Quando fai o ricevi un bonifico, ti viene chiesto un codice: l’IBAN. È l’acronimo di International Bank Account Number e rappresenta le tue coordinate bancarie. Serve a identificare in modo univoco il conto e la banca, con un formato standard e controlli di sicurezza.
In poche parole, è un codice internazionale che ti permette di inviare e ricevere denaro senza ambiguità, come una targa per il conto corrente. È la base delle coordinate bancarie usate ogni giorno e, a seconda del caso, può accompagnarsi al BIC/SWIFT.
In questa guida capirai cos’è l’IBAN, come si compone e perché è essenziale per i bonifici. Vedremo struttura, differenze rispetto al BIC/SWIFT, come leggerlo e come proteggerlo, con esempi chiari e consigli pratici.
Qual è la struttura dell’IBAN?
La struttura dell’IBAN segue uno schema semplice e leggibile a colpo d’occhio, pensato per ridurre gli errori di digitazione e instradare correttamente i pagamenti.
Nei paesi che lo adottano si seguono regole comuni, con lunghezze definite per ciascuna giurisdizione.

Lo definisce lo standard ISO 13616 e, in generale, un IBAN può arrivare a 34 caratteri alfanumerici. I primi due caratteri sono il codice paese (per esempio IT, DE, FR), seguono due cifre di controllo e poi il BBAN (Basic Bank Account Number) nazionale, che identifica banca e numero di conto secondo le convenzioni locali.
Come funziona l’IBAN nei bonifici?
Il sistema usa l’IBAN per verifiche automatiche e per decidere il percorso del pagamento, così da smistarlo verso la banca giusta con meno scarti.
Esempio per l’Italia (IT)
Un formato tipico si presenta così: ITkk bbbb bbbb cccc cccc cccc ccc, dove “IT” è il codice paese, “kk” sono le cifre di controllo, e il resto è il BBAN con componenti nazionali (per esempio CIN, ABI, CAB e numero di conto). I blocchi possono variare da paese a paese, ma la logica resta riconoscibile.
Cosa significano i blocchi
- Codice paese: due lettere ISO che indicano la nazione del conto.
- Cifre di controllo: due numeri calcolati per individuare errori comuni.
- BBAN nazionale: la parte definita localmente che include banca e conto.
- Lunghezza: varia per paese, fino a un massimo di 34 caratteri complessivi.
Per conoscere il dettaglio del formato previsto in ciascun paese, esiste un repertorio ufficiale gestito dal settore: l’IBAN Registry, che censisce lunghezze e regole di convalida nazionali aggiornate.
Come si usa l’IBAN in un bonifico
L’IBAN viene inserito dal pagatore;

il sistema esegue un controllo formale sulle cifre di controllo e, se tutto è coerente, instrada il movimento verso la banca del beneficiario. Nell’area SEPA, l’obiettivo è ridurre errori, tempi e costi uniformando le procedure.
- Digitazioni incomplete o extra spazi: un IBAN con una lettera mancante o un carattere in più viene spesso rifiutato dal controllo formale. Verifica sempre ogni blocco prima di confermare.
- Confondere O e 0 (o I e 1): gli errori visivi sono frequenti e possono cambiare il calcolo delle cifre di controllo. Usa font chiari o copia-incolla con attenzione.
- Inserire il nome sbagliato del beneficiario: la banca può segnalare discrepanze; alcuni sistemi confrontano nominativo e coordinate, rallentando l’esecuzione.
- Usare un IBAN vecchio dopo fusioni bancarie: in caso di migrazioni interne, il vecchio codice può risultare inattivo. Chiedi conferma e aggiorna i dati quando la banca cambia.
- Affidarsi solo alla memoria: anche un IBAN familiare può sfuggire di un carattere. Salvalo in rubrica con una descrizione parlante e riconoscibile.
- Ignorare il paese del conto: un IBAN estero può richiedere requisiti diversi, come dati aggiuntivi. Leggi le richieste del modulo prima di inviare.
- Errore nella valuta: per conti in divisa diversa potrebbero esserci conversioni. Informati su cambi e tempi, così eviti sorprese nei totali.
Punti chiave sull'IBAN
- È uno standard ISO 13616 adottato in molti paesi; lunghezza massima 34 caratteri.
- Comprende codice paese, due cifre di controllo e BBAN nazionale.
- Le cifre di controllo riducono errori grazie al calcolo modulo 97.
- Per pagamenti SEPA spesso basta l’IBAN; il BIC può non servire.
- Il BIC/SWIFT identifica l’istituto; l’IBAN identifica il conto.
- Non è segreto, ma condividilo con prudenza e solo quando necessario.
Qual è la differenza tra IBAN e BIC/SWIFT?
Molti confondono i due codici. L’IBAN individua il conto presso una data banca, mentre il BIC/SWIFT individua l’istituto e talvolta la filiale o località. In termini pratici, l’IBAN dice “a quale conto”, il BIC/SWIFT dice “di quale banca”.
Il BIC identifica l’istituto finanziario e la località; è composto da 8 o 11 caratteri.
Vedi il testo originale
The BIC identifies the financial institution and location; it consists of either 8 or 11 characters.
In breve: lo standard ISO 9362 definisce il BIC e i suoi elementi (codice banca, paese, località e, se presente, filiale). L’IBAN, invece, segue le regole del paese del conto per comporre il BBAN e include le proprie cifre di controllo. Così, i due codici si completano senza sovrapporsi.
Come verificare e proteggere l’IBAN
Prima di un invio, controlla che il codice sia completo e leggibile. Le cifre di controllo funzionano con un algoritmo basato sul modulo 97: individuano molti errori di battitura, ma non garantiscono che il conto esista o sia attivo. Per questo, verifica anche i dati del beneficiario e il contesto del pagamento.
- Convalida formale: ricopia correttamente codice paese e lunghezza attesa per la nazione, poi verifica che le cifre di controllo tornino.
- Conferma con il beneficiario: se ricevi l’IBAN via canali informali, chiedi una conferma con un secondo canale indipendente.
- Protezione dei dati: evita di condividere l’IBAN su canali aperti o pagine non protette, e diffida di richieste inattese.
Attenzione anche ai tentativi di phishing che mirano a sostituire coordinate legittime con IBAN falsi in preventivi o fatture. Procedi solo dopo avere verificato la fonte, e conserva evidenza della richiesta originale in caso di contestazioni.
IBAN e pagamenti internazionali
L’IBAN è accettato in molti paesi, ma fuori dall’area SEPA possono servire informazioni aggiuntive (ad esempio BIC o dati locali) e possono cambiare tempi, valute e costi. In ogni caso, l’IBAN resta il riferimento principale per trovare il conto destinatario e ridurre gli errori di instradamento.
Domande frequenti
L’IBAN è uguale al numero di conto?
No. Il numero di conto fa parte del BBAN e segue regole nazionali; l’IBAN aggiunge codice paese e cifre di controllo, creando una stringa standard che identifica il conto in modo univoco.
Serve sempre il BIC per un bonifico SEPA?
Nella maggior parte dei casi l’IBAN è sufficiente; il BIC può essere richiesto da alcuni operatori o in specifiche situazioni. Verifica le indicazioni del tuo servizio di pagamento.
Quante cifre può avere un IBAN?
Dipende dal paese: la lunghezza massima è 34 caratteri alfanumerici, ma ogni nazione definisce un formato specifico con la propria lunghezza prevista.
È rischioso condividere il mio IBAN?
L’IBAN non è un dato segreto, serve proprio per ricevere pagamenti. Condividilo però con attenzione, solo con controparti legittime e su canali affidabili, per evitare truffe o errori.
Cosa succede se l’IBAN è sbagliato?
Se le cifre di controllo non tornano, il sistema rifiuta l’ordine. Se l’errore supera il controllo, la banca può respingere o restituire il pagamento: verifica sempre prima dell’invio.
Riepilogo in breve
- L’IBAN è uno standard internazionale ISO 13616 che identifica un conto.
- La struttura unisce codice paese, check digit e BBAN nazionale.
- Durante i bonifici l’IBAN riduce errori e accelera l’instradamento.
- BIC/SWIFT identifica la banca; IBAN identifica il conto.
- Verifica e proteggi l’IBAN per evitare rifiuti o tentativi di frode.
Capire la logica dell’IBAN ti aiuta a prevenire errori e rallentamenti, soprattutto quando operi con controparti nuove o all’estero. Leggere i blocchi principali, riconoscere il codice paese e controllare le cifre di controllo sono abitudini semplici che migliorano l’esecuzione dei pagamenti.
Se devi condividere le coordinate, scegli canali affidabili e mantieni traccia delle richieste. In caso di dubbi su formati o requisiti di un paese, consulta fonti ufficiali aggiornate e verifica con il beneficiario: chiarezza e prudenza sono il modo più rapido per evitare problemi.