Misurare in modo semplice quanto rende un investimento è fondamentale. Il ROI (Return on Investment), o ritorno sull’investimento, esprime in percentuale la redditività di un’iniziativa. È una metrica intuitiva tra gli indicatori di performance più usati per confrontare progetti, canali e strategie.

Il ROI misura la redditività rispetto al costo. Si calcola con una formula semplice e aiuta a confrontare alternative. Usa dati coerenti, scegli il periodo giusto e considera limiti come rischio, tempo e flussi di cassa. Integra il ROI con altri indicatori.

Perché il ROI è importante?

La semplicità del ROI consente di confrontare rapidamente iniziative molto diverse, favorendo la prioritizzazione degli investimenti. Un unico numero percentuale aiuta a comunicare risultati, allineare team e allocare risorse tra marketing, prodotto, operations e progetti di innovazione. Inoltre, permette di monitorare l’efficacia di campagne e progetti nel tempo, facendo emergere dove conviene continuare o fermarsi.

Come si calcola il ROI in pratica?

In poche parole, indica quanto hai guadagnato rispetto a quanto hai speso.

Infografica che mostra la formula SROI e i suoi componenti principali
Infografica che illustra la formula del Social Return on Investment (SROI). · Shafika bbi · CC BY-SA 4.0 · Beyond Bins SROI (Social Return on Investment)

Nella pianificazione e nei consuntivi, la formula del ROI resta la stessa: cambia solo cosa includi tra ritorni e costi e il periodo di osservazione.

Formula base e varianti

La formula del ROI più usata è: ROI = (Ritorni − Costo dell’investimento) / Costo dell’investimento × 100. Includi i ritorni netti e i costi pertinenti: il risultato è una percentuale facilmente confrontabile.

Esempio numerico

Immagina di investire 10.000 € in un progetto. Grazie all’iniziativa ottieni 15.000 € di ricavi aggiuntivi e sostieni 3.000 € di costi variabili in più: il margine incrementale è 12.000 €. Il ROI sarà quindi (12.000 − 10.000) / 10.000 × 100 = 20%. Se includi anche un costo di manutenzione annuale di 1.000 €, il ROI scenderebbe a (11.000 − 10.000)/10.000 × 100 = 10%.

ROI annualizzato

Se confronti progetti con durate diverse, può essere utile stimare un ROI annualizzato. Semplificando, puoi riproporzionare la resa al periodo (es. 6 mesi → ×2). Ricorda: non è un tasso composto e non è un rendimento composto; per confronti rigorosi su più anni, valuta metodi a valore attuale come VAN e TIR.

Passaggi essenziali del ROI

  • Definisci investimento e ritorni
  • Scegli l’orizzonte temporale
  • Raccogli ricavi e costi pertinenti
  • Applica la formula del ROI
  • Controlla assunzioni e limiti
  • Confronta con benchmark interni

Quali dati inserire nel ROI?

Il valore del calcolo dipende dalla qualità dei dati. Includi ciò che cambia davvero grazie al progetto e separa ciò che sarebbe accaduto comunque, così da evitare sopravvalutazioni.

  • Ricavi incrementali: considera solo i ricavi che non avresti ottenuto senza il progetto. Stima con prudenza l’effetto cannibalizzazione e le variazioni di mix prodotto.
  • Costi diretti: materiali, media, fee di piattaforma, personale dedicato. Includi tutto ciò che è chiaramente attribuibile all’iniziativa, evitando omissioni ottimistiche.
  • Costi indiretti allocabili: quota IT, amministrazione, logistica. Allocare in modo coerente evita di gonfiare il ROI di progetti che sfruttano infrastrutture comuni.
  • Investimento iniziale (CAPEX) e costi operativi (OPEX): separa spesa una tantum e spesa ricorrente. Questo aiuta a valutare sostenibilità e necessità di budget futuri.
  • Periodo di misurazione: definisci da quando a quando misuri. Spesso serve un “periodo cuscinetto” per riflettere gli effetti che maturano dopo il lancio.
  • Valore residuo e dismissioni: se l’investimento crea un asset riutilizzabile, stima il valore residuo; se sostituisce qualcosa, considera eventuali costi di dismissione.

Quando usare il ROI e quando evitarlo?

Usalo per confrontare alternative con orizzonti simili, per sintetizzare risultati e per comunicare in modo chiaro con stakeholder non tecnici. Evitalo come criterio unico in progetti pluriennali o ad alta incertezza, dove tempi, rischio e flussi di cassa contano quanto — se non più — della redditività media.

In tali casi, affianca al ROI un’analisi costi-benefici, il Valore Attuale Netto (VAN) e il tasso interno di rendimento (TIR). Questi strumenti considerano il valore del tempo del denaro e la struttura dei flussi di cassa, offrendo un quadro decisionale più completo.

ROI vs ROAS vs ROE

Le sigle possono sembrare simili ma misurano cose diverse, con impatti operativi differenti.

  • ROI: redditività dell’investimento in percentuale rispetto al costo totale. Utile per progetti, campagne e iniziative cross‑funzione.
  • ROAS: ritorno sulla spesa pubblicitaria. Guarda ai ricavi per euro speso in media; è più tattico e non include costi diversi dall’ad spend.
  • ROE: Return on Equity. Misura il rendimento per gli azionisti; è un indicatore di bilancio, non di progetto o campagna.

Errori da evitare

  • Confrontare ROI di orizzonti temporali molto diversi senza normalizzare il periodo.
  • Includere ricavi che non sono realmente incrementali rispetto allo scenario base.
  • Dimenticare costi ricorrenti o indiretti, facendo apparire il progetto migliore di quanto sia.
  • Ignorare il rischio e la variabilità dei risultati attesi.
  • Trattare spese ormai sostenute come decisionali: i costi sommersi vanno esclusi dalle scelte future.
  • Usare un campione di dati troppo breve, che non rappresenta la stagionalità o l’effetto apprendimento.

Come migliorare il ROI senza trucchi?

Il ROI cresce agendo in modo strutturale su ricavi e costi.

Schermo di laptop con vari grafici e KPI che mostrano dati aziendali
Foto di un laptop che mostra grafici e indicatori di performance. · Alesia Kozik · Pexels License · Multiple Graphs on a Laptop Screen

Evita scorciatoie: punta su efficienza, qualità e apprendimento continuo, così il miglioramento è sostenibile nel tempo.

  • Rifocalizza obiettivi e target. Concentrati sui segmenti che generano valore e dismetti iniziative marginali. Una chiara proposta di valore riduce dispersione e aumenta la conversione.
  • Ribilancia il mix canali. Sposta budget su canali con miglior rapporto costo/risultato e limita sprechi. Testa su piccola scala prima di espandere le tattiche vincenti.
  • Ottimizza il pricing e gli sconti. Piccole correzioni di prezzo impattano molto il margine. Usa elasticità e benchmark per evitare erosioni non necessarie.
  • Aumenta il valore medio dell’ordine. Bundle, up‑sell e cross‑sell ben progettati elevano il ricavo per transazione senza incidere troppo sui costi.
  • Riduci i costi evitabili. Automatizza processi ripetitivi, negozia forniture e semplifica il portafoglio. Ogni euro risparmiato aumenta direttamente il ROI.
  • Riusa asset e conoscenze. Template, creatività e componenti riutilizzabili accorciano time‑to‑market e abbassano i costi, migliorando il margine lordo.
  • Sperimenta e impara. Disegna esperimenti con ipotesi chiare e test A/B robusti; misura gli effetti incrementali e scala solo ciò che funziona.
  • Misura con disciplina. Dashboard coerenti, metriche stabili e review periodiche evitano oscillazioni opportunistiche e mantengono allineati team e obiettivi.

Domande frequenti sul ROI

Queste risposte sintetiche chiariscono dubbi ricorrenti e aiutano a usare il ROI in modo corretto, senza sostituire analisi contabili o fiscali specialistiche.

Domande frequenti

Qual è una “buona” percentuale di ROI?

Dipende dal settore, dal rischio e dagli obiettivi. Confronta sempre il ROI con benchmark interni, costo opportunità e alternative disponibili, non con valori assoluti generici.

Il ROI include l’IVA?

Dipende dal contesto di analisi. In molte valutazioni gestionali l’IVA detraibile non è trattata come costo; per casi specifici e adempimenti fiscali, valuta linee guida interne o consulenza qualificata.

Qual è la differenza tra ROI e margine?

Il margine misura profitto rispetto a ricavi o costi; il ROI misura rendimento rispetto al costo dell’investimento complessivo. Sono complementari ma rispondono a domande diverse.

Posso usare il ROI per valutare campagne marketing?

Sì, se stimi ricavi incrementali e includi i costi rilevanti oltre all’ad spend. Per il breve periodo, affianca il ROAS; per orizzonti lunghi, integra con VAN e TIR.

Perché il mio ROI è negativo?

Perché i ritorni netti sono inferiori ai costi. Verifica l’orizzonte temporale, i costi indiretti inclusi e se i ricavi stimati siano davvero incrementali rispetto allo scenario di base.

È meglio usare il ROI o metodi come VAN e TIR?

Il ROI è ottimo per sintesi e confronto. Per progetti pluriennali o con flussi di cassa irregolari, VAN e TIR offrono una vista più completa, considerando tempo e rischio.

In sintesi, sul ROI

  • Il ROI misura la redditività rispetto al costo dell’investimento.
  • Usa dati coerenti per periodo e inclusioni.
  • Confronta il ROI con benchmark e obiettivi.
  • Il ROI non include tempo, rischio e cassa.
  • Affianca VAN, TIR e payback per decisioni complete.
  • Migliora il ROI agendo su ricavi, costi e focus.

Usato con metodo, il ROI aiuta a prendere decisioni informate e a raccontare i risultati in modo comprensibile. Mantieni chiari perimetro e ipotesi, preferisci dati incrementali e confronti omogenei. Completa la valutazione con strumenti che considerano tempistiche e rischio, così riduci errori e sorprese nel percorso di execution.

Il campo di applicazione è ampio: dal lancio di un nuovo prodotto alla riallocazione dei budget di canale. Impostando processi di misura semplici e condivisi, trasformi il ROI da numero isolato a parte di una analisi costi-benefici continua, utile per apprendere, migliorare e scalare ciò che crea valore.

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