Il marketing vive in uno spazio regolato: pubblicità, promozione e comunicazione commerciale devono rispettare regole precise. Questa guida non sostituisce pareri legali; offre una panoramica chiara su campagne digitali, annunci online e telemarketing in Italia e nell’UE.
Quadro essenziale e non esaustivo delle principali regole: trasparenza, veridicità e privacy. Panoramica di Codice del Consumo, GDPR, cookie, recensioni e influencer, con differenze tra web e punto vendita. Sintesi chiara con esempi, senza sostituire consulenza legale. Contenuti verificabili, linguaggio semplice e riferimenti ufficiali.
Quali norme si applicano al marketing?
Il quadro nasce dall’intreccio tra fonti europee e nazionali, applicate da autorità come l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). In Italia il riferimento principale è il Codice del Consumo, affiancato da regole su privacy, e-commerce e comunicazioni elettroniche.
In che modo il GDPR incide sulle campagne?
Il GDPR disciplina la raccolta e l’uso dei dati per finalità promozionali, imponendo trasparenza e controllo all’utente. In sintesi, basi lecite, informative chiare e diritti effettivi orientano ogni attività.

Consenso e legittimo interesse
Le basi giuridiche più ricorrenti sono consenso e legittimo interesse. Il consenso deve essere libero, specifico, informato e dimostrabile; il legittimo interesse richiede valutazioni documentate, rapporto equilibrato e aspettative del destinatario.
Quando si invocano campagne basate su legittimo interesse, restano centrali linguaggio semplice, informativa accessibile e meccanismi evidenti di esclusione. Il GDPR riconosce il diritto di opposizione al marketing diretto, che interrompe ulteriori comunicazioni.
Cookie e tracciamento
I cookie di profilazione e tecnologie analoghe richiedono opt-in, con banner non fuorvianti, scelte simmetriche e registrazione delle preferenze. La base giuridica si combina con ePrivacy; necessari aggiornamenti periodici delle informative.
Diritti degli interessati
Indipendentemente dalla base giuridica, l’utente conserva diritti di accesso, rettifica, cancellazione e opt-out dal marketing diretto. La gestione delle richieste deve essere tracciabile e priva di ostacoli.
Quali pratiche pubblicitarie sono vietate?
Le autorità valutano messaggi e contesto dal punto di vista del consumatore medio. Contano chiarezza, verificabilità e assenza di omissioni rilevanti o pressioni indebite.
È ingannevole qualsiasi pratica che contiene informazioni false o che, pur presentando dati corretti, induce il consumatore medio in errore su elementi essenziali.
Per contenuti a pagamento e creator, le linee guida sull’influencer marketing richiedono etichette chiare e immediatamente visibili. Sono sotto osservazione scelte di design che possono indurre azioni non volute, come schemi ingannevoli nei banner o nei percorsi di acquisto.
- Pubblicità ingannevole e comparativa. È vietata la presentazione di vantaggi non verificati; la pubblicità comparativa è consentita se veritiera e fondata su criteri omogenei. Devono essere disponibili prove adeguate.
- Trasparenza delle condizioni commerciali. Durata delle offerte, costi accessori e limitazioni devono essere chiari. Indicare eventuali soglie, restrizioni e regole migliora la comprensibilità.
- Recensioni e opinioni dei clienti. Le recensioni sponsorizzate vanno riconoscibili; è scorretto filtrare sistematicamente le negative. Sono oggetto di attenzione piattaforme che fingono opinioni autentiche.
- Promozioni e concorsi. Comunicazioni su premi, estrazioni e meccaniche devono essere fedeli alla realtà. I concorsi seguono requisiti formali specifici previsti dalle norme.
- Comparazione di prezzi e sconti. Occorre evitare confusione tra prezzo pieno e ridotto; il prezzo di riferimento va gestito con coerenza alle regole vigenti.
- Targeting di minori. Con i minori vanno evitate sollecitazioni insistenti, linguaggi che sfruttano credulità o promozione di beni inadatti. Le immagini e i claim devono essere appropriati.
- Affiliazioni e influencer. Vanno dichiarati rapporti economici o di fornitura. Hashtag e diciture devono risultare chiari su schermi piccoli e grandi.
- Telemarketing e SMS. Contano liste autorizzate, identificazione del chiamante e rispetto di registri di opposizione. Il consenso resta centrale per contatti automatizzati.
- Cookie e tracciamento pubblicitario. Le scelte devono essere libere e reversibili; il centro preferenze non può essere nascosto. È rilevante la registrazione affidabile del log di consenso.
Cosa cambia tra web e marketing locale?
Nel digitale, regole su dati, cookie e trasparenza si intrecciano con interfacce e percorsi di conversione. Nei negozi fisici incidono cartelli, prezzi esposti e pratiche di interazione con il pubblico.

Nel marketing locale pesano tracciabilità delle promozioni e trasparenza dei prezzi in vetrina. Online, l’attenzione si concentra su consenso, profilazione e chiarezza dei flussi di disiscrizione. Entrambi i canali devono evitare ambiguità e promesse irrealistiche.
Punti normativi essenziali
- Il Codice del Consumo vieta pratiche commerciali ingannevoli e aggressive.
- La pubblicità comparativa è ammessa solo se veritiera, pertinente e verificabile.
- Per email e SMS serve un consenso libero, specifico e documentabile.
- I cookie di profilazione richiedono opt-in e informativa chiara.
- Le recensioni sponsorizzate devono essere identificate come contenuti pubblicitari.
- Con i minori si applicano tutele rafforzate e divieti su esche e pressioni.
- L’utente può opporsi in ogni momento al marketing diretto.
Domande frequenti
Serve sempre il consenso per l’email marketing?
Di norma è richiesto un consenso libero, specifico e documentabile. Esistono eccezioni limitate, ad esempio per clienti già acquisiti e messaggi su prodotti analoghi, nel rispetto di informative e diritto di opposizione.
Qual è la differenza tra consenso e legittimo interesse?
Il consenso implica una scelta attiva dell’utente; il legittimo interesse richiede un bilanciamento tra interessi del mittente e diritti dell’interessato, con informative chiare e possibilità di disiscrizione in ogni momento.
Le recensioni negative si possono rimuovere?
La rimozione sistematica di opinioni negative può risultare ingannevole. Sono ammesse moderazioni per violazioni evidenti (es. linguaggio offensivo o spam), seguendo criteri trasparenti e coerenti con le policy comunicate.
Come si valuta una pubblicità comparativa corretta?
Deve confrontare elementi omogenei, verificabili e pertinenti, senza denigrare concorrenti. I claim vanno supportati da prove attendibili e presentati in modo comprensibile al consumatore medio.
Quali tutele valgono per i minori?
Si applicano cautele rafforzate su linguaggio, prodotti e raccolta dati. Sono scoraggiate pressioni che sfruttano inesperienza o credulità, e vanno evitati inviti all’acquisto insistenti.
Come segnalare una pratica ingannevole?
È possibile rivolgersi alle autorità competenti (ad es. AGCM) fornendo elementi fattuali e documentazione. In presenza di casi complessi, può essere utile consultare un professionista qualificato.
Sintesi rapida del quadro
- Il marketing è regolato da Codice del Consumo, GDPR ed ePrivacy.
- Trasparenza e veridicità sono criteri centrali per la pubblicità.
- Consenso esplicito richiesto per email/SMS; opt-in per cookie.
- Recensioni e contenuti sponsorizzati devono essere dichiarati.
- Tutele rafforzate per minori e possibilità di opt-out immediato.
Questo testo fornisce un orientamento generale, non una consulenza legale. Le norme si evolvono e possono variare in base al settore, ai canali utilizzati e al contesto specifico, perciò è utile verificare fonti ufficiali e aggiornamenti.
Per iniziative complesse o multi-canale, confrontarsi con esperti e documentare le scelte riduce rischi reputazionali e sanzioni. Un approccio basato su trasparenza, verificabilità dei claim e rispetto delle preferenze degli utenti crea valore duraturo per persone e organizzazioni.
