I autovelox sono sistemi che misurano la velocità dei veicoli per verificare il rispetto dei limiti. Spesso chiamati anche rilevatori di velocità o speed camera, rientrano tra i dispositivi di controllo elettronico previsti dalle norme italiane. In questa panoramica spieghiamo cosa prevedono le regole su segnaletica, tolleranza e posizionamento, con esempi pratici e un linguaggio semplice.
Gli autovelox devono essere omologati, tarati e ben segnalati. La posizione varia per tipo di strada e contesto; la distanza dal cartello è “congrua”, non fissa. Sulla velocità rilevata si applica una riduzione per l’errore massimo consentito. Dopo incroci importanti il preavviso va, se necessario, ripetuto.
Che cos’è un autovelox e come funziona?
Un autovelox rileva la velocità con sensori (radar, laser o induttivi) e abbina la misurazione automatica a una fotografia del veicolo, utile a documentare targa, luogo, data e ora. Le postazioni possono essere fisse (box o cabine) oppure mobili, operando con pattuglie sul posto.
Il funzionamento non cambia nelle sue basi: la velocità è misurata e confrontata con il limite vigente in quel tratto. Se l’eccedenza supera la soglia di legge, scatta la sanzione. Con i dispositivi mobili è frequente la contestazione immediata, mentre con quelli fissi la notifica arriva successivamente.
Dove possono essere installati gli autovelox?
Le regole dipendono dal tipo di strada e dalle condizioni locali. Ci sono differenze tra autostrade, extraurbane e strade nei centri abitati.
Autostrade e strade extraurbane
Sulle strade a scorrimento veloce, inclusi molti tratti extraurbani, l’uso di dispositivi fissi senza pattuglia è possibile nei tratti individuati in modo preventivo. Su molte strade extraurbane secondarie la individuazione prefettizia dei tratti consente il controllo senza contestazione immediata, per esigenze di sicurezza e fluidità del traffico.
Le postazioni devono essere visibili e precedute da segnaletica chiara; l’obiettivo è prevenire comportamenti pericolosi più che sorprendere gli utenti. Laddove non sia previsto il controllo fisso, è comunque possibile il servizio con dispositivi mobili e pattuglie.
Centri abitati e strade urbane
In città il quadro è più selettivo: i controlli fissi si concentrano sulle strade urbane di scorrimento, mentre su altre tipologie si ricorre più spesso a dispositivi mobili con presenza degli agenti. Le scelte dipendono da traffico, incidentalità e caratteristiche geometriche delle strade.
Punti essenziali sugli autovelox
- Gli autovelox possono essere fissi o mobili, con omologazione e taratura obbligatorie.
- È richiesta una segnalazione preventiva chiara e ben visibile.
- La distanza tra segnale e dispositivo deve essere congrua al contesto stradale.
- Dopo incroci significativi la segnalazione va ripetuta se necessaria.
- Alle velocità rilevate si applica una riduzione per l’errore massimo consentito.
- Su molte strade extraurbane secondarie serve l’individuazione prefettizia dei tratti.
Qual è la tolleranza applicata alle misurazioni?
Nella lettura della velocità si considera l’errore massimo consentito, previsto dalle norme tecniche. Per questo sulla velocità rilevata si applica una riduzione, in modo da tenere conto delle incertezze strumentali. La misura “valida” ai fini sanzionatori è quindi quella già al netto dell’errore.
La corretta funzionalità del dispositivo è essenziale: taratura e verifiche periodiche non sono formalità, ma garanzie per chi guida e per l’amministrazione. La Corte Costituzionale ha chiarito che l’affidabilità dipende da periodiche verifiche di funzionalità e taratura; in difetto la sanzione può risultare illegittima.
Taratura e omologazione: requisiti
Ogni apparecchiatura deve essere omologata per l’uso su strada e sottoposta a verifica periodica. I verbali riportano i riferimenti di omologazione e taratura così da permettere controlli successivi. In caso di dubbi, è possibile chiedere copia della documentazione tecnica nell’ambito delle procedure previste dalla legge.
Segnaletica e distanze: cosa prevedono le norme?
Prima della postazione serve un preavviso chiaro, leggibile e coerente col contesto. Non esiste una distanza unica valida ovunque: la normativa chiede una distanza “congrua”, calibrata a velocità, visibilità, tracciato e caratteristiche della strada.
La segnalazione preventiva dei dispositivi deve essere ben visibile e adeguata al contesto; il segnale va ripetuto se necessario, specie dopo intersezioni significative.
In pratica, il cartello di preavviso deve essere percepibile con anticipo sufficiente perché chi guida possa adeguare la velocità in sicurezza. Dopo incroci importanti, soprattutto se cambia il limite, il preavviso deve essere valutato e, se serve, ripetuto per evitare fraintendimenti.
- Segnaletica chiara: il cartello deve essere ben visibile, non occultato da vegetazione o altri elementi. Se la visibilità è ridotta, occorrono distanze maggiori per garantire lettura e reazione.
- Coerenza col limite: il preavviso va posizionato dopo i segnali che stabiliscono il limite; evitare sequenze confuse che inducano in errore gli utenti, specie in tratti con limiti variabili.
- Contesto stradale: a velocità più alte servono spazi più lunghi; su tracciati tortuosi o con pendenze si privilegia la sicurezza di lettura e la progressività dell’informazione.
- Dopo gli incroci: se l’intersezione è significativa e il flusso proveniente dall’incrocio non ha visto il preavviso, occorre valutarne il ripetuto posizionamento nel nuovo ramo, quando pertinente.
- Illuminazione e condizioni: di notte o con meteo sfavorevole, la leggibilità del cartello e della postazione deve restare adeguata; controlli e manutenzione periodica sono parte della buona pratica.
- Postazione riconoscibile: colori, pannelli o box standard aiutano a distinguere le installazioni; non si tratta di “imboscate”, ma di prevenzione e trasparenza verso gli utenti della strada.
- Documentazione: verbali e atti tecnici indicano modello, omologazione e taratura; mantenere aggiornata la documentazione supporta la correttezza dei controlli e la comprensibilità per i cittadini.
Domande frequenti
L’autovelox deve essere sempre segnalato?
Sì, è previsto un preavviso chiaro e visibile prima della postazione. La distanza non è fissa e dipende dal contesto (velocità, visibilità, tracciato). Dopo incroci rilevanti il preavviso può dover essere ripetuto.
Qual è la differenza tra autovelox fisso e mobile?
I fissi operano h24 su postazioni autorizzate e segnalate; i mobili sono utilizzati da pattuglie e spesso consentono la contestazione immediata. In entrambi i casi servono omologazione, taratura e preavviso.
Quanto deve essere distante il cartello dall’apparecchio?
Non esiste una distanza uguale per tutti i casi. La direttiva nazionale richiede una distanza “congrua”, valutata rispetto a velocità, visibilità, geometria della strada e altre condizioni locali.
Gli autovelox possono essere posizionati subito dopo un incrocio?
Dipende dal contesto. Se chi proviene dall’intersezione non ha visto il preavviso, è opportuno ripeterlo. L’installazione deve comunque garantire chiarezza e adeguata percezione prima del controllo.
Se il dispositivo non è tarato la multa è nulla?
La legittimità dipende dall’affidabilità comprovata dell’apparecchio. Le verifiche periodiche di funzionalità e taratura sono ritenute necessarie dalla giurisprudenza e dalla normativa tecnica di riferimento.
Sulle strade urbane si possono installare autovelox fissi?
In generale i controlli fissi si concentrano sulle strade urbane di scorrimento, mentre altrove si preferiscono dispositivi con pattuglie. Le scelte dipendono da sicurezza, traffico e atti locali.
Riepilogo operativo
- Il preavviso dell’autovelox deve essere chiaro e ben visibile.
- La distanza cartello–postazione è “congrua”, non fissa.
- Taratura, verifiche e omologazione sono indispensabili.
- Sulle extraurbane secondarie contano gli atti prefettizi.
- Dopo incroci rilevanti il preavviso può essere ripetuto.
Gli autovelox hanno un ruolo preventivo: avvisare per tempo, rendersi riconoscibili e misurare con affidabilità. La segnaletica e la distanza “congrua” proteggono chi guida e danno coerenza ai controlli. È per questo che trasparenza e qualità della misurazione contano quanto la sanzione.
Questa è una panoramica divulgativa basata su principi e atti generali; i dettagli applicativi possono variare per luogo e tempo. Per casi specifici consulta testi ufficiali aggiornati e gli atti locali delle autorità competenti.
