Se sogni una carriera nella consulenza strategica, capire come funziona McKinsey può orientare studio e preparazione. In questa guida spieghiamo requisiti, selezione e vita in azienda con esempi chiari, traducendo il gergo della firm in passi pratici. Parleremo di CV, case interview e crescita in modo semplice e concreto.

Vuoi candidarti in una società di consulenza di alto profilo? Qui trovi come impostare CV e candidatura, come affrontare case e colloqui comportamentali, cosa aspettarti nel lavoro quotidiano e come crescere nel tempo. Un percorso concreto per capire se la consulenza fa per te e prepararti con metodo.

Che cos’è McKinsey e cosa fa?

È una società di consulenza manageriale globale che affianca organizzazioni pubbliche e private su strategie, trasformazioni e operatività, applicando problem solving strutturato, analisi dei dati e lavoro in team per creare impatto misurabile.

Quali profili cerca McKinsey?

Non esiste un unico “identikit”. Contano una base quantitativa solida o capacità logiche, curiosità e attitudine al cliente. Lauree diverse (ingegneria, economia, scienze, discipline umanistiche) possono funzionare se dimostri pensiero analitico, comunicazione chiara e collaborazione.

Esperienze come progetti universitari, associazioni, startup o stage mostrano ownership e iniziativa. Valgono molto anche l’ascolto attivo, la gestione del tempo e un inglese operativo. I percorsi “prestigiosi” aiutano, ma non sono l’unica chiave: più importante è collegare competenze a risultati concreti e al valore per il cliente.

Percorso in sintesi

  • Definisci motivazione e obiettivi personali.
  • Prepara un CV mirato e sintetico.
  • Allena case interview con feedback.
  • Costruisci esempi comportamentali con metodo STAR.
  • Studia l’azienda e il settore.
  • Pianifica domande finali chiare e autentiche.

Come funziona il processo di selezione?

Il processo è disegnato per valutare potenziale, logica e fit. In genere include screening di CV e lettera, colloqui su casi aziendali e conversazioni comportamentali per capire come lavori con gli altri e come prendi decisioni.

Fasi tipiche

  1. Application mirata: CV sintetico (una pagina) impostato su impatto e risultati, lettera di motivazione breve e specifica.
  2. Screening: recruiter e consulenti verificano aderenza al ruolo, chiarezza del profilo e coerenza degli obiettivi.
  3. Colloqui su business case: risolvi problemi strutturati con dati, ipotesi e calcoli; contano chiarezza e capacità di semplificare.
  4. Colloqui comportamentali: esplori esperienze passate, team, leadership, gestione delle difficoltà, imparando dai risultati.
  5. Debrief finale: più intervistatori condividono evidenze per una decisione complessiva, equilibrando punti di forza e aree di sviluppo.

Per la parte di problem solving, un riferimento utile è il principio MECE (Mutuamente Esclusive, Collettivamente Esaurienti): scomponi il problema in sotto-rami indipendenti che, insieme, coprano l’intero spazio della domanda.

Nella preparazione, esercitati sui case interview per abituarti a strutturare l’approccio, lavorare su numeri semplici ma precisi e spiegare passaggi e assunzioni.

Per il lato comportamentale, usa il metodo STAR (Situazione, Task, Azione, Risultato) per raccontare in modo sintetico esperienze che mostrino iniziativa, collaborazione e impatto.

Come prepararsi ai case interview

  1. Costruisci fondamenta. Ripassa aritmetica mentale, percentuali e proporzioni. L’obiettivo non è la velocità estrema, ma accuratezza e chiarezza del ragionamento.
  2. Allena la struttura. Parti dall’obiettivo, definisci lo schema (ad esempio domanda-offerta, ricavi-costi), poi esplora i rami con domande mirate e ipotesi verificabili.
  3. Parla ad alta voce. Condividere il flusso di pensiero aiuta l’intervistatore a seguirti e ti evita salti logici. Pensa come a un “lavoro in coppia”.
  4. Fai pratica con feedback. Alterna simulazioni con pari e con chi ha già esperienza. Il feedback puntuale accelera la tua curva di apprendimento.
  5. Gestisci i numeri in modo semplice. Stima con ordini di grandezza, arrotonda in modo intelligente e verifica i risultati per evitare errori grossolani.
  6. Usa visual chiari. Tabelle e semplici grafici “su carta” ordinano idee e numeri, aiutando a evidenziare le priorità con precisione.
  7. Arriva a raccomandazioni. Concludi con una sintesi: risposta, motivazioni, rischi e prossimi passi. Meglio una soluzione solida che una perfetta ma tardiva.
  8. Allena calma e tempo. Respira, chiedi un minuto se serve, gestisci l’orologio. La serenità operativa è parte della valutazione.

Com’è la vita in consulenza?

Il lavoro è vario e dinamico: si alternano analisi, confronto con il team e interazioni con il cliente. L’intensità può essere alta, con scadenze strette; in cambio crescono velocemente autonomia, capacità di sintesi e gestione delle priorità. La chiave è mantenere energia e curiosità anche quando il ritmo si fa intenso.

Si lavora in squadre miste per competenze e seniority, con obiettivi chiari e feedback frequenti. Avere un mentore aiuta a leggere situazioni e a scegliere i progetti adatti. La crescita passa da risultati, spirito di servizio al team e volontà di imparare di continuo.

Percorsi e crescita

Il percorso tipico parte da ruoli junior orientati all’analisi, prosegue con responsabilità di modulo e gestione del cliente, fino alla leadership del progetto. La formazione è strutturata e continua, spesso basata su casi reali.

  • Primi anni: impari strumenti, modelli, gestione del tempo e relazione con il cliente.
  • Crescita manageriale: definisci approcci, coordini flussi di lavoro e sviluppi persone, con comunicazione e priorità chiare.
  • Leadership: disegni la direzione del progetto, coltivi relazioni di lungo periodo e guidi la creazione di impatto.
  • Uscite professionali: le competenze maturate aprono strade in azienda, startup, investimenti o settore pubblico, secondo interessi e valori.

Domande frequenti

È obbligatorio avere una laurea in economia?

No. Contano logica, numeri di base, comunicazione e impatto. Arrivano profili da ingegneria, scienze, economia e anche discipline umanistiche, se mostrano attitudine al problem solving e risultati concreti.

Serve esperienza lavorativa per essere assunti?

Non è indispensabile, ma è utile. Stage, progetti, associazioni o startup mostrano iniziativa, ownership e lavoro di squadra. Conta collegare le esperienze a ciò che potresti fare sul cliente.

Come impostare un CV efficace per McKinsey?

Una pagina, orientata all’impatto: azione + risultato. Evidenzia numeri o indicatori, leadership in team, premi o borse e competenze chiave. Evita elenchi generici, privilegia chiarezza e priorità.

Quanto si lavora in consulenza?

Il ritmo può essere intenso, variabile per progetto e fase. Pianificazione, priorità e dialogo con il team aiutano a gestire carichi e scadenze. Fai attenzione a sonno, energia e spazi di recupero.

Se fallisco un colloquio, quando posso riprovare?

Di solito è previsto un intervallo prima di ripresentarsi; verifica tempi e modalità con il recruiting. Nel frattempo colma i gap con pratica mirata e feedback esterni.

McKinsey assume anche profili junior e stagisti?

Sì. Oltre alle posizioni full-time esistono programmi per studenti e neolaureati. Preparati su logica, casi e comportamentale, e mostra motivazione chiara per ruolo e percorso.

In breve, cosa ricordare

  • Motivazione chiara e allineata al ruolo.
  • CV essenziale e orientato all’impatto.
  • Preparazione strutturata: case, STAR e MECE.
  • Conosci azienda, settore e contesto cliente.
  • Vita intensa ma formativa, con crescita reale.

La consulenza può essere un ottimo acceleratore: aiuta a scoprire interessi, a imparare strumenti utili ovunque e a misurarsi con problemi diversi. Prima di candidarti, esplora testimonianze, parla con chi ci è passato, simula colloqui e valuta il fit con i tuoi obiettivi. Un percorso preparato con criterio aumenta le probabilità di successo e rende l’esperienza più sostenibile.

Usa questa guida come base e costruisci un piano: definisci perché vuoi farlo, dove puoi migliorare e con quali risorse allenarti. Procedi per piccoli esperimenti, tenendo traccia dei progressi. Così trasformerai l’idea di “provare a caso” in un progetto concreto che rispetta tempi, energie e priorità personali.

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