Era una bella e luminosa mattina di settembre quando Gorì, il mio fedele cagnolino, e io ci preparavamo per andare a scuola. A differenza di altre mattine, oggi avevamo un’energia particolare e una grande voglia di scoprire cosa ci riservava questa nuova giornata.
Come sempre, Gorì sembrava felice mentre saltellava intorno a me durante la preparazione per l’uscita. Lui, più di chiunque altro, amava le nostre avventure quotidiane e l’occasione per passare del tempo insieme. Era un cagnolino dal carattere solare e divertente, e la sua compagnia mi rendeva sempre più felice.
Mentre attraversavamo il grande parco che separava la nostra casa dalla scuola, eravamo circondati da colori e odori meravigliosi che la natura offriva in questa stupenda stagione autunnale. Le foglie cominciarono a cadere dai rami degli alberi, regalando al paesaggio un aspetto fiabesco. Non potevo fare a meno di sorridere, immaginando le idee che avrebbe avuto Gorì per giocare con le foglie secche.
Arrivati alla scuola, Gorì e io ci salutammo al cancello. Era il mio momento di entrare ed essere parte dell’universo scolastico, mentre lui sarebbe rimasto fuori in attesa del mio ritorno. Gorì non tornava mai a casa quando io ero a scuola, preferiva esplorare i dintorni e interagire con gli altri cani del quartiere. Era il suo modo di stare in contatto con il mondo esterno, anche quando ero impegnato a imparare le lezioni.
All’interno della scuola, ero circondato da un’atmosfera di studio e apprendimento. In ogni stanza, i professori erano pronti a condividere le loro conoscenze con noi studenti. Mentre ero immerso nelle lezioni, a volte la mia mente vagava pensando a Gorì e a tutto ciò che avrebbe potuto fare durante il giorno. Immaginavo che stesse facendo amicizia con altri cani, investigando i vicoli del quartiere o semplicemente sdraiato al sole in uno dei suoi posti preferiti.
Quando finalmente suonò la campanella per l’intervallo, uscii dalla classe in cerca di un po’ di svago. Mi dirigei verso il cortile della scuola, dove i ragazzi si riunivano per giocare e chiacchierare. Mi colpì subito un vociare proveniente da un angolo del cortile e, curioso, mi avvicinai. E lì, per mia sorpresa, trovai Gorì che interagiva gioiosamente con gli altri bambini.
Gorì era diventato il fulcro dell’attenzione, con i suoi movimenti agili e il suo pelo morbidissimo che invitava a coccolarlo. Tutto il cortile sembrava averlo adottato come mascotte, e i ragazzi si rincorrevano per giocare con lui. La scena mi commosse profondamente: Gorì, con il suo carattere socievole e affettuoso, era riuscito a regalare sorrisi e allegria a tutto il cortile.
Non riuscivo a credere ai miei occhi. Gorì aveva trasformato il cortile della scuola in un paradiso per i bambini, un luogo in cui divertirsi e condividere emozioni positive. Ero orgoglioso del mio cagnolino e riconoscente per l’incredibile impatto che aveva sulle persone intorno a lui.
Il nostro pomeriggio insieme fu ricco di abbracci e carezze, mentre Gorì mi raccontava con il suo sguardo scintillante le avventure che aveva vissuto durante la mia assenza. Ero felice di poter condividere con lui queste emozioni, e sapevo che il giorno successivo saremmo stati ancora più ansiosi di tornare a scuola.
Quella giornata rimase impressa nella mia memoria come un ricordo meraviglioso, un momento privilegiato in cui Gorì, con la sua energia e il suo amore contagioso, aveva reso speciale la nostra routine quotidiana. Gorì e io andammo a scuola, e quel giorno imparammo che l’amore e la felicità possono essere trasformati in doni per gli altri, anche nelle situazioni più semplici e quotidiane.