La tredicesima è la mensilità aggiuntiva che molti lavoratori e alcuni pensionati ricevono a fine anno; è spesso chiamata anche gratifica natalizia o bonus di dicembre. In questa guida spieghiamo come matura, quando viene pagata e come stimarne l'importo con esempi semplici e casi tipici (dipendenti, colf, pensionati).
Cos’è, quando arriva e come si calcola la tredicesima: guida pratica con esempi, voci incluse/escluse e casi frequenti per dipendenti, colf e pensionati. Capirai come maturano i ratei, perché l’importo netto può variare e cosa controllare in busta paga a dicembre.
Quando viene pagata la tredicesima?
Di norma viene corrisposta a dicembre, spesso prima delle festività. Alcuni contratti collettivi o accordi aziendali prevedono calendari diversi o acconti lungo l’anno; l’importo maturato resta proporzionale ai mesi lavorati. Chi inizia o termina in corso d’anno riceve la quota maturata fino a quel momento.
Come si calcola la tredicesima?
Il calcolo della tredicesima segue una logica lineare:

si matura una quota per ogni mese lavorato e, a fine anno, si sommano i ratei. La base di riferimento è in genere la retribuzione lorda mensile prevista dal contratto e dal CCNL applicato; eventuali elementi variabili rientrano solo se previsti. Se si lavora 12 mesi, si riceve una mensilità intera; altrimenti si calcola la proporzione mesi/12.
Esempi pratici
- 12 mesi lavorati: retribuzione lorda mensile 1.600 euro. La tredicesima lorda è circa 1.600 euro. Il netto sarà inferiore per imposte e contributi, secondo le regole del periodo.
- Assunzione a maggio (8 mesi): retribuzione lorda 1.500 euro. Tredicesima lorda stimata 1.500 × 8/12 = 1.000 euro. È un importo esemplificativo; il netto dipende da tassazione e trattenute.
- Part-time al 50% per 12 mesi: retribuzione lorda 950 euro. La tredicesima lorda è attorno a 950 euro. La proporzione riflette l’orario ridotto concordato.
- Colf con 30 ore settimanali e 10 mesi di lavoro: retribuzione lorda 900 euro. Tredicesima lorda indicativa 900 × 10/12 = 750 euro, salvo regole specifiche del contratto domestico.
- Premio fisso mensile: paga base 1.400 euro + 100 euro di indennità fissa. Base di calcolo 1.500 euro; con 12 mesi la tredicesima lorda è 1.500 euro. Se l’elemento non è fisso, potrebbe non rientrare.
- Cessazione a settembre (9 mesi): retribuzione lorda 1.700 euro. Rateo tredicesima 1.700 × 9/12 = 1.275 euro al lordo. Il conguaglio avviene nella busta di chiusura.
Gli importi negli esempi sono lordi e solo indicativi. Il valore netto varia in base a imposte, contributi e alle previsioni del contratto collettivo applicato.
Punti essenziali della tredicesima
- Matura in dodicesimi sui mesi di lavoro effettivo.
- Si paga di norma a dicembre, salvo accordi diversi.
- Assenze non retribuite non fanno maturare ratei.
- Base di calcolo: paga base ed elementi fissi previsti.
- In caso di cessazione, spetta il rateo in busta finale.
- Per colf e badanti vale il CCNL domestico.
Voci incluse, escluse e casi particolari
Non tutte le voci della busta paga entrano nel conteggio. Il CCNL lavoro domestico, ad esempio, regola in modo puntuale la maturazione per colf e badanti; altri CCNL stabiliscono criteri specifici per i diversi settori.
Per i trattamenti previdenziali, alcuni assegni prevedono una mensilità aggiuntiva per i pensionati a dicembre;

calendario e criteri sono fissati dagli enti competenti e possono variare nel tempo.
Voci incluse
Di solito rilevano la paga base, eventuali superminimi fissi e indennità fisse previste dal contratto. Se il contratto lo stabilisce, rientrano anche premi ricorrenti non legati a una sola prestazione.
Voci spesso escluse
Componenti occasionali e rimborsi spese, come diarie o rimborsi chilometrici, in genere non entrano nella base di calcolo. Anche straordinari e premi una tantum possono essere esclusi se non stabilmente ricorrenti.
Cosa succede se il rapporto finisce?
Alla cessazione del rapporto, il datore liquida i ratei maturati fino all’ultimo giorno utile, inserendoli in busta paga finale insieme ad altri elementi di chiusura. Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è distinto dalla tredicesima: non vanno confusi.
- Verifica il periodo di riferimento: i mesi conteggiati devono riflettere il servizio effettivo.
- Controlla la base retributiva utilizzata e la coerenza con il contratto applicato.
- Accerta eventuali assenze non retribuite che potrebbero ridurre i ratei maturati.
- Considera eventuali anticipi già erogati durante l’anno e come sono stati conguagliati.
- Confronta importi lordi e voci al netto di imposte e contributi per capire il saldo.
Domande frequenti
La tredicesima è obbligatoria per tutti i lavoratori?
Nei settori in cui è prevista dalla contrattazione collettiva o dagli accordi applicati al rapporto, la tredicesima fa parte del trattamento economico. Le regole possono variare tra i diversi CCNL e accordi aziendali.
La tredicesima è tassata?
Sì, costituisce reddito e sconta imposte e contributi secondo le regole vigenti. L’aliquota effettiva, le detrazioni e il conguaglio dipendono dal periodo e dal profilo del lavoratore.
Come funziona per i part-time?
Si matura in proporzione al tempo di lavoro: a parità di mesi, la quota è commisurata all’orario contrattuale. Il criterio pratico resta la maturazione in dodicesimi su base retributiva proporzionata.
Malattia e maternità fanno maturare la tredicesima?
Dipende da CCNL e normativa applicabili. Alcuni periodi possono essere considerati utili alla maturazione, altri no. È utile verificare il contratto collettivo e le comunicazioni aziendali aggiornate.
La tredicesima si può chiedere in anticipo?
In alcune realtà sono previsti acconti o rateizzazioni, secondo accordi o prassi aziendali. La possibilità e i tempi dipendono dal contratto e dalle intese tra le parti.
Come si differenzia dal TFR?
La tredicesima è una mensilità aggiuntiva che matura ogni anno; il TFR è un accantonamento che si liquida alla fine del rapporto o si destina alla previdenza complementare. Sono istituti distinti.
In sintesi pratica
- La tredicesima è una mensilità aggiuntiva maturata mese per mese.
- Il calcolo avviene in dodicesimi sulla retribuzione di riferimento.
- Pagamento in genere a dicembre; possono esistere anticipi o piani diversi.
- Voci incluse/escluse dipendono dal contratto e dagli accordi.
- In cessazione e per colf/pensionati valgono regole specifiche.
La tredicesima serve a riconoscere quanto lavorato nell’anno, con regole che tengono conto di contratto collettivo, accordi e calendario. Per stimare correttamente l’importo è utile partire dalla retribuzione mensile di riferimento, verificare i mesi maturati e distinguere tra voci fisse e variabili.
Se hai dubbi sul tuo cedolino o sulla quota maturata, confronta busta paga, comunicazioni aziendali e contratto applicato. In presenza di situazioni particolari (ingressi o uscite nell’anno, assenze, premi variabili), chiedi chiarimenti all’ufficio paghe o a un consulente del lavoro: potrai leggere i dati con maggiore consapevolezza.
