Se fai bonifici o ricevi pagamenti, ti imbatti spesso nel IBAN. È un codice bancario internazionale che identifica un conto in modo univoco e leggibile dai sistemi. In questa guida impari a leggere la struttura, capirne i controlli e verificarlo senza errori, con esempi pratici.
Cos’è l’IBAN, come riconoscere le sue parti (Paese, cifre di controllo, CIN, ABI, CAB, conto), come validarlo con il mod 97-10 e dove trovarlo. Esempi chiari, errori comuni da evitare e differenze con BIC.
Come è composto un IBAN?
L’IBAN (International Bank Account Number) è definito dallo standard ISO 13616 e può avere fino a 34 caratteri alfanumerici. In generale, contiene due lettere di Paese, due cifre di controllo e una parte nazionale gestita dal sistema bancario locale.
In Italia l’IBAN ha 27 caratteri. La sequenza è: codice Paese “IT”, cifre di controllo (2), CIN (1), ABI (5), CAB (5) e numero di conto (12). Ogni blocco serve a indirizzare correttamente il pagamento verso banca, filiale e rapporto.
Struttura italiana in breve
Un esempio fittizio per la sola lettura è: ITkk C AAAAA BBBBB 123456789012. “kk” sono le cifre di controllo; “C” è il CIN; “AAAAA” è il codice ABI della banca; “BBBBB” è il CAB della filiale; i 12 numeri finali indicano il conto.
Significato degli elementi
Il CIN è una lettera di controllo interna al sistema italiano. L’ABI identifica l’istituto, mentre il CAB individua la filiale. Le cifre di controllo aiutano a scartare errori di digitazione. Per i formati esteri, è utile consultare l’IBAN Registry, che descrive lunghezze e regole nazionali.
Panoramica ufficiale dei formati IBAN per Paese, con lunghezze, struttura del segmento nazionale e regole di convalida.
Testo originale
Official overview of IBAN formats by country, including lengths, national segment structure and validation rules.
Punti chiave sull’IBAN
- IBAN è un codice internazionale fino a 34 caratteri.
- In Italia ha 27 caratteri con IT, due cifre di controllo, CIN, ABI, CAB e conto.
- Le prime due lettere indicano il Paese; seguono due cifre di controllo.
- Il controllo si basa sull’algoritmo mod 97-10.
- IBAN identifica il conto; non autorizza pagamenti.
- Per bonifici e addebiti diretti serve IBAN; talvolta anche BIC.
- Verifica sempre spazi, zeri e lettere simili.
Come verificare un IBAN senza errori?
La verifica serve a scoprire errori di battitura prima di inviare un bonifico. In particolare, il controllo delle due cifre si basa sull’algoritmo mod 97-10, un calcolo che rileva molte permutazioni e digitazioni errate.
Metodo dell’algoritmo mod 97-10
- Sposta all’ultima posizione le prime quattro cifre/lettere (Paese e due cifre di controllo).
- Sostituisci ogni lettera con il suo numero (A=10, B=11, …, Z=35) e ottieni una lunga stringa numerica.
- Calcola il resto della divisione di quel numero per 97 (operando a blocchi, se necessario).
- Un IBAN è formalmente valido se il resto è 1. Il calcolo non garantisce l’esistenza del conto, ma riduce gli errori.
Strumenti automatici possono aiutare, ma è buona prassi confrontare anche i dati del beneficiario e, se possibile, richiedere conferma scritta dei dettagli. La validazione formale non sostituisce controlli verso il destinatario.
Dove trovarlo e quando usarlo?
L’IBAN è riportato su estratti conto, documenti contrattuali, area clienti dell’home banking e app. In molte banche è visibile anche nella sezione “coordinate” del conto o nelle contabili dei bonifici ricevuti.
Quando serve indicarlo
Ti serve per inviare o ricevere bonifici, per accrediti ricorrenti (come stipendio o rimborsi) e per autorizzare addebiti diretti. In alcuni casi il soggetto ricevente può chiedere anche il codice BIC, specie per pagamenti transfrontalieri.
Quali sono gli errori più comuni?
Molti problemi nascono da piccoli refusi, da formati copiati male o da confusione tra lettere e numeri. Ecco gli errori ricorrenti e come evitarli, con suggerimenti semplici da applicare.
- Scambiare O con 0. Le lettere “O” e “I” possono sembrare numeri “0” e “1”. Se il sistema segnala “formato non valido”, ricontrolla visivamente e confronta con un documento ufficiale.
- Inserire spazi o simboli invisibili. Copiando e incollando da PDF o email potresti introdurre caratteri nascosti. Incolla in un campo di testo semplice e rimuovi tutto ciò che non è una lettera o numero.
- Dimenticare cifre. IBAN incompleti scattano subito il controllo. Conta i caratteri totali (in Italia devono essere 27) e verifica la presenza di tutte le sezioni richieste.
- Usare IBAN del vecchio conto. Se hai cambiato banca o filiale, il tuo CAB o il numero di conto possono essere diversi. Aggiorna i dati presso chi effettua accrediti o addebiti.
- Confondere BIC e IBAN. Il BIC identifica la banca, l’IBAN il conto. Fornire solo il BIC non basta per ricevere un bonifico; serve sempre un IBAN corretto.
- Formati esteri non riconosciuti. Alcuni IBAN stranieri hanno lunghezze e strutture diverse. Prima di usarli, verifica i requisiti del Paese e la presenza di tutte le parti richieste.
- Digitazione frettolosa. Inserire i dati con poca attenzione è la causa più frequente di errore. Prenditi tempo, leggi a blocchi e controlla due volte prima di confermare.
IBAN, BIC e altri codici: differenze
L’IBAN identifica un conto specifico. Il BIC (SWIFT) è un codice internazionale che identifica l’istituto (e talvolta la filiale). In alcune operazioni internazionali, IBAN e BIC vengono richiesti insieme per indirizzare correttamente i pagamenti.
Nel contesto italiano, ABI e CAB sono porzioni dell’IBAN e non vanno indicati separatamente quando l’IBAN è presente: servono ai sistemi per raggiungere l’istituto e la filiale corretti. Le cifre di controllo aiutano a prevenire errori in fase di inserimento.
Esempi pratici di lettura
Considera l’esempio fittizio: IT60X0542811101000000123456. “IT” è il Paese, “60” le cifre di controllo, “X” è il CIN, “05428” è l’ABI, “11101” il CAB, “000000123456” il numero di conto. I caratteri sono inventati e usati solo per illustrare la logica.
Per un IBAN estero, ad esempio tedesco, la lunghezza e la segmentazione cambiano, ma l’idea resta: Paese, cifre di controllo, poi struttura nazionale. Verifica sempre i requisiti locali prima di effettuare pagamenti verso l’estero.
Domande frequenti
Quanti caratteri ha l’IBAN italiano?
L’IBAN italiano ha 27 caratteri: IT, due cifre di controllo, CIN, ABI, CAB e 12 cifre di conto. Se ne conti meno o più, c’è un errore di formato.
Il controllo formale garantisce che il conto esista davvero?
No. Il controllo con mod 97-10 rileva molti errori di digitazione, ma non conferma l’esistenza o la titolarità del conto. Verifica sempre con il beneficiario.
Serve ancora indicare il BIC?
Dipende dall’operazione e dall’area. In molte situazioni l’IBAN è sufficiente; in alcuni pagamenti internazionali può essere richiesto anche il BIC per identificare l’istituto.
Posso ricavare l’IBAN dal numero della carta?
No. Il numero della carta non è collegato in chiaro all’IBAN. Per conoscere il tuo IBAN consulta estratto conto, area clienti o documenti forniti dalla banca.
Condividerlo è rischioso?
Condividerlo con soggetti fidati è normale per ricevere pagamenti. L’IBAN da solo non consente addebiti non autorizzati, ma evita di pubblicarlo in luoghi esposti.
Perché alcuni IBAN esteri hanno lunghezze diverse?
Ogni Paese adotta regole nazionali per la parte interna dell’IBAN. La lunghezza totale e la struttura variano in base alle specifiche locali registrate a livello internazionale.
In sintesi finale
- L’IBAN è un codice internazionale che identifica un conto.
- In Italia è lungo 27 caratteri con parti ben definite.
- La validazione mod 97-10 riduce gli errori, non garantisce l’esistenza del conto.
- Trovi l’IBAN su estratti conto, area clienti e documenti bancari.
- Evitare refusi e confusione tra lettere e numeri è fondamentale.
Comprendere la struttura dell’IBAN ti aiuta a leggere, ricopiare e controllare le coordinate senza incertezze. Se devi inserirlo online, usa la formattazione a blocchi e verifica ogni sezione con calma: un minuto in più può evitare giorni di attesa per rimborsi o riaccrediti dovuti a errori.
Quando ricevi un IBAN da terzi, chiedi conferma scritta e preferisci canali affidabili. Non condividere dati sensibili oltre il necessario. Se qualcosa non torna, interrompi l’operazione e consulta l’assistenza della tua banca: la prudenza è sempre la scelta migliore.
