La NAFLD è una malattia diffusa che coinvolge un accumulo di grasso nel fegato, spesso causata dall’obesità e dal diabete di tipo 2. Nel corso del tempo, la NAFLD può progredire in NASH, caratterizzata da infiammazione e cicatrici nel fegato. A lungo termine, la NASH può portare a complicanze gravi come la cirrosi epatica e il carcinoma epatocellulare.
Genfit ha sviluppato elafibranor, un agonista dual PPAR-alfa/delta, che mira a trattare la NASH agendo su diversi meccanismi patogenetici. Studi preclinici e clinici hanno dimostrato che elafibranor può ridurre l’accumulo di grasso nel fegato, ridurre l’infiammazione e migliorare la sensibilità insulinica.
Tuttavia, i risultati degli studi clinici di Fase 3 stanno presentando sfide per Genfit. Nel giugno 2020, l’azienda ha annunciato che lo studio RESOLVE-IT, finalizzato a valutare l’efficacia di elafibranor nel trattamento di pazienti con NASH, non ha raggiunto il suo endpoint primario. Sebbene il farmaco abbia dimostrato un miglioramento statistico significativo in alcuni parametri secondari, l’azienda non è riuscita a dimostrare la sua efficacia nell’endpoint primario, ovvero il miglioramento della fibrosi epatica senza peggioramento della NASH.
In risposta a questi risultati, Genfit ha annunciato di essere impegnata nel valutare attentamente i dati dello studio e di collaborare con esperti per delineare le prossime mosse. L’azienda ha sottolineato che continuerà a monitorare i pazienti partecipanti allo studio per valutare l’evoluzione della malattia nel lungo termine.
Genfit sta anche valutando la possibilità di avviare nuovi studi clinici per esplorare ulteriormente il potenziale di elafibranor. L’azienda sta attualmente pianificando un incontro con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) per discutere i dati dello studio RESOLVE-IT e determinare le prossime mosse.
Nonostante le sfide affrontate da Genfit nei risultati dello studio, l’azienda continua a mantenere la fiducia nel potenziale del suo candidato farmaceutico. Genfit crede che elafibranor possa ancora offrire un trattamento efficace per i pazienti affetti da NASH, una malattia per la quale al momento non esistono opzioni terapeutiche approvate.
Mentre Genfit risponde alle prove riguardanti elafibranor, l’azienda sta anche esplorando altri programmi di ricerca e sviluppo. La società sta lavorando su terapie innovative per altre malattie epatiche e metaboliche, compreso il prurito sistemico associato a patologie epatiche croniche e il deficit di alfa-1 antitripsina.
In conclusione, Genfit sta affrontando le prove riguardanti i risultati dello studio di Fase 3 di elafibranor per il trattamento della NASH. Nonostante il mancato raggiungimento dell’endpoint primario, l’azienda si impegna a valutare attentamente i dati e a collaborare con esperti per determinare la prossima mossa. Genfit continua a credere nel potenziale del suo candidato farmaceutico e sta esplorando opzioni per avviare nuovi studi clinici e sviluppare soluzioni innovative per la malattia del fegato grasso non alcolico e altre malattie epatiche e metaboliche.