Capire cosa fare, e in quale ordine, è decisivo per annullare una fattura in modo corretto. Inquadriamo quando parlare di annullamento, quando ricorrere alla rettifica o allo storno, e come funziona la nota di credito nella pratica.
Tratteremo differenze tra fattura elettronica e cartacea, casi tipici, tempi e documentazione, con un linguaggio semplice e senza consigli legali personalizzati. L’obiettivo è offrire una panoramica affidabile da usare come base di confronto con il proprio consulente.
In breve: la fattura elettronica inviata al Sistema di Interscambio non si “cancella”, ma si corregge con documenti di variazione. La cartacea si può annullare con opportune annotazioni. Verifica il caso, rispetta tempi e tracciabilità, coordina le parti coinvolte e conserva le evidenze aggiornate.
Quando si può annullare una fattura elettronica?
Nell’invio tramite Sistema di Interscambio (SdI), distinguere gli stati è fondamentale. Una fattura scartata non entra nei registri: si ritrasmette corretta. Una fattura consegnata o messa a disposizione, invece, non si elimina; si interviene con documenti di variazione.
Prima dell’invio puoi correggere liberamente il file; dopo l’invio, l’azione dipende dallo stato dei flussi e dagli accordi con il cliente o fornitore. In ogni scenario, privilegia la coerenza documentale tra ciò che emetti e ciò che registri in contabilità.
Come si corregge un importo errato?
Se l’errore riguarda imponibile, aliquota o imposta, la prassi ordinaria è emettere una nota di credito (o di debito) per rettificare il dato, mantenendo una chiara correlazione tra i documenti.
E se la fattura è stata scartata dal SdI?
Lo scarto blocca il ciclo: la fattura non è considerata emessa. Di norma si corregge il tracciato e si invia una nuova fattura con numerazione coerente con le regole interne, evitando duplicazioni o salti ingiustificati.
Archivia lo scarto insieme al nuovo invio per dimostrare il motivo della reiterazione. Questo preserva la tracciabilità del processo in caso di controlli.
Cosa succede se è già stata incassata?
Incasso e correzione sono piani diversi: la rettifica della fattura (e dell’IVA) si gestisce con i documenti di variazione; la parte finanziaria richiede accordi chiari per eventuali rimborsi o conguagli.
Qual è la differenza tra annullamento e nota di credito?
“Annullamento” in senso stretto si usa per documenti non ancora “nati” agli effetti fiscali (es. file scartato). In tutti gli altri casi, la correzione passa da note di variazione, secondo le regole IVA applicabili .
Le note di variazione (note di credito/debito) servono a rettificare imponibile e imposta in modo proporzionato all’errore. Le guide dell’Amministrazione finanziaria richiamano esplicitamente questo meccanismo per gli errori in fattura .
In pratica: usa l’“annullamento” per bloccare un documento mai entrato in validità (es. scarto); usa la nota di credito quando devi correggere un documento già rilevante, così da mantenere la storia dell’operazione.
Casi tipici ed esempi pratici
Di seguito una panoramica di situazioni frequenti e della logica di correzione.

L’idea è riconoscere il “tipo di errore” e scegliere il documento più adatto, mantenendo coerenza e tracciabilità.
- Cliente errato (anagrafica o partita IVA): se il documento è arrivato al soggetto sbagliato, valuta una nota di credito totale e una nuova fattura al soggetto corretto. Indica i riferimenti per collegare le operazioni.
- Aliquota IVA non corretta: quando l’aliquota cambia l’imposta, si procede con una variazione proporzionata. La coerenza tra imponibile, aliquota e imposta va riallineata con cura per evitare differenze residue.
- Importi o quantità sbagliate: un errore nei totali o nelle righe si rettifica con una nota di credito (o debito) per il differenziale. Mantieni il dettaglio riga-riga quando possibile.
- Reso o sconto post-fattura: il rientro merce o uno sconto concordato dopo l’emissione si riflette con una nota di credito riferita alla fattura originaria, chiarendo la causale.
- Operazione inesistente: se la cessione o il servizio non hanno avuto luogo, verifica la strada della nota di credito integrale. Documenta la circostanza con scambi email o verbali firmati.
- Doppia emissione: quando la stessa operazione è stata fatturata due volte, la soluzione tipica è stornare il duplicato con una nota di credito, mantenendo evidenza del motivo.
- Errore formale non fiscale (es. descrizione): se non incide su base imponibile o imposta, può bastare un documento di rettifica descrittiva, allineando però registri e conservazione digitale.
Come comportarsi con la fattura cartacea?
Per la cartacea, se il documento è già stato consegnato ma presenta un errore sostanziale, la via generalmente praticata è emettere una nota di credito di storno totale o parziale e, se serve, una nuova fattura corretta.
Se invece il documento non è mai uscito dall’ufficio o non è stato consegnato, è prassi annotare l’annullamento sul documento (data, motivo, firma interna) e conservarlo, mantenendo una numerazione coerente senza riuso del numero.
Quali tempi e tracce documentali servono?
I tempi dipendono dal tipo di errore e dal quadro IVA applicabile. Alcune variazioni hanno finestre o condizioni specifiche; altre richiedono semplicemente di agire con prontezza e documentazione chiara a supporto.
La tracciabilità non è un dettaglio: conserva fattura originaria, eventuale scarto SdI, nota di variazione, scambi con il cliente e registrazioni contabili.

Per la conservazione digitale, verifica le Linee guida sulla conservazione digitale applicabili al tuo sistema, così da garantire metadati e immodificabilità coerenti.
In ogni passaggio, allinea contabilità e conservazione a norma: protocolli, riferimenti incrociati, causali chiare. Una catena documentale ordinata semplifica verifiche e audit.
Passaggi chiave per annullare
- Verifica il tipo di documento.
- Valuta se serve nota di credito.
- Controlla termini e finestre temporali.
- Coordina con il destinatario.
- Conserva tracciabilità e protocolli.
- Consulta fonti ufficiali aggiornate.
Domande frequenti
Posso annullare una fattura elettronica già consegnata?
No. Se la fattura è stata consegnata o messa a disposizione, di norma non si elimina: si rettifica con una nota di variazione, mantenendo il collegamento al documento originario.
Quanto tempo ho per emettere una nota di credito?
Dipende dal caso e dalla normativa IVA applicabile. Agisci tempestivamente, verifica condizioni e conserva le evidenze che giustificano la variazione. Per situazioni specifiche, confrontati con un professionista.
Serve il consenso del cliente per lo storno?
È buona pratica coordinarsi, così da allineare la contabilizzazione su entrambe le parti. In ogni caso, la nota di variazione deve essere coerente con i fatti e correttamente documentata.
Se la fattura è stata scartata dal SdI, che faccio?
Correggi l’errore che ha causato lo scarto e ritrasmetti. Conserva notifica di scarto e nuovo invio per tenere traccia del motivo della reiterazione e della numerazione adottata.
Quando si usa l’autofattura?
L’autofattura riguarda casi particolari (es. integrazioni, regolarizzazioni). Non sostituisce la nota di credito della fattura sbagliata; va valutata in base al tipo di operazione e al ruolo fiscale.
Cosa indicare nella causale della nota di credito?
Indica chiaramente fattura di riferimento, motivo della rettifica e importi/aliquote interessati. La chiarezza facilita riconciliazioni contabili e future verifiche documentali.
In sintesi essenziale
- La fattura elettronica non si cancella: si rettifica con note di variazione.
- Per la cartacea, si annota l’annullamento o si usa la nota di credito.
- Tempi, causali e tracciabilità sono decisivi per la conformità.
- Coordina le parti e conserva tutte le evidenze a supporto.
Questa panoramica non sostituisce consulenza professionale, ma offre un quadro semplice per orientarsi tra annullamento, rettifiche e note di variazione. Valuta sempre il contesto concreto, soprattutto quando l’errore incide su base imponibile o imposta, e quando esistono scadenze operative da rispettare.
Prima di procedere, rileggi i documenti, verifica i flussi del SdI e recupera le prove (email, ordini, resi). Un approccio ordinato, dialogo con il destinatario e consultazione delle fonti ufficiali riducono i rischi e semplificano le riconciliazioni contabili future.