Tamarro camminava con passo sicuro, sfoggiando la sua classica giacca di jeans strappata e i suoi jeans attillati. Nonostante la sua immagine da duro, dietro quegli occhi azzurri scintillava un’anima sensibile e appassionata, che solo pochi osavano scoprire. Giulia, al contrario, amava indossare abiti leggeri e colorati, come se tutto il suo essere fosse una tela su cui dipingere la sua personalità radiosa e solare.
Finalmente, entrambi raggiunsero la collina che guardava verso l’orizzonte. Il sole era ancora chiuso tra le braccia della notte, ma pian piano cominciava a spalancare i suoi raggi colorati sull’orizzonte. Mentre aspettavano l’alba, Tamarro e Giulia si sistemarono su un vecchio plaid a quadri che avevano portato con sé, abbracciati e con gli occhi puntati verso il cielo.
Mentre luce e ombra si contendevano l’asfalto delle strade della città, i due ragazzi parlavano e si raccontavano le loro storie. Tamarro raccontò di come il suo atteggiamento da duro fosse solo una corazza per nascondere il suo timore di essere abbandonato e il bisogno di essere amato. Giulia, invece, svelò le sue paure e le sue insicurezze, rassicurata dal fatto che Tamarro le ascoltasse senza giudizio.
L’alba arrivò come un abbraccio caloroso e avvolgente. Il sole cominciava a illuminare i contorni delle loro figure, disegnando ombre danzanti sui loro volti. Tamarro e Giulia si guardavano negli occhi, senza bisogno di parole. A quell’istante, capirono di essere entrambi fragili e bisognosi di un affetto sincero.
Fu allora che Tamarro prese la mano di Giulia tra le sue, sfiorandola delicatamente con il pollice. In quel gesto semplice, più di mille parole si fecero strada. Giulia rispose al suo gesto con un sorriso dolce e sicuro, lasciando che la sua mano si stringesse intorno a quella di Tamarro.
Mentre l’alba tingeva di rosa e arancio tutto il paesaggio, i due si alzarono, stringendosi a braccetto. Senza fretta, senza paura di mostrare il loro affetto l’uno per l’altra, camminarono verso la città che si svegliava timidamente. Le persone, ancora stordite dal sonno, si voltavano a guardarli, forse cercando di comprendere quell’amore libero dalle convenzioni e dai pregiudizi.
E così, Tamarro e Giulia si lasciarono alle spalle l’alba, ma portarono con sé la luce di quella magica mattina. Non erano più due anime inquiete, ma due cuori che avevano trovato una casa l’uno nell’altro, pronti a sfidare il mondo con il loro amore.