La parola lordo ricorre in buste paga, preventivi, contratti e fatture. Indica l'importo complessivo prima di imposte, contributi e trattenute obbligatorie. Capire il rapporto tra retribuzione lorda e importo netto ti aiuta a leggere la busta paga e a stimare correttamente eventuali voci aggiuntive.
Il lordo è l'importo prima di tasse, contributi e trattenute. Dal lordo si ricava il netto sottraendo le deduzioni; dal netto si risale al lordo aggiungendole. Esempi, voci tipiche e errori comuni ti aiutano a interpretare buste paga e fatture senza fare calcoli affrettati.
Che differenza c'è tra lordo e netto?
Lordo e netto non sono sinonimi: uno include tutto, l’altro è ciò che resta dopo le deduzioni.

La differenza sta nelle voci che vengono trattenute lungo il percorso.
Per semplificare: il lordo è l’ammontare di partenza (stipendio, compenso, prezzo), mentre il netto è la somma effettivamente dovuta o ricevuta dopo imposte, contributi e altre trattenute. In busta paga, il lordo comprende la retribuzione base e le indennità; il netto arriva dopo contributi previdenziali e tasse.
Esempio rapido
Se lo stipendio lordo mensile è 1.500 euro e le trattenute complessive sono 350 euro (contributi e imposte), il netto sarà circa 1.150 euro. Le cifre variano in base a aliquote, scaglioni e voci specifiche, ma la logica resta la stessa.
Perché la differenza conta
La distinzione aiuta a confrontare offerte di lavoro, preventivi e contratti. Due proposte con lo stesso lordo possono produrre netti diversi, perché cambiano aliquote, agevolazioni e voci non ricorrenti.
Come si calcola il lordo dal netto?
Partire dal netto e risalire al lordo richiede di ricostruire le deduzioni. È un procedimento possibile, ma dipende dai dati disponibili e dalle regole applicabili.

Il principio è questo: se Netto = Lordo − Trattenute, allora Lordo = Netto + Trattenute. Per arrivarci serve conoscere o stimare contributi, imposte e altre voci da aggiungere. Molti fogli di calcolo usano un calcolo inverso dal netto basato su aliquote e soglie note.
Esempio: netto 1.150 euro, trattenute 350 euro (somma di contributi e imposte). Ricostruendo le deduzioni, il lordo stimato è 1.500 euro. Attenzione: bonus una tantum, detrazioni o franchigie possono alterare il risultato.
Nota sul netto contrattuale
In alcuni annunci si indica un netto “stimato”. È una semplificazione: senza i dettagli delle voci in busta paga, il risultato può essere solo indicativo.
Passaggi chiave del calcolo
- Identifica l'importo lordo nel documento o preventivo.
- Elenca imposte, contributi e trattenute aggiuntive applicabili.
- Somma tutte le deduzioni per ottenere il totale trattenute.
- Sottrai le trattenute dal lordo per calcolare il netto.
- Se parti dal netto, applica il calcolo inverso con le aliquote.
Cosa comprende il lordo in busta paga?
Le voci che possono comporre l’importo lordo variano per contratto e settore. Tra le voci ricorrenti figurano i contributi previdenziali a carico del lavoratore e le imposte dovute, oltre a indennità e premi. Ecco gli elementi più comuni che spiegano perché il lordo non coincide con il netto.
- Retribuzione base. È il cuore della retribuzione lorda. Dipende dal livello contrattuale e dal periodo lavorato; varia per inquadramento, anzianità e ore effettive.
- Indennità e straordinari. Possono includere indennità di turno, trasferta, disagio o straordinari pagati. Aumentano il lordo del mese, ma non sempre sono ricorrenti.
- Contributi previdenziali. Una quota è di norma trattenuta al dipendente e una sostenuta dal datore. Le percentuali variano per settore e cassa, con regole specifiche.
- Imposte sul reddito. Il lordo può generare imposta tramite scaglioni e aliquote progressive. Detrazioni e crediti riducono l’imposta dovuta e incidono sul netto.
- Detrazioni e crediti. Le detrazioni da lavoro dipendente e altre misure riducono il carico fiscale. Cambiamenti anagrafici o familiari possono modificare l’importo del netto.
- Fringe benefits e premi. Buoni pasto, auto aziendale, premi produzione o benefit in natura hanno regole di imponibilità che incidono sul lordo e sulle trattenute.
- Premi una tantum. Bonus, arretrati o conguagli possono comparire in mesi specifici. Rendono il lordo temporaneamente più alto e il confronto tra mesi meno immediato.
- Trasferte e rimborsi. Alcune spese rimborsate possono essere escluse dall’imponibile, altre no. Leggere la legenda della busta paga evita fraintendimenti sulle voci “fuori” o “dentro” il lordo.
Quando usare l'importo lordo in fattura?
In una fattura, l’importo lordo spesso indica base imponibile più imposte indirette. In Italia, l’aliquota IVA ordinaria del 22% si applica alla maggior parte dei beni e servizi, con aliquote ridotte del 10%, 5% o 4% in casi specifici.
Nei preventivi, specificare chiaramente “prezzo lordo” evita equivoci su IVA, imposte di bollo o oneri accessori. In assenza di dettagli, verifica cosa è compreso e cosa è escluso.
Quali errori comuni nel calcolo del lordo?
Molti equivoci nascono da definizioni non allineate o da confronti tra importi eterogenei. Ecco gli errori tipici da evitare quando si legge o si confronta un importo.
- Confondere lordo e netto. Sembra banale, ma capita. Un netto stimato non è il netto effettivo: serve verificare detrazioni e contributi reali.
- Ignorare voci una tantum. Premi, conguagli e arretrati possono gonfiare il lordo di un mese. Confronta periodi omogenei per avere un quadro attendibile.
- Trascurare le soglie. Cambiare scaglione, superare un massimale o perdere un’agevolazione modifica le trattenute. Un piccolo scarto può produrre un netto diverso.
- Confrontare contratti diversi. CCNL e inquadramenti differenti generano voci e trattenute differenti. Confronta ruolo, orario e condizioni accessorie.
- Dare per scontata l’IVA. Non tutti i beni o servizi hanno la stessa aliquota. Verifica sempre se l’importo indicato è “+ IVA” o “IVA inclusa”.
Attenzione alle una tantum
Un bonus straordinario può far apparire più alto il lordo di un mese. Per valutazioni coerenti, considera una media di periodi equivalenti e separa le voci ricorrenti da quelle eccezionali.
Domande correlate e casi pratici
Nel lavoro autonomo, distinguere tra prezzo lordo e netto aiuta a evitare incomprensioni. Nei contratti di fornitura, indicare con precisione cosa è incluso (imposte, oneri, spese) rende i confronti trasparenti e previene contestazioni.
Freelance e compensi
Un professionista può presentare un preventivo “+ IVA e oneri”. In questo caso, il totale lordo comprenderà imposta, eventuale rivalsa o contributi di cassa secondo le regole vigenti. Senza una legenda chiara, due preventivi non sono comparabili.
Se un cliente chiede uno “sconto sul lordo”, è utile specificare se lo sconto si applica alla base imponibile o al totale documento. Dettagliare le voci aiuta entrambe le parti a evitare dubbi.
E‑commerce e prezzi
Molti siti mostrano prezzi “IVA inclusa”. Il prezzo lordo è immediato per il consumatore, ma dietro le quinte il venditore distingue base imponibile e imposta per gli adempimenti contabili.
Domande frequenti
Chiarimenti rapidi sulle domande più comuni, con esempi pratici e definizioni sintetiche.
Domande frequenti
Che cos’è l’importo lordo?
È l’importo complessivo prima di imposte, contributi e trattenute. Si applica a stipendi, compensi, prezzi e fatture, e serve come base per i calcoli successivi.
In cosa differisce il netto dal lordo?
Il netto è ciò che resta dopo aver sottratto dal lordo imposte, contributi e altre trattenute. È l’importo effettivo pagato o percepito.
Si può calcolare il lordo partendo dal netto?
Sì, aggiungendo al netto tutte le deduzioni note (contributi, imposte, oneri). Il risultato è una stima che dipende da aliquote, soglie e voci applicabili.
Il lordo comprende i rimborsi spese?
Dipende dalla natura del rimborso e dal contratto. Alcuni rimborsi non entrano nell’imponibile, altri sì. Verifica sempre le note della busta paga o del documento.
Perché due lordi uguali danno netti diversi?
Perché cambiano contributi, detrazioni e aliquote applicate. Età, inquadramento, benefici e voci una tantum influiscono sulle trattenute e quindi sul netto.
Il termine “lordo” si usa anche nelle fatture?
Sì. Nelle fatture indica, in genere, il totale comprensivo di imposte indirette e oneri accessori. Conviene indicare chiaramente se l’IVA è inclusa o aggiunta.
Riepilogo essenziale
- Il lordo è l'importo prima di imposte e contributi.
- Il netto si ottiene sottraendo le trattenute dal lordo.
- Per risalire al lordo dal netto, somma tutte le deduzioni.
- Le voci del lordo variano e vanno lette con attenzione.
- Chiarisci sempre cosa è incluso: imposte, oneri e una tantum.
In sintesi, il lordo è il punto di partenza dei calcoli, mentre il netto è ciò che arriva o si paga effettivamente. Quando leggi buste paga, preventivi o fatture, controlla quali voci sono incluse o escluse, e se ci sono elementi non ricorrenti che possono alterare il confronto tra periodi o offerte.
Queste informazioni hanno scopo generale e non sostituiscono fonti ufficiali o consulenze qualificate. Per casi specifici, verifica i documenti contrattuali e le istruzioni aggiornate fornite dagli enti competenti.
