Che tu stia valutando un anello ereditato o un acquisto online, capire se un gioiello è in oro autentico evita errori costosi. Conoscere carati, titoli in millesimi e punzoni aiuta a distinguere una lega nobile da metalli rivestiti. In questa guida trovi metodi semplici e criteri pratici per decidere quando affidarti a un professionista.
Per riconoscere l'oro, verifica punzoni (750/585/375), osserva colore e usura, pesa e confronta, prova con una calamita e, se serve, chiedi un test professionale. Evita acidi fai-da-te e sigle di placcatura (GP, GF, HGE). In dubbio, fatti rilasciare una perizia.
Quali carati esistono e cosa significano?
I carati indicano quante parti su 24 sono costituite da oro nella lega. Le carature più diffuse nel mercato dei gioielli variano per brillantezza, durezza e destinazione d’uso.
Come si calcola la purezza in millesimi?
Per convertire i carati in millesimi, dividi la caratura per 24 e moltiplica per 1000 (es.: 18 ÷ 24 × 1000 = 750‰). Una semplice tabella carati in millesimi aiuta a orientarsi quando confronti etichette e punzoni.
- 24 carati (≈999‰): praticamente oro puro. È molto morbido e si graffia facilmente; si usa meno per gioielli da indossare ogni giorno. Ha un colore giallo intenso.
- 22 carati (≈917‰): elevata purezza, ma ancora tenero. È frequente in gioielleria tradizionale e artigianale. Il colore caldo è molto marcato, così come la duttilità.
- 18 carati (750‰): standard in molte gioiellerie europee. Equilibrio tra lucentezza e resistenza; adatto a anelli e fedi. Le tonalità (giallo, rosa, bianco) dipendono dai metalli di lega.
- 14 carati (585‰): robusto per uso quotidiano e spesso più accessibile. Il tono può essere leggermente meno caldo rispetto all’alta caratura. Buona scelta per gioielli di tutti i giorni.
- 9 carati (375‰): percentuale d’oro più bassa e maggiore durezza. Spesso più economico, con colore meno saturo. Ideale per chi privilegia resistenza e prezzo.
In sintesi, conversioni tipiche sono 24k≈999‰, 22k≈917‰, 18k=750‰, 14k=585‰, 9k=375‰.
Come leggere marchi e punzoni senza confonderli?
I punzoni (o marchi di finezza) sono uno degli indizi più affidabili per identificare la lega.

Controlla l’interno dell’anello, le chiusure delle collane o l’area vicino al castone: spesso è lì che troverai il marchio 750 o equivalenti.
- Numeri chiave: 750, 585, 375. Indicano i millesimi d’oro nella lega e corrispondono rispettivamente a 18k, 14k e 9k. Se leggi 750, la lega è al 75%.
- Punzone del produttore: oltre ai numeri, può esserci un marchio di responsabilità (sigla o simbolo dell’azienda). Rafforza la tracciabilità del gioiello.
- Sigle di placcatura: GP (gold plated), GF (gold filled), GEP/HGE (gold electroplated). Queste non indicano oro massiccio; segnalano rivestimenti o laminazioni su base non aurea o su argento.
- Coerenza dell’incisione: un punzone regolare, pulito e ben allineato è un buon segno. Incisioni imprecise o incoerenti possono indicare lavorazioni successive o oggetti non autentici.
- Dove guardare: interno degli anelli, retro dei ciondoli, vicino alle chiusure di collane e bracciali. Usa una lente 10×; la posizione è spesso standardizzata dai produttori.
- Oro bianco e trattamenti: l’eventuale rodiatura non cambia il titolo. Se compare una base giallastra sotto graffi profondi, potrebbe esserci una placcatura su metallo diverso.
- Usura agli spigoli: la placcatura tende a consumarsi sugli angoli, mostrando un colore differente sotto. Nei gioielli in lega massiccia il colore resta uniforme.
Nelle gioiellerie europee sono comuni i titoli 375, 585 e 750, riportati come numeri in millesimi vicino ai marchi del produttore.
Passaggi rapidi per verificare
- Cerca il punzone: 750, 585 o 375, più marchio del produttore.
- Valuta il colore uniforme e l'usura: placcature mostrano base più chiara agli spigoli.
- Pesa e confronta con un gioiello simile certificato.
- Esegui il test della calamita: l'oro non è magnetico.
- Sfrega leggermente su ceramica non smaltata: striscia dorata è un buon segnale.
- Evita acidi fai-da-te: chiedi un test in negozio.
- Se restano dubbi, chiedi perizia scritta a un orefice.
Quali test casalinghi sono affidabili e quali evitare?
Alcune prove rapide aiutano a farsi un’idea, ma nessun test singolo è infallibile. Il confronto incrociato riduce gli errori e indica quando è il caso di rivolgersi a un laboratorio.
Il test della calamita
Il test della calamita è semplice: l’oro è diamagnetico e non viene attratto.

Se un gioiello “tira” con forza, c’è probabilmente ferro o nichel nella struttura. Attenzione però: molte leghe non magnetiche possono comunque non essere oro; usa la calamita come segnale preliminare, non come verdetto.
Peso e densità per confronto
L’oro è molto denso; a parità di dimensioni, un anello in lega aurea pesa più di uno in ottone o acciaio. Confronta il peso con un gioiello simile e certificato. Per stime più fini serve misurare volume e massa con cura: piccoli errori alterano i risultati.
Prova su ceramica non smaltata
Strofina leggermente una parte nascosta su una piastrella di ceramica non smaltata. Una traccia dorata uniforme è un buon segnale; una striscia scura può indicare metalli di base. Esegui la prova con mano leggera per evitare graffi visibili e non insistere su superfici a vista.
Test dell’acido: solo in sicurezza
I reagenti per il test dell’acido sono efficaci, ma corrosivi e potenzialmente pericolosi per superfici e pelle. Evita il fai-da-te: un orefice può eseguire prove mirate su aree nascoste, con reagenti calibrati per 9k, 14k, 18k e 22k. Chiedi sempre spiegazioni e risultati per iscritto.
Come capire se un anello è placcato o vermeil?
Oro placcato e vermeil hanno aspetto simile all’oro massiccio, ma struttura e durata diverse. Riconoscerli aiuta a comprare consapevolmente e a impostare una corretta manutenzione nel tempo.
Il vermeil è argento 925 rivestito da uno strato d’oro di determinato spessore. Il oro placcato (gold plated) è un rivestimento sottile su metallo di base, più soggetto a usura. Indizi utili: sigle come GP o GEP, differenze di colore agli spigoli, peso complessivo inferiore rispetto a un 18k massiccio di volume analogo.
Quando rivolgersi a un professionista e cosa chiedere?
Se i segni sono ambigui o il valore percepito è elevato, meglio cercare una verifica qualificata. Un laboratorio o un orefice può effettuare test non distruttivi e rilasciare documenti utili.
- Chiedi una perizia scritta con titolo in millesimi e carati, tecnica usata e margine di errore.
- Domanda se è disponibile la spettrometria XRF (fluorescenza a raggi X), metodo rapido e non distruttivo per stimare la composizione superficiale.
- Verifica che i punzoni siano fotografati e archiviati nella scheda dell’oggetto.
- Pretendi scontrino e garanzia, con riferimento a peso, titolo e eventuali trattamenti (es. rodiatura).
- Concorda tempi e costi prima del test; per oggetti complessi può servire più di una tecnica.
Domande frequenti
Cosa significano i numeri 750, 585 e 375?
Sono titoli in millesimi: 750 equivale a 18 carati (75% oro), 585 a 14 carati (58,5%) e 375 a 9 carati (37,5%). Indicano la quantità d’oro presente nella lega.
L'oro è magnetico?
No, l’oro non è magnetico. Se un gioiello è attratto con forza da una calamita, è probabile la presenza di acciaio o altre leghe ferromagnetiche. Tuttavia, anche leghe non magnetiche possono non essere oro.
Posso fare il test dell’acido a casa?
È sconsigliato: i reagenti sono corrosivi e possono danneggiare il gioiello o causare irritazioni. Meglio farlo eseguire da un professionista, su aree nascoste e con reagenti tarati per carature precise.
Come riconoscere l'oro bianco?
L’oro bianco è una lega di oro con metalli bianchi (es. palladio, nichel) spesso rodiata per maggiore brillantezza. Cerca il titolo (es. 750) e verifica l’uniformità del colore anche in zone usurate.
Che differenza c’è tra placcato e gold filled?
Il placcato (GP/GEP) è un sottile strato d’oro su metallo di base. Il gold filled (GF) prevede uno strato d’oro più spesso laminato su una base, più resistente nel tempo rispetto alla semplice placcatura.
Un anello di fidanzamento deve essere in 18 carati?
Non necessariamente. L’18k (750) offre un buon equilibrio tra bellezza e resistenza, ma 14k (585) può essere più robusto per l’uso quotidiano. La scelta dipende da stile, budget e preferenze personali.
In sintesi operativa
- Controlla carati e titoli: 750/585/375 corrispondono alla finezza.
- I punzoni e il marchio del produttore sono indizi forti.
- Colore, peso e reazioni alla calamita aiutano ma non bastano da soli.
- Evita acidi fai‑da‑te; meglio test professionali quando hai dubbi.
- Documenta gli acquisti e richiedi sempre scontrino e garanzia.
Riconoscere un gioiello in oro richiede occhio, metodo e qualche confronto mirato. Incrocia punzoni, colore, peso e reazioni di base: più segnali coerenti ottieni, più solida sarà la tua valutazione. Quando l’incertezza resta, affidati a un orefice e chiedi test documentati.
Conoscere carati e titoli non significa diventare periti, ma fare scelte informate. Conserva scontrini e schede, fotografa i punzoni e programma manutenzioni periodiche. Così proteggi valore e bellezza dei tuoi gioielli nel tempo, senza rischi inutili.