Il cotogno è un albero da frutto robusto e affascinante, noto per le profumate mele cotogne. Conosciuto anche come Cydonia oblonga, ama i climi miti e il pieno sole. In questa guida vedrai come pianificare la messa a dimora, curarlo mese dopo mese e ottenere raccolti costanti.
Pianta in autunno in posizione soleggiata, su terreno drenante arricchito con sostanza organica; irriga bene il primo anno; pota poco ma regolarmente; controlla parassiti e macchie fogliari; raccogli in autunno e conserva al fresco. Così riduci gli stress e ottieni frutti profumati con poca manutenzione.
Quando piantare il cotogno?
La messa a dimora è ideale in autunno, quando il suolo è ancora tiepido, oppure a fine inverno, evitando i periodi di gelo.

In zone calde, l’autunno favorisce radici attive prima dell’estate; in zone fredde, attendi il terreno asciutto e lavorabile.
Usa piante in zolla o a radice nuda; spalanca bene la buca per accogliere le radici senza piegarle e mantieni il colletto a livello del terreno. Una leggera pacciamatura riduce evaporazione e erbe infestanti, aiutando l’attecchimento nel primo anno.
Quale esposizione vuole il cotogno?
Predilige il pieno sole e posizioni riparate dai venti freddi. Un suolo ben drenato è fondamentale per evitare ristagni, mentre una leggera pendenza aiuta a scongiurare gelate tardive primaverili. Queste condizioni favoriscono fioritura, allegagione e qualità dei frutti.
Passi essenziali per il cotogno
- Scegli un luogo soleggiato e riparato.
- Prepara il terreno drenante con sostanza organica.
- Pianta in autunno o fine inverno, alla giusta profondità.
- Irriga regolarmente nel primo anno, poi riduci.
- Pota per arieggiare la chioma e formare la struttura.
- Monitora parassiti e malattie; intervieni presto con metodi dolci.
- Raccogli a maturazione e conserva al fresco.
Terreno, irrigazione e nutrimento
Il cotogno tollera diversi suoli, ma dà il meglio in terreni medi, fertili e senza ristagni. Prima di piantare, migliora la struttura incorporando sostanza organica ben matura e, se necessario, aggiungi sabbia grossolana per aumentare il drenaggio.
Preparare il suolo
Rompi la suola di lavorazione e mescola nel profilo uno strato di 20–30 cm di materiale organico, distribuendolo uniformemente nella buca e nell’area circostante. Evita fertilizzanti azotati alla messa a dimora: è meglio favorire apparato radicale e struttura.
Controlla il pH: in terreni molto calcarei può comparire clorosi ferrica, visibile come macchie e ingiallimenti tra le nervature. In tali casi, integra con prodotti consentiti per uso hobbistico o punta su varietà più tolleranti.
Irrigazione
Nel primo anno mantieni il suolo costantemente umido ma non saturo, con bagnature profonde e diradate. In seguito, il cotogno diventa abbastanza rustico: irriga solo nei periodi di siccità prolungata e usa pacciamatura organica per stabilizzare umidità e temperatura.
Meglio irrigare al mattino, alla base della pianta, evitando di bagnare chioma e frutti. Una fascia pacciamata con foglie o cortecce limita l’evaporazione, riduce la crescita di infestanti e mantiene attiva la vita del suolo.
Concimazione
In primavera distribuisci un sottile strato di compost o letame ben maturo come pacciamatura nutritiva. Evita eccessi di azoto: stimolano vegetazione tenera a scapito della fioritura e aumentano la suscettibilità a malattie.
Se il terreno è povero, preferisci ammendare poco e spesso. Una concimazione equilibrata, unita a irrigazioni corrette, sostiene la pianta senza squilibri, favorendo frutta più sana e saporita.
Potatura e forma dell'albero
Il cotogno fruttifica su rami misti e brindilli: serve una potatura leggera per far entrare luce e aria nella chioma, mantenendo una struttura stabile. Nei primi anni imposta una forma a vaso aperto o piramidale, poi limita gli interventi a tagli di pulizia e diradamento.
Effettua i tagli principali in fine inverno, in giornate asciutte, evitando gelate immediate. In estate, esegui piccole correzioni per togliere succhioni o rami troppo vigorosi, sempre rispettando i collari di corteccia e utilizzando attrezzi ben affilati.

Malattie e parassiti comuni
La prevenzione è la miglior difesa: varietà adatte, potature ariose e irrigazioni corrette riducono i problemi. Monitora con regolarità foglie e frutti: intervenire presto con metodi non invasivi è spesso sufficiente.
- Ticchiolatura (scab): macchie scure su foglie e frutti, cadute premature. Raccogli e smaltisci i residui infetti, arieggia la chioma, evita bagnature serali prolungate.
- Monilia: marciumi su frutti, specialmente vicini alla maturazione. Elimina le “mummie” rimaste sull’albero e dirada i frutti per migliorare aerazione e luce.
- Carpocapsa (verme delle mele): fori e gallerie nella polpa. Raccogli tempestivamente i frutti danneggiati, usa trappole a feromoni a supporto del monitoraggio, mantieni il suolo pulito.
- Oidio: patina biancastra su germogli teneri. Riduci eccessi di azoto e privilegia esposizioni ariose; la potatura verde leggera limita i focolai.
- Maculature fogliari: piccole macchie giallo‑brune che coalescono. Rimuovi foglie fortemente colpite, favorisci un drenaggio efficiente e evita ristagni d’acqua sotto la chioma.
- Afidi: colonie su germogli e pagine inferiori delle foglie. Contrastali con getti d’acqua e favorendo predatori naturali come coccinelle; la pacciamatura aiuta le piante a superare gli stress.
- Fuoco batterico: appassimenti improvvisi, rami “bruciati”, essudati. Disinfetta attrezzi, elimina prontamente i tessuti colpiti e adotta buone pratiche igieniche; il cotogno è specie ospite sensibile.
In aree dove il fuoco batterico è presente, privilegia igiene, potature asciutte e varietà meno suscettibili; per indicazioni aggiornate consulta i servizi fitosanitari regionali.
Varietà e portinnesti: come scegliere
Il genere Cydonia include la specie coltivata Cydonia oblonga, con cultivar che vanno da frutti grandi e profumati a tipi più resistenti al freddo. Se cerchi sapori di un tempo, orientati su varietà “antiche” selezionate localmente: spesso offrono rusticità e aromi intensi, anche se talvolta con rese inferiori.
Valuta il portinnesto di cotogno in base al vigore desiderato e alla natura del suolo. I portinnesti più deboli facilitano la gestione in spazi ridotti, mentre quelli più vigorosi sopportano meglio terreni marginali; chiedi al vivaista schede aggiornate e compatibilità riproduttiva.
Raccolta, conservazione e usi
I frutti maturano tra fine settembre e novembre, quando la buccia vira al giallo e il profumo si intensifica. Raccogli con delicatezza, mantenendo il peduncolo; lascia “ammollire” pochi giorni in luogo fresco e ventilato per esaltare aromi e consistenza.
Le mele cotogne non si consumano quasi mai crude: si trasformano in gelatine, cotognate, mostarde e sciroppati. Una conservazione al fresco (cantina, 2–8 °C) e in cassette areate riduce marciumi e prolunga il periodo di utilizzo domestico.
Domande frequenti
Il cotogno resiste al gelo?
Sì, è una specie piuttosto rustica. In molte aree temperate supera bene gli inverni, ma i fiori e i giovani frutti possono soffrire le gelate tardive: scegli posizioni riparate.
Quanto tempo impiega a fruttificare il cotogno?
Di norma inizia a produrre dopo alcuni anni dalla messa a dimora, spesso entro 3–5 stagioni, in funzione di portinnesto, varietà e qualità delle cure colturali.
Si può coltivare il cotogno in vaso?
Sì, scegli contenitori molto capienti con drenaggio impeccabile. Richiede irrigazioni regolari, substrato ricco e potature leggere per contenere il vigore. Posiziona il vaso in pieno sole e riparato dal vento.
Quando si pota il cotogno?
I tagli principali si eseguono tra fine inverno e inizio primavera, in giornate asciutte. In estate si possono fare piccoli interventi di contenimento, evitando potature drastiche.
Quante ore di sole servono al cotogno?
Per fioriture e frutti di qualità sono utili molte ore di sole diretto, idealmente almeno mezza giornata. In ombra parziale la produttività può ridursi sensibilmente.
Come prevenire il fuoco batterico nel cotogno?
Mantieni attrezzi puliti, rimuovi prontamente i tessuti colpiti e evita eccessi di azoto. Imposta potature ariose e monitora regolarmente: intervenire presto riduce la diffusione del patogeno.
In sintesi rapida
- Scegli sole e suolo drenante per radici sane.
- Pianta in autunno o fine inverno, evitando ristagni.
- Irriga bene nel primo anno, poi riduci gradualmente.
- Potatura leggera annuale per luce e aria nella chioma.
- Controlli preventivi su parassiti e malattie, raccolta a maturazione.
Con un impianto ben pianificato e cure regolari, il cotogno ripaga con frutti profumatissimi e una fioritura primaverile ornamentale. Procedi per piccoli passi: prepara il terreno, osserva la pianta nel corso delle stagioni e intervieni solo quando serve, privilegiando pratiche semplici e rispettose dell’ambiente.
Se stai iniziando ora, scegli una pianta sana da un vivaio affidabile, testa l’esposizione migliore nel tuo giardino e dedica attenzione ai primi due anni: sono il trampolino per una crescita equilibrata e raccolti generosi nelle stagioni successive.
