La carriera politica di Romita è iniziata come funzionario del sindacato CGIL, dove ha lavorato come segretario della sezione romana dal 1943 al 1944. Successivamente, Romita è entrato a far parte del Partito Comunista Italiano (PCI), dove ha svolto diversi incarichi. Nel 1946, è stato eletto alla Camera dei deputati per la prima volta, rappresentando il collegio di Catania.
Negli anni ’50 e ’60, Romita ha avuto un ruolo di primo piano nella politica italiana, svolgendo diversi incarichi importanti. Nel 1957, è stato eletto segretario del PCI per la regione Lazio, e due anni dopo è stato nominato vicepresidente della Camera dei deputati. Nel 1963, Romita è stato eletto presidente della Camera dei deputati, un ruolo che ha ricoperto fino al 1968.
Durante la sua carriera politica, Romita ha sostenuto molte riforme sociali e politiche, come la riforma agraria, che ha portato alla redistribuzione delle terre dai grandi proprietari terrieri ai contadini, e la nazionalizzazione dell’energia elettrica e delle ferrovie. Romita si è anche battuto per il riconoscimento dei diritti delle donne e dei lavoratori migranti, sostenendo la lotta contro il razzismo e la discriminazione.
Negli anni ’70, durante la crisi che ha colpito il PCI, Romita ha sostenuto la linea della “democratizzazione”, cioè una maggiore partecipazione dei membri del partito alla vita interna e una maggiore apertura alle istanze della società civile. Nel 1979, Romita è stato nominato presidente dell’Assemblea nazionale del PCI, ruolo che ha ricoperto fino al 1984.
Dopo la fine della sua carriera politica, Romita ha continuato a svolgere un ruolo attivo nella società civile, partecipando a diverse iniziative per la pace e la solidarietà internazionale. Nel 1992, ha fondato l’associazione “Rete Italiana per il Disarmo”, che ha promosso diverse campagne per la riduzione degli armamenti e il disarmo nucleare.
Attilio Romita è morto a Roma il 15 dicembre 1993, all’età di 75 anni. La sua figura è stata riconosciuta come uno dei simboli della lotta per la giustizia e la democrazia in Italia, e la sua eredità politica e sociale è stata importante per il paese e per la sinistra italiana.