In Italia, il full time indica il lavoro a tempo pieno con un orario settimanale definito dalla legge e dai contratti collettivi. Capire quante ore sono, come cambia rispetto al part time e come calcolare la percentuale aiuta a pianificare retribuzione, orario settimanale e tutele.
Il full time corrisponde allo standard di ore fissato dalla legge o dal CCNL (spesso 40 ore). Il part time è una frazione di quel monte ore. La percentuale si calcola dividendo le ore part-time per le ore full time e moltiplicando per 100; molte tutele maturano pro quota.
Che cos'è l'orario full time?
Per orario a tempo pieno si intende la prestazione che raggiunge lo standard fissato dal contratto collettivo o dalla legge, spesso pari a 40 ore settimanali. In Italia l'orario normale è indicato dal D.Lgs. 66/2003, che stabilisce cornici su durata e riposi.
L'orario normale di lavoro è fissato in quaranta ore settimanali.
La normativa europea, con la Direttiva 2003/88/CE, pone un tetto massimo di 48 ore medie a settimana comprensive di straordinari, calcolate su un periodo di riferimento. I singoli CCNL possono prevedere 38, 39 o 40 ore, ma senza superare i limiti di sicurezza e riposo.
Quante ore sono nel CCNL?
Molti CCNL collocano lo standard tra 38–40 ore settimanali, con ripartizione in 5 o 6 giorni e pause regolate. Alcuni contratti prevedono banca ore o flessibilità per gestire picchi, mantenendo per il lavoratore un monte ore annuale a tempo pieno.
Qual è la differenza con il part time?
Nel part time l'orario è inferiore a quello del full time e ogni istituto economico o di tempo matura pro quota. La percentuale indica il rapporto tra ore part-time e ore di riferimento a tempo pieno, utile per stimare retribuzione e maturazioni.
Il part time può essere orizzontale, verticale o misto, secondo la disciplina del D.Lgs. 81/2015. Con l'orizzontale si lavora ogni giorno per meno ore; con il verticale si lavora solo alcuni giorni o settimane; il misto combina entrambe le modalità per conciliare esigenze aziendali e personali.
Come leggere la percentuale
Se nel contratto leggi 60%, significa che lavori il 60% dell'orario pieno: con riferimento a 40 ore, sono 24 ore a settimana. Analogamente, 75% corrisponde a 30 ore; 50% a 20 ore. Il riferimento può essere diverso (per esempio 38 o 39 ore) in base al CCNL.
Calcolo percentuale part-time
- Identifica le ore settimanali standard del full time previste dal tuo CCNL.
- Recupera le ore settimanali indicate nel contratto part-time.
- Dividi ore part-time per ore full time ottenendo un coefficiente.
- Moltiplica il coefficiente per 100 per la percentuale complessiva.
- Applica la percentuale a ferie, ROL e premi ove previsto.
- Verifica eventuali minimi o limiti fissati dal CCNL.
Quante ore prevede e come si distribuiscono?
Lo standard a tempo pieno è spesso distribuito su 5 giorni (per esempio 8 ore) o su 6 giorni (per esempio 6 ore e 40 minuti). La scelta dipende da settore, turnazione e accordi: l'obiettivo è rispettare riposi e garantire il monte ore di tempo pieno.
Nei servizi con apertura prolungata si usano turni, con fasce orarie definite e rotazioni. Per uffici e ruoli amministrativi è frequente la distribuzione regolare; in altri contesti si ricorre a banca ore o flessibilità, nel rispetto dei limiti di legge e della contrattazione.
Turni e flessibilità
La turnazione può coprire mattino, pomeriggio e notte; eventuali maggiorazioni seguono CCNL. In part time, possono essere pattuite clausole elastiche (variazione ore) e flessibili (variazione collocazione), ma servono consenso scritto e preavvisi, con tutele per conciliazione vita‑lavoro.
Come incidono ferie, permessi e contributi?
Nel part time le ferie, i permessi retribuiti e i riposi compensativi maturano pro quota. Se in full time spettano, ad esempio, 26 giorni annui, in part time la maturazione si rapporta alla percentuale o alle ore effettivamente lavorate, a seconda di come il CCNL traduce giorni, ore e regole di arrotondamento.
I contributi previdenziali sono calcolati sulla retribuzione imponibile: a parità di paga oraria, meno ore significano contributi proporzionalmente inferiori. Nel part time verticale conta anche la distribuzione delle giornate; è importante verificare eventuali soglie minime per l'accredito settimanale e le regole del CCNL.
Malattia e maternità
Trattamenti come malattia, infortunio e maternità seguono norme e contratti: le indennità si calcolano sulla retribuzione di riferimento e quindi, in generale, risultano proporzionate all'orario. Le finestre temporali di copertura e i requisiti non cambiano perché il contratto è part time.
Esempi pratici e scenari comuni
Di seguito alcuni scenari utili per tradurre percentuali e ore in situazioni concrete. Gli esempi sono illustrativi e possono variare per settore, CCNL e organizzazione del lavoro.
- Full time 40 ore distribuite su 5 giorni: 8 ore al giorno, pausa pranzo prevista e due riposi settimanali. È lo schema più diffuso in ufficio; consente una gestione regolare dei tempi di vita e lavoro.
- Part time 20 ore al 50%: 4 ore al giorno per 5 giorni, oppure 5 ore su 4 giorni. Retribuzione e istituti economici maturano in modo proporzionale rispetto al tempo pieno di riferimento.
- Part time 30 ore al 75%: copre la fascia centrale di ogni giornata; utile dove servono presidi nelle ore di punta. Può prevedere rientri pomeridiani e una maggiore flessibilità in settimane con picchi.
- Part time verticale al 60%: si lavora a tempo pieno tre giorni a settimana. Alcuni mesi possono avere più giornate lavorate di altri; attenzione alle regole su accredito e riposi.
- Orario pieno 39 ore: 7 ore e 48 minuti su 5 giorni. La percentuale del part time si calcola sempre sullo standard del CCNL: 23 ore su 39 corrispondono a circa il 59%.
- Turni su sei giorni: 6 ore e 40 minuti al giorno con riposo domenicale a rotazione. In vendita al dettaglio, maggiorazioni, flessibilità e banca ore sono spesso disciplinate dal CCNL.
- Passaggio da part time a full time: richiede accordo scritto. L’azienda valuta fabbisogni e compatibilità; è buona pratica dare preavviso e allineare la distribuzione oraria con il team di riferimento.
Domande frequenti
Quante ore sono il full time?
Di norma il riferimento è 40 ore settimanali, ma diversi CCNL indicano 38 o 39 ore. Conta sempre lo standard previsto dal tuo contratto collettivo e il rispetto dei limiti di legge.
Come si calcola la percentuale del part time?
Dividi le ore settimanali del part time per le ore del full time di riferimento e moltiplica per 100. Esempio: 24/40 = 0,6, quindi 60%. Se il CCNL prevede 39 ore, usa 39 come denominatore.
Il part time verticale incide sui contributi?
I contributi dipendono dalla retribuzione imponibile e dalle giornate accreditabili. Nel verticale, settimane con poche giornate possono richiedere il rispetto di soglie minime per l’accredito: verifica CCNL e regole previdenziali vigenti.
Esiste straordinario nel part time?
Si distingue tra lavoro supplementare (oltre l’orario contrattuale ma entro il full time) e straordinario (oltre il full time). Tetti, maggiorazioni e preavvisi sono fissati da legge e contratti collettivi.
Come passare da part time a full time?
Serve un accordo scritto. Parlane con HR o il responsabile, verifica posizioni aperte e gli orari disponibili, e pianifica un periodo di transizione che consenta di riorganizzare carichi e turni.
In sintesi operativa
- Il full time segue lo standard di legge/CCNL; spesso 40 ore, limite UE 48 medie.
- Il part time è una quota del full time: orizzontale, verticale o misto.
- Formula: ore part-time / ore full time × 100.
- Ferie, permessi e ROL maturano pro quota; contributi proporzionati.
- Controlla CCNL e contratto per ore, riposi, clausole e percentuali.
Comprendere come funziona il tempo pieno e come si rapporta il part time ti permette di stimare con realismo ore, retribuzione e tutele. Ogni settore ha regole specifiche: rileggi il tuo contratto, il CCNL applicato e le informative aziendali per evitare fraintendimenti e pianificare bene la tua presenza.
Quando valuti un cambio di orario, chiarisci obiettivi e vincoli personali, verifica periodi di picco e disponibilità dei colleghi, e chiedi all’ufficio HR come armonizzare turni, clausole elastiche e maturazioni. Decisioni informate rendono più semplice trovare un equilibrio sostenibile tra lavoro e vita privata.
