Se stai valutando una nuova attività, potresti aver sentito parlare della SRLS. Si tratta della società a responsabilità limitata semplificata, una forma societaria pensata per partire con capitale contenuto e procedure standardizzate. In questa guida trovi requisiti, costi indicativi, pro e contro, più esempi per capire quando può convenire.

La SRLS è una società di capitali “light”: capitale sociale da 1 a 9.999 euro, atto e statuto standard, responsabilità limitata dei soci e costi di avvio ridotti. È indicata per progetti piccoli o test di mercato, ma richiede contabilità ordinaria e disciplina societaria.

Quali requisiti servono per una SRLS?

La SRLS segue regole specifiche. I soci devono essere persone fisiche; il capitale sociale è compreso tra 1 e 9.999 euro e deve essere versato in denaro, non in beni. È prevista la nomina di uno o più amministratori; l’oggetto sociale va descritto con chiarezza, così come sede e ripartizione delle quote.

L’atto costitutivo e lo statuto sono predisposti in forma standard: un modello predefinito che velocizza la costituzione e riduce la discrezionalità sulle clausole. Questo facilita tempi e costi rispetto alla S.r.l. ordinaria. Restano comunque dovuti oneri amministrativi e il rispetto delle norme civilistiche e fiscali applicabili.

L’atto costitutivo è redatto in conformità al modello standard tipizzato con decreto ministeriale; i conferimenti sono effettuati in denaro e il capitale è compreso tra 1 e 9.999 euro.

Codice civile italiano — Art. 2463-bis, testo vigente, 2024.

Punti chiave SRLS

  • Forma societaria con responsabilità limitata e capitale da 1 a 9.999 euro.
  • Statuto standard ministeriale, costi notarili ridotti.
  • Soci esclusivamente persone fisiche; amministratore unico o più amministratori.
  • Regime fiscale ordinario da società di capitali.
  • Ideale per piccoli progetti con budget iniziale contenuto.
  • Passaggio a S.r.l. ordinaria possibile in seguito.

Quanto costa aprire una SRLS?

I costi si dividono in una tantum (per costituire) e ricorrenti (per gestire). Tra i primi rientrano oneri notarili contenuti, imposta di bollo, diritti di segreteria e diritti camerali. Il capitale sociale, anche se minimo, va comunque versato e depositato secondo prassi.

Tra i costi ricorrenti incidono contabilità ordinaria, eventuale consulenza, adempimenti fiscali e camere di commercio. Vanno considerati anche PEC, firma digitale e conto corrente aziendale. Le cifre possono variare in base alla complessità dell’attività, alla regione e ai servizi professionali scelti.

Costi una tantum principali

  • Oneri notarili ridotti: la modulistica standard semplifica l’atto, ma l’onorario può variare a seconda del caso.
  • Imposte e diritti: includono imposta di bollo e costi di iscrizione; sono somme dovute e non azzerate.
  • Capitale sociale: da 1 a 9.999 euro, versato interamente in denaro al momento della costituzione.
  • Iscrizione al Registro imprese: pratica telematica e diritti camerali; può richiedere assistenza professionale.
  • Strumenti operativi: PEC, firma digitale e talvolta smart card o token per gli adempimenti online.

Quali sono i pro e i contro?

Come ogni forma societaria, la SRLS presenta vantaggi e svantaggi. Valutarli in relazione al tuo progetto aiuta a evitare scelte affrettate.

  • Responsabilità limitata: i soci rispondono per le obbligazioni sociali nei limiti del capitale, proteggendo il patrimonio personale. Non sostituisce la corretta gestione né l’osservanza delle norme.
  • Capitale d’ingresso contenuto: si può iniziare con importi bassi, utile per testare idee o validare un modello. Non confondere il capitale minimo con il fabbisogno reale di cassa.
  • Atto e statuto standard: meno margini di personalizzazione, ma tempi e costi di avvio più prevedibili. Per esigenze particolari può essere limitante.
  • Immagine da società di capitali: aiuta nei rapporti con fornitori e clienti; talvolta agevola l’accesso al credito rispetto a una ditta individuale.
  • Contabilità ordinaria: obblighi amministrativi più strutturati rispetto alle imprese individuali, con costi gestionali ricorrenti maggiori.
  • Ingresso investitori non immediato: la struttura semplificata è pensata per piccole compagini; per round strutturati può servire passare a S.r.l. ordinaria.
  • Vincoli sul capitale: conferimenti solo in denaro; il tetto di 9.999 euro potrebbe essere insufficiente per progetti capital intensive.
  • Clausole standard: utili per partire in fretta, ma meno flessibili per governance complesse (diritti particolari, patti parasociali, opzioni).

SRLS o ditta individuale: quale scegliere?

La ditta individuale è semplice e veloce, con costi amministrativi generalmente più bassi. Tuttavia l’imprenditore risponde con tutto il patrimonio personale. La SRLS, pur richiedendo contabilità ordinaria e adempimenti più strutturati, offre la responsabilità limitata tipica delle società di capitali.

Se stai testando un micro-servizio con rischi contenuti e vuoi massima snellezza, la ditta può bastare. Se invece prevedi dipendenti, contratti significativi, o attrezzature costose, la protezione della responsabilità limitata della SRLS può risultare più adatta. In ogni caso, calibra la scelta sulla reale scala del progetto e sulla tua tolleranza al rischio.

Quali sono i passi principali?

Di seguito una traccia di lavoro ad alto livello, utile per orientarti. Le prassi possono differire a seconda della camera di commercio e degli strumenti digitali utilizzati.

  1. Definisci attività e fabbisogni: prodotto/servizio, canali, costi fissi e variabili. Una stima realistica del fabbisogno è fondamentale, al di là del capitale minimo.
  2. Prepara documenti e dati: anagrafica dei soci, denominazione, sede, oggetto sociale, ripartizione quote, amministrazione, capitale e conferimenti.
  3. Predisponi atto e statuto standard: la modulistica semplificata riduce tempi e complessità. Verifica le clausole obbligatorie e i limiti previsti.
  4. Versa il capitale in denaro: anche minimo, va depositato secondo le prassi. Conserva le ricevute e le attestazioni collegate.
  5. Atto dal notaio e iscrizione: si procede all’atto e all’invio telematico al Registro imprese. Segue rilascio di visura e codice fiscale della società.
  6. Adempimenti post-costituzione: PEC, conto corrente, eventuali iscrizioni speciali, scelte fiscali e deleghe. Imposta un calendario delle scadenze.

Quando conviene e quando no?

Conviene quando il progetto è piccolo ma ha profili di rischio non trascurabili (contratti, team, attrezzature) e vuoi presidiare la separazione patrimoniale. Conviene anche per team di co-fondatori che desiderano regole chiare su quote e governance fin da subito.

Conviene meno se si tratta di attività ultra-semplici, a bassa esposizione, o con fatturati iniziali minimi dove costi e adempimenti della contabilità ordinaria possono pesare più dei benefici. In fase di crescita, se servono clausole personalizzate o capitali maggiori, è sempre possibile valutare la trasformazione in S.r.l. ordinaria.

Domande frequenti

Qual è la differenza tra SRLS e S.r.l. ordinaria?

La SRLS usa atto e statuto standard e ammette capitale da 1 a 9.999 euro; ha costi iniziali ridotti ma minore flessibilità. La S.r.l. ordinaria è più personalizzabile, adatta a configurazioni e patti complessi.

Quanto capitale serve per una SRLS?

È previsto un capitale tra 1 e 9.999 euro, versato in denaro. Ricorda che il capitale minimo non coincide con il fabbisogno di cassa necessario a sostenere l’attività nelle prime fasi.

Si può trasformare una SRLS in S.r.l. ordinaria?

Sì, la trasformazione è possibile. È una scelta utile quando servono clausole personalizzate, capitale più elevato o l’ingresso di investitori strutturati, rispettando le procedure societarie previste.

Una SRLS può avere un solo socio?

Sì, è ammessa la SRLS unipersonale. In tal caso occorre osservare specifiche regole di pubblicità e mantenere tracciabilità dei conferimenti a tutela della separazione patrimoniale.

La SRLS consente l’ingresso di investitori?

La SRLS è pensata per compagini ridotte e standard. Per investitori professionali o strumenti di equity più articolati può risultare utile passare alla S.r.l. ordinaria.

Cosa ricordare in sintesi

  • Responsabilità limitata e capitale minimo: utili per partire protetti ma con realismo finanziario.
  • Statuto standard e costi iniziali più bassi, con minore flessibilità contrattuale.
  • Contabilità ordinaria e adempimenti ricorrenti da pianificare nel budget.
  • Buona per piccoli progetti; trasformabile in S.r.l. ordinaria crescendo.
  • Confronta SRLS e ditta in base a rischi, scala e obiettivi.

La SRLS può essere un buon compromesso per partire in modo ordinato, con regole chiare e responsabilità limitata. Prima di scegliere, valuta attentamente rischi operativi, fabbisogni di cassa e flessibilità contrattuale di cui potresti avere bisogno. Un confronto con professionisti su contabilità e oneri amministrativi aiuta a pianificare tempi e costi con pragmatismo.

Ricorda: nessuna forma giuridica è “migliore” in assoluto. La scelta efficace è quella coerente con il tuo modello di business, la tua tolleranza al rischio e le risorse disponibili. Partire snelli, misurare e adattare la struttura nel tempo è spesso la strategia più sostenibile.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
Quanto è stato utile questo articolo?0Vota per primo questo articolo!