Le associazioni sono forme organizzate di cittadini che si uniscono per perseguire scopi comuni, spesso civici, culturali o solidaristici. In questo quadro rientrano molte realtà dell’associazionismo e degli enti non profit, oggi sempre più legate al Terzo settore e al suo ecosistema.
Panoramica chiara e non tecnica: cosa sono le associazioni, come si distinguono tra riconosciute e non riconosciute, differenze tra profit e non profit, ruolo del Terzo settore, passaggio dalle ONLUS, obblighi essenziali di trasparenza. Informazioni generali, non consulenza.
Quali tipi di associazioni esistono?
In Italia coesistono associazioni con e senza personalità giuridica, oltre agli enti del Terzo settore. La scelta incide su responsabilità, patrimonio e adempimenti, ma non cambia la finalità sociale perseguita.
Riconosciute e non riconosciute
Le prime hanno personalità giuridica e patrimonio separato rispetto a quello degli amministratori; le seconde no, e la responsabilità può ricadere in parte su chi agisce in nome dell’ente. Il riconoscimento avviene tramite registri dedicati; per gli enti del Terzo settore esiste il RUNTS.
Esempi tipici
- Circoli culturali e musicali: promuovono attività ricreative e culturali, spesso con volontari. Possono essere piccole realtà di quartiere o reti cittadine strutturate.
- Associazioni sportive dilettantistiche: organizzano attività sportive amatoriali e formative. Possono gestire impianti e collaborare con scuole e comuni.
- Organizzazioni di tutela ambientale: realizzano campagne, eventi e progetti educativi. Spesso collaborano con reti nazionali o internazionali.
- Associazioni di promozione sociale: includono molte attività di comunità e servizi alla persona; rientrano nella famiglia degli enti del Terzo settore.
Qual è la differenza tra profit e non profit?
La distinzione ruota attorno allo scopo e al destino degli eventuali avanzi di gestione. Nel non profit, le risorse si reinvestono nelle finalità statutarie; nel profit, l’obiettivo è distribuire utili ai soci.
- Scopo: il non profit persegue finalità civiche, solidaristiche o culturali. Le imprese a scopo di lucro mirano alla remunerazione del capitale e alla crescita economica.
- Utili e avanzi: nel non profit vige il divieto di distribuzione; eventuali avanzi si reinvestono nello scopo sociale. Distribuire utili ai soci è invece caratteristico del profit.
- Attività economica: anche un ente non profit può svolgere attività economiche per sostenersi, purché coerenti e strumentali allo scopo statutario e in regola con gli adempimenti.
- Governance e controllo: nel non profit contano partecipazione, assemblee e trasparenza; nel profit prevale la logica di investimento e l’assetto proprietario.
- Fisco e regimi dedicati: il non profit può accedere a regimi agevolati specifici se rispetta requisiti di legge. Agevolazioni e obblighi dipendono dalla qualifica e dall’iscrizione ai registri.
- Comunicazione di missione: le associazioni rendicontano l’impatto sociale e la destinazione delle risorse; le imprese comunicano risultati economici e strategici.
- Responsabilità patrimoniale: la separazione del patrimonio può variare in base al riconoscimento giuridico e allo statuto. È rilevante per amministratori e creditori.
- Relazione con la comunità: il non profit alimenta fiducia e volontariato. Impatto sociale, non dividendi, è la metrica chiave per valutare risultati.
Fatti essenziali sulle associazioni
- Le associazioni possono essere riconosciute o non riconosciute.
- Lo scopo di lucro è incompatibile con il regime non profit.
- Il Codice del Terzo settore ha istituito il RUNTS.
- Le ONLUS confluiscono nel Terzo settore in via transitoria.
- La personalità giuridica incide su responsabilità e patrimonio.
Come rientrano nel Terzo settore?
Il quadro è stato riordinato dal Codice del Terzo settore, che ha introdotto gli Enti del Terzo settore (ETS) e il RUNTS, registro unico nazionale del Terzo settore, come riferimento organizzativo e di trasparenza.
Categorie ETS principali
- Organizzazioni di volontariato (ODV): mettono al centro l’attività gratuita dei volontari e i servizi alla comunità.
- Associazioni di promozione sociale (APS): favoriscono la partecipazione e l’inclusione sociale mediante attività continuative.
- Altri ETS: includono, tra gli altri, enti filantropici, reti associative e imprese sociali, ciascuno con requisiti propri.
L’iscrizione al registro unico nazionale del Terzo settore abilita a qualificarsi come ETS, accedere a specifiche misure e presentare documenti standard di trasparenza. I dettagli variano per dimensione, attività e natura dell’ente.
Che fine hanno fatto le ONLUS?
Il termine ONLUS ha descritto a lungo molte realtà non profit. Con la riforma, queste organizzazioni sono state traghettate verso le categorie ETS, tramite un percorso graduale che tutela continuità e missione sociale.
In pratica, il regime transitorio delle ONLUS ha accompagnato il passaggio: denominazioni e inquadramenti possono cambiare, mentre le attività restano focalizzate su finalità di interesse generale. È importante seguire gli aggiornamenti ufficiali per gli adempimenti.
Quali responsabilità e trasparenza servono?
Indipendentemente dalla dimensione, una buona struttura di governo aiuta a prevenire conflitti e a valorizzare il lavoro dei volontari. Statuto, delibere e bilanci chiari sono la base della fiducia pubblica.
Trasparenza minima
- Statuto aggiornato: traccia finalità, organi e regole. Andrebbe scritto in modo comprensibile e coerente con le attività svolte.
- Rendicontazione: il bilancio, anche semplificato, spiega entrate, uscite e risultati. È utile prevedere una sezione sull’impatto sociale.
- Verbali assembleari: documentano decisioni e nomine. Favoriscono memoria istituzionale e continuità organizzativa.
- Gestione dei conflitti di interesse: procedure semplici per dichiarare interessi e astenersi dalle decisioni rilevanti.
Buone pratiche di governance
- Ruoli chiari: distinguere indirizzo politico, gestione operativa e controllo. Riduce rischi e sovrapposizioni.
- Formazione di consiglieri e volontari: norme, sicurezza, privacy, fundraising. La consapevolezza previene errori.
- Politiche di trasparenza e comunicazione: siti e documenti aggiornati aiutano soci, donatori e partner a comprendere come si opera.
Domande frequenti
Cosa distingue un’associazione riconosciuta da una non riconosciuta?
La riconosciuta ha personalità giuridica e patrimonio separato; la non riconosciuta no. La differenza incide su responsabilità, rapporti con i creditori e formalità gestionali, non sulla possibilità di perseguire finalità sociali.
Un’associazione può fare attività commerciale?
Sì, se coerente e strumentale allo scopo statutario, con corretta gestione contabile e fiscale. Restano vietati la distribuzione di utili e i vantaggi diretti ai soci tipici delle imprese a scopo di lucro.
Le ONLUS esistono ancora?
Il regime ONLUS è stato assorbito dalla riforma del Terzo settore. Le organizzazioni interessate sono indirizzate verso categorie ETS, secondo le regole e le tempistiche previste dalla normativa transitoria.
Che cos’è il RUNTS?
È il registro unico nazionale del Terzo settore. Consente l’iscrizione degli ETS, favorisce uniformità e trasparenza e rende più semplice verificare l’inquadramento degli enti non profit.
Le quote e le donazioni sono tassabili?
Dipende dalla natura dell’entrata e dall’inquadramento dell’ente. In genere le erogazioni liberali e le quote associative hanno regole specifiche; occorre verificare il regime applicabile all’ente e all’operazione.
In breve: cosa ricordare
- Distinzione tra riconosciute e non riconosciute.
- Non profit diverso da attività con utili ai soci.
- ETS e RUNTS come cornice organizzativa.
- ONLUS in transizione verso il Terzo settore.
- Trasparenza e governance rafforzano fiducia e impatto.
Questa panoramica aiuta a orientarsi tra definizioni e inquadramenti delle associazioni, senza sostituire le fonti ufficiali. Prima di decisioni operative, valuta lo statuto, l’eventuale iscrizione al RUNTS e i requisiti applicabili, così da allineare finalità, risorse e responsabilità.
Le norme evolvono e possono prevedere eccezioni. Per casi specifici è prudente confrontarsi con professionisti o sportelli informativi del territorio: una lettura attenta delle regole consente di valorizzare le energie della comunità nel rispetto della legalità.
