Capire l’IMU aiuta a orientarsi tra imposte sulla casa e sugli altri immobili. L’IMU, imposta municipale propria, è un tributo patrimoniale applicato al possesso di fabbricati e terreni, con regole nazionali e decisioni locali. In questa guida trovi una panoramica chiara su cosa copre, quando si paga e come si inquadra rispetto ad altre tasse sugli immobili.

In breve: l’IMU è un’imposta patrimoniale comunale sul possesso di immobili (in genere escluse le abitazioni principali non di lusso). Le scadenze tipiche sono due rate annuali; aliquote e detrazioni dipendono dal Comune entro i limiti di legge. Esempi pratici aiutano a capire i casi ricorrenti.

Chi paga l’IMU su una seconda casa?

In via generale, l’IMU si applica ai possessori di immobili diversi dall’abitazione principale non di lusso. Il soggetto passivo è di norma il proprietario, ma può essere anche l’usufruttuario, il titolare di uso/abitazione, il concessionario o il locatario finanziario (leasing). Se l’immobile è “seconda casa”, l’IMU è dovuta salvo specifiche agevolazioni previste dal Comune.

Quali sono le scadenze IMU tipiche?

Di solito si paga in due momenti: acconto a metà anno e saldo a fine anno, con possibili soluzioni in unica rata se consentite. Le date e le modalità seguono la cornice nazionale, ma l’ente locale può prevedere differimenti o istruzioni operative. Verifica sempre delibere e comunicazioni del tuo Comune.

Rate, ravvedimento e differimenti

Quando previsto, il ravvedimento operoso consente di regolarizzare un versamento tardivo con sanzioni ridotte, secondo regole e tempi fissati dalla legge. Possono esistere differimenti per eventi eccezionali o calamità; eventuali sospensioni vengono comunicate dagli enti competenti e hanno durata limitata.

Punti essenziali IMU

  • L’IMU è un’imposta patrimoniale comunale sugli immobili, esclusa l’abitazione principale non di lusso.
  • Soggetti passivi: proprietari, usufruttuari, titolari di altri diritti reali, concessionari e locatari in leasing.
  • Aliquote e detrazioni sono deliberate dal Comune entro i limiti di legge.
  • Il versamento avviene di norma in due rate: acconto e saldo.
  • Base imponibile calcolata da rendita catastale e coefficienti ministeriali.
  • Regole ed esenzioni possono variare per categorie e situazioni particolari.

Che differenza c’è tra IMU e TARI/TASI?

L’IMU è un tributo patrimoniale sul possesso dell’immobile. La TARI riguarda la gestione dei rifiuti e si lega di solito all’utenza operativa dell’immobile. La vecchia TASI si riferiva ai cosiddetti “servizi indivisibili” ed è stata superata dalla nuova configurazione dell’IMU.

La riforma introdotta con la Legge 160/2019, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, ha unificato la TASI nella nuova IMU a partire dal 2020. Questo riassetto ha semplificato il quadro, lasciando ai Comuni margini di scelta sulle aliquote, nei limiti stabiliti dalla normativa nazionale.

Le FAQ del Dipartimento delle Finanze precisano, tra l’altro, che l’abitazione principale non di lusso è generalmente esclusa dall’IMU, con regole specifiche per le pertinenze e le categorie di pregio. Ricorda che i dettagli applicativi possono cambiare negli anni o tra Comuni diversi.

Come si determina la base imponibile?

La base imponibile si ricava, in sintesi, dalla rendita catastale (o dal valore di riferimento, per talune tipologie) e da un coefficiente previsto per categoria catastale.

Modello 730 fotografato con intestazione e campi principali per dichiarazione
Fotografia del Modello 730 usato per la dichiarazione dei redditi. · Agenzia delle Entrate · Public domain (Italy official form) · Modello 730.jpg

Aliquote, riduzioni e agevolazioni sono stabilite dal regolamento comunale IMU, nei limiti fissati dalla legge nazionale. In presenza di particolarità (immobili storici, inagibili, in ristrutturazione, comodati, locazioni) possono operare previsioni specifiche. È utile conservare visure e documenti per un quadro sempre aggiornato.

Rendita e categorie catastali

La rendita catastale è un dato ufficiale che fotografa, per ciascuna unità, una base di riferimento. Le categorie catastali (abitazioni, uffici, negozi, magazzini, ecc.) aiutano a individuare il corretto moltiplicatore o criterio. Quando la rendita cambia (es. variazioni di classamento), possono variare anche gli importi dovuti.

Terreni e aree edificabili

Per i terreni il valore segue criteri differenti rispetto ai fabbricati; per le aree edificabili contano i valori venali in comune commercio, con parametri spesso indicati dal Comune. Verifica sempre eventuali esenzioni o regimi speciali previsti per zone montane o coltivatori diretti.

Casi comuni ed esempi

Gli esempi aiutano a capire come si applicano, in generale, le regole. Non sostituiscono la lettura delle delibere comunali né delle norme: servono a farsi un’idea dei casi ricorrenti, da confermare con fonti ufficiali.

Serie di icone che mostrano cartello vendesi, agente, firma e trasloco
Illustrazione a icone che rappresenta le fasi dell'acquisto immobiliare. · j4p4n · CC0 (Public Domain) · Real Estate
  • Seconda casa non locata: di norma l’IMU è dovuta perché l’immobile non è abitazione principale. Contano categoria catastale, aliquota comunale e possibili detrazioni.
  • Abitazione principale “non di lusso”: generalmente esente. Occhio alle pertinenze (box, cantine) e ai limiti numerici per categoria previsti dal Comune.
  • Immobile locato: l’IMU in genere resta a carico del possessore. Il canone di affitto non incide sull’obbligo, ma il Comune può prevedere aliquote dedicate.
  • Comproprietà tra più soggetti: ciascuno è tenuto in proporzione alla quota e ai mesi di possesso. La percentuale si calcola sulle quote risultanti dagli atti.
  • Immobile in ristrutturazione: se è inagibile o inabitabile, può operare una riduzione. Contano tempi, documenti e criteri indicati dal regolamento locale.
  • Terreni agricoli: in alcune aree possono valere esenzioni o regole peculiari. Verifica se il tuo Comune rientra tra quelli montani o particolari.
  • Cambio di residenza a metà anno: di solito l’agevolazione per abitazione principale decorre dal momento in cui sussistono i requisiti. Si considerano i mesi effettivi di possesso.

Quando verificare con il Comune

Ogni volta che cambia la destinazione d’uso, si realizza un subentro, si perdono o acquistano requisiti agevolativi, o intervengono lavori edilizi, confrontarsi con gli uffici comunali aiuta a evitare errori. Le delibere più recenti chiariscono aliquote, detrazioni e scadenze operative.

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