Le imprese usano la landing page per trasformare l’interesse in azione. Questa pagina di atterraggio, chiamata anche pagina di destinazione, punta su un’unica offerta chiara: compilare un form, scaricare un contenuto o acquistare. In questa guida trovi struttura, copy, esempi e le metriche davvero utili per crescere.

La ricetta di una buona landing page: promessa di valore specifica, struttura essenziale, copy orientato al beneficio, una sola CTA primaria, form leggero, prove sociali e coerenza con l’annuncio. Poi misura con KPI semplici e ottimizza a cicli brevi usando test A/B e insight qualitativi.

Quali elementi rendono efficace una landing page?

Una pagina funziona quando ogni parte è allineata all’obiettivo e non distrae. Ecco cosa non può mancare e come farlo lavorare insieme.

Wireframe di una landing page con CTA visibile e form essenziale.
Royalty‑free vector graphic (PNG/SVG). Free for commercial use, no attribution required · Pixabay License · Template, Layout, Website — Pixabay

Quando usare una landing page rispetto al sito?

Quando vuoi massimizzare una singola conversione (lead, ordini, iscrizioni) senza menu complessi. È ideale per campagne a tempo, offerte segmentate o messaggi che devono restare focalizzati.

  • Proposta di valore: dichiara subito “cosa ottengo e perché ora”. Una headline specifica riduce dubbi e alza l’attenzione. Aggancia il bisogno con parole semplici.
  • Struttura e gerarchia: l’informazione critica va Above the fold; poi dettagli e rassicurazioni. Mostra una chiara gerarchia visiva con dimensioni, colori e spazi coerenti.
  • Copy orientato al beneficio: usa verbi d’azione, evita gergo e frasi vaghe. Mostra esiti concreti (“risparmia tempo”, “riduci errori”), non solo funzionalità.
  • CTA visibile e unica: una sola call to action primaria, colore in contrasto e microcopy che riduce l’ansia (“Senza carta di credito”). Ripeti la CTA laddove ha senso.
  • Form leggero e scorrevole: chiedi solo ciò che serve davvero. Minimizza l’attrito con etichette chiare, validazioni gentili e progressivi se i campi sono molti.
  • Prove sociali e fiducia: recensioni sintetiche, loghi clienti, casi d’uso, badge di sicurezza. Le prove sociali riducono il rischio percepito e spingono l’azione.
  • Coerenza annuncio‑pagina: allineamento tra promessa dell’ad e contenuto della pagina (message match). Stesse parole chiave, stesso tono, stessa offerta.
  • Prestazioni e mobile: caricamento rapido, layout reattivo, tap target grandi. Un approccio mobile‑first evita sorprese su schermi piccoli.

Gli utenti tendono a scansionare le pagine web con un pattern a F, soffermandosi su titoli e prime righe.

Nielsen Norman Group — F‑Shaped Pattern For Reading Web Content, 2017. Tradotto dall’inglese.
Mostra testo originale

Users often read web pages in an F-shaped pattern, focusing on headings and the first lines of text.

Quanto deve essere lungo il form?

Quanto basta per qualificare il contatto senza frenare l’invio. Inizia con pochi campi (nome, email) e aggiungi il resto dopo, oppure usa step progressivi e test per validare.

Passi operativi chiave

  • Definisci l’obiettivo e la metrica di successo.
  • Identifica pubblico e promessa di valore.
  • Abbozza layout e gerarchia visiva.
  • Scrivi headline, copy e call to action.
  • Progetta il form minimizzando i campi.
  • Lancia, misura e ottimizza con test A/B.

Come misurare e ottimizzare le conversioni?

Imposta KPI (Key Performance Indicator) chiari: tasso di conversione (CR), costo per acquisizione (CPA), qualità lead e tempo fino all’azione. Cura anche la “usabilità”: efficacia, efficienza e soddisfazione nel contesto d’uso.

Dashboard KPI per landing page con tasso di conversione e CPA.
Free to use under the Pexels License; sized variant (~1200 px width) · Pexels License · Gray Laptop With Statistical Data on Screen — Pexels

Procedi per ipotesi e cicli brevi: formula un’idea, isola la variabile, avvia un test A/B, misura, apprendi. Non cambiare tutto insieme: piccoli esperimenti sono più affidabili e leggibili.

Aggiungi insight qualitativi: una mappa di calore rivela dove si ferma l’attenzione; session replay e sondaggi a una domanda spiegano il “perché”. Incrocia questi dati con i numeri.

Leggi i segnali di qualità, non solo i volumi: tassi di risposta post‑lead, attivazioni reali, lifetime value stimato. Una conversione economica ma non qualificata può costare di più nel medio periodo.

  • CR (Conversion Rate): percentuale di visitatori che completano l’azione. Confrontala per canale e per segmento.
  • CPA (Costo per Acquisizione): quanto paghi per una conversione utile. Imposta soglie sostenibili e rivedile con la stagionalità.
  • CTR (Click‑Through Rate): indica se headline e proposta catturano. Utile per valutare varianti di copy e CTA.
  • Tempo sulla pagina e profondità di scroll: misurano ingaggio reale; se crollano, riduci frizione o migliora la gerarchia.
  • Tasso di rimbalzo contestualizzato: insieme al CR aiuta a capire se il pubblico è quello giusto o la promessa è fuorviante.

Esempi pratici e modelli

Lead generation B2B

Offri un contenuto ad alto valore (es. checklist) che risolva un problema chiaro. Usa un design essenziale, CTA coerente con il beneficio e form progressivo per nutrire il lead. Applica il principio di Pareto 80/20 per decidere dove investire: ottimizza l’area che incide di più sul CR.

Evento o webinar

Promessa centrata sull’apprendimento pratico, data e speaker in evidenza, FAQ sul replay. Usa social proof (posti esauriti, testimonianze) e reminder via email dopo l’iscrizione; la pagina può cambiare in “on‑demand” dopo l’evento.

Pre‑lancio prodotto

Mostra la value proposition con mockup e benefici; incentiva l’iscrizione in lista d’attesa con un bonus trasparente (es. accesso anticipato). Aggiorna la pagina in fasi: teaser, waitlist, lancio con offerta limitata.

Domande frequenti

Quante sezioni dovrebbe avere una landing page?

Bastano poche sezioni ben ordinate: promessa iniziale, benefici chiave, prove sociali, CTA e form. Aggiungi dettagli e obiezioni solo se aiutano la decisione.

Meglio una landing page lunga o corta?

Dipende dalla complessità dell’offerta e dalla consapevolezza del pubblico. Se l’offerta è semplice, pagina breve; se servono rassicurazioni, più contenuti e CTA ripetute.

Quanti campi inserire nel form?

Inizia dal minimo necessario per l’obiettivo. Aggiungi campi solo se migliorano la qualità del lead. Valuta step progressivi e test comparativi per trovare l’equilibrio.

La landing page deve essere indicizzata dai motori di ricerca?

Se è legata a campagne a tempo, puoi limitarne l’indicizzazione. Per asset evergreen e informativi, l’indicizzazione aiuta la scoperta organica; cura contenuti e intenzione di ricerca.

Come scelgo il testo della CTA?

Usa verbi chiari e orientati al beneficio (“Scarica la guida”, “Inizia la prova”). Evita ambiguità, dettaglia l’esito e riduci il rischio percepito con microcopy rassicuranti.

Quanto tempo serve per vedere risultati?

Dipende dal traffico e dal ciclo d’acquisto. Con volumi costanti puoi raccogliere segnali utili in poche settimane; poi prosegui con iterazioni regolari e misure comparabili.

Cosa ricordare

  • Chiarisci obiettivo e offerta prima del design.
  • Semplifica: una sola CTA primaria visibile.
  • Copy e visual devono guidare l’azione.
  • Misura con KPI chiari e cicli di test A/B.
  • Itera spesso: piccoli miglioramenti compongono grandi risultati.

Parti in piccolo, ma parti: una pagina per offerta, un pubblico alla volta e misure chiare. Seleziona un’ipotesi, progetta la variante, esegui il test e documenta l’apprendimento. Nel dubbio, scegli la chiarezza: riduci elementi, evidenzia il beneficio e mantieni la promessa con coerenza.

Migliorare una landing è un lavoro continuo. Fissa un calendario di revisioni, raccogli feedback dai clienti e celebra le “micro‑vittorie”. Con disciplina e attenzione ai dettagli, ogni ciclo di ottimizzazione può generare impatto cumulativo sul business senza investimenti sproporzionati.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
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