La parola lordo ricorre in buste paga, preventivi, contratti e fatture. Indica l'importo complessivo prima di imposte, contributi e trattenute obbligatorie. Capire il rapporto tra retribuzione lorda e importo netto ti aiuta a leggere la busta paga e a stimare correttamente eventuali voci aggiuntive.

Il lordo è l'importo prima di tasse, contributi e trattenute. Dal lordo si ricava il netto sottraendo le deduzioni; dal netto si risale al lordo aggiungendole. Esempi, voci tipiche e errori comuni ti aiutano a interpretare buste paga e fatture senza fare calcoli affrettati.

Che differenza c'è tra lordo e netto?

Lordo e netto non sono sinonimi: uno include tutto, l’altro è ciò che resta dopo le deduzioni.

Busta paga tedesca censurata con colonne di importi e voci
Immagine di una busta paga tedesca parzialmente censurata. · Nicolas Bouliane · CC0 1.0 · Gehaltsabrechnung example.png

La differenza sta nelle voci che vengono trattenute lungo il percorso.

Per semplificare: il lordo è l’ammontare di partenza (stipendio, compenso, prezzo), mentre il netto è la somma effettivamente dovuta o ricevuta dopo imposte, contributi e altre trattenute. In busta paga, il lordo comprende la retribuzione base e le indennità; il netto arriva dopo contributi previdenziali e tasse.

Esempio rapido

Se lo stipendio lordo mensile è 1.500 euro e le trattenute complessive sono 350 euro (contributi e imposte), il netto sarà circa 1.150 euro. Le cifre variano in base a aliquote, scaglioni e voci specifiche, ma la logica resta la stessa.

Perché la differenza conta

La distinzione aiuta a confrontare offerte di lavoro, preventivi e contratti. Due proposte con lo stesso lordo possono produrre netti diversi, perché cambiano aliquote, agevolazioni e voci non ricorrenti.

Come si calcola il lordo dal netto?

Partire dal netto e risalire al lordo richiede di ricostruire le deduzioni. È un procedimento possibile, ma dipende dai dati disponibili e dalle regole applicabili.

Illustrazione stock di busta paga digitale con simboli di denaro elettronico
Grafica che rappresenta la gestione della retribuzione e denaro elettronico. · Mohamed_hassan · Pixabay License · Payroll, Salary, Electronic Money

Il principio è questo: se Netto = Lordo − Trattenute, allora Lordo = Netto + Trattenute. Per arrivarci serve conoscere o stimare contributi, imposte e altre voci da aggiungere. Molti fogli di calcolo usano un calcolo inverso dal netto basato su aliquote e soglie note.

Esempio: netto 1.150 euro, trattenute 350 euro (somma di contributi e imposte). Ricostruendo le deduzioni, il lordo stimato è 1.500 euro. Attenzione: bonus una tantum, detrazioni o franchigie possono alterare il risultato.

Nota sul netto contrattuale

In alcuni annunci si indica un netto “stimato”. È una semplificazione: senza i dettagli delle voci in busta paga, il risultato può essere solo indicativo.

Passaggi chiave del calcolo

  • Identifica l'importo lordo nel documento o preventivo.
  • Elenca imposte, contributi e trattenute aggiuntive applicabili.
  • Somma tutte le deduzioni per ottenere il totale trattenute.
  • Sottrai le trattenute dal lordo per calcolare il netto.
  • Se parti dal netto, applica il calcolo inverso con le aliquote.

Cosa comprende il lordo in busta paga?

Le voci che possono comporre l’importo lordo variano per contratto e settore. Tra le voci ricorrenti figurano i contributi previdenziali a carico del lavoratore e le imposte dovute, oltre a indennità e premi. Ecco gli elementi più comuni che spiegano perché il lordo non coincide con il netto.

  • Retribuzione base. È il cuore della retribuzione lorda. Dipende dal livello contrattuale e dal periodo lavorato; varia per inquadramento, anzianità e ore effettive.
  • Indennità e straordinari. Possono includere indennità di turno, trasferta, disagio o straordinari pagati. Aumentano il lordo del mese, ma non sempre sono ricorrenti.
  • Contributi previdenziali. Una quota è di norma trattenuta al dipendente e una sostenuta dal datore. Le percentuali variano per settore e cassa, con regole specifiche.
  • Imposte sul reddito. Il lordo può generare imposta tramite scaglioni e aliquote progressive. Detrazioni e crediti riducono l’imposta dovuta e incidono sul netto.
  • Detrazioni e crediti. Le detrazioni da lavoro dipendente e altre misure riducono il carico fiscale. Cambiamenti anagrafici o familiari possono modificare l’importo del netto.
  • Fringe benefits e premi. Buoni pasto, auto aziendale, premi produzione o benefit in natura hanno regole di imponibilità che incidono sul lordo e sulle trattenute.
  • Premi una tantum. Bonus, arretrati o conguagli possono comparire in mesi specifici. Rendono il lordo temporaneamente più alto e il confronto tra mesi meno immediato.
  • Trasferte e rimborsi. Alcune spese rimborsate possono essere escluse dall’imponibile, altre no. Leggere la legenda della busta paga evita fraintendimenti sulle voci “fuori” o “dentro” il lordo.

Quando usare l'importo lordo in fattura?

In una fattura, l’importo lordo spesso indica base imponibile più imposte indirette. In Italia, l’aliquota IVA ordinaria del 22% si applica alla maggior parte dei beni e servizi, con aliquote ridotte del 10%, 5% o 4% in casi specifici.

Nei preventivi, specificare chiaramente “prezzo lordo” evita equivoci su IVA, imposte di bollo o oneri accessori. In assenza di dettagli, verifica cosa è compreso e cosa è escluso.

Quali errori comuni nel calcolo del lordo?

Molti equivoci nascono da definizioni non allineate o da confronti tra importi eterogenei. Ecco gli errori tipici da evitare quando si legge o si confronta un importo.

  • Confondere lordo e netto. Sembra banale, ma capita. Un netto stimato non è il netto effettivo: serve verificare detrazioni e contributi reali.
  • Ignorare voci una tantum. Premi, conguagli e arretrati possono gonfiare il lordo di un mese. Confronta periodi omogenei per avere un quadro attendibile.
  • Trascurare le soglie. Cambiare scaglione, superare un massimale o perdere un’agevolazione modifica le trattenute. Un piccolo scarto può produrre un netto diverso.
  • Confrontare contratti diversi. CCNL e inquadramenti differenti generano voci e trattenute differenti. Confronta ruolo, orario e condizioni accessorie.
  • Dare per scontata l’IVA. Non tutti i beni o servizi hanno la stessa aliquota. Verifica sempre se l’importo indicato è “+ IVA” o “IVA inclusa”.

Attenzione alle una tantum

Un bonus straordinario può far apparire più alto il lordo di un mese. Per valutazioni coerenti, considera una media di periodi equivalenti e separa le voci ricorrenti da quelle eccezionali.

Domande correlate e casi pratici

Nel lavoro autonomo, distinguere tra prezzo lordo e netto aiuta a evitare incomprensioni. Nei contratti di fornitura, indicare con precisione cosa è incluso (imposte, oneri, spese) rende i confronti trasparenti e previene contestazioni.

Freelance e compensi

Un professionista può presentare un preventivo “+ IVA e oneri”. In questo caso, il totale lordo comprenderà imposta, eventuale rivalsa o contributi di cassa secondo le regole vigenti. Senza una legenda chiara, due preventivi non sono comparabili.

Se un cliente chiede uno “sconto sul lordo”, è utile specificare se lo sconto si applica alla base imponibile o al totale documento. Dettagliare le voci aiuta entrambe le parti a evitare dubbi.

E‑commerce e prezzi

Molti siti mostrano prezzi “IVA inclusa”. Il prezzo lordo è immediato per il consumatore, ma dietro le quinte il venditore distingue base imponibile e imposta per gli adempimenti contabili.

Domande frequenti

Chiarimenti rapidi sulle domande più comuni, con esempi pratici e definizioni sintetiche.

Domande frequenti

Che cos’è l’importo lordo?

È l’importo complessivo prima di imposte, contributi e trattenute. Si applica a stipendi, compensi, prezzi e fatture, e serve come base per i calcoli successivi.

In cosa differisce il netto dal lordo?

Il netto è ciò che resta dopo aver sottratto dal lordo imposte, contributi e altre trattenute. È l’importo effettivo pagato o percepito.

Si può calcolare il lordo partendo dal netto?

Sì, aggiungendo al netto tutte le deduzioni note (contributi, imposte, oneri). Il risultato è una stima che dipende da aliquote, soglie e voci applicabili.

Il lordo comprende i rimborsi spese?

Dipende dalla natura del rimborso e dal contratto. Alcuni rimborsi non entrano nell’imponibile, altri sì. Verifica sempre le note della busta paga o del documento.

Perché due lordi uguali danno netti diversi?

Perché cambiano contributi, detrazioni e aliquote applicate. Età, inquadramento, benefici e voci una tantum influiscono sulle trattenute e quindi sul netto.

Il termine “lordo” si usa anche nelle fatture?

Sì. Nelle fatture indica, in genere, il totale comprensivo di imposte indirette e oneri accessori. Conviene indicare chiaramente se l’IVA è inclusa o aggiunta.

Riepilogo essenziale

  • Il lordo è l'importo prima di imposte e contributi.
  • Il netto si ottiene sottraendo le trattenute dal lordo.
  • Per risalire al lordo dal netto, somma tutte le deduzioni.
  • Le voci del lordo variano e vanno lette con attenzione.
  • Chiarisci sempre cosa è incluso: imposte, oneri e una tantum.

In sintesi, il lordo è il punto di partenza dei calcoli, mentre il netto è ciò che arriva o si paga effettivamente. Quando leggi buste paga, preventivi o fatture, controlla quali voci sono incluse o escluse, e se ci sono elementi non ricorrenti che possono alterare il confronto tra periodi o offerte.

Queste informazioni hanno scopo generale e non sostituiscono fonti ufficiali o consulenze qualificate. Per casi specifici, verifica i documenti contrattuali e le istruzioni aggiornate fornite dagli enti competenti.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
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