi rinnovare cachi, fico e lampone, migliorare la produttività e salvare piante vecchie con un attecchimento più affidabile.
Per riuscire: scegli specie compatibili, pianifica il periodo migliore, prepara strumenti affilati e puliti, cura l’allineamento dei cambi, fissa e sigilla bene, proteggi dal sole e dal vento, controlla l’umidità e taglia i succhioni. Così l’innesto attecchisce con più probabilità.
Quando conviene innestare e su quali piante?
La finestra ideale dipende dal tipo di innesto e dalla specie. In generale, molti innesti a marza si eseguono tra fine inverno e inizio primavera, quando la pianta è in dormienza o riparte lentamente: la linfa scorre, ma i tessuti sono ancora stabili e favoriscono la saldatura. La maggior parte degli innesti a marza si eseguono da fine inverno a inizio primavera.
Nei climi miti, anche l’autunno avanzato può funzionare per alcuni fruttiferi, mentre con freddi rigidi conviene attendere temperature sopra zero per ridurre il rischio di danni ai tessuti. L’innesto a gemma (a T o a scudetto) rende bene in estate, quando la corteccia “scolla” facilmente e la gemma trova subito condizioni umide ma calde.
Esempi: cachi, fico, lampone
Il cachi preferisce innesti a marza a fine inverno o innesto a gemma a fine estate. Il fico si adatta a spacco e corona in primavera, evitando i periodi di gelo. Il lampone si propaga di norma per talea o divisione, ma l’innesto per approssimazione tra canne vigorose dello stesso portainnesto può aiutare a salvare tralci danneggiati in impianti speciali.
Quali strumenti servono e come prepararli?
Servono pochi attrezzi, ma devono essere curati. Un coltello da innesto o una buona lama da potatura, forbici affilate, nastro o parafilm, rafia, mastice cicatrizzante, etichette e alcol per la disinfezione. Una lama affilata fa tagli netti: meno superfici sfilacciate, più contatto tra tessuti e migliore cicatrizzazione.
Prima di iniziare, mantieni un protocollo di igiene: disinfetta lama e mani a ogni pianta, cambia o pulisci il nastro se si sporca di linfa, non appoggiare la marza su superfici polverose. Prepara in anticipo listelli o elastici per fissare, e mastice per sigillare subito eventuali fessure.
Disinfezione e sicurezza
Usa alcol isopropilico o soluzione a base di candeggina in diluizione sicura per disinfettare gli utensili, asciugandoli prima del taglio. Lavora su un banco stabile, proteggi le dita con guanti antitaglio se necessario e taglia sempre lontano dal palmo. La precisione nasce da calma, visibilità e utensili mantenuti bene.
Come scegliere portainnesto e marza?
Scegli un portainnesto compatibile con la specie e la varietà: stessa specie o generi molto affini garantiscono migliore continuità dei tessuti vascolari e stabilità nel tempo. Il portainnesto deve essere sano, con corteccia integra e radici attive; la marza deve essere matura, con gemme ben formate ma non già schiuse.
Osserva diametri coerenti: più marza e portainnesto sono simili, più facile ottenere l’allineamento dei cambi. Con diametri diversi, fai combaciare almeno un lato, così i cambi restano a contatto su una linea continua. Evita marze troppo giovani o lignificate in eccesso: l’obiettivo è favorire un callo uniforme e rapido.
Perché l’innesto riesca, i tessuti cambiali di marza e portainnesto devono aderire strettamente.
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For grafting to succeed, the cambium tissues of stock and scion must be in close contact.
Passi fondamentali dell’innesto
- Scegli portainnesto sano e marza matura, compatibili tra loro.
- Sterilizza gli utensili e pratica tagli netti, senza sfilacciature.
- Esegui il tipo di taglio (spacco, corona, gemma) rispettando l’allineamento dei cambi.
- Fissa l’unione con nastro o rafia e sigilla con mastice.
- Etichetta l’innesto e schermalo da sole, vento e pioggia.
- Controlla l’umidità e rimuovi i succhioni del portainnesto.
Tipi di innesto e quando usarli
La scelta del metodo dipende da diametro, specie e periodo. Per diametri piccoli è spesso ottimo l’innesto a gemma in estate, mentre in inverno-primavera dominano gli innesti a marza come spacco e corona. Valuta sempre la stabilità meccanica e la rapidità di cicatrizzazione.
- Innesto a spacco semplice: adatto quando marza e portainnesto hanno diametro simile. Richiede un taglio netto e un fissaggio saldo; offre buona superficie di contatto per la saldatura.
- Spacco inglese (migliorato): prevede linguette che aumentano l’attrito e l’allineamento. È stabile e spesso favorisce un attecchimento rapido su giovani rami diritti.
- Innesto a corona: utile su portainnesti più grossi o su ceppaie quando si vuole rinnovare una pianta. Si inseriscono più marze sotto la corteccia, distribuendo le future branche.
- Innesto a gemma (a T o a scudetto): ideale con corteccia che “scolla”. È veloce, usa materiale ridotto e lascia poche ferite; ottimo per rinnovare varietà o uniformare un frutteto.
- Innesto per approssimazione: si uniscono due piante ancora radicate; comodo per specie difficili o situazioni ventose. Quando l’unione è solida, si recide gradualmente la parte superflua.
- Innesto a sella: marza sagomata “a sella” sul portainnesto; aumenta stabilità e contatto. Funziona bene su rami giovani con corteccia liscia.
- Innesto a ponte: usato per superare danni ad anelli di corteccia sul tronco. Le marze “colmano” l’interruzione, ripristinando i flussi di linfa in casi di lesioni.
Cura dopo l’innesto: monitoraggio e potature
Dopo il fissaggio, proteggi l’unione da disidratazione e sbalzi. Ombreggia nelle giornate calde, mantieni il suolo umido ma non zuppo, e ispeziona regolarmente. Rimuovi i succhioni sotto il punto d’innesto: rubano energia alla marza e possono soffocare la ripresa.
All’attecchimento, alleggerisci gradualmente il fissaggio per evitare strozzature e, se necessario, ritocca il mastice dove compaiono microfessure. Una potatura di formazione delicata aiuta a distribuire la linfa e a impostare un’architettura equilibrata, evitando pesi eccessivi sull’innesto giovane.
Errori comuni e come evitarli
- Tagli sfilacciati: causano ferite ampie e lente a saldare. Affila la lama spesso e taglia in un solo gesto deciso.
- Sporcizia o disinfezione scarsa: aumenta il rischio di marciumi. Pulisci e disinfetta utensili e mani a ogni passaggio.
- Mancato allineamento dei cambi: l’attecchimento cala drasticamente. Fai combaciare almeno un lato, soprattutto con diametri diversi.
- Fissaggio debole: il vento muove l’unione e interrompe i vasi. Usa nastro idoneo e controlla la tensione.
- Esposizione eccessiva: sole e vento asciugano i tessuti. Scherma e mantieni umidità costante nei primi giorni.
Domande frequenti
Quando è il periodo migliore per innestare il cachi?
Di solito a fine inverno per gli innesti a marza e a fine estate per l’innesto a gemma, evitando freddi intensi e periodi di forte caldo e siccità.
È possibile innestare fico su un altro fico?
Sì, all’interno della stessa specie la compatibilità è in genere buona. Evita innesti tra generi o famiglie diverse: raramente funzionano in modo stabile nel tempo.
Posso innestare lampone su rovo o su melo?
No: l’innesto richiede affinità stretta. Il lampone si propaga meglio per talea o divisione; l’innesto si usa solo in casi particolari e sullo stesso tipo di pianta.
Quanto tempo impiega un innesto ad attecchire?
In condizioni favorevoli, in 2–6 settimane si forma il callo e compaiono segni di ripresa. I tempi variano per specie, periodo, tecnica e cura post-innesto.
Che fare se la marza si secca?
Valuta cause come disidratazione, taglio imperfetto o scarso contatto dei tessuti. Migliora fissaggio e schermatura; riprova nel periodo più adatto con materiale più fresco.
Serve il mastice cicatrizzante?
È utile su tagli esposti e innesti a corona o su ceppaie. Riduce disidratazione ed entry-point per patogeni; applicalo in strato sottile, evitando di intrappolare umidità.
In sintesi, cosa fare
- Pianifica periodo e compatibilità.
- Prepara strumenti puliti e affilati.
- Mantieni allineamento dei cambi e fissaggio efficace.
- Scegli tecnica adatta alla specie e al diametro.
- Cura post-innesto con ombreggio, irrigazione e potature.
Con metodo, pazienza e attenzione ai dettagli, l’innesto diventa un’operazione accessibile e gratificante. Parti da materiale sano, mantieni l’igiene e cura i primi giorni con ombreggio e umidità costante. Documenta i tentativi: ogni stagione offre lezioni preziose, e con piccole correzioni le percentuali di attecchimento migliorano sensibilmente.
Evita di avere fretta: pochi tagli ben fatti valgono più di tante prove imprecise. Scegli tecniche adeguate alla pianta, mantieni un fissaggio stabile e osserva le risposte della marza. Così costruirai nel tempo manualità e fiducia, ottenendo frutteti più vari, produttivi e resilienti.
